Teramo. La pittrice Mirta Maranca inaugurerà una sua mostra personale dal titolo “ Tracce di emozioni “martedi 12 Novembre alle ore 17.00 , nelle Sale Espositive di Via Nicola Palma , 16 a Teramo .
Apertura dal 12 al 23 Novembre. Tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 20.00.
Gli argomenti trattati dalla pittrice e grafica Mirta Maranca ,spaziano dalla mitologia greca all’Africa, a popolazioni dell’Abruzzo ,alle danze nel mondo , alle attività umane , a vari ritratti e a alla natura.
Il critico d’arte Francesco Gallo dice: “ Mirta Maranca contamina la sua pittura con le suggestioni di tanti linguaggi espressivi mostrando una saldezza che è pari all’elasticità .
Il fondo classico le appartiene stabilmente dandole caratteristiche particolari, infatti la calligrafia pittorica di Mirta Maranca testimonia di un lavoro di pulizia della sua pittura che va verso l’essenzialità, la rarefazione del segno e la purezza del colore .
Il critico d’arte Giuseppe Bacci ha sottolineato come le sue opere mostrino uno spaccato di vita umana espressa con accesi colori in cui lo sguardo si posa curioso su riti e danze cosicchè nei suoi quadri si possono ammirare donne che volteggiano in antichi passi di danza tramandatici da una cultura millenaria .
Leo Strozzieri aggiunge : sono opere le sue eseguite per istoriare il suo ed il nostro inconscio .
Una pittura austera che nulla concede al sentimento o alle tentazioni decorative .
Organizzazione e presentazione a cura dell’Associazione culturale Teramo Nostra di Sandro Melarangelo e Piero Chiarini .Patrocinata dal Comune di Teramo. Sarà presente il sindaco di Teramo :Gianguido D’Alberto.
“Il tempo vissuto” (Efesto Edizioni) è il titolo dell’ultimo lavoro editoriale di Domenico Cornacchia presentato con grande successo di pubblico alla libreria Rinascita di Ascoli Piceno.
Nato ad Ascoli Piceno nel 1990 e attualmente vive a Santa Rufina, nel comune di Valle Castellana, al confine tra l’Abruzzo e le Marche.
La sua attitudine verso la natura lo ha portato a intraprendere studi agrari, sia alle scuole superiori che all’Università, dove si è laureato alla facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Teramo. Fin da giovane, Domenico ha trascorso la sua vita a stretto contatto con la natura e gli animali, di cui è sempre stato un grande amante.
Responsabile Qualità in azienda, è anche una Guida Ambientale Escursionistica. La sua più grande passione è viaggiare, un’aspirazione che lo ha portato a esplorare luoghi meravigliosi in tutto il mondo. Attraverso i suoi viaggi, ha potuto confrontarsi con culture diverse, assaporare nuovi profumi e vivere esperienze indimenticabili, tutte fonti d’ispirazione per la sua scrittura.
Nell’anno dedicato alla radici, all’importanza di valorizzare e dare nuova linfa a paesi e borghi lasciati all’abbandono, abbiamo voluto fare due chiacchiere con Domenico il quale, fa di questa valorizzazione il motore propulsone de “Il tempo vissuto” e non solo.
Presentazione “Il tempo vissuto” Libreria Rinascita Ascoli Piceno
Domenico, raccontaci meglio il significato di questo nuovo libro
“Il tempo vissuto è un’opera che esplora l’identità storica e culturale di Valle Castellana, un piccolo comune incastonato tra i Monti della Laga, in provincia di Teramo. Il libro si propone di riscoprire le radici della comunità locale, intrecciando la storia di Santa Rufina e dei paesi limitrofi con eventi di portata più ampia. Attraverso cronache locali e racconti di vita quotidiana, l’opera colma un importante vuoto nella memoria collettiva, restituendo voce a personaggi ed eventi che hanno contribuito a plasmare l’identità del territorio. Una delle caratteristiche più preziose del libro è la collezione di oltre quattrocento fotografie storiche, che permettono di immergersi nei paesaggi e nelle atmosfere del passato, arricchendo il racconto storico con dettagli visivi. In un’epoca di rapido progresso, Il tempo vissuto ci invita a riflettere sull’importanza delle piccole storie che, spesso dimenticate, costituiscono la trama nascosta della grande storia umana”.
Perché questo titolo?
“Il tempo, in questo caso, oltre a essere passato, è stato anche vissuto. Non tutti, però, sanno che questi territori sono stati abitati con sacrificio, passione e dedizione. Girando per i paesi, ormai per la maggior parte abbandonati, l’idea che viene subito in mente è quella del tempo trascorso, di epoche antiche e di realtà lontane da noi, scorporate da tutto e senza alcuna domanda. Volevo che questo tempo passato diventasse “il tempo vissuto” per raccontare la storia di chi c’è stato e ha contribuito a creare ciò che oggi è ancora presente. Desideravo narrare i paesi e le persone che li hanno vissuti, affinché un giorno chi osserverà questi luoghi possa sapere che c’era vita”.
