Chieti. Per ricordare Roberto D’Orazio, a nove anni dalla morte, la famiglia ha indetto la terza edizione del premio Roberto D’Orazio, la cui cerimonia di premiazione si terrà il 23 ottobre alle 17.30 nello storico Caffè Vittoria di Chieti, che ha recentemente festeggiato il centenario e che rappresenta l’identità culturale, artistica, imprenditoriale del capoluogo teatino. Il comitato scientifico del premio, presieduto dal critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone, ha scelto le personalità che verranno insignite del premio per l’impegno imprenditoriale, culturale, artistico, sociale. Roberto D’Orazio- ricorda il fratello e presidente del Premio Ettore D’Orazio, è nato a Chieti il 5 luglio 1946. I suoi genitori, Nicola D’Orazio e Gabriella Serrandrei, si erano conosciuti nel corso del secondo conflitto mondiale e si erano sposati nell’ottobre del 1945. Sin da ragazzo ha mostrato una grande passione per l’attività commerciale che il padre e lo zio Ettore avevano iniziato negli anni trenta aprendo la storica Pasticceria D’Orazio. Nel 1970 si è sposato con Lucia Manzini con la quale ha messo al mondo le tre figlie: Gabriella, Renata e Mariangela. Nel 1988 ha realizzato quello che da sempre era stato il suo più grande desiderio professionale: rilevare la gestione del Gran Caffè Vittoria. È stato nominato Cavaliere del lavoro nel 1994. Ha ricoperto incarichi di responsabilità presso la Confcommercio di Chieti. Si è spento il 15 ottobre del 2015. Queste le personalità premiate dal comitato scientifico del premio: Giuliano Mazzoccante, Domenico Merlino, Antonio Teti, Oscar D’Angelo, Emilia Galante, Mariella De Santo, Chiara Delpino, Sonia Spinozzi, Alessia Tenerelli, Marco Strona, gioielleria Rossi, Fausto Esposito, Tommaso Palermo, Anlaro Andrea La Rovere, Silvia Morelli, Mila Cantagallo, Annagrazia Ruscitti, Giacomo Obletter, Alessandra Melideo, Valeria Di Felice, Michele Biallo, Michelangelo Timperio, Italo Di Giovanni, Gianni Silvestri, Emidio Andrea Giampietro, Giovanni Masciosci, Stefania Nicolini, Paolo Mancini, DOLCI MOMENTI DI GARZARELLA MARIACONCETTA E GARZARELLA MARIA TERESA, CAPRICE DI FABRIZIO CAMPLONE, CAFFETTERIA ANNA – DI IEZZI TONJ & c., PIERO D’ORAZIO, MARCO DI PAOLO, ISTITUTO PROFESSIONALE STATALE PER I SERVIZI ALBERGHIERI E DELLA RISTORAZIONE “DE PANFILIS – DI ROCCO” DI ROCCARASO, ALUNNI:MICHELE D’ARCANGELO, GABRIEL DE ANGELIS, Giuliano Villani.
Chieti. Si inaugura il 18 luglio alle 16.30, nella bottega d’arte della Camera di Commercio di Chieti, la mostra di Paola Di Biase. Viaggio nel tempo, curata dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone, che interverrà all’inaugurazione con una relazione critica nella Sala Cascella in Corso Marrucino.
“La mostra- sottolinea Paola Di Biase- sarà un mio viaggio a ritroso nel tempo. Esporrà con me una parte dei miei corsisti o alunni, che ho conosciuto nei vari posti dove ho insegnato in questi anni, Abruzzo, Molise, Rimini.
Quello che sono è grazie allo studio, la proprietà delle tecniche, la sperimentazione dei materiali.
“Il cammino di scoperta della realtà attraverso l’arte si manifesta nelle opere di Paola Di Biase- scrive Pasqualone- in una pluralità di approdi che portano il fruitore delle sue opere a confrontarsi, da un lato, con una precipua dimensione coloristica, quasi emozione cromatica; dall’altro, i correlativi oggettivi propongono paesaggi, volti, riflessioni di un’anima che propone un’esegesi del fatto come solenne interpretazione, con la capacità che solo l’arte ha di essere,
appunto, approdo e partenza, viatico per un oltre che si fa indagine multidimensionale, per svelare il mistero che vive sotto la superficie delle cose.
