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Tag Archives: emergenza coronavirus

asta online

Siamo ristretti nelle nostre dimore, ma vogliamo mantenere aperta la comunicazione con la nostra comunità e impegnarla non solo col programma culturale che stiamo sviluppando sul web, ma con una iniziativa concreta di solidarietà verso gli operatori sanitari in prima fila nel contrastare il morbo del Coronavirus.

Queste le parole di Massimo Palladini, presidente della Sezione Italia Nostra di Pescara e Domenico Valente presidente del Consiglio delle Sezioni Italia Nostra d’Abruzzo

“Per questo – proseguono – abbiamo fatto appello ad un gruppo di artisti, soci o amici di Italia Nostra, chiedendogli in dono delle opere, sicuri della loro sensibilità in questo momento difficile;abbiamo quindi organizzato un’asta via Internet, che chiameremo Entusi-ASTA per rimarcare la fiducia con cui tutti dobbiamo guardare al dopo pandemia”.

Verranno esposte le opere in un catalogo digitale e raccoglieremo le offerte on-line tramite le nostre piattaforme per assegnarle al miglior offerente.

Chi se le sarà aggiudicate avrà fatto un ottimo affare per il valore dei pezzi in catalogo, tutti di ottimi artisti e per il plusvalore di bontà di cui sono carichi.

Gli artisti sono: Gabriella Albertini, Nicola Costanzo, Francesco Di Lauro, Antonio Matarazzo, Albano Paolinelli, Ippolita Ranù, Mimmo Sarchiapone.

Le somme raccolte saranno utilizzate per acquisto e donazione di materiale di consumo per la protezione degli operatori dei reparti impegnati nell’emergenza Covid-19 dell’ospedale civile di Pescara.

“Fiduciosi in una partecipazione numerosa – concludono – informeremo quotidianamente, mediante il nostro sito web www.italianostra.pescara.it, associati ed opinione pubblica sugli esiti della nostra Entusi-ASTA che avrà inizio alle ore 19 del 30 aprile e si concluderà, con l’ultima offerta pervenuta su detto sito, alle ore 19 del 9 maggio”.

by Redazione
cover per mascherine

Cover per mascherine, come quelle per i cellulari, per far sì che i bambini indossino più facilmente, e con il sorriso, i dispositivi di protezione.

Parte dall’Abruzzo l’idea, la prima nel suo genere, destinata a rivoluzionare il settore delle mascherine. Disegni, slogan, supereroi, bandiere e, soprattutto, tanti colori e tanta fantasia: elementi che rispecchiano le personalità, il gusto e le diverse passioni dei più piccoli, consentendo di coprire i più anonimi modelli tradizionali che cancellano le espressioni del volto.

Proteggersi con il sorriso è lo slogan del progetto lanciato da un giovane imprenditore che ha registrato il marchio #andratuttobene e creato il sito covermascherine.com.

Vero e proprio boom subito dopo il lancio: nel giro di una settimana sono quasi diecimila gli ordini e decine di migliaia gli accessi al sito e sui social network.

cover per mascherine

Trentasette anni, creativo, imprenditore immobiliare con trascorsi nel mondo della moda e della comunicazione, è il pescarese Alessio Sarra ad aver ideato, durante l’isolamento sociale, all’inizio dell’emergenza, il progetto che coinvolge anche Stefano Esposto, operatore del settore moda, e Luca Gialluca, il quale, con le sue sarte, realizza materialmente le cover per Sarra. La produzione avviene tra Silvi e San Giovanni Teatino.

 

Lavorazione sartoriale artigianale, materiali di alta qualità e certificati, doppio strato di cotone con certificazione di antitossicità, stampa fronte retro, ferretti per il fit del naso e mollette resistenti. Le cover #andratuttobene sono assolutamente Made in Italy.

Sono studiate per coprire ed adattarsi ad ogni genere di mascherina, nonché lavabili e riutilizzabili, come un qualsiasi capo di abbigliamento.