In copertina c’è una bellissima immagine di una nonna con in braccio una bambina, cosa puoi dirci?
“La copertina, che raffigura una nonna con una bambina in braccio, simboleggia la continuità delle generazioni e il legame tra passato e futuro. Questa immagine evoca sentimenti di famiglia, tradizione e identità, sottolineando l’importanza di trasmettere storie e valori da una generazione all’altra. La presenza di una figura anziana insieme a una giovane rappresenta un ponte tra esperienze vissute e nuove vite, richiamando l’attenzione sulla necessità di preservare la memoria storica per le future generazioni”.
Dicevamo ultima opera letteraria perché Domenico Cornacchia è autore di altri testi; ecco, c’è qualcosa che accomuna queste diverse forme di scrittura?
“Sì, ci sono diversi elementi che accomunano le mie opere, nonostante le loro forme differenti. In primo luogo, il tema della natura e della memoria sono centrali in tutto ciò che scrivo. Che si tratti di un saggio storico, di una poesia o di un libro di viaggio, cerco sempre di esplorare e mettere in luce le esperienze umane, le storie e il legame profondo tra le persone e i luoghi che abitano. Inoltre, c’è un approccio narrativo che permea tutte le mie scritture. Utilizzo spesso una narrazione personale e soggettiva, mettendomi a nudo e invitando i lettori a condividere un viaggio emotivo attraverso le parole. Anche se le forme possono variare, l’intento è sempre quello di coinvolgere il lettore, stimolando una riflessione su temi come l’identità, il passaggio del tempo, le relazioni umane, le esperienze vissute. Infine, c’è una ricerca di bellezza e di poesia nel linguaggio che caratterizza tutte le mie opere. Credo che la scrittura, in qualsiasi forma, abbia il potere di evocare emozioni e di trasmettere sensazioni, e cerco di utilizzare questo potere in ogni mio lavoro”.
Nel suo primo libro ‘’Resto qui’’ parli di “amore, la guerra, i lavori nei campi, le difficoltà della vita, il folklore, gli usi, i costumi e il patrimonio orale tramandato di generazione in generazione”. Quanto è importante oggi non dimenticarsi di tutto questo?
“Oggi è di fondamentale importanza non dimenticare tutto questo. Ogni paese con i suoi abitanti costituisce qualcosa di bello, unico e caratteristico che si differenzia dagli altri. Ogni cultura ha le proprie usanze, tradizioni, i suoi valori e i suoi principi.
Le tradizioni sono di massima importanza per un popolo perché ne definiscono l’anima e l’identità. Se un popolo non avesse delle tradizioni non esisterebbe e nessuno lo conoscerebbe; e il bello del mondo e del nostro paese è proprio la varietà di usi e costumi presenti. Le tradizioni, tramandate da una generazione all’altra, sono una testimonianza viva di una cultura legata alla natura e alle stagioni, ai cicli della vita, ai riti, alle devozioni religiose, alle credenze. Questo però non deve alimentare nostalgie di un passato ormai trascorso, anzi, attraverso la tradizione ed i valori genuini possiamo mettere le basi per lo sviluppo della nostra società. Quando un paese perde il contatto col suo passato, con le sue radici, con la sua storia, tende sempre di più ad entrare nel dimenticatoio.
Il testo “Resto qui” ha lo scopo di preservare una cultura tramandata per secoli sempre oralmente, prima che vengano a mancare le fonti di informazione ed i loro testimoni. Infatti i racconti riportati nel libro sono storie di vita vissuta che attraversano buona parte del secolo scorso e prendono in considerazione i vari aspetti della vita quotidiana di un tempo, quali l’amore, il corteggiamento, la guerra, i lavori nei campi, le difficoltà della vita, il folklore, questo proprio per non dimenticare chi c’è stato prima di noi e quali sacrifici sono stati fatti anche per cambiare il modo di vivere”.
“Resto qui” è stato tradotto in lingua inglese con il titolo “Roots”? Cosa ha provato nel vederlo scritto in un’altra lingua?
“La traduzione del mio libro in inglese è stata un’esperienza emozionante e gratificante. Vedere il mio lavoro raggiungere un pubblico internazionale rappresenta un’opportunità unica per condividere la cultura e le tradizioni che ho cercato di preservare. Volevo fortemente che le storie raccontate nel libro andassero oltre i confini linguistici e culturali. Inoltre, mi ha fatto riflettere sull’universalità dei temi trattati, come l’amore, il sacrificio, l’’emigrazione, il ricordo. Sapere che lettori di diverse nazionalità possano entrare in contatto con queste esperienze mi riempie di orgoglio. La traduzione non è solo un atto linguistico, ma un ponte che connette culture e storie diverse. Naturalmente, ci sono state anche delle sfide nel garantire che il significato e l’essenza delle storie venissero mantenuti coerenti anche in un’altra lingua. Sono grato che “Roots” possa continuare a raccontarsi anche a un pubblico più vasto”.
