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Category Archives: tradizioni

pretoro

A Pretoro, nasce il progetto “La Valigia di Cartone”, una raccolta storica, documentale e testimoniale sull’esodo migratorio che ha investito il paese nel secolo scorso.

Promotore di questo importante lavoro di ricerca è il Comune di Pretoro, piccolo paese pedemontano della provincia di Chieti, tra i Borghi più Belli d’Italia e situato nel Parco Nazionale della Maiella.

Il progetto è stato fortemente voluto dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Diego Giangiulli e dal suo vice con delega alla Cultura, Fabrizio Fanciulli, dall’associazione Pretorese di Ottawa, con la presidente Olimpia Bevilacqua, dal Centro Abruzzese Canadese Inc. di Ottawa nella persona vice presidente Angelo Filoso.

Dagli anni cinquanta del secolo scorso il borgo ha vissuto una forte emigrazione in Canada, ad Ottawa, dove la maggior parte dei pretoresi emigrati oggi risiedono.

Nel giugno 2022 in occasione della celebrazione del cinquantesimo anno dalla fondazione dell’Associazione Pretorese di Ottawa, le distanze si sono accorciate ed il legame tra le parti è stato rinsaldato grazie anche alla presenza del sindaco Giangiulli e dell’assessore Fanciulli, assieme ad una nutrita partecipazione della comunità pretorese stessa.

In quell’occasione è nata così l’idea di questo progetto di elevato interesse storico-culturale sul fenomeno che ha visto protagonista il grande esodo di tante famiglie di Pretoro, verso una terra lontana e poco conosciuta, ma che nel giro di pochi decenni ha visto i pretoresi diventarne parte integrante della società e dell’economia locale, grazie alla loro grande operosità, alle indiscusse capacità professionali e alla straordinaria dedizione al lavoro.

Per questo dal 9 al 18 novembre 2023 una rappresentanza composta proprio dal sindaco Giangiulli, dall’assessore Fanciulli e dall’esperto di tradizioni abruzzesi Antonio Corrado, si recherà ad Ottawa per dar seguito ad una raccolta di materiale (foto, video, interviste, documenti, biglietti navali etc.) utile a descrivere il fenomeno migratorio sia dal punto di vista socio-economico che umano.

“Sarà un importante e commovente momento di ricostruzione storica e sociale – commenta il sindaco Diego Giangiulli – che ci permetterà di ripercorrere e di conoscere meglio un periodo storico che ha profondamente segnato il futuro non solo del nostro paese, ma anche di tutte le regioni centro-meridionali che hanno vissuto un fenomeno migratorio non rotativo e che ha portato al progressivo spopolamento di tanti paesi, cambiandone di fatto il tessuto urbano, sociale ed economico. Avremo la possibilità di parlare con i nostri concittadini, di raccogliere le esperienze vissute, di riflettere sul grande sacrificio che hanno dovuto sopportare, ma soprattutto di toccare con mano quel filo mai reciso che ha li ha sempre tenuti legati alla terra natìa.

L’obiettivo è quello di una produzione editoriale prima e di un film-documentario poi, che vadano a costituire una memoria storica, una sorta di testamento spirituale per gli emigranti stessi, per i loro figli canadesi con origini italiane e per tutto il paese di Pretoro. Magari un giorno potremo regalare al paese proprio un museo sull’emigrazione locale”.

Fabrizio Fanciulli aggiunge: “L’emigrazione ‘Pretorese’ diretta verso il Canada si fece massiccia solo dopo la Seconda Guerra Mondiale; infatti, nel periodo precedente fu molto limitata a causa di eventi storici e politici riscontrati nei due Paesi. Dal 1951, con l’abrogazione del precedente decreto del governo canadese del 1939 che vietava l’ingresso ai cittadini appartenenti a paesi nemici (tra cui l’Italia), l’emigrazione italiana riprese con gran fervore e le piccole case in pietra del nostro borgo man mano divennero silenziose”. 

