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Category Archives: Turismo

parchi

“I Parchi Letterari Abruzzesi celebrano un anno straordinario, che ha visto il varo della nuova Legge Quadro sulla Cultura con il loro riconoscimento (art.37), come soggetti primari della promozione  territoriale regionale”.

Così commenta questo trionfo per la cultura Mirko Zauri, sindaco della Città di Pescina (AQ), che ospiterà l’importante incontro tra tutti e quattro Parchi Letterari Abruzzesi: dal “G.D’Annunzio” al “B. Croce”, da “I.Silone” al parco di “Ovidio”, con la rete internazionale ed i vertici delle Istituzioni regionali, provinciali e locali, con gli altri soggetti promotori. L’evento è previsto per sabato 18 novembre 2023 dalle 10.00 alle 13.30 nella Città siloniana presso il Teatro San Francesco in via del Carmine: sarà aperto dalla proiezione del video “Un parco tra natura e cultura“, e l’esibizione musicale a cura del coro “Il Narciso” di Rocca di Mezzo.

Il sindaco Mirko Zauri, sarà affiancato da Antonio Odorisio, assessore alla Cultura e da tutti i colleghi promotori: Giuseppe Sipari di Pescasseroli, Marco Moca di Raiano e Angelo Piccoli di Montenerodomo per il “B.Croce“, Gianni Di Cesare per il “G.D’Annunzio” e Gianfranco Di Piero per l”Ovidio“.

Altri soggetti co-promotori saranno presenti: dai Parchi Nazionali del PNALM e della Maiella a quello regionale del Sirente Velino, le Riserve Naturali delle “Gole del Sagittario” e di “S. Venanzio“, oltre a tutti gli attori protagonisti del grande tesoro storico, culturale e naturalistico dei quattro Parchi Letterari d’eccellenza, che intendono promuovere l’intero Abruzzo turistico, ricco di bellezze e di biodiversità uniche, a partire dalle splendide “Aree interne” dell’Appennino centrale.

Queste sono state al centro altresì del Dossier “La Cultura non Spopola“, con il quale Pescina è stata Città finalista a “Capitale della Cultura 2025” per il Ministero della Cultura.

Interverrà anche Stanislao De Marsanich, Presidente della rete internazionale dei Parchi Letterari (presente il coordinatore regionale Mario Giannantonio). A seguire si avrà il contributo (in collegamento) di Lorenzo Sospiri, Presidente del Consiglio Regionale d’Abruzzo e di Daniele D’Amario e Mario Quaglieri, assessori regionali delegati rispettivamente alla Cultura ed al Turismo ed alle Aree Interne, e al Bilancio e Patrimonio.

Interverranno, inoltre, Rosa Giammarco, Presidente d’ Italia Nostra di Sulmona – Castel di Sangro, Nicolò Giordano, Comandante del Gruppo Carabinieri-Forestali de L’Aquila.

La mattinata vedrà altresì gli autorevoli interventi di Domenico Taglieri, Presidente della Fondazione Carispaq, sostenitrice dell’evento, della famosa scrittrice Dacia Maraini (in video) ed in ultimo di Francesco Sabatini, Presidente Onorario dell’Accademia della Crusca.

Modera l’appuntamento Sergio Venditti, giornalista della rivista “Tempo Presente“. Chiuderà la mattinata la Performance Teatrale: “MetamOvidius“, a cura dell’Associazione Classe Mista Teatro-Musica.

 Dalle ore 17.00 si prosegue con un Concerto in onore di Santa Cecilia, con la Banda Musicale della Gendarmeria Vaticana e Circolo Musicale Banda “I Leoncini d’Abruzzo “. La serata vedrà l’intera comunità di Pescina accogliere gli ospiti, a cura della locale Associazione Nazionale Alpini.

 

Non solo tradizione, cultura, paesaggio ma anche inclusione per il Fiabosco di Sant’Eufemia a Maiella (Pe) che ha ospitato nella sua Area Faunistica per Creature Fantastiche circa dieci ragazzi e l’equipe del Centro Diurno per l’Autismo Adulto di Pratola Peligna (Aq), centro afferente alla ASL1 Abruzzo con Direzione sanitaria del CRRA e gestito dall’ATI umbra Polis/Nuova Dimensione che ha da sempre promosso attività di inclusione dei propri ospiti, di attività sportiva e di conoscenza del territorio.