Non solo saggi ma anche un libro di poesie “Pensieri di terra, di vita, d’amore” dove rifletti sull’ importanza della natura, ma una costante è negli occhi, come mai?
“Gli occhi per me sono davvero una parte fondamentale della vita. Con gli occhi osserviamo, amiamo, ci emozioniamo, accarezziamo le situazioni e ne entriamo a far parte. Con gli occhi riusciamo a percepire la bellezza della vita e di tutto ciò che ci circonda. Nel mio secondo libro Pensieri, gli occhi sono una costante come anche gli elementi della natura in tutte le loro forme, un paesaggio, un tramonto, il mare. Sono circa 170 pensieri che rispecchiano le mie emozioni soprattutto in quei momenti dove il fiato è più corto e gli occhi brillano, il cuore batte forte ed il respiro cambia. Momenti, dove l’emozione accarezza la pelle e ti fa sentire vivo. Ho scritto questi pensieri che sono arrivati come folate di vento, come fiammate. Ho scritto un po’ ovunque, su tovaglioli, su pezzi di carta, sulle note del telefono, su ogni cosa che avevo a portata di mano. Se non li avessi scritti le avrei persi. Sul testo poi non è presente l’indice e non ci sono i numeri di pagina. Non c’è un ordine cronologico. Gli stessi sono liberi e vaganti. Per trovare un pensiero all’interno del testo bisogna cercare, con gli occhi e con pazienza, come nella vita ed in natura”.
E poi l’Africa, il Kilimangiaro e “Un’altra notte ancora”. Quando e come è nata l’esigenza di mettere su carta l’esperienza vissuta? Cosa significa “Un’altra notte ancora”?
“L’esigenza di mettere su carta l’esperienza vissuta è nata dopo il mio ritorno in Italia, quando avevo ancora tantissime emozioni da metabolizzare, forse con il famoso “mal d’Africa” in corso. Durante il viaggio, avevo già scritto appunti, note e curiosità, ma ho deciso di raccogliere tutto e mettere nero su bianco ciò che questo viaggio ha rappresentato per me, dalla preparazione ai consigli utili, fino alla mia esperienza personale. Pur essendo una guida pensata per fornire indicazioni su percorso, attrezzatura e logistica per chi desidera cimentarsi nella salita del Kilimangiaro, il libro racconta anche una storia intima, fatta di emozioni e sensazioni. Il titolo Un’altra notte ancora ha due significati. Il primo si riferisce alla notte prima dell’ultima salita, caratterizzata da paure, dubbi e l’incertezza sull’esito di quella salita, in attesa di affrontare un’altra notte. Il secondo significato è quello della notte dopo aver raggiunto la vetta, una notte di serenità, gioia e libertà, il momento in cui si realizza di essere riusciti a coronare un viaggio straordinario. C’è una frase che mi piace particolarmente, che ho letto sulle doghe di legno di uno dei rifugi: ‘It’s all about the journey and not the destination’ che, tradotto, significa ‘L’esperienza sta tutta nel viaggio e non nella destinazione’. È stato un gran bel viaggio, fuori e dentro di me”.
Grazie, Domenico, per aver condiviso con noi la tua storia e la tua visione. Ci auguriamo di vedere i tuoi progetti futuri prendere forma e di continuare a esplorare con te le meraviglie del mondo, attraverso i tuoi viaggi e la tua scrittura.
Biglietti disponibili sui circuiti TicketOne, Ticketmaster, Ciaotickets e prima del concerto al botteghino
Pescara. “De André #DeAndré – Best Of Live Tour” di Cristiano De André farà tappa in Piazza Martiri di Teramo lunedì 9 settembre alle 21:00. Concerto ospitato all’interno di Teramo Natura Indomita, cartellone degli eventi estivi di Teramo.
I biglietti sono disponibili sui circuiti TicketOne www.ticketone.it, Ticketmaster www.ticketmaster.it, Ciaotickets www.ciaotickets.com e prima del concerto, dalle 19:00, al botteghino. Info: 085.9047726 www.besteventi.it
Il progetto “De André canta De André” si arricchisce di un nuovo tassello, dopo il successo dei quattro album “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017) e “De André canta De André – Storia di un impiegato” (2023) e dopo vari tour sold out dedicati ognuno a una parte del repertorio di Fabrizio.
Con “De André #DeAndré – Best Of Live Tour”, Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, porta sul palco il meglio del repertorio finora affrontato, accompagnato dagli insperabili musicisti Osvaldo di Dio alle chitarre e Davide Pezzin al basso. Alle tastiere torna Luciano Luisi, che arrangiò i primi due volumi, e alla batteria arriva Ivano Zanotti.