Gli addetti ai lavori saranno impegnati per un lungo periodo, vista la mole del materiale da acquisire: tante saranno le persone da intervistare, anziani, giovani, rappresentanti della politica italo-canadese, docenti universitari e chiunque possa dare un importante contributo a questo progetto.

L’auspicio è quello di riuscire a coinvolgere altri enti pubblici e privati per dare a “La Valigia di Cartone” il giusto risalto e lustro che merita.

Si conta di poter uscire con un’anticipazione ed una prima pubblicazione collegata ad una mostra fotografica entro il 2024.

by Redazione

Il viaggio del giornalista Ugo Ojetti approda in uno dei comuni più significativi del suo percorso ossia il comune di Pretoro (CH), il borgo nel cuore del Parco della Maiella in cui la storia degli antichi mestieri d’Abruzzo è ancora protagonista di racconti e testimonianze.

La presentazione di “Una settimana in Abruzzo”, il reportage di inizio novecento con prefazione del caporedattore ed editorialista de Il Giornale, Vittorio Macioce ed introduzione del giornalista abruzzese Simone Gambacorta, ci sarà sabato 26 agosto alle ore 18.30 presso il Museo dell’Arte “N. D’Innocenzo” nel cuore del borgo incastonato nella pietra, patria di tradizioni, del lupo e del famoso (in tutto il mondo) “Geppetto d’Abruzzo”, ossia Mastro Tonino che è scomparso da quasi due anni, portando con sè l’amore dei tanti che raggiungevano Pretoro per conoscerlo e la tradizione dei fusari, di cui il comune vanta anche una via dedicata. Eppure in questo secondo volume di Comete- Scie d’Abruzzo, tra gli itinerari consigliati ed a cura di Serena D’Orazio c’è proprio il grande lavoro dell’artigiano conservato, in parte, accuratamente nello stesso museo.

Dopo i saluti del sindaco Diego Giangiulli, prenderanno la parola Antonio Di Marco Presidente dell’Associazione I Borghi più belli d’Italia Abruzzo e Molise, Antonio Corrado Responsabile di Abruzzoavventure.it, e Giuliano Di Menna, architetto e grande studioso e ricercatore del territorio.

Interverrà inoltre anche l’Assessore alla Cultura Fabrizio Fanciulli, impegnato nella valorizzazione del territorio e nell’opera di conservazione delle tradizioni locali. Modera l’appuntamento la giornalista pescarese Alessandra Renzetti. Affianca l’appuntamento anche la Proloco di Pretoro coordinata dal nuovo presidente Nando Sciubba.

L’itinerario “Sulle tracce di Ojetti” vuole rivivere questa esperienza di viaggio seguendo i passi di Ugo Ojetti alla scoperta del patrimonio storico-artistico abruzzese, ma è dall’interesse così puntuale dimostrato per l’abilità artigiana che nasce “Antichi mestieri”, un itinerario alla scoperta di tutti quei luoghi dove l’arte popolare continua testarda a resistere al tempo, per vivere l’Abruzzo nella sua veste più autentica.

Dalla raffinata produzione della maiolica alla faticosa lavorazione della pietra, la manifattura abruzzese si è sempre distinta per il suo straordinario patrimonio di abilità e per la sua originalità espressiva dai tratti sobri ed essenziali. Un patrimonio identitario unico che nella settimana trascorsa in Abruzzo, Ojetti sembra aver colto nella sua più piena integrità: il noto giornalista romano visitò monumenti, raccolse storie e osservò scene di vita quotidiana sotto un attento sguardo antropico, teso a indagare il prezioso patrimonio immateriale abruzzese fatto di racconti, saperi e tradizioni.

Il progetto si avvale del grande lavoro di un comitato scientifico di docenti dell’Università “G. D’Annunzio” di Chieti – Pescara, Dipartimento di Lingue e Letterature Moderne con il Direttore Carlo Martinez, che ha collaborato con lo scrittore Peppe Millanta, Direttore della Collana, ed ogni volume è arricchito da itinerari tematici per scoprire le bellezze inaspettate della regione Abruzzo che hanno destato l’interesse dell’associazione I Borghi più belli d’Italia, partner ufficiale del progetto, I Parchi Letterari e Borghi Autentici.