In questo ambito si è svolta, in collaborazione con il progetto “SPORT DI TUTTI INCLUSIONE” e dell’Associazione Valle Peligna Autismo Onlus, l’attività presso questa area magica grazie al Comune di Sant’Eufemia a Maiella con il sindaco Francesco Crivelli, onorato di avere ragazzi speciali in visita al Fiabosco e alla Scuola Macondo di Pescara fondata dallo scrittore abruzzese Peppe Millanta, Direttore artistico del progetto Fiabosco che nel frattempo cresce: i ragazzi hanno potuto visitare un bosco incantato e conoscere tradizionali fiabe abruzzesi, in una dimensione di pace e di tranquillità che è stata rigenerante sia per loro che per gli operatori che hanno vissuto un bellissimo momento di condivisione ed hanno familiarizzato con il territorio del Parco Nazionale della Maiella.

Il Fiabosco è stato un contesto ideale da far visitare ai nostri ragazzi, poiché la distanza dalla nostra sede non è tanta ed inoltre ha permesso loro di svolgere delle attività nel nome dell’inclusione con naturalezza; pur avendo vicino gli operatori anche solo l’ascolto delle storie, e la possibilità di scoprire le loro origini abruzzesi e conoscere un territorio nuovo è stato per loro un modo per abbracciare una quotidianità, insolita per loro, alla quale sono stati preparati prima di questa uscita” – spiega la psicologa pescarese, coordinatrice responsabile Silvia Ciaramellano.

Il primo approccio dei ragazzi con il mondo di Fiabosco è stato naturalmente molto timido e diffidente, ma come in tutte le fiabe la magia ha coinvolto anche loro e come ha spiegato la guida, la Dottoressa Serena D’Orazio “c’è stata subito empatia con i ragazzi, è stata una giornata bellissima per me e credo di aver imparato io molto da loro e da tutto quell’amore che li circondava”.

Secondo quanto riferito dalla psicologa, i cosiddetti ‘comportamenti problema’ (nome tecnico) dei ragazzi sono stati di gran lunga inferiori durante questa visita rispetto a quelli che si possono manifestare durante una giornata normale all’interno del centro: “nonostante il loro livello di attenzione sia molto basso, sono stati molto diligenti; sono stati seduti ad ascoltare per un periodo abbastanza importante, hanno camminato molto attraversando tutto il percorso senza lamentarsi: molti di loro camminano tanto solitamente, altri però meno. Lo stesso tragitto con il pullman che per molti di loro poteva sembrare eccessivo è stato affrontato con tranquillità e i ragazzi non hanno mostrato nessun comportamento disfunzionale. Questa “gita” a Fiabosco per noi è stata davvero un successo”.

Ringrazio davvero l’equipe per aver scelto Fiabosco, da sindaco – spiega Crivelli, grazie al quale il progetto è possibile – sono onorato e commosso anche da quanto riportato dagli operatori rispetto al benessere che questa uscita ha regalato ai nostri turisti speciali; aggiungiamo nuova consapevolezza rispetto a questo progetto in cui io ho creduto sin dall’inizio, fa bene all’anima. Auguro a questi ragazzi tanti altri momenti di pace nella loro vita e di incontrare persone che li amino come coloro che li accompagnano ora in questo cammino”.

Per maggiori informazioni, si consiglia di seguire le pagine social @Fiabosco.

 

by Redazione
fiabosco

Mentre nelle scuole coinvolte si continua a lavorare per la consegna dei lavori nell’ambito del Fiabosco Academy, anche gli artisti partecipanti si organizzano per vedere, a breve, l’installazione delle loro opere nell’Area Faunistica per Creature Fantastiche, ossia il Fiabosco di Sant’Eufemia a Maiella che nell’arco di quasi tre anni, è diventato un punto di ritrovo per curiosi, famiglie ed i tanti turisti che si affacciano nel cuore del Parco Nazionale della Maiella per vederne le bellezze e le curiosità come questo progetto che aspira a diventare ecomuseo ed è possibile grazie al Comune di Sant’Eufemia con il sindaco Francesco Crivelli in collaborazione con la Scuola Macondo di Pescara ed il Direttore artistico ed ideatore del progetto, lo scrittore Peppe Millanta e lo stesso Parco Nazionale della Maiella.