Cristiano stesso, non solo cantautore ma abile polistrumentista, suona la chitarra acustica e classica, il bouzouky, il pianoforte e il violino, accompagnando lo spettatore in un percorso che affronta la grande opera di Fabrizio.
Il Festival culturale dei Borghi Rurali della Laga prosegue il suo incessante cammino verso la riscoperta di un territorio tanto vasto quanto inesplorato non solo attraverso i numerosi eventi che, per questa terza edizione, vedono coinvolte 4 regioni e 18 comuni tra l’Abruzzo, le Marche e il Lazio, ma anche con l’ottenimento di importanti patrocini di enti pubblici nazionali.
A quelli del Ministero della Cultura, della Società Geografica Italiana, dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, della Fondazione Tercas e del BIM di Teramo, si aggiunge il circuito Slow Food delle regioni Abruzzo, Marche e Lazio.
“In considerazione della rilevanza culturale, ambientale ed enogastronomica che state promuovendo attraverso il Festival culturale dei Borghi rurali della Laga con piacere concediamo il nostro patrocinio non oneroso. Intendiamo in questo modo dare pieno sostegno alle numerose iniziative in programma e all’azione positiva di stimolo per tutto il territorio, dando la disponibilità a promuovere il coinvolgimento all’interno e all’esterno della rete Slow Food di produttori, cuochi, assaggiatori, divulgatori, attivisti e consumatori presenti in entrambe le regioni. Ci proponiamo altresì per essere coinvolti nelle prossime edizioni del Festival” la lettera a firma dei presidenti Slow Food Lazio e Abruzzo Luigi Pagliaro e Rita Salvatore.
Firme che danno peso e valore a quanto accaduto lo scorso 6 luglio quando ad Accumoli (Rieti) l’appuntamento del Festival dal titolo “Le comunità del cibo e i patrimoni immateriali UNESCO” ha visto la presentazione e a seguire le firme del Manifesto “I borghi rurali del Festival culturale della Laga e la candidatura della Cucina Italiana bene immateriale UNESCO”.
Un documento che ha visto come prima firma quella del presidente di Slow Food Lazio Luigi Pagliaro, dell’assessore del Comune di Accumoli Corrado Volpetti, Virginia Di Matteo del Comune di Cortino, Angela Ricci Laga Chef, Roberto Gualandri coordinatore Rete Territoriale Comunità della Laga e tanti altri rappresentati e cittadini del territorio.
IL FESTIVAL CULTURALE DEI BORGHI RURALI DELLA LAGA
Il comprensorio dei Monti della Laga, con i suoi 70.000 ettari, rappresenta un’area vasta e geograficamente complessa, che unisce come una cerniera quattro regioni situate nel cuore dell’Italia: un territorio incuneato tra i Sibillini e il Gran Sasso, i Monti Reatini e la Valnerina. Diciotto comuni di questo comprensorio hanno aderito alla terza edizione del Festival culturale dei Borghi rurali della Laga i cui eventi sono in programma fino al prossimo 14 dicembre.
Trattasi di una rassegna culturale itinerante promossa nell’anno 2022 dal Comune di Cortino (TE) e da FederTrek Escursionismo e Ambiente, estesa poi nell’anno successivo nell’intero territorio della Laga Teramana, grazie all’adesione dei Comuni di Crognaleto, Fano Adriano, Rocca Santa Maria, Teramo, Torricella Sicura, Valle Castellana, gestita dai volontari del Coordinamento Territoriale delle Comunità della Laga.
Lo scopo di tutta l’iniziativa è quello di ricreare connessioni tra i conterranei del Comprensorio montano e tra i residenti e i tornanti saltuari sul territorio, quest’ultimi emigrati dalle Terre Alte per opportunità di lavoro e per aspirazione a modelli di vita alternativa alle condizioni aspre che la montagna purtroppo ancora oggi offre in termini di servizi ed infrastrutture.
Altro obiettivo è favorire la conoscenza agli appassionati di turismo rurale, dell’inestimabile valore rappresentato dal patrimonio naturale, immateriale ed umano che caratterizza i numerosi borghi d’epoca sparsi sul territorio dei Monti della Laga e dei Monti Gemelli, tanti dei quali sono inclusi all’interno del perimetro del Parco Nazionale del Gran Sasso-Monti della Laga.
Ci sarà il 13 Aprile l’inaugurazione ufficiale del Festival Culturale dei borghi rurali della Laga. Esso sarà presentato presso la Sala Conferenze della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia, in Via Savini 50, Teramo.
Mentre, la conferenza stampa si terrà il giorno precedente: venerdì 12 aprile 2024 ore 10:30 presso il Parco della Scienza, in via Antonio De Benedictis, 1 a Teramo.
Nel corso della conferenza verrà presentato il calendario del Festival culturale dei Borghi della Laga.