Il progetto grafico di copertina e i disegni sono a cura di Luca Di Francescantonio, l’impaginazione grafica è di Federica Di Pasquale, il lavoro di redazione è stato svolto da Cecilia Di Paolo.

Per info la pagina social è @cometesciedabruzzo, mail: info@ianieriedizioni.it.

by Redazione

Sul format di Paolo Pacitti “Macchemito”, in onda su Buongiorno Regione, approda San Martino da Tours meglio noto come il “Bacco d’Abruzzo” e sono state proprio le telecamere Rai con Sem Cipriani e la voce dello scrittore abruzzese Peppe Millanta a raccontarne le leggende che lo riguardano. Il suo culto, che si è sovrapposto ad altri preesistenti, è uno dei più famosi in Europa, ed è stato portato in Abruzzo da Franchi e Longobardi.
E’ celebre per l’episodio del mantello diviso con un mendicante per salvarlo dal freddo in una gelida notte: questo episodio giustifica anche “l’estate di San Martino”, periodo di clima mite che caratterizza il mese di novembre; secondo la tradizione il caldo anomalo servì a scaldare San Martino proprio in quella notte.
Le feste abruzzesi dedicate a San Martino sono legate all’abbondanza delle messi e del vino: “il calendario dei riti e culti cristiani si sovrappongono al calendario pagano per non stravolgere gli usi e le abitudini delle popolazioni soprattutto rurali – spiega l’Archeologa Maria Cristina Mancini. – Questi culti e questi riti sono legati alla stagionalità della natura ma soprattutto in ambito agricolo – pastorale”.
Nel giorno dedicato al Santo, l’11 novembre, si assaggia il vino novello e questa tradizione nasce da una leggenda pagana secondo cui Martino sarebbe stato un forte bevitore tanto da ritirarsi spesso ubriaco a casa; e proprio da ubriaco morì di freddo in una cantina in una gelida notte; dalla sua bocca nacque una vigna che riempiva continuamente una botte (dietro cui si era rifugiato) di ottimo vino.
Le tracce del protettore del vino o del “Bacco d’Abruzzo” si trovano proprio nelle Gole di San Martino a Fara Sara Martino (Ch), dove secondo la leggenda fu proprio lui a squarciare la pietra della montagna con la sua pressione. Per saperne di più è possibile rivedere la puntata su https://www.facebook.com/peppemillanta/videos/914127366562287.
by Redazione

Chieti. Ieri mattina, venerdì 7 aprile alle ore 11.00, un altro appuntamento solidale di ADRICESTA per i bimbi, questa volta al Centro regionale di Diabetologia Pediatrica dell’Ospedale di Chieti, di cui è responsabile il dottor Stefano Tumini.
Grazie alla generosità di Vittorio, un Benefattore storico dal cuore grande, sempre vicino alla ADRICESTA, la coordinatrice Volontari per Chieti, Antonella Iezzi, in rappresentanza della Presidente Carla Panzino, ha consegnato doni ai bimbi insieme al personale sanitario del Centro di riferimento Abruzzese. Lei stessa al termine della consegna ha dichiarato: «È stata una bellissima esperienza, portata per la prima volta da ADRICESTA nella mia città e, per me che sono una insegnante, il sorriso dei bimbi rappresenta sempre una gioia. La solidarietà dà un senso più profondo al valore della Santa Pasqua».
Il dottor Stefano Tumini dal canto suo ha affermato «È una iniziativa da ripetere al più presto e vorrei ricordare il prossimo evento ADRICESTA con cena di Beneficenza “INSIEME con IVAN”, che si terrà a Pescara il 14 aprile alle ore 20.00 al MEGÀ Disco Dinner, con gli amici a favore del Progetto Arredi ADRICESTA, per l’acquisto di attrezzature e arredi per il Centro diabetologico Pediatrico.
Il dottor Stefano Tumini, responsabile del Centro ha aggiunto«È una iniziativa da ripetere al più presto e, che arriva a seguito di una donazione già avvenuta nel 2021 da ADRICESTA, con un aperitivo Benefico ad Ortona, con Alessandro Preziosi, testimonial della suddetta Associazione, che ha voluto confermare la sua vicinanza ai nostri piccoli pazienti, con lo slogan: EVVIVA I BAMBINI, EVVIVA ADRICESTA!».