Dai disegni ai colori di ogni tipo, dagli slogan che ironizzano sul virus, alle bandiere degli stati, dai supereroi ai colori della squadra del cuore, le cover rispecchiano i gusti, le sensibilità e gli interessi di ogni bambino.

Tanti gli ordini arrivati da parafarmacie, negozi di moda, tabaccherie e attività di vario genere, dove le cover possono essere posizionate e messe in vendita in espositori a tema. Si sta inoltre lavorando su prodotti personalizzati aziendali e tanti imprenditori ne hanno ordinati in quantità per i propri dipendenti. E per i più grandi c’è il progetto “Proteggersi con stile!”, la cui filosofia di base è sostanzialmente la stessa, che prevede anche la linea business destinata alle occasioni di lavoro. Si stanno inoltre studiando modelli con filtro, cioè mascherine pronte all’uso, e altre in tessuto non tessuto.

“L’idea – racconta Sarra – è nata nelle prime 24ore di isolamento, mentre ero a casa con mia moglie e i nostri due figli. Ho subito immaginato quanto sarebbe stato difficile far indossare loro le mascherine. E ho pensato immediatamente a quando si uscirà da questa situazione e, soprattutto, a come lo faranno i più piccoli. L’obiettivo, infatti, è anche quello di porre i bambini al centro del dibattito, perché, in prospettiva, saranno le vere vittime di questa emergenza. I bimbi non vanno più a scuola, non vedono più gli amici e, a breve, quando si potrà uscire di casa, dovranno rispettare una distanza che fanno fatica a comprendere e dovranno indossare la mascherina. Probabilmente con una cover personalizzata e colorata useranno i dispositivi di protezione più volentieri e, magari, anche con un pizzico di entusiasmo. In questo modo si consente ai più piccoli di affrontare con più serenità le fasi successive dell’emergenza e ai genitori di riuscire a proteggere più facilmente i propri figli. La produzione procede spedita e i primi riscontri superano ogni aspettativa. Segno che forse abbiamo colto un’esigenza molto sentita – conclude l’imprenditore – cioè l’attenzione per i più piccoli”.

by Redazione
Confartigianato Chieti L'Aquila

Incomprensibile e inaccettabile. Così Confartigianato Chieti L’Aquila definisce la decisione del Governo di rinviare al 1° giugno la riapertura di acconciatori e centri estetici.

Concreto, secondo l’associazione, il rischio di ripercussioni sull’occupazione, in un settore che in Abruzzo dà lavoro a migliaia di operatori.

La perdita economica, secondo le stime dell’associazione, è di svariate decine di milioni di euro, pari al 20% circa del fatturato annuo.

Oltre ad una crescita esponenziale del fenomeno dell’abusivismo, il rischio, ora, è che molti addetti non ce la facciano a ripartire.

“Il 4 maggio saranno nove settimane di chiusura. E’ impensabile chiedere di stare fermi altre quattro settimane – afferma il presidente Confartigianato Acconciatori Chieti L’Aquila, Denis Iezzi (nella foto) – Tutto questo non farà altro che alimentare il sommerso, sia perché i clienti non vogliono più attendere sia perché gli operatori non riescono più a reggere dato che lo Stato non li aiuta. Di conseguenza c’è chi è disposto a correre rischi”.

“La decisione di attendere il primo giugno è inaccettabile ed incomprensibile. Ci dicono che dobbiamo abituarci a convivere con il virus, ma allora perché aspettare un altro mese? Ci insegnassero a convivere con il Covid-19. Con senso di responsabilità abbiamo elaborato tempestive proposte dettagliate su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, igiene e sanificazione. Proposte che penalizzano fortemente il lavoro, ma della cui importanza siamo consapevoli. Il primo giugno – aggiunge – cosa potremo fare di più rispetto ad oggi? E’ inammissibile”.