Talune opere, infatti, sono duplici, come se possedessero due verità,una, che per un versante dice il qui ed ora della vita; la seconda, quasi Giano bifronte, propone, invece, una seconda dimensione, parallela, consustanziale, come se i più vedessero una cosa, l’artista un’altra.
Sembra di tornare alla polemica antica del senso comune, della doxa di memoria greca, ad una filosofia dell’arte che utilizza il colore per la trasmissione delle emozioni, il tema contenuto nel quadro per irretire ed attrarre in una rete di rimandi colti, psichici persino, sempre alla ricerca del noi più profondo.”
La mostra resterà aperta fino al 24 luglio.
Chieti. Verrà presentato il 18 luglio alle 19, nella libreria Bosio di Chieti, il romanzo di Maria Pia Vittorini Mannetti, Jacovella da Celano. La contessa coraggiosa, per i tipi delle edizioni Teaternum, con la prefazione di Massimo Pasqualone e la copertina di Luciana Vicaretti.
“Donna di ieri, donna di oggi, in questo mio nuovo romanzo- sottolinea l’autrice- ho sentito il bisogno di ridar vita e valore alla figura dimenticata della combattiva ed eroica Contessa, Jacovella da Celano, protagonista della storia degli Abruzzi.(oggi Abruzzo e Molise) durante il quindicesimo secolo. Eppure le grandi opere del passato restano, sono lì ferme da secoli. Vorrebbero raccontarsi, ma noi non ci fermiamo a interrogarle. Siamo presi dalla frenesia del denaro, del potere, del divertimento. Nei libri di storia abbondano nomi di re, papi, condottieri, scarseggiano nomi di donne. È vero, nei secoli, alla donna è stato riconosciuto un unico diritto:essere sposa e madre. Difficile, se non impossibile, ribellarsi. Così come è difficile trovare nei libri di storia nomi di donne che hanno avuto il coraggio di farlo, opponendosi alle prevaricazioni dei potenti, a regole obsolete, per rivendicare dignità e libertà. Difficile leggere su di loro giudizi obiettivi, condizionati, sempre e comunque, da mentalità oscurantiste.
Questo è il caso di Jacovella da Celano, figura straordinaria del Quattrocento abruzzese, alla quale la nostra Regione deve cultura, monumenti, opere d’arte, ancora oggi vanto
del territorio.”
Nella prefazione il critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone, che interverrà alla presentazione, scrive che “Si legge tutto d’un fiato questa fatica letteraria di Maria Pia Vittorini Mannetti, un romanzo storico dedicato alla figura straordinaria e troppo presto dimenticata di Jacovella da Celano, donna superba del Quattrocento, simbolo della femminilità colta ed elegante, dell’amore per le arti e per la letteratura, di quella possibilità di agganciare l’eternità che solo gli spiriti sublimi conoscono e sanno agire.
Leggendo questo romanzo si rimane affascinati da questa incredibile personalità, che la scrittrice rende simbolo di un tempo senza tempo, riesumandola dalle nebbie del passato, un passato che, nelle pagine che seguono, diventa contemporaneità, perché, con Croce, ogni storia è sempre storia contemporanea.
Maria Pia Vittorini Mannetti si immedesima in Jacovella, flaubertianamente, ne propone una rilettura del personaggio che, forse, non sarebbe piaciuta ai coevi di Jacovella, un tantino invidiosi di questa donna assurda all’eternità per la sua costante ricerca della bellezza.”
Il 29 luglio, alle 18, il romanzo verrà presentato nella biblioteca Natura e comunità di Calascio.
Chieti. Si chiude con la mostra di Michela Panunzi, giovane artista marsicana, la kermesse culturale Ut pictura poesis, curata dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone per l’ets-aps Luca Romano, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale. Il 2 luglio alle ore 16.30 lo stesso Pasqualone interverrà, inaugurando la mostra. Nata ad Avezzano il 15 ottobre 1997 e residente a Scurcola Marsicana, Michela Panunzi da sempre è affascinata dall’arte,ma non riesce a disegnare e a dipingere avendo difficoltà nella coordinazione oculo manuale e nella motricità. Dal mese di febbraio 2022 si avvicina alla pittura con l’insegnante Graziella Gagliardi.