L’installazione delle opere in pietra bianca della Maiella create dalle scuole e dagli artisti avverrà nel mese di giugno ed inaugurerà l’estate di Sant’Eufemia, ma segnerà anche il compimento di un lungo ed entusiasmante lavoro dei ragazzi del Misticoni-Bellisario di Pescara con i Professori Emiliano Faraone e Marco Piccozzi, il Liceo Artistico ‘Pantini Pudente’ di Vasto con il referente Prof. Giuseppe Colangelo, il Liceo Artistico ‘G.B. Vico’ di Chieti che ha come referenti i Professori Francesco D’Incecco, Vincenzo Marinelli e Giorgio Falcone ed il Liceo Artistico ‘Palizzi’ di Lanciano con referente il Prof. Stefano Donatello.

Come sottolinea il sindaco di Sant’Eufemia che ha creduto nel progetto sin dall’inizio e lo rende ancora possibile: “Il contributo di artisti affermati sullo scenario nazionale è per noi motivo d’orgoglio. Poter vantare la loro firma sulle opere che arricchiranno il Fiabosco 2023, affiancando e integrando quelle di chi ha operato negli anni passati, non solo incrementa il livello artistico delle istallazioni, rendendo il parco riconoscibile oltre i confini regionali, ma conferma Fiabosco come un palcoscenico privilegiato, attrattivo di scultori emergenti ed affermati, per mettere in mostra la loro creatività”.

 “Fermo restando la materia prima da impiegare ed il tema, ovvero l’impiego della pietra, del legno e di materiale da riciclo per la rappresentazione di creature fantastiche protagoniste della fantasia popolare, abbiamo voluto offrire loro la possibilità di esprimere liberamente il proprio talento, offrendosi a tutte le possibili interpretazioni- prosegue il sindaco Francesco Crivelli.

 E’ particolarmente stimolante l’adesione di sponsor importanti come Addario Group di Lettomanoppello e Sun City Italia, che vogliono investire risorse nel progetto, ritenendolo capace di sostenere la loro “misson” quali la valorizzazione della pietra della Maiella e la sostenibilità ambientale con l’impiego di fonti energetiche rinnovabili” conclude Crivelli.

Ma quali nuove statue saranno visibili, dopo l’installazione di giugno?

Il Liceo artistico di Vasto sta lavorando sul “Satiro”, mentre il Liceo artistico di Pescara ha preferito cimentarsi su un tema forte: la “Morte”; la “Spada nella roccia” per il Liceo artistico di Lanciano mentre il Liceo artistico di Chieti lavora sul “Giano”.

Tra gli artisti invece ci sono anche i docenti: il Professor Giuseppe Colangelo lavora alla “Chimera”, mentre i Proff. Emiliano Faraone e Marco Piccozzi si preparano per presentare il loro “Gigante”.

Non solo: Antonio Di Campli presenterà “Le tre melagrane” mentre,  Antonio De Marini arricchirà il parco con “L’uomo bestia”. Come tutti i parchi “fantastici” non mancherà la figura dell’ “Orco” di Stefano Iampieri, ma sul campo anche due donne sapranno far valere il loro genio artistico e sono Raffaella Pierdominici con “Pesce lucente” e Lucia Andreozzi che con la sua “Sibilla” incantatrice  regalerà un pizzico di “magia”.

Per maggiori informazioni, si consiglia di seguire le pagine social @Fiabosco.

Il progetto dalla nascita alla consegna dei lavori è possibile grazie al sostegno di Addario Camillo Group di Lettomanoppello (Pe) e SunCity Italia; ad oggi gli enti che patrocinano il progetto sono anche la Presidenza del Consiglio Regionale, la Provincia di Pescara e la Provincia di Chieti.

 

by Redazione
spoltore

A Spoltore la storia e l’arte sono “di casa”: solo in giorni speciali e sempre su prenotazione, si possono visitare luoghi che raccontano fatti e curiosità del borgo e che lasciano scoprire, almeno con una ricostruzione, l’originaria configurazione della città medievale.