“E’ fondamentale, a questo punto, inasprire i controlli contro l’abusivismo e cercare di arginare quanto più possibile il lavoro sommerso. La nostra associazione, su tutti i livelli, dal nazionale a quelli locali – conclude Iezzi – non resterà in silenzio e farà la sua parte”.

by Redazione
le mascherine

La macchina della solidarietà abruzzese non si ferma, la voglia di aiutare gli altri e mettersi a disposizione della comunità è sempre elevata come nel caso del fashion designer Simone Racioppo.

Lo stilista abruzzese di fama internazionale infatti, dopo aver donato un suo abito all’interno della campagna “Doniamo un respiro” insieme a Kiwanis di Varese, si sta dedicando alla produzione di mascherine.

Una nuova produzione dunque volta anche ad aiutare che in questo momento è in difficoltà: “Ho pensato di aiutare chi non può permettersi l’acquisto di mascherine donandone dalla mia produzione”.

Una produzione fatta interamente a mano realizzate “a forma”: “Hanno cioè un taglio particolare con il disegno di mento e naso che permettono un’adesione perfetta agevolando così anche la respirazione. Il tutto ovviamente dopo prove di modellistica”.

“Sono mascherine – prosegue Racioppo – in puro cotone con all’interno un filtro in tessuto non tessuto che può essere lavato in acqua corrente insieme alla mascherina stessa”.

Anche una linea fashion di alta moda: “Sì, realizzo anche mascherine in pizzo francese ricamate a mano con cristalli di Swarovski”.

 

Per acquistare e ricevere la mascherina, si può contattare lo stilista sulle sue pagine social di Instagram e Facebook.

by Redazione
teramo

Teramo, scade il prossimo 8 maggio il termine per presentare le candidature per il bando  Agorà Abruzzo-Spazio Incluso, che si pone l’obiettivo di contrastare il fenomeno della povertà e dell’esclusione sociale, con particolare riguardo a nuclei familiari che presentano problematicità complesse per i quali viene promossa l’inclusione attiva.

Il programma si integra con altri Programmi e Fondi (in primis PON Inclusione) e con la programmazione sociale e socio-sanitaria regionale.

Le domande potranno essere consegnate o presso l’Ufficio protocollo o tramite pec all’indirizzo di posta elettronica certificata affari.generali@comune.teramo.pecpa.it o tramite raccomandata postale a.r.

Nello specifico, l’obiettivo di Agorà Abruzzo-Spazio Incluso, è di progettare e avviare in forma sperimentale, almeno quattro centri di aggregazione sociale e di servizi sociali, educativi e per il lavoro, in grado di autosostenersi nel medio periodo, senza bisogno di risorse pubbliche aggiuntive.

L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Teramo Ilaria De Sanctis afferma:

Con il progetto Agorà si raccoglie la sfida, molto ambiziosa, di cercare, attraverso l’azione di sistema sviluppata, condivisa e realizzata da una pluralità di soggetti in possesso di consolidate competenze e adeguata struttura organizzativa,di far superare la condizione di fragilità sociale con l’attivazione di percorsi individualizzati di accompagnamento al lavoro di tutte quelle persone in carico ai servizi sociali territoriali a rischio di povertà ed esclusione sociale.

Il centro sarà uno spazio fisico, un luogo di comunità, dove si vive la relazione, l’incontro, la socialità, in cui si fruisce e si promuove cultura; un ambito in cui una comunità possa identificarsi, esprimersi, riunirsi, all’interno del quale si possano trovare opportunità per ricercare lavoro e promuovere impresa.

I destinatari dell’intervento sono gli utenti (compresi i nuovi richiedenti) dei Servizi sociali professionali degli Ambiti territoriali sociali residenti nella regione Abruzzo (requisito non richiesto per le persone senza fissa dimora) che risultano in possesso, alla data della presa in carico, di uno o più dei  requisiti indicati nel Bando.