Dopo l’inaugurazione, la giornalista Orietta Spera presenterà il catalogo di Paola Di Paolo, valente artista di Avezzano e seguirà la presentazione del saggio storico-scientifico “Ars medica”, di Marco Strona per le edizioni Teaternum. Marco Strona è nato a Chieti nell’agosto del 1987, lavora tra Chieti, Francavilla al Mare e Pescara, dove svolge la sua attività professionale di Clinico Posturologo. Dopo aver conseguito la laurea Triennale e il biennio Magistrale di specializzazione all’Università “Gabriele D’Annunzio” si è perfezionato con il Master Universitario in “Posturologia Clinica e Osteopatia” presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Tor Vergata, Roma, riscuotendo a pieno titolo le capacità cliniche e posturologiche in ambito delle disfunzioni vertebrali, patologie discali e alterazioni morfologiche e posturali della colonna vertebrale, con una tesi di Master dal titolo “studio delle correlazioni tra assetto cranio – mandibolare e rachide cervicale nelle disfunzioni posturali”; lavoro acuminato e prezioso nello studio e nella ricerca del settore riabilitativo posturologico. Chiuderanno il pomeriggio le declamazioni poetiche dell’Associazione Olimpia di Ortona, presieduta da Annamaria Di Lorenzo.
Venerdì 31 maggio alle ore 17.30 l’autrice Daniela D’Alimonte presenta “Parole d’Abruzzo” presso la sede di Camminando Insieme Aps a Chieti (via Muzii, 6). Dopo i saluti di Anna Vaccarella, dialogano con l’autrice Lida Buccella e Cinzia Di Vincenzo, le letture sono di Rosalia Pedone. Gli interventi musicali sono a cura di Ireneo Gabriele Recchia.
La serie “fucsia” sull’Abruzzo immateriale di Ianieri Edizioni targata “Comete. Scie d’Abruzzo”, diretta dallo scrittore Peppe Millanta piace al pubblico di lettori ed infatti come commenta la D’Alimonte: “Sono molto soddisfatta del successo del mio volume Parole d’Abruzzo. Avevo immaginato che le parole dialettali studiate ed esaminate nella loro etimologia potessero trovare l’interesse delle persone e degli abruzzesi in particolare ma, in realtà, non mi aspettavo un riscontro come quello che sta avendo il volume. Credo sia il segno dell’amore che abbiamo per le nostre origini e per la nostra lingua materna”.
Il volume della D’Alimonte presenta la prefazione di Giovanni D’Alessandro e passa in rassegna alcune delle parole più iconiche del dialetto abruzzese. Di ogni termine è stata riportata la trascrizione con alcuni segni convenzionali, e la trascrizione fonetica vera e propria. Inoltre sono state inserite attestazioni e varianti e anche il vivo uso nella letteratura locale, a opera di nostri scrittori, oppure la presenza in proverbi e tipici modi di dire. Per ciascuno di essi vi è soprattutto una precisa ricostruzione etimologica.
“È un libro che punta al cuore delle persone perché aiuta a riscoprire la propria abruzzesità” sostiene l’autrice.
Anche questa nuova serie, come accade per quella dedicata alla narrativa di viaggio (collana blu) di “Comete”, gode della fiducia de I Borghi più Belli d’Italia, Borghi Autentici, I Parchi Letterari e Parco Nazionale della Maiella.
Social @cometesciedabruzzo; @ianieriedizioni. L’ingresso all’evento è libero. Per info 340.4773114.
A Chieti dal 24 al 26 maggio la seconda edizione del ConfArte Festival celebra i 70 anni di Confartigianato Chieti L’Aquila
Chieti. Una catartica satira 4.0, a velocità 5G, per dare vita a urticanti e divertenti situazioni surreali: il giornalista romano Federico Palmaroli, con le sue #lepiubellefrasidiosho, in scena a Chieti. L’appuntamento è per domani, sabato 25 maggio alle ore 21:00, al Teatro Marrucino. I biglietti sono disponibili sul circuito CiaoTickets (online e punti vendita), gli ultimi saranno in vendita prima dello spettacolo al botteghino del teatro. Lo spettacolo rientra nell’ambito della seconda edizione del ConfArte Festival, promosso da ConfArte, categoria Cultura, Turismo e Spettacolo di Confartigianato Chieti L’Aquila. L’edizione 2024 è finalizzata a celebrare i 70 anni dell’associazione di categoria. Per tre giorni, dal 24 al 26 maggio, il festival animerà Chieti, con numerosi eventi: concerti, convegni, mostre, dibattiti, show cooking e street food.