In questa edizione inedita (fino al 21 agosto), promossa ed ideata dalla Pro Loco di Spoltore e Terra dei 5 Borghi, che sposa “Dimore”, la mostra diffusa di arte contemporanea (pittura, scultura e fotografia) e la 40° edizione dello Spoltore Ensemble, il pubblico sarà coinvolto nell’intima atmosfera della vita quotidiana degli abitanti, avendo il privilegio di vedere bregni, neviere, cisterne e ascoltare curiosi aneddoti, e saranno inoltre aperte al pubblico alcune dimore storiche non fruibili durante le altre edizioni di “Spoltore Nascosta”.

Sono tanti i lati nascosti di Spoltore, dove anche le case storiche “insegnano” e possono rivelarsi veri e propri scrigni di opere d’arte. Chiunque vorrà partecipare sarà accompagnato da guide e/o accompagnatori turistici regolarmente iscritti agli Albi regionali.

Il punto di ritrovo è sempre piazza Di Marzio – Spoltore e la durata del percorso è di 1 ora e 30 minuti con orario 18 – 19.30.

La quota di partecipazione è di 10 euro; evento gratuito per bambini con età inferiore ai 6 anni, disabili, accompagnatori e guide turistiche. Per info e prenotazioni 350.1811922.

 

 

by Redazione
Valle dell’Aventino

L’Associazione Abruzzo Adventures si conferma sempre più leader per le attività sportive outdoor estive: anche per la stagione 2022 la Valle dell’Aventino è il regno ideale per tutti gli amanti del genere con il Torrentismo, l’E-Bike, il Rafting e il Side by Side.

Già nei primi giorni di apertura delle attività estive c’è stato un grande riscontro di presenze, in particolar modo di curiosi e sportivi provenienti dall’estero, quelli cioè che erano mancati nel 2021 a causa delle forti restrizioni covid.

“Lo scorso anno abbiamo ampliato l’offerta – sottolinea Domenico Rattenni, Presidente di Abruzzo Adventures – con l’inserimento del Side by Side. Abbiamo inoltre confermato ovviamente il Torrentismo che anche quest’estate ci sta dando grandi soddisfazioni e poi c’è anche il Rafting che, come ogni anno, sta incrementando sempre più le presenze. La gente ha tanta voglia di fare sport dopo il periodo difficile vissuto a causa della pandemia”.

Il Side by Side è un’attività che sta riscontrando grande successo: per chi ama vivere ad alta intensità, provare il brivido di un’esperienza a contatto con la natura, per chi l’avventura la vive senza alcun freno è la scelta giusta. Su macchine buggy 4×4 si fa un’escursione di circa 20 km partendo dal centro di Palena a 800 mt e arrivando ad un rifugio a 1400 mt dove si può ammirare un paesaggio mozzafiato con la valle dell’Aventino e tutta la Majella orientale, ma anche il mare. Il percorso dura circa un’ora e mezza con sosta.

Il Rafting è uno degli sport acquatici più in voga già da qualche anno. Ha un forte impatto emozionale visto che si scendono fiumi o torrenti a bordo di un gommone.

È diffuso in particolare nel territorio alpino. Abruzzo Rafting ed ora Abruzzo Adventures lo hanno portato al successo nella Valle dell’Aventino tra i comuni di Lama dei Peligni e Civitella Messer Raimondo.

La discesa in gommone avviene lungo il Fiume Aventino tra rocce e rapide in un percorso di circa 4,5 km che parte con l’imbarco a Lama dei Peligni (fraz. Piani Marini) trascorrendo circa un’ora in acqua con sbarco a Civitella Messer Raimondo.

L’età dei partecipanti va da un minimo di sei anni a salire. Viene fornito un equipaggiamento che comprende una muta, oltre che un giubbotto salvagente e caschetto.

Il Torrentismo, ormai una realtà bellissima del territorio, anno dopo anno registra una grande affluenza di ragazzi curiosi di essere a contatto con la bellezza di un territorio meraviglioso come quello dove scorre il Fiume Aventino.

Portato anni fa a Palena da un’intuizione di Domenico Rattenni e Luca Di Cino di Abruzzo Adventures, vogliosi di valorizzare ancor di più la bellezza del paese,  è uno sport outdoor praticato tra giugno e fine ottobre a corpo libero saltando cascate e nuotando nelle pozze alla ricerca di adrenalina.

Il percorso si svolge in un tratto di un 1 km nel Fiume Aventino nel comune di Palena. L’organizzazione fornisce ai partecipanti, che vanno da un’età di 12 fino ai 55 anni , la muta integrale, giubbotto salvagente, caschetto e calzari termici.