Il progetto è rivolto agli utenti dei servizi sociali professionali, anche nuovi richiedenti, della città di Teramo, per i beneficiari residenti a Teramo disoccupati o inoccupati, e che abbiano almeno uno dei requisiti previsti dall’avviso pubblicato sul sito del Comune di Teramo.

 

by Redazione
sindacati

Sono 64.175 le domande di cassa integrazione in deroga che 17 regioni italiane hanno “processato” e inviato all’Inps. Di queste 22.936 sono state già autorizzate dall’Istituto di previdenza e 2.038 risultano già pagate a favore di 4.149 beneficiari.

Peccato che in Abruzzo le domande esaminate dalla Regione, e inviate all’Inps, sono solo 113 a fronte di 10.300 istanze presentate dalle aziende, che riguardano una platea di circa 27mila lavoratori.

A testimoniarlo è l’Inps, attraverso un report che tiene conto della rilevazione riferita alle domande “lavorate” fino a martedì 22 aprile.

Un dato che lascia stupefatti, affermano i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Carmine Ranieri, Leo Malandra, Michele Lombardo, Gianna De Amicis, e delle segreterie del pubblico impiego, che smentisce le dichiarazioni ufficiali dell’assessore regionale alle Politiche del lavoro, Piero Fioretti, secondo il quale “la Regione Abruzzo è perfettamente in linea con le altre regioni italiane nella gestione delle istanze per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga”.

Il report dell’Inps tiene conto delle domande presentate in 17 regioni italiane.

In testa c’è il Lazio, con 29.684 domande già processate; seguono la Campania (8.999), le Marche (6.362), il Veneto (3.459), l’Emilia Romagna (3.449), la Liguria (2.865), la Toscana (2.565), la Puglia (1.691), la Calabria (1.344), l’Umbria (937), il Piemonte (704), la Basilicata (577), la Lombardia (507), la Valle d’Aosta (453), il Friuli Venezia Giulia (379).

L’Abruzzo, con le sue 113 domande “processate” e inviate all’Inps, è penultima in graduatoria, prima del Molise (87).

I segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ribadiscono che “a essere chiamati in causa per i ritardi non sono certo i dipendenti della Regione che stanno gestendo le pratiche, ma la mancanza di programmazione da parte dell’assessorato. Dal 23 febbraio la Regione era a conoscenza del fatto che si stava preannunciando l’emergenza lavoro più drammatica degli ultimi decenni, ma l’assessore non si è premurato di organizzare gli uffici per farvi fronte. Si ricorda che il decreto che istituisce la cassa integrazione in deroga per le Regioni risale al 17 marzo 2020. È piuttosto singolare che l’assessore si sia ricordato di potenziare il gruppo di lavoro addetto alla gestione delle pratiche della cassa integrazione in deroga, portandolo a 30 dipendenti, solo il 22 aprile”. 

L’assessore Fioretti, in un’altra nota ufficiale, proseguono i rappresentanti sindacali, “ha assicurato che entro fine mese la Regione smaltirà tutte le domande regolari per la cassa integrazione in deroga, ma considerati i numeri attuali ci sembra un obiettivo assai ambizioso da raggiungere. D’altronde l’assessore Fioretti ha pensato di convocare il Cicas (Comitato di intervento per le crisi aziendali), solo due volte, mentre le altre regioni hanno avuto un confronto serrato con le forze sociali. Infine si ricorda che il presidente della Regione, Marco Marsilio ha attivato una cabina di regia che avrebbe dovuto prevedere un rapporto costante tra le parti sociali e i singoli assessori. L’assessore Fioretti”, concludono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle segreterie del pubblico impiego, “al contrario, non ha mai convocato le parti sociali, e alle sollecitazioni che gli sono state rivolte ha sempre risposto che era tutto in regola e che non c’era nulla di cui preoccuparsi”. 