by Francesco
La Marsica, terra dallo spirito guerriero, sin dall’antichità era conosciuta anche per i suoi maghi e i suoi stregoni capaci di guarire da ferite e malattie con erbe e piante officinali: si tratta di una tradizione nata in un bosco sulle sponde del lago del Fucino, il bosco sacro della Dea Angizia protagonista della puntata di ieri di Macchemito a cura di Paolo Pacitti e le telecamere di Sem Cipriani. E’ proprio lo scrittore abruzzese Peppe Millanta a spiegare che il nome Angizia deriva dal latino “Anguis” e significa “serpente” animale che rappresenta la “guarigione” infatti cambiando pelle si rinnova ogni anno e la Dea Angizia era incantatrice di serpenti oltre che capace di produrre antidoti contro i veleni. 
 
“Quando i Romani entrarono in contatto con i Greci – spiega il Professor Francesco Berardi – ne rimasero conquistati, ne imitarono la poesia e le arti, ma lì dove avvertirono una convergenza di idee si affrettarono a costruire equivalenze e relazioni, è il caso della Dea Angizia figura della Terra Madre; la si volle sorella della Maga Circe per innestare la tradizione latina sul robusto tronco della cultura greca”. 
 
Nel bosco sacro della Dea Angizia venivano svelati i suoi segreti magici dove i Marsi coltivavano erbe curative e piante officinali custodite dalla fitta vegetazione e dalla nebbia che ogni giorno saliva dal lago; qui catturavano serpenti per i loro elisir attraverso la “naenia marsa”, realizzata attraverso formule cantate con l’accompagnamento di un flauto capace di ipnotizzare le serpi rendendole docili, ma anche di alleviare le pene d’amore: l’odierna Luco dei Marsi (Aq) è la città- santuario della Dea dove sono ancora visibili tre templi, un terrazzamento e delle statue, ma il suo culto era accessibile a pochi e permane una “Dea sfuggente”. C’è anche un’altra tradizione che lega la Marsica ai serpenti, quella dei serpari di Cocullo. Ma per saperne di più di questo rito e non solo è possibile rivedere la puntata su https://www.facebook.com/peppemillanta/videos/606973350858000.
by Redazione

Dopo aver visitato e conosciuto alcuni borghi d’Abruzzo oltre i 1000 metri di altezza con la rubrica “Quota mille”, lo scrittore abruzzese Peppe Millanta torna in televisione con un nuovo progetto dal nome differente ma davvero curioso “Macchemito”, una nuova rubrica a cura di Paolo Pacitti, con riprese e montaggio di Sem Cipriani che andrà in onda due volte al mese (a lunedì alterni) a partire da oggi, lunedì 3 ottobre 2022, all’interno di Buongiorno Regione, su Rai3, ed ha lo scopo di raccontare, come ben recita il nome, tutto ciò che riguarda miti e leggende attinti dalla tradizione abruzzese.

Non ci si concentra più dunque su vedute insolite, luoghi mozzafiato, e analisi storiche dei borghi caratteristici di una regione che ha tanto di sè da far conoscere e ben raccontati con il primo format che si è concentrato sulle vette degli Appennini, ma si va oltre nella ricerca di ciò che non è visibile immediatamente agli occhi e come spiega Millanta con Macchemito cercheremo di andare alla fonte dell’immaginario abruzzese, esplorando le storie che ci hanno reso ciò che siamo. Ogni puntata sarà dedicata a un mito o a una leggenda del territorio, che verrà raccontata nei luoghi che meglio rappresentano il fantastico abruzzese”.