I partecipanti devono essere forniti di scarpe da ginnastica o da trekking, un costume, una maglietta intima da indossare sotto la muta e un ricambio per fare la doccia alla fine del percorso.

L’E- Bike è una bicicletta elettrica a pedalata assistita  dotata di un cambio meccanico che permette di regolare la velocità e lo sforzo della pedalata stessa.

Abruzzo Adventures dà la possibilità di noleggiare le biciclette e le escursioni possono essere sia guidate che a noleggio. Il percorso si snoda lungo una zona molto panoramica di Palena: c’è una vista meravigliosa che permette di ammirare un panorama stupendo, dalla Majella fino al mare. I partecipanti vanno da un’età di 14 anni a salire.

Sono previste anche altre attività come escursioni trekking, a cavallo che possono essere trovate sul sito di Abruzzo Adventures.

by Redazione
gran sasso

Il Gran Sasso, punto centrale nella geografia dell’immaginario della regione, si trova al confine tra le province di L’Aquila, Teramo e Pescara.

Gigante buono, vicino cattivo, la sua presenza ha da sempre condizionato queste terre, forgiandone il carattere dei suoi abitanti come nessun altro elemento naturale.

“Eccoci qua. Siamo giunti all’ultima puntata del viaggio a Quota Mille, e non potevamo che chiudere nel posto più alto della nostra regione: sua Maestà il Gran Sasso d’Italia!” esordisce lo scrittore Peppe Millanta giunto sul Gran Sasso con le telecamere Rai di Sem Cipriani per l’ultima puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti, Quota Mille.

Con i suoi 2.912 metri d’altezza è il massiccio più alto degli appennini. Gli antichi romani lo chiamavano Monte Ombelico, per la sua posizione proprio al centro della penisola italiana. L’attuale denominazione di Gran Sasso risalirebbe invece al Rinascimento, anche se nei paesi intorno viene ancora utilizzato il nome medievale di Monte Corno.

“Il suo profilo –spiega Millanta– ha da sempre affascinato gli abruzzesi, soprattutto al tramonto, lasciando nascere numerose leggende: le sommità delle montagne sono infatti da sempre associate al divino, per la loro vicinanza con il cielo e le stelle. Già, ma quanto è alta questa montagna che sembra non finire mai? La domanda rimase senza risposta per secoli, fino a quando alla fine del ‘700, un giovane di Teramo decise di arrischiarsi per tentare l’impresa: il suo nome era Orazio Delfico”.

Delfico partì insieme a pochi altri uomini, armato di un barometro. Nel suo resoconto definisce la montagna “opera di Giganti”, e racconta di come il suo sguardo, arrivato in cima, non avesse mai visto prima tutto quello spazio libero davanti a sé.

Sbagliò la misurazione di pochissimi metri, cosa incredibile a pensare alla strumentazione dell’epoca, e a lungo la sua fu considerata la prima ascensione sul Gran Sasso. Agli inizi del ‘900 però, spuntò fuori la cronaca dell’esploratore Francesco De Marchi, che riportava una data incredibile: il 19 agosto del 1573.

“La vita del De Marchi – prosegue Millanta – fu piena di avventure strabilianti. Primo a immergersi nel lago di Nemi con un scafandro per cercare le navi di Caligola, inseguito dai corsari a Ponza, naufrago alla foce del Tevere, testimone di una eruzione del Vesuvio. Conobbe l’Abruzzo perché al seguito della corte di Margherita d’Austria. E lì, non appena vide la montagna, lanciò la sua personalissima sfida. Partì da Assergi, e ci racconta le difficoltà incontrate nella salita. Spesso si ritrova infatti in vene di roccia dove è impossibile continuare ‘se non con l’ali’, come ci dice lui. E allora inizia a scalare con le mani e con i piedi su questa pietra pericolosa, tanto da definire l’ascensione ‘cosa horrenda d’andarvi’. Ma alla fine, dopo più di 5 ore, riuscì a raggiungere la vetta. E lì, il De Marchi, si lascia andare”.

“Quand’io fui sopra la sommità, mirando all’intorno, pareva che io fussi in aria, perché tutti gli altissimi monti che vi sono appresso erano molto più bassi di questo”: a quel punto il De Marchi prese un corno e iniziò a suonare per la gioia, e racconta che dal monte vide uscire tantissimi uccelli, come stupiti nel vedere degli esseri umani arrivati fin lassù. Nel suo resoconto lo definì “il più alto e il più horrido di tutti i monti d’Italia”.