 

by francesca
spoltore

“Ripartire, ma con giudizio”. E’ questo l’orientamento del sindaco di Spoltore Luciano Di Lorito, in un ragionamento su quello che ci aspetta dal 4 maggio:

Credo sia necessario dare una risposta a chi in queste settimane ha accettato sacrifici enormi, aspetta una ricompensa ma ha giustamente paura di una nuova impennata dei contagi in caso di un “libera tutti” generalizzato.

Per questo motivo il ritorno alla normalità dovrà essere caratterizzato dalla presenza di mascherine e dispositivi di protezione individuale per tutti: “In questo contesto dobbiamo però tornare a passeggiare nei parchi, a fare sport, garantendo tutte quelle attività individuali dove è possibile mantenere il distanziamento sociale”.

Il sindaco comunque invita a non abbassare la guardia:

L’intransigenza di questi giorni è un segnale necessario e sta dando un messaggio forte, che spero sia ormai radicato in ognuno di noi, sul rispetto delle misure di sicurezza e sulla necessità di evitare assembramenti per la salute nostre e di quella degli altri. Bisogna potenziare le precauzioni, non alleggerirle: dal 4 maggio, ad esempio, effettueremo la misurazione della temperatura all’ingresso del Municipio e del Comando della Polizia municipale.

Ma valutando il numero e l’andamento dei contagi, per scongiurare ogni possibile passo indietro nella lotta al virus, bisogna far ripartire tutte quelle attività che possono funzionare con modalità compatibili al distanziamento sociale: “Penso ad esempio ai ristoranti, pizzerie, gastronomie e altro, che dovrebbero lavorare per l’asporto. Significherebbe anche venire incontro a un settore che più di altri ha risentito del lockdown”.

L’economia dovrà essere aiutata, secondo il primo cittadino, non solo da questi segnali di riapertura, ma anche da risorse, incentivi e misure che dovranno arrivare da Stato e Regioni: “Anche il Comune, nel suo piccolo, dovrà fare la sua parte e stiamo studiando come poter dare il nostro aiuto alle attività del territorio”.

Tutto questo, almeno fino al 31 maggio, mantenendo tutti i divieti per situazioni che possono creare assembramenti come cerimonie e manifestazioni.

“I trasporti pubblici in questo periodo” conclude “potrebbero essere un utile banco di prova per gli ingressi contingentati da estendere poi progressivamente ad altre attività”.

by Redazione
zona rossa

Il consigliere regionale del Pd Antonio Blasioli in merito alla zona rossa dell’aera vestina chiede un’interrogazione urgente sulla sua mancata proroga:

“Sta diventando una telenovela triste la travagliata storia della zona rossa vestina, rimossa dal Presidente Marsilio con l’ordinanza di qualche giorno fa – lamenta il consigliere PD Antonio Blasioli –  non sappiamo perché, malgrado i dati sanitari fossero allarmanti dall’inizio, sia stata istituita con tanto ritardo; non sappiamo cosa sia stato fatto dalla Regione delle attività annunciate in termini di prevenzione e cura all’interno del suo perimetro; né in base a quali dati la zona rossa non sia stata prorogata, considerato il permanere dei contagi e le istanze presentate dai sindaci prima, durante e dopo le restrizioni. Per queste ragioni e visto che malgrado le tante domande, una risposta ufficiale, peraltro dovuta dalla massima istituzione del territorio ai suoi amministrati, non è arrivata, ho presentato un’interrogazione a risposta scritta, recependo tutti i quesiti raccolti fra amministratori, categorie, sanitari, voci importanti del territorio vestino”.