Dalla montagna al mare, dalle frazioni ai borghi, in Abruzzo, infatti, sono tante le storie e le leggende della tradizione popolare narrate di generazione in generazione, non tutte però sono note; di certo i miti e le leggende incuriosiscono e appassionano: non è un caso se proprio per natura si è affascinati da ciò che meno si conosce e che invita a porre delle domande le cui risposte sono utili a sciogliere dubbi e misteri.

Da questa riflessione nasce la voglia di raccontare attraverso un ‘tour televisivo’ un volto di quell’Abruzzo che spesso lascia spazio anche all’immaginazione, poco noto soprattutto ai più giovani. Ci sono luoghi, infatti, talvolta anche celebrati dalla tradizione popolare in cui il tempo sembra sospeso ed in cui le storie e le leggende si sono sedimentate tanto da pensare che ci sia un fondo di verità che con “Macchemito” si andrà a scoprire.

Taglio del nastro oggi, dunque, per Macchemito, con una prima puntata dedicata al drago di Atessa (Ch) e a una chiesa che custodisce un oggetto particolare da scoprire e che è possibile rivedere su https://www.facebook.com/peppemillanta.

by Alessandra Renzetti

Un viaggio nella memoria, nei ricordi e nell’Abruzzo che fu l’incontro dal titolo Le antiche carte geografiche dell’Abruzzo. Diario di un collezionista, il quinto appuntamento sulle Mura dell’Aquila in programma al Munda, il Museo nazionale d’Abruzzo, giovedì 20 febbraio alle 17.30.

Collezionista e appassionato di cartografia, Pace parlerà delle mappe e dei volumi esposti al Munda.

L’ingresso è gratuito per possessori di card e studenti universitari; biglietto ridotto a 2 euro per i soci delle associazioni, intero per gli altri utenti.

Carnevale in Abruzzo

Si avvicina la festa più pazza e divertente dell’anno e il Carnevale in Abruzzo non può mancare anche perché è una tradizione che si ripete nei secoli.

Nella nostra regione sono 3 i riti più noti di questa giornata; quattro se inseriamo anche il Carnevale di Alba Adriatica che si svolge ad agosto.

Iniziamo dal Carnevale di Francavilla (in programma dal 16 al 25 febbraio); la sua importanza e notorietà è tale da essere definito il Carnevale d’Abruzzo.

La maschera tipica è Re Patanello la cui storia è ispirata alla figura di un allegro ciabattino “zi’ patane” vissuto tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 proprio a Francavilla.
Giocoso, carismatico e stravagante, amava la baldoria e girare per le osterie.

Quest’anno inoltre il Comune di Francavilla ha altresì organizzato una mostra dal titolo art’ e20 discordanze armoniche.

Una collettiva di pittura e eventi che potrà essere visitata da oggi (ore 18 inaugurazione) fino al 25 febbraio al Foyer Palazzo Sirena.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 20; lunedì e martedì chiuso tranne lunedì 24 febbraio e martedì 25 febbraio aperto.

Un Carnevale storico ma abbastanza particolare, è quello che si svolge a Montorio al Vomano in provincia di Teramo; particolare perché è detto la morte del Carnevale, usanza derivante dalla commedia dell’arte.

Per quest’anno la manifestazione si terrà dal 23 al 26 febbraio.

Una tradizione e stori antica che risale al secolo scorso quando alcuni ragazzi beffeggiavano e mal tolleravano il regime dell’epoca e che non a caso proibì le celebrazioni carnevalesche fino agli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.

Per tradizione, i partecipanti indossano abiti funebri e il giorno delle Ceneri viene inscenato il funerale del carnevale con una vera parodia del rito che non ha nulla di triste.

Anche Ortona è sede di uno dei Carnevali in Abruzzo, con uno scenario mozzafiato come il Castello Aragonese

by francesca
Carnevale in Abruzzo

Si avvicina la festa più pazza e divertente dell’anno e il Carnevale in Abruzzo non può mancare anche perché è una tradizione che si ripete nei secoli.