Sarà presente l’Assessore alla Cultura di Teramo Antonio Filipponi. Oltre ai rappresentanti istituzionali, saranno presenti i referenti del Coordinamento del Festival dei Borghi e la Responsabile dell’ufficio Stampa del Festival Lisa Di Giovanni.
Alla sua terza edizione l’evento coinvolgerà quattro Regioni dell’Italia Centrale come l’Abruzzo, il Lazio, le Marche e l’Umbria e cinque province: Ascoli Piceno, L’Aquila, Perugia, Rieti e Teramo. Diciotto i comuni promotori insieme all’Associazione “FederTrek Escursionismo e Ambiente” e al “Coordinamento Territoriale delle Comunità della Laga”. L’evento sarà patrocinato dal Ministero della Cultura, della Società Geografica Italiana e dell’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Un tema, quello dell’anno 2024, che dialoga con le precedenti edizioni in maniera strabiliante. Il comitato Organizzatore presieduto dal Responsabile Roberto Gualandri, ha infatti realizzato l’evento Le comunità della Laga riunite: le sfide per un nuovo Appennino.
Tematica che intende presentare una versione diversa della vita in montagna.
A seguito della cerimonia d’apertura, seguirà la Presentazione del Festival nell’area picena nella giornata di martedì 16 Aprile presso il PalaRozzi di Folignano (AP), all’interno della rassegna LibrArte 2024, in una sorta di intreccio evento fuori dal comune. La terza presentazione del progetto, avverrà invece a Roma il 23 Aprile presso il Palazzetto Mattei in Villa Celimontana sede della Società Geografica Italiana. In quest’occasione sarà dato più spazio al valore geografico e scientifico del progetto.
TORRICELLA
TERAMO – VILLA SAN GIOVANNI
SANTA RUFINA
ROCCA SANTA MARIA
CROGNALETO
CORTINO
CASTEL TROSINO (AP)
Di grande impatto anche il FuoriFestival, la novità introdotta quest’anno, che intende attraverso la legge quadro n° 349/91 sensibilizzare il pubblico alla salvaguardia delle aree naturali protette. Da quest’esigenza nasce il progetto “Missione Parchi, riprendiamo il cammino”. Un percorso a piedi che si estenderà nei maggiori Parchi Nazionali dell’Italia centrale e che attraverserà nell’ultima settimana di maggio, anche il territorio della Laga. Un obiettivo comune, quindi, ovvero la ricostruzione di una reciprocità tra gli enti parco e le comunità residenti.
Saranno 57 le iniziative giornaliere di “borgo in borgo”, dove numerosi itinerari tematici saranno da stimolo per tutte le fasce d’età. Un progetto capillare che si estende su un vasto territorio, capace di intrecciare insieme opportunità, bisogni, idee, a favore non solo delle Comunità residenti, ma anche pronto ad accogliere schiere di visitatori nel comprensorio dei Monti della Laga e dei Monti Gemelli. Un programma vasto con iniziative trasversali pronte ad ingolosire un vasto pubblico.
Di grande valore la presentazione del calendario eventi “Luoghi che rigenerano l’anima, anime che rigenerano luoghi” a cura di Barbara Diletti e Domenico Cornacchia.
Numerose le personalità che presidieranno gli eventi: la referente territoriale del coordinamento delle Comunità della Laga Nadia Ragonici, il Presidente Nazionale Federtrek Alessandro Piazzi, il Presidente del Coordinamento delle Comunità della Laga Roberto Gualandri e molti altri.
Tutte le giornate saranno mandate in diretta sul Gruppo Facebook “Borghi e Sentieri della Laga” e sul sito web www.borghiesentieridellalaga.org.
Domenica 3 marzo, alle ore 17, si inaugura a Teramo, presso la Sala espositiva comunale di via Nicola Palma, la mostra collettiva d’arte contemporanea dal titolo “Amo – Ter”.
Il curatore ed organizzatore dell’evento, LeonardoPaglialonga, in qualità di Presidente dell’Associazione “Nemesis” di Francavilla al Mare, ha invitato ad esporre oltre trenta artisti, in prevalenza della provincia di Teramo, per ancorare maggiormente il progetto al territorio, ma provenienti anche dalle altre province abruzzesi nell’ottica ormai consueta per l’associazione, di valorizzare l’Abruzzo attraverso l’Arte e la Cultura in tutte le loro sfaccettature in una visione mutuata da Francesco Paolo Michetti e il suo Cenacolo francavillese. Un omaggio particolare verrà attribuito al Maestro Sandro Melarangelo.
Nato a Teramo nel 1941, è avviato alla pratica della pittura da suo padre Giovanni. Ha insegnato dal 1970 al 2005 Discipline Pittoriche come titolare di cattedra nel Liceo Artistico di Teramo.
Della sua vasta produzione sono stati scelti alcuni suoi lavori tratti dalla serie “I Dannati”, dove il Maestro teramano affronta temi di denuncia civile: egli si occupa, in effetti, degli “ultimi della terra”, gridando tutta la sua indignazione contro le sopraffazioni dell’uomo sull’uomo, le ingiustizie, le oppressioni. Ma anche di temi sociali quali lo sfruttamento sul lavoro, la violenza politica, la condizione della donna, il nazismo, l’emigrazione.