“Ci chiediamo su cosa si basino le decisioni della Regione – incalza Blasioli –  visto che durante il periodo di vigenza dei provvedimenti di “zona rossa” e nonostante le esternazioni di Marsilio a mezzo stampa: non sono stati messi a punto o effettuati screening epidemiologici nelle popolazioni coinvolte dalle misure e così non si ha un quadro chiaro della diffusione del virus all’interno di queste comunità. Inoltre le istituzioni locali hanno lamentato più volte ritardi nell’esecuzione e lavorazione dei tamponi prelevati a cittadini residenti nella zona che quindi aggraverebbero l’indisponibilità di dati su cui basare decisioni di revoca dei provvedimenti di istituzione della “zona rossa”. Almeno la fotografia della situazione era dovuta, perché le misure prese hanno avuto una ricaduta pesante sul territorio vestino, che non ha ricevuto né sostegni economici, né agevolazioni peraltro chieste da amministratori e produttori locali. Anzi, nonostante la Regione avesse stanziato fondi e misure a sostegno delle famiglie e potesse aiutare le zone rosse, non solo ha tardato nella nomina del comitato tecnico scientifico che avrebbe permesso all’Ente di agire per gli aiuti a questa zona, secondo quando contenuto nella legge Cura Abruzzo, ma Sospiri e Marsilio hanno utilizzato questa emergenza nell’emergenza per una sterile polemica contro il Governo che aveva già fatto arrivare alla popolazione i suoi sostegni”.

Tanti gli altri quesiti posti, prosegue Blasioli:

  • a cominciare dalle motivazioni del ritardo dell’attuazione della zona rossa vestina scattata solo il 25 marzo 2020, anche se a fondare la restrizione è lo stesso documento della ASL di Pescara che aveva fondato la richiesta di zona rossa per Elice.
  • Si chiede inoltre il perché nella perimetrazione non sia stata seguita la direttrice Città Sant’Angelo – Loreto – Penne, indicata dalla ASL, escludendo dal provvedimento Comuni come Loreto e Città Sant’Angelo.
  • Quali siano i dati e le informazioni epidemiologiche su cui hanno valutato e quali screening abbiano compiuto durante le restrizioni, come la Asl di Lanciano, ad esempio, ha fatto a Caldari specificando bene le ragioni;
  • Se tali studi saranno svolti ora per la Val Fino, finché resta il provvedimento e come chiedono i sindaci.
  • Quali protocolli, quanti tamponi e attività preventiva siano stati svolti all’interno dell’ospedale San Massimo di Penne, focolaio del contagio sia per la popolazione che per gli operatori sanitari.
  • E, una volta operativo il Covid Hospital di Pescara, come le due strutture interagiranno nella gestione e nel trattamento dei pazienti contagiati considerato che, ad oggi, il presidio ospedaliero San Massimo opera quale centro Covid e che tale scelta ha comportato lo spostamento temporaneo di alcuni servizi in precedenza attivi all’interno dello stesso.

“Servizi, questi ultimi – conclude Blasioli – che dovranno essere ripristinati, specie chirurgia e ortopedia, anche se ad oggi non ci è dato sapere quando, visto che l’annunciata riorganizzazione della rete ospedaliera che avrebbe dovuto qualificare il P.O. San Massimo quale ospedale di base con sede di pronto soccorso, è ancora tutta sulla carta e negli annunci snocciolati in queste settimane dall’esecutivo regionale”.

 

Foto: Comune di Farindola

by Redazione
montesilvano

L’amministrazione comunale di Montesilvano riparte senza tralasciare nessuno e dopo gli operatori turistici, il sindaco De Martinis ha ascoltato anche le associazioni dei mercatari per organizzare la fase 2 dell’emergenza.

Nel corso di una riunione in video conferenza con gli ambulanti dell’agroalimentare è stata decisa l’apertura, seppure parziale, dei mercati rionali settimanali dal prossimo 5 maggio nei giorni martedì, mercoledì, venerdì e sabato.