Nella nostra regione sono 3 i riti più noti di questa giornata; quattro se inseriamo anche il Carnevale di Alba Adriatica che si svolge ad agosto.

Iniziamo dal Carnevale di Francavilla (in programma dal 16 al 25 febbraio); la sua importanza e notorietà è tale da essere definito il Carnevale d’Abruzzo.

La maschera tipica è Re Patanello la cui storia è ispirata alla figura di un allegro ciabattino “zi’ patane” vissuto tra la fine dell’800 e i primi del ‘900 proprio a Francavilla.
Giocoso, carismatico e stravagante, amava la baldoria e girare per le osterie.

Quest’anno inoltre il Comune di Francavilla ha altresì organizzato una mostra dal titolo art’ e20 discordanze armoniche.

Una collettiva di pittura e eventi che potrà essere visitata da oggi (ore 18 inaugurazione) fino al 25 febbraio al Foyer Palazzo Sirena.

La mostra rimarrà aperta tutti i giorni dalle ore 17 alle ore 20; lunedì e martedì chiuso tranne lunedì 24 febbraio e martedì 25 febbraio aperto.

Un Carnevale storico ma abbastanza particolare, è quello che si svolge a Montorio al Vomano in provincia di Teramo; particolare perché è detto la morte del Carnevale, usanza derivante dalla commedia dell’arte.

Per quest’anno la manifestazione si terrà dal 23 al 26 febbraio.

Una tradizione e stori antica che risale al secolo scorso quando alcuni ragazzi beffeggiavano e mal tolleravano il regime dell’epoca e che non a caso proibì le celebrazioni carnevalesche fino agli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.

Per tradizione, i partecipanti indossano abiti funebri e il giorno delle Ceneri viene inscenato il funerale del carnevale con una vera parodia del rito che non ha nulla di triste.

Anche Ortona è sede di uno dei Carnevali in Abruzzo, con uno scenario mozzafiato come il Castello Aragonese

by francesca

Torna anche quest’anno il tradizionale appuntamento con la Discesa delle Befane dalla Torre campanaria del Palazzo Ducale di Atri. L’iniziativa, alla sua undicesima edizione, si svolgerà il 6 gennaio 2020 alle 15,30 e prevede tante sorprese per i più piccoli, in particolare la befana consegnerà calze con tanti dolci per tutti i bambini, anche con prodotti senza glutine. A divertire il pubblico ci saranno momenti musicali e simpatici animatori. Si tratta dell’ultimo appuntamento del ricco calendario di manifestazioni natalizie della città ducale. La giornata si concluderà alle 18 con il Concerto della Befana del Coro “Formula Nuova” diretto dal Maestro Gaetano Tudini nell’auditorium Sant’Agostino. L’evento è a cura del Comune di Atri in collaborazione con l’ASD Natura Abruzzo, l’ANA Sezione Abruzzi Gruppo Alpini di Atri, gli Scout sezione di Atri Agesci, la locale Croce Rossa e con il Centro Sociale per Anziani Casoli di Atri che ha curato la preparazione delle calze. La Befana il 5 gennaio alle 16 sarà anche a Casoli di Atri nel Circolo Acli “E. Panetta” per l’iniziativa “Aspettando la discesa della Befana” a cura della Parrocchia di Santa Marina, in collaborazione con l’Associazione HappyCasoli e con il patrocinio del Comune. Durante il pomeriggio ci sarà l’animazione e verranno consegnati a tutti i bambini calze piene di dolci sorprese.

La discesa della Befana dalla Torre del Palazzo Ducale, da undici anni incanta e affascina i cittadini di Atri e in particolare i più piccoli – commenta l’assessore alla Cultura del Comune di Atri, Domenico Felicione  visto che si tratta di una discesa anche molto scenografica. Ringrazio, anche a nome di tutta l’Amministrazione Comunale, tutte le associazioni che hanno collaborato all’organizzazione dell’iniziativa a Casoli di Atri e a Atri, ultimi appuntamenti del ricco cartellone di appuntamenti natalizi che si sono svolte nella nostra città”.

by Redazione