Uno degli appuntamenti principali è proprio quello con Federico Palmaroli che, decontestualizzando le immagini, catturate dal flusso mediatico tramite tagli originali, attribuisce irriverenti battute ai loro eminenti protagonisti. Sono irresistibili carrellate di personaggi della politica, del costume, dello sport e della spiritualità che si esprimono con un linguaggio “da strada” e che proprio per quel senso del contrario innescano meccanismi del tutto esilaranti. Il successo, inizialmente misurato a colpi di “mi piace”, deve la sua fortuna ad un sottotesto drammaturgico che restituisce sempre qualcosa di estremamente aderente alla realtà dei fatti, alla loro attualità, e sovente alla loro crudeltà.
Dal vivo, in scena sul palco, Federico Palmaroli fa sfilare una dopo l’altra le scoppiettanti vicende di questi ultimi anni, immagini e parole s’accoppiano in una catartica satira 4.0, a velocità 5G, anzi alla velocità della luce. Per contraltare la velocità del suono è affidata ai Furano Saxophone Quartet (Antonio Bruno, sax soprano; Matteo Quitadamo, sax alto; Alberto Napolitano, sax tenore; Marco Destino sax baritono), giovane quartetto di musicisti particolarmente sensibile ai temi della contemporaneità. L’ensemble, spingendo l’acceleratore su fatti e personaggi in scena, interpreta alcuni brani che dialogano alla perfezione con i toni di questa parata semiseria. Lo spettacolo di Palmaroli è a cura di Corvino Produzioni.
Nata nel 2019, la categoria ConfArte è uno dei primi esperimenti di questo tipo lanciati in Italia nell’ambito del mondo Confartigianato. L’obiettivo è quello di promuovere lo sviluppo delle potenzialità culturali, turistiche ed attrattive delle province di Chieti e L’Aquila e, più in generale, dell’Abruzzo. Consapevole di questa mission, Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila ha deciso di promuovere il “ConfArte Festival” che, giunto alla sua seconda edizione, quest’anno va in scena in grande stile in occasione del 70° anniversario dell’associazione. Tante le sorprese e gli appuntamenti, che verranno svelati nelle prossime settimane.
Chieti. Verrà presentata sabato 25 maggio alle ore 17, nella splendida cornice della Nuova libreria Bosio, la nuova silloge del poeta e scrittore teatino Stefano Maria Simone intitolata “Le verità dell’anima”, per le edizioni di Irdidestinazionearte. La copertina è stata realizzata da Francesca Gizzarelli mentre le illustrazioni che arricchiscono la raccolta, sono opera dell’artista teatina Valeria Di Toro.
La prefazione del noto critico letterario Massimo Pasqualone afferma che “Vive il tempo dell’inquietudine e della meditazione con l’utilizzo della parola poetica il poeta Stefano Maria Simone, con un verso che si fa malinconia ed al contempo bellezza, sulla scia dell’amore, fiume carsico della raccolta che, a vent’anni, si mostra incomprensibile, con le sue bizze e le sue non ragioni. La poesia, allora, si fa compagna fedele, diario segreto, quaderno di lamentazioni, che prova a descrivere quello che accade, quello che dovrebbe essere ed anche quello che non dovrebbe essere. Non mancano colti riferimenti ai poeti amati, alla classicità che emerge tra le pagine e si fa modernità, per una poesia che propugna la conoscenza del qui ed ora della vita. Stefano Maria Simone, alla sua seconda prova poetica, e carico di successi e di riconoscimenti, prosegue il suo percorso zetetico alla ricerca del sé più profondo, quello che solo la poesia può svelare, perché, con Saba, l’opera d’arte è sempre una confessione, un cercarsi per ritrovarsi, quando le tempeste della vita si fanno potenti, ma il sorriso e la voglia di combattere, nonostante i nonostante, vincono tutto.”