C’è però una notazione da fare: ad accompagnarlo c’era tal Francesco Di Domenico. Professione: cacciatore di camosci. Scelto perché in vetta c’era già stato in precedenza, divenendo di fatto lui il primo conquistatore del Gran Sasso documentato.

“Quota Mille finisce qui, ma non finiscono le storie che potete scoprire a queste altezze. Buon proseguimento del viaggio quindi in questo arcipelago di altitudini che aspetta solo voi, per essere esplorato”  conclude Peppe Millanta.

Su https://www.facebook.com/peppemillanta, è possibile trovare tutte le puntate di Quota Mille.

 

by Redazione
castel del monte

Castel del Monte (Aq), 1.346 m.s.l.m., è uno dei Borghi più belli d’Italia; posto all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, è arrampicato sul Monte Bolza si affaccia splendidamente sulla valle del Tirino.

Pochi luoghi come questo sono riusciti a custodire le antiche tradizioni di un mondo ormai scomparso, rendendole volano per il turismo.

La storia di questi luoghi è antichissima: proprio qui infatti fu combattuta nel 324 a.C. la guerra che vide prevalere i romani sui vestini. “A ricordarcelo – spiega lo scrittore abruzzese Peppe Millanta – è il colle chiamato non a caso “della Battaglia”, dove sono presenti ancora i resti dell’antico insediamento italico”: ed è qui che si concentra una nuova puntata di Quota Mille, rubrica a cura di Paolo Pacitti, con le telecamere Rai di Sem Cipriani.

“Successivamente – prosegue Millanta – fu ricostruito un abitato romano, ma quando fu distrutto secoli dopo con l’arrivo dei longobardi gli abitanti si incastellarono: il nuovo abitato fu così chiamato ‘Ricetto’, ovvero ‘Ricettacolo’ di genti fuggiasche, e corrisponde alla parte più arroccata del paese odierno, che contiene al suo interno chiare tracce medievali”.

La ricchezza del borgo è legata alla transumanza, complice la vicinanza con la piana di Campo Imperatore. E a ricordarlo è la chiesa, detta Madonna dei Pastori, che sorge quasi a strapiombo sulla sottostante valle.

I proprietari delle greggi facevano a gara per abbellirla, e di particolare rilevanza è il grandioso altare in legno scolpito, e rivestito in oro, capolavoro dell’arte barocca. Al centro è possibile vedere anche una statua della Vergine, vestita con l’antico costume del paese.

Come riporta Millanta: “Proprio questa statua è al centro di un rito dove riecheggia l’antico mondo transumante: il 2 luglio infatti, nel giorno in cui i pastori tornavano a casa, la statua della Madonna viene portata in processione presso un’altra chiesa, per poi venire riportata qui l’8 settembre, quando i pastori tornavano si preparavano a ripartire”. 

Uno dei problemi principali dei centri fortificati in alta quota è la perenne mancanza di spazio, a Castel del Monte la popolazione ha cercato di rimediare con un sistema caratteristico: gli sporti ossia archi che vanno a formare delle gallerie, scavate nella pietra, che coprono le strette vie del borgo, permettendo così al di sopra di sviluppare due o più piani abitati, guadagnando spazio per le abitazioni.

Il loro fascino arcano ha permesso il fiorire di leggende, come quella delle streghe, tramandataci dal poeta pastore Francesco Giuliani, che racconta come questa fosse una via magica, che permetteva alle donne del paese di scacciare via le streghe che attentavano alla salute dei neonati.

“Ma c’è anche un’altra curiosità che vi voglio raccontare – conclude Millanta – Si tratta della pietra, posta al di fuori della chiesa di San Rocco. Ebbene, sopra di essa venivano conclusi, in una sorta di patto sacrale, gli accordi fatti tra gli abitanti che prevedevano prestiti. Una sorta di pietra dei contratti potremmo dire: quanto veniva prestato, come ad esempio del cibo in anni di magra, andava restituito qui, sotto gli occhi del santo”. 

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by Redazione
campotosto

Campotosto (Aq) 1.420 metri sul livello del mare, è uno dei centri abitati più elevati dell’Appennino: è rinomato per il suo magnifico lago, a cui dà il nome.