Una narrazione degli ultimi, dunque, che dà voce a chi oggi come ieri è escluso dalla parola pubblica: i braccianti, i barboni, gli internati dei campi di concentramento, le prostitute, le madri sole, gli emigranti in cammino verso una speranza.
La tensione di Sandro Melarangelo si placa nelle nature morte, nei nudi (specie quelli giovanili) e negli affetti familiari, attraverso i ritratti: particolarmente significativi sono sia quello che realizza ad olio nel 1960 dal titolo “Madre che cuce”, raffigurante l’amata mamma Lidia Colonna, sia un altro intitolato “Annetta” dipinto nel 1971, dedicato alla moglie Anna Pepe, figlia del tenente Alberto Pepe, uno dei 44 eroi del campo di Unterluss, che durante la Seconda Guerra Mondiale, il 24 febbraio 1945, si ribellarono alle imposizioni tedesche sostituendosi a 21 loro compagni scelti per la fucilazione.
“Credo fermamente – sostiene Leonardo Paglialonga, curatore della rassegna d’arte – che la comunità civile debba fare sempre ‘memoria’ di chi ci ha preceduto. E soprattutto che mai dimentichi chi con coraggio e abnegazione quotidiana, superando tante difficoltà, ha contribuito a dare un plus-valore alla crescita culturale e sociale del consorzio umano. L’arte deve ‘unire’ piuttosto che ‘dividere’, perché l’originalità distingue ma non separa. Dunque, a mio avviso, l’arte dev’essere intesa come “amicizia” pur nell’inevitabile confronto, ‘amore’ come passione viscerale per la ricerca, e poi “l’arte per l’arte” nel senso della lontananza mentale dalle logiche commerciali che non devono prevalere sull’attività creativa basata, invece, sulla libertà espressiva e sull’onestà intellettuale. Ma cos’è l’arte? Secondo Tarkovsky “l’’arte è una forma d’amore. È l’amore che il pittore mette nel pennello mentre dipinge, l’amore che il poeta trasmette con le parole che scrive, e l’amore che il cineasta riversa sullo schermo con ogni inquadratura. Senza amore, l’arte non può esistere; è il cuore pulsante che dà vita alla creazione e la connette con l’anima di chi la riceve. Quando un’opera d’arte è permeata dall’amore, diventa una testimonianza vibrante delle emozioni umane più profonde, un riflesso autentico dell’esperienza umana e una fonte di ispirazione e connessione per chiunque la contempli. L’amore nell’arte è ciò che la rende eterna, trascendendo il tempo e lo spazio per toccare il cuore di coloro che la incontrano lungo il cammino della vita”.
La mostra gode del patrocinio del Comune di Teramo, delle Associazioni “Bellantarte”, Art Abruzzo, Arabona APS, ASCOM Abruzzo sez. di Teramo.
Durante la conferenza inaugurale si avranno i saluti istituzionali di Gianguido D’Alberto, Sindaco di Teramo, AntonioFilipponi, Assessore alla Cultura del Comune di Teramo, Claudio Boffa, Presidente Ascom Abruzzo prov. Di Teramo, Frank Wiliam Marinelli, Presidente Art Abruzzo e Arabona APS. A seguire gli interventi di Leonardo Paglialonga, Presidente Ass. “Nemesis”, organizzatore e curatore della mostra, di Luciano Paesani, già docente di Storia del Teatro e dello Spettacolo presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara, di Bruno Dante, scrittore e autore del libro “La pantera rossa – Storia del partigiano Guido” e, infine, di Patrizia Navarra, artista e studiosa di antropologia culturale, già curatrice del Museo Storico della Comunicazione di Roma.
La poetessa Mara Motta, autrice pescarese di diverse sillogi poetiche, rivestirà il ruolo di moderatrice dell’evento e declamerà alla fine del vernissage una sua poesia scritta in occasione dell’80° anniversario della morte di Munch (1944 – 2024) e ispirata al famoso quadro dal titolo “L’urlo”.
Di seguito l’elenco degli artisti partecipanti: Ovidio Arena – Leondina Astolfi – Caterina Caldora – Maurizio Capece – Vincenzo Celli – Nicola Costanzo – Teresa D’Ambrosio – Michele De Flaviis – Antonella Di Giandomenico – Giulio Di Marco – Sergio Di Mattia – Franco Di Nicola – Guido Di Renzo – Antonio Di Valerio – Luigi Maria Feriozzi – Pasquale Lucchitti – Tonino Macrì – Ibrahim W Mahjoub – Giustino Massucci – Cristiane Marà – Alessio Mazzarulli – Sandro Melarangelo – Moiradea – Lucio Monaco – Marcela Nanni – Tullio Nardi – Patrizia Navarra – Bruno Paglialonga – Patrizia Papini – Lauro Potenza – Ravel – L’arte del riciclo – Mimmo Sarchiapone – Miriam Scarpone – Adele Schiazza – Chiara Tardino – Guerino Tentarelli – Marialuisa Torlontano.