Mentre, all’interno della postfazione a cura della professoressa Nella Martino si precisa che “Le verità dell’anima, almeno nell’intento dell’autore, avrebbero dovuto costituire la naturale prosecuzione di quel sentire poetico, che aveva manifestato al suo debutto con Amarillys. Lacrime di passione. L’ispirazione poetica, però, nel suo volare libero, ha esplorato nuovi orizzonti e nuove situazioni, dilatandosi in un universo più ampio e, per certi versi, anche più strutturato dal punto di vista artistico. Se nella prima fortunata raccolta prevaleva l’urgenza di chiarire i contorni della passione amorosa e degli effetti spesso dolorosi, che genera nell’animo del poeta, qui, invece, è posto l’accento sull’amara consapevolezza dell’impossibilità di connettere con il sentimento amoroso mondi interiori diversi. L’amore è visto come una forza portentosa che, pur sprigionandosi impetuosa, rimane solo in potenza e il poeta, rinchiuso nei confini del proprio io, molte volte, la subisce, restandone travolto. Poiché non si verifica nessuna condivisione empatica dei sentimenti tra gli amanti, rimane cantore di se stesso in un solipsismo spesso autoreferenziale in un contesto di amara e cocente disillusione. Le varie muse ispiratrici del poeta saranno anche persone reali, incontrate forse in varie occasioni di vita, ma qui perdono i contorni della contingenza e della fisicità in un gioco aoristico di proiezioni intellettuali e si fanno archetipi dei caratteri dell’universo femminile, che oscillano dalla lusinga alla dolcezza, alla scaltrezza, al fascino della seduzione e infine alla freddezza della razionalità, così come si evince anche dagli pseudonimi delle dediche. L’amore, però, non è l’unico sentimento cantato dall’autore: la speranza nella forza della parola poetica, che svela la conoscenza e la soglia del futuro, il dolore per una perdita fisica e intellettuale, la cocente disillusione sulla vanità delle certezze, sulla ragione e sulla teleologia della vita umana e dell’universo, la pace e l’inquietudine nel contemplare un’alba o un tramonto o il firmamento o il moto incessante delle onde del mare. I sentimenti appunto sono le verità dell’anima che incatenano il poeta, novello Odisseo, all’albero della nave e, infine, lo salvano dal canto ammaliatore di molte sirene e gli permettono di varcare il mare dell’infinito. Anche dal punto di vista stilistico la raccolta si rivela composita, con molte ascendenze poetiche e letterarie note, che, lontane dalla mera imitazione, costituiscono strumenti espressivi di autentico sentire.”
Alla presentazione partecipano in qualità di relatori la professoressa Nella Martino, archeologa ed ex docente di materie letterarie; il critico d’arte e letterario, professor Massimo Pasqualone; il professor Tiziano Viani, docente di lettere. Saluti iniziali del direttore della libreria, Antonio Di Giosafat ed interventi da parte del comparto artistico. Sarà presente l’autore.
Stefano Maria Simone nasce a Chieti l’8 settembre 2002. È iscritto alla facoltà di lettere classiche dell’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti. Nel 2022 ha presentato la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Amaryllis, lacrime di passione”, edizioni Irdidestinazionearte, con prefazione di Massimo Pasqualone e seconda classificata al premio Internazionale Luca Romano 2023. Sempre nel 2022 viene insignito del premio Internazionale “Gabriele Basile” e del premio Internazionale di Letteratura “Francavilla Urban Festival” con la composizione “Vuoti interiori” che conquista il primo posto. Le sue poesie “Ricordi”, “Ero innamorato di un sogno” ed “Attimi”, vengono inserite nell’antologia “Il canto di Zefiro” edita da Teaternum edizioni. Dal 2022 entra a far parte del comitato scientifico dell’associazione culturale “Irdidestinazionearte” presieduta dal critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone. Nel 2023 partecipa al simposio “Thaumazein”, in occasione del Francavilla Urban Festival, durante il quale intervista l’ex Rabbino capo di Torino, Rav Ariel Di Porto, sugli aspetti della cultura e della religione ebraica. Nello stesso anno presenta l’antologia italo-francese, edita da Teaternum edizioni, “Du coté de la beauté, anthologie d’écrivains italiens à Paris”, a Parigi, nel celebre caffè “Les deux Magots” e a Minori nel corso della “Festa del Libro in Mediterraneo, incostieraamalfitana.it” insieme al giornalista e scrittore Alfonso Bottone. All’interno del volume è contenuta una sua prosa poetica intitolata “Non voglio parlare”. Nel 2023, viene insignito nuovamente del premio Internazionale di Letteratura “Francavilla Urban Festival” con la raccolta “Le verità dell’anima”, in quel momento ancora inedita, che si aggiudica il primo posto. Viene nominato membro della giuria tecnico scientifica del premio Marrucino 2024 che si è svolto nell’omonimo teatro teatino. Da gennaio 2024 collabora con il Giornale di Chieti curando una rubrica di letteratura e dedicandosi anche alle interviste. Tra i personaggi intervistati: la flautista di fama internazionale Rita D’Arcangelo, l’attore napoletano Carlo Buccirosso, il politico e critico d’arte professor Vittorio Sgarbi ed il duo comico Ale e Franz. È stato membro di tre giurie letterarie di cui una a Londra. Tiene spesso alcune conferenze sull’italianistica presso l’Università del Sapere di Scafa diretta dalla professoressa Nella Martino.