È posto all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga e il suo territorio, scarsamente antropizzato, restituisce un ambiente montano quasi del tutto integro.

Il nome sembrerebbe venire dalla lunga disputa per il possesso di questi territori tra l’Aquila e Amatrice. Una lotta senza esclusioni di colpi, che portò anche all’incendio dei campi, da cui campo tostato, e poi Campotosto.

I numerosi eventi sismici che si sono succeduti nel tempo danno oggi al paese uno stile architettonico piuttosto moderno, con poche rimanenze di tracce storiche.

Del passato resta una piccola chiesa dedicata a Santa Maria Apparente: “Leggenda locale racconta che nel 1604 la Madonna apparve a una giovane muta del luogo, intenta a fare i panni nel vicino fiume: voleva che le venisse eretta una chiesa, e ne disegnò la pianta a terra con una nevicata fuori stagione. La ragazza, allora, tornò in paese e miracolosamente fu in grado di raccontare, con la sua voce, l’accaduto”.

Così spiega lo scrittore Peppe Millanta che con le telecamere Rai e Sem Cipriani ha raggiunto il posto per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,  Quota Mille.

Nell’area di Campotosto è ancora presente la poesia a braccio, tipica dei pastori transumanti, che improvvisano usando la difficilissima tecnica dell’ottava rima.

La sua origine risale ai tempi antichi quando i pastori, durante i lunghi viaggi e le lunghe solitudini con le greggi, imparavano a memoria i versi di classici come Dante, Ariosto o Tasso.

Quei libri, veri e propri tesori, una volta finiti venivano lasciati lungo i tratturi, a disposizioni degli altri pastori, in una sorta di bookcrossing pastorale.

Erano costretti a farlo di nascosto perché i padroni delle greggi non vedevano di buon occhio lo studio, che era in qualche modo “sospetto”, portatore di ribellione.

E quei versi, quel ritmo, diventavano la base per inventare nuovi versi, spesso in risposta a un altro poeta in un vero e proprio ‘certamen’.

La tradizione della poesia a braccio qui ancora sopravvive e ogni anno è celebrata in una gara che si svolge a Mascioni che accoglie decine di turisti e curiosi.

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by Redazione
scanno

Scanno (Aq), 1.050 metri sul livello del mare, una delle perle d’Abruzzo, si trova nella meravigliosa Valle del Sagittario. Storia, arte e natura rendono il paese uno dei più apprezzati della Regione abruzzese, e l’omonimo lago le conferisce un tocco magico che ha pochi eguali.

“E’ davvero impossibile descrivere tutte le bellezze di questo posto, famoso per i fotografi che l’hanno immortalato, per gli abiti tradizionali, per l’arte orafa, per il suo centro storico: ogni angolo di Scanno ha infatti una bellezza da mostrare. Ogni vicolo è una meraviglia da scoprire”  esordisce lo scrittore Peppe Millanta che con le telecamere Rai e Sem Cipriani ha raggiunto il posto per la rubrica a cura di Paolo Pacitti, Quota Mille.

“E allora – prosegue Millanta – voglio soffermarmi su un suo scorcio, dove c’è una fontana, chiamata Sarracco, con i suoi due tipici archi. A risaltare subito sono i suoi mascheroni, che nascondono una curiosità: servivano infatti a far capire il ceto sociale delle persone che vi venivano a bere”.

“Sul primo infatti – spiega – è raffigurato il re, e vi bevevano i nobili maschi. Sul secondo c’è una regina, e vi bevevano le nobili donne. Nella terza c’è lo zoccolante, e vi bevevano i lavoratori. Nella quarta, infine, c’è un frate cappuccino, e qui bevevano frati, preti, suore e viandanti. Ma non finisce qui: in basso a sinistra c’è quest’altra cannella, posta più in basso: probabilmente serviva per i bambini. Quindi, quando verrete qui, occhio a dove bevete”.

Scura Maje, una delle canzoni abruzzesi più conosciute, utilizzata anche da Nino Rota in un film della Wertmuller: è il lamento di una vedova e ha origini antichissime. Pochi però sanno che questa canzone si è salvata fino a oggi grazie a un incontro fortuito.