La mostra, visitabile tutti i giorni (escluso il lunedì) dalle 17:00 alle 20:00, proseguirà fino a sabato 16 marzo. Per quest’ultima data è previsto un evento di finissage, un Simposio culturale che consisterà in un Reading poetico dal titolo “Il coraggio delle idee” con degli intermezzi musicali in ricordo di Ivan Graziani. Ingresso libero.
Sarà appuntamento del vasto programma previsto per la IX Giornata Internazionale de I Parchi Letterari, quello con “Comete – Scie d’Abruzzo“, collana blu di Ianieri Edizioni che sta per lanciare il suo terzo volume dedicato a Ferdinand Gregorovius: il progetto del Direttore di collana, lo scrittore Peppe Millanta, prosegue con il suo fortunato tour delle tante realtà abruzzesi desiderose di riscoprire le proprie origini e di rivedersi negli itinerari della collana curati da Serena D’Orazio. Partner della collana sono: I Borghi più belli d’Abruzzo, Borghi Autentici e I Parchi Letterari, appunto, motivo per cui il presidente Stanislao De Marsanich, ritenendo il progetto di grande spessore, ha ritenuto opportuno festeggiare l’appuntamento con la presentazione di “Una settimana in Abruzzo” di Ugo Ojetti, che ci sarà il 19 ottobre alle ore 17.30, presso la Biblioteca “Melchiorre Dèlfico” di Teramo grazie alla collaborazione del responsabile Dimitri Bosi, che porterà i suoi saluti .
La prefazione di questo secondo volume è del caporedattore ed editorialista de Il Giornale,Vittorio Macioce, l’introduzione appartiene al giornalista abruzzese e vice presidente Odg Abruzzo, Simone Gambacorta, che dialogherà per l’occasione con lo storico Luigi Ponziani e la giornalista pescarese Alessandra Renzetti.
L’appuntamento con Ojetti per questa settimana è doppio, infatti ci sarà una seconda presentazione prevista per il 20 ottobre alle ore 18.30 presso il Tibo di Penne (Pe), dove a presentare sarà la giornalista Cristina Squartecchia.
Il progetto si avvale del lavoro certosino di un comitato scientifico di docenti dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara, Dipartimento di Lingue e Letterature Moderne con il Direttore Carlo Martinez, che ha collaborato Millanta, per la scelta dei testi, traduzioni, introduzioni critiche e storiche: tra i docenti si annoverano Barbara Delli Castelli, Emanuela Ettorre, Antonio Gurrieri, Maria Chiara Ferro, Lorella Martinelli, lo stesso Martinez, Ugo Perolino e Michele Sisto.
Dalla raffinata produzione della maiolica alla faticosa lavorazione della pietra, la manifattura abruzzese si è sempre distinta per il suo straordinario patrimonio di abilità e per la sua originalità espressiva dai tratti sobri ed essenziali. Un patrimonio identitario unico che nella settimana trascorsa in Abruzzo, Ojetti sembra aver colto nella sua più piena integrità: il noto giornalista romano visitò monumenti, raccolse storie e osservò scene di vita quotidiana sotto un attento sguardo antropico, teso a indagare il prezioso patrimonio immateriale abruzzese fatto di racconti, saperi e tradizioni.
L’itinerario “Sulle tracce di Ojetti” vuole rivivere questa esperienza di viaggio seguendo i passi di Ugo Ojetti alla scoperta del patrimonio storico-artistico abruzzese, ma è dall’interesse così puntuale dimostrato per l’abilità artigiana che nasce “Antichi mestieri”, un itinerario alla scoperta di tutti quei luoghi dove l’arte popolare continua testarda a resistere al tempo, per vivere l’Abruzzo nella sua veste più autentica.
Il progetto grafico di copertina e i disegni sono a cura di Luca Di Francescantonio, l’impaginazione grafica è di Federica Di Pasquale, il lavoro di redazione è stato svolto da Cecilia Di Paolo.
La Giornata de I Parchi Letterari è in programma per il 22 ottobre e per scoprire tutti gli appuntamenti è possibile visitare il sito www.parchiletterari.com.
Pescara. Il programma del 31° Premio Nazionale Paolo Borsellino continua con tre nuovi appuntamenti.
Lunedì 3 aprile alle ore 10,30 nell’Istituto comprensivo 4 di Pescara (via Milano).
Martedì 4 aprile alle ore 10,30 nella sala polifunzionale di Pineto.
Mercoledì 5 aprile alle ore 10,00 nell’Istituto “Alessandrini” di Teramo.