Chieti. Domani venerdì 17 maggio alle ore 21:00 si concluderà ufficialmente la settima edizione della Rassegna di Teatro Amatoriale “Premio Marrucino 2024”, organizzata dall’Istituzione Deputazione Teatrale Teatro Marrucino presieduta dal Presidente Ing. Giustino Angeloni e dal Direttore Amministrativo Dott. Cesare Di Martino e dal Comitato Regionale Fita Abruzzo (Federazione Italiana Teatro Amatori) presieduto dal Presidente Antonio Potere, con il patrocinio della Regione Abruzzo e del Comune di Chieti nella persona del sindaco dottor Diego Ferrara.
La Rassegna, composta da otto spettacoli in concorso e due fuori concorso, organizzata e realizzata per dare spazio alle compagnie teatrali amatoriali abruzzesi che, con passione ed impegno, contribuiscono a salvaguardare e valorizzare un importante patrimonio linguistico collettivo. Le otto compagnie in concorso sono state giudicate da due giurie: popolare e tecnica. La giuria tecnica, presieduta dal noto critico d’arte Prof. Massimo Pasqualone e composta dalla psicologa Adriana Gaspari, dal consigliere Fita Abruzzo e attore Manlio Cocco, dal dottor Alberto Cremonese, dal dottor Ugo Iezzi e dallo studente di lettere classiche Stefano Simone. La giuria tecnica ha avuto l’arduo compito di aggiudicare i seguenti premi: alla migliore compagnia viene assegnato il Premio Marrucino 2024 ovvero al migliore spettacolo più gradito sul piano drammaturgico, registico ed interpretativo, poi la migliore regia, il migliore allestimento scenografico, la migliore ricerca linguistica, la migliore attrice e il migliore attore protagonista, la migliore attrice e il migliore attore non protagonista, la migliore attrice e il migliore attore caratterista. Sulla base del giudizio espresso esclusivamente dagli abbonati, compilando un’apposita scheda con una valutazione da 5 a 10, sarà conferito il Premio della Giuria Popolare alla compagnia più gradita.
La rassegna è stata condotta dalla presentatrice Loredana Verticelli, attrice della storica compagnia teatrale “I Marrucini” di Chieti.
Alla cerimonia di premiazione verrà affiancata anche dalla presentatrice Ambra Porreca, Vice Presidente, segretaria e addetta stampa Fita Abruzzo, anche lei attrice della compagnia teatrale “I Marrucini” di Chieti.
Aprirà la rassegna la Compagnia teatrale “Amici della ribalta” di Lanciano.
La compagnia porta in scena una commedia brillante in due atti intitolata “Parenti serpenti” scritta da Carmine Amoroso e diretta da Mario Pupillo.