E’ il 5 dicembre del 1952 quando a Scanno arriva un americano spettinato con un’enorme attrezzatura dietro: si chiama Alan Lomax, e di professione va a caccia di canzoni nei posti più remoti del pianeta.

Lomax domanda a tutti da chi possa ascoltare dei canti tradizionali, e la risposta è sempre la stessa: da Giuseppillo, al secolo Giuseppe Gavita, il menestrello di Scanno.

E le indicazioni lo portano dritti ad un’edicola: Giuseppillo infatti alternava al lavoro di giornalaio quella di cantore in matrimoni, battesimi e cerimonie.

Era un personaggio unico, amato da tutti per il suo buonumore e per l’amore per la vita nonostante fosse stata dura con lui: aveva infatti una gamba di legno, che divenne però bersaglio della sua ironia.

In pochissimo viene organizzata l’orchestrina. Lomax piazza i microfoni. Guarda Giuseppillo per vedere se è pronto. Poi preme rec. E lì, inizia la magia.

Giuseppillo inizia a cantare. Dietro di lui una chitarra e un violino. E canta a lungo, come sempre. Lomax è incantato.

Di quell’incontro restano un pugno di canzoni, salvate dalla dimenticanza e divenute oggi preziosa testimonianza, e il sorriso di Giuseppillo, che donò la sua voce a quello strano tipo americano.

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by Redazione
San Pietro della Ienca

San Pietro della Ienca, 1166 m.s.l.m. distante circa 20 chilometri da l’Aquila: si tratta di un piccolo gioiello posto alle pendici del Gran Sasso, ed è uno dei luoghi più suggestivi della regione.

Si trova nella valle del Vasto, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, e vive oggi una seconda vita grazie al turismo religioso.

Non ci sono notizie certe sulla fondazione del borgo, ma secondo alcuni nacque prima dell’anno mille a seguito della distruzione della vicina Forcona ad opera dei Longobardi.

Le telecamere Rai con Sem Cipriani son partite alla volta di questo splendido borgo, per conoscerne la storia e le sue peculiarità, insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,Quota Mille.

“Di certo, fu uno dei villaggi fondatori della città dell’Aquila: e fu proprio l’attrattiva del nuovo insediamento, con le sue possibilità di commercio, a causare a poco a poco lo spopolamento di questo borgo già nel XIV secolo – spiega Millanta – Il paese oggi si compone di pochissime abitazioni in pietra, un tempo antiche dimore di pastori che venivano qui per la transumanza verticale. Ma a colpire subito l’occhio è una bellissima chiesetta, oggi Santuario di Giovanni Paolo II”.

Il Papa infatti scoprì questo luogo per caso: era solito andare a sciare a Campo Imperatore quando a causa della eccessiva neve rimase bloccato da una bufera che lo costrinse a fermarsi qui, dove tornò spesso anche in seguito rapito dagli scenari, per immergersi in preghiera.

Fu proprio lui che incentivò il recupero del posto, e oggi la chiesa ospita una sua reliquia a simbolo della sua presenza in questo luogo, ed è diventata meta di pellegrinaggio.

E poco lontano da San Pietro, nella frazione di Assergi, c’è Grotta a Male, un tempo Amare, nel senso di impervia, che nasconde un primato inaspettato: è considerata la prima cavità esplorata in senso speleologico in Italia.

Francesco De Marchi, per primo esplorò la Grotta il 20 agosto del 1573, mentre rimaneva affascinato dai disegni scolpiti dall’acqua sulla roccia.

E in effetti lo stupore è tanto mentre si attraversano i vari ambienti, tra cui la Sala dell’Organo, chiamata così per il suono prodotto dall’acqua, e la Sala della Croce, per una croce incisa proprio dal De Marchi durante la sua esplorazione.

“In seguito – spiega lo scrittore – la Grotta è stata studiata in maniera approfondita, e oggi sappiamo che era in età preistorica un luogo di culto e di sepoltura, oltre che di lavorazione dei metalli: all’interno infatti sono stati trovati i resti di una fornace. Quella del De Marchi fu un’impresa davvero eccezionale se pensiamo alle attrezzature del tempo, e alla sua età: andava infatti per i 70 anni. Oggi, con la giusta attrezzatura e l’aiuto di professionisti, è possibile ripercorrere i suoi passi grazie a un percorso tracciato e un sistema di illuminazione”.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a San Pietro della Ienca.

by Redazione