“Si tratta di un piccolo passo verso la normalità – afferma il sindaco De Martinis – Per andare incontro alla categoria degli ambulanti del settore agroalimentare ho pensato e proposto ai responsabili delle associazioni, che si occupano dei mercati. La programmazione e la predisposizione di una vasta area mercatale è importante per prevenire il rischio di diffusione del Covid-19, occorrono anche alcune misure. L’area è stata individuata nel parcheggio del Pala Dean Martin che, per propria natura, è già delimitata perimetralmente e consente debite e opportune distanze tra operatori e clienti oltre che una regolamentazione dei flussi di accesso come avviene nei supermercati. Disporremo quindi l’ampliamento delle distanze dei banchi di vendita dei prodotti nel luogo deputato allo svolgimento del mercato e infine imporremo agli ambulanti e agli espositori l’utilizzo di guanti monouso per la vendita delle merci, inibendo ai clienti di toccare le merci esposte in vendita, nonché l’uso delle mascherine. La categoria ha accolto favorevolmente la proposta e già a partire da martedì 5 maggio ha dato la propria disponibilità a iniziare un percorso sperimentale. Le giornate previste sono quelle del martedì, mercoledì, venerdì e sabato e nell’area ci saranno banchi di frutta e verdura, ma anche i truck alimentari presenti all’interno dei mercati rionali. Lo scopo è quello di fornire prodotti a chilometri zero alla cittadinanza e di contribuire alla ripartenza, anche se graduale, dei produttori e degli operatori del settore agroalimentare. Sarebbero state individuate altre due aree della città all’interno delle quali portare avanti il progetto ma, al momento, si è ritenuto di dover partire solo in quella del piazzale Pala Dean Martin che, non necessitando di transenne o altro tipo barriere, è pronta allo scopo”.

 

by Redazione
Mercato pianella

In questa fase dell’emergenza, ai controlli di sicurezza ed all’assistenza alla popolazione, si affianca l’ipotesi di un graduale ritorno alla riapertura di attività produttive e commerciali e le amministrazioni comunali iniziano a pianificare regole e presidi di sicurezza per non farsi trovare impreparate.

In questo senso, tra i primi, il comune di Pianella, riavvia dal prossimo venerdì il mercato settimanale, ovviamente con una serie di limitazioni e cautele finalizzate a garantire il massimo livello di sicurezza per operatori e cittadini.

“ Già il DPCM del 10 aprile – spiega il sindaco Sandro Marinelli – aveva previsto la possibilità di consentire la vendita nei mercati ai soli generi alimentari e qualche giorno fa è stato reso noto il parere del ministero delle Politiche Agricole e Forestali che inserisce tra le attività ammesse anche quelle della filiera agricola. A questo punto, dopo aver dotato nel corso l’ultimo fine settimana tutti i residenti di mascherine, abbiamo deciso di lavorare ad un progetto logistico ed organizzativo che consenta agli operatori mercatali del settore alimentare di tornare a fare il loro lavoro, ormai fermo da settimane, ed alla cittadinanza di avere ulteriori possibilità di acquisto, evitando in tal modo lunghe attese e code davanti ai negozi”.

“Pertanto, aggiunge il primo cittadino, da venerdì 24 aprile gli operatori alimentari titolari di posto fisso ed i coltivatori diretti iscritti nell’elenco comunale, potranno accedere all’area mercatale lungo Viale Regina Margherita, nella quale saranno garantiti, grazie all’apporto della polizia municipale e dei volontari di protezione civile, percorsi specifici atti ad evitare assembramenti ed a mantenere la distanza interpersonale; gli operatori dovranno indossare tutti i dispositivi di protezione individuale e consegnare la merce direttamente imbustata, evitando in tal modo che gli acquirenti tocchino merce esposta, mentre tutti gli avventori dovranno obbligatoriamente indossare la mascherina già ritirata nei giorni scorsi”.

“Si tratta di un primo passo verso il progressivo ritorno alle attività quotidiane che, tuttavia, non deve tralasciare la massima attenzione per le norme di sicurezza, ma il grande senso civico mostrato dalla cittadinanza in queste settimane di restrizioni, ci consente di guardare con ottimismo a questo primo segnale di riapertura”.

by Redazione