La rassegna è iniziata venerdì 12 gennaio con la compagnia “Amici della ribalta” di Lanciano che ha portato in scena la compagnia “Parenti serpenti” scritta da Carmine Amoroso e diretta da Mario Pupillo, venerdì 2 febbraio la Compagnia “Theatre Ensemble” di Torino Di Sangro si è esibita con lo spettacolo “Na fame nere” scritto da Antonio Potere e diretto da Luciano Martelli, venerdì 16 febbraio la compagnia “I giovani amici del teatro” di Pescara ha rappresentato la commedia “Pure lu Paradise è d’accorde!” scritta e diretta da Paolo Crisante, venerdì 1 marzo la compagnia “Lu Passatempe” di Penne ha portato in scena la commedia “Ma vì lì so arcundat mai? Ovvero “La cose chiù belle” scritta da Antonio Ranalli e diretta da Valeria Almonti, venerdì 15 marzo si è esibita la compagnia “Atriana” di Atri con la commedia “Non è mai troppo tardi” scritta e diretta da Giancarlo Verdecchia, venerdì 5 aprile è salita sul palcoscenico la compagnia “Drago D’Oro” di Atessa con la commedia “Io non so niente!” scritta e diretta da Paolo Villanese, venerdì 19 aprile la compagnia teatrale “Da grande voglio crescere” di Chieti ha portato in scena la commedia “Tenere in serbo la vita – La resistenza di Pizzoferrato” scritta e diretta da Carmela Caiani e liberamente tratta dal libro “Pizzoferrato, un paese in guerra”, e venerdì 26 aprile la compagnia “I Temerari” di Chieti ha concluso la rassegna in concorso con la commedia “Ddù rape strascenate” scritta da Antonio Potere e diretta da Paolo Pieretti. Venerdì 3 maggio alle ore 21 la storica compagnia teatrale “I Marrucini” di Chieti, in occasione del 50° anniversario della compagnia, si è esibita con lo spettacolo fuori concorso dal intitolato “La veduvelle di Ggisillà” scritto da Oberdan Merciaro, libero riadattamento e regia di Antonio Potere. Domani, venerdì 17 maggio alle ore 21, a chiudere la rassegna, dopo la cerimonia di premiazione del Premio Marrucino, la compagnia “La bottega del sorriso” di Castellalto si esibirà fuori concorso, poiché ha vinto la scorsa edizione della rassegna aggiudicandosi il Premio Marrucino 2023 della giuria tecnica, e porterà in scena la commedia “Nin va tante bone” scritta da Antonio Ranalli e diretta da Elisabetta Gianforte.
Ingresso unico 13 Euro. Per Info e prenotazioni è possibile acquistare presso il botteghino del Teatro Marrucino aperto dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 13 e dalle ore 17 alle ore 20 – Tel. 0871 330470, oppure è possibile acquistare online sul sito www.ciaotickets.com e nei punti vendita autorizzati Ciaotickets.
Chieti. Nell’ambito del Maggio Teatino, la Nuova Libreria Bosio organizza, con il patrocinio dell’Amministrazione comunale di Chieti, la mostra personale di Anna Maria Galterio, in arte Mimagalt, a cura del critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone.
La mostra verrà inaugurata il 21 maggio alle 17 con l’intervento di Pasqualone, di Antonio Di Giosafat, direttore della libreria Bosio, della pittrice e resterà aperta fino al 28 maggio.
Nel testo critico approntato per l’occasione, Pasqualone scrive che ” il tempo della bellezza e della ricerca artistica si fondono nell’opera di Anna Maria Galterio con un’attenzione precipua ad un meraviglioso correlativo oggettivo che è il fiore, simbolo della bellezza, della caducità della vita umana, della possibilità di essere nella natura con superba altezzosità ed al contempo malinconia, perché la bellezza è sempre impastata di malinconia, ci ricorda Bruno Forte, e ricorda agli abitanti del tempo la caducità della loro esistenza.
Eppure il percorso artistico della Galterio è immersione nella natura, ricerca della verità, attraverso gli attimi ed i frammenti di un’auscultazione del paesaggio che avviene attraverso il silenzio, potente sinestesia di un’opera d’arte che si fa comprensione, miracolo ogni volta, mai pura imitazione di imitazione, per dirla con Platone, ma ermeneutica del vissuto, nel quale l’uomo, forse, è solo ospite, e non sempre gradito, come dimostrano le elisioni del brutto operate dalla nostra artista in talune tele.
L’inquietudine dell’entronauta cerca la quiete nel paesaggio, si fa attenta confessione nella potenza delle emozioni cromatiche, aggancia un iperealismo profondo e mai di maniera, perché la realtà non è mai quella che si vede e solo il vero artista sa e può interpretarla, con la complicità del fruitore dell’opera sua che cerca in essa una chiave di lettura dell’esistente e dell’esistenza.
Percorso zetetico, dunque, mirabile, affascinante, vicino al panenteismo di spinoziana memoria, che ad ogni tratto spinge alla meditazione.”