Il testimone di giustizia Pinuccio Fazio, padre di Michele – ucciso per errore dalla mafia pugliese – incontrerà gli studenti che hanno aderito al progetto “Facciamo memoria” raccontando la testimonianza drammatica della tragedia che lo ha colpito in prima persona.
Alle 12, nei tre istituti interessati sarà messa a dimora una talea del “ficus macrophylla columnaris” noto come “Albero Falcone” che cresce davanti alla casa che era del giudice Falcone per “fare memoria”. Le talee dell’albero di Falcone sono state duplicate nel Centro nazionale carabinieri per la Biodiversità forestale.
Un personaggio controverso, Ponzio Pilato, a cui sono legate però molte leggende della tradizione abruzzese esplorate nella puntata odierna dedicatagli con il format “Macchemito” di Paolo Pacitti su Buongiorno Regione, con le riprese Rai di Sem Cipriani, e lo scrittore abruzzese Peppe Millanta.
Sempre secondo la leggenda, Pilato, sarebbe originario di Bisenti (Te), appartenente alla famiglia sannita dei Ponzi: un suo avo avrebbe partecipato alla congiura che uccise Giulio Cesare e per questa ragione venne mandato in esilio a Bisenti. C’è un edificio che, secondo la credenza popolare, è la casa di Ponzio Pilato, proprio nel comune teramano, dove sono visibili le caratteristiche di una domus romana preesistente.
“Nel Medioevo nascono leggende con personaggi realmente vissuti – spiega l’archeologa Maria Cristina Mancini – si tratta prevalentemente di persone legate alla vita di Gesù e proprio per motivi politico religiosi, anche in Abruzzo avvengono determinati fenomeni un po’ come in tutta la Penisola”.
Alcune cronache raccontano che nel marzo del 1580 dentro uno scrigno trovato ad Amiternum er custodito un documento eccezionale ossia, la sentenza di morte scritta da Pilato contro Gesù, infame sentenza portata con sé dopo il rientro dalla Giudea ma per saperne di più è possibile guardare la puntata su https://www.facebook.com/peppemillanta/videos/1706324866510111.
Cambio del martelletto nel Rotary Club Teramo Est tra il presidente uscente Domenico Giordano e Domenico Onori che guiderà il sodalizio rotariano nell’anno 2022-2023.
La cerimonia del passaggio di consegne si è svolta nella serata di venerdì 1° luglio alla presenza di autorità rotariane e istituzionali, tra cui l’assessore regionale Pietro Quaresimale, il sindaco di Campli Federico Agostinelli, il primo cittadino di Colledara Manuele Tiberi, il vice sindaco di Giulianova Lidia Albani, l’assessore del comune di Teramo Maurizio Verna.
Molti i soci presenti e i presidenti degli altri club del territorio teramano ai quali il neo presidente ha illustrato le linee programmatiche della sua azione nell’anno appena iniziato.
A luglio e agosto a Roseto e Pineto si svolgeranno deue eventi di Musica , Poesia e Letteratura d’Autore alla ricerca della Bellezza Emozionale e due concerti live della H band nel ricordo dei grandi pianisti jazz venuti a mancare negli ultimi anni ( Michel Petrucciani, Chick Corea, Lyle Mays).
I primi di settembre ci sarà un incontro “pomeriggio in villa” nella villa del Senatore Devincenzi Giuseppe per ripercorrere i luoghi del Senatore.
“Sempre a settembre- ha spiegato Domenico Onori- tratteremo il tema della transizione ecologica con l’Onorevole Graziella Leyla Ciaga per proseguire con una visita guidata ad ottobre nella città dell’Aquila ed un’altra a primavera ai musei Vaticani. Per Natale, il 22 dicembre un pranzo per e con i poveri del territorio che vorremmo ripetere negli anni- ha sottolineato il presidente del Club. E poi a Marzo 2023 il Rotary Teramo Est parlerà di legalità nelle scuole con un ospite d’eccezione: il comandante Alfa, il comandante dei GIS (gruppo intervento speciale ) dell’Arma dei Carabinieri, pluridecorato per le numerose operazioni svolte nella Benemerita”.
“Immaginate un mondo dove ogni giorno possiamo fare la differenza . Non si immagina il passato, si immagina il domani: tutti noi facciamo dei sogni e realizzarli è una scelta” con questo motto Domenico Onori ha voluto sintetizzare il suo anno rotariano, anche alla luce della guida internazionale del Rotary affidatoper la prima volta ad una donna, Jennifer Jonnes.
Il fitto e articolato programma esposto ai presenti sarà arricchito anche dal ritorno dello storico Concorso Musicale che si svolge da tantissimi anni e altri service sul territorio.
Nel corso della serata è stato presentato un nuovo socio, Luigi Di Lodovico e consegnati dal presidente uscente Domenico Giordano due Paul Harris, massima onorificenza rotariana, ai soci Rosaria Parnenzini e Camillo Arcieri.