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Category Archives: Economia

confcooperative abruzzo

Già prima dell’emergenza Coronavirus, più di un terzo della popolazione abruzzese viveva in una situazione di fragilità economica: ora questa fascia rischia di ampliarsi in maniera preoccupante, mettendo a rischio la tenuta sociale dell’Abruzzo.

È l’allarme lanciato da Massimiliano Monetti (nella foto), presidente di Confcooperative Abruzzo, che snocciola i dati di un’analisi del reddito Irpef degli abruzzesi nel 2017, realizzata dal Centro Studi dell’Agenzia per l’Abitare, il consorzio di Confcooperative Abruzzo che si occupa di dinamiche urbane, social housing, servizi all’abitazione e via dicendo.

Se il reddito medio in regione si attesta a 18.703 euro, già più basso di quello nazionale pari a 20.940 euro, il 63,05 per cento dei contribuenti si attesta sotto questa soglia: un dato che già da solo parla di un potere di acquisto e di spesa ridotto per oltre la metà degli abruzzesi.

All’interno di questa maggioranza, l’1,10% (pari a 9.789 contribuenti) vive in totale emergenza, con un reddito pari a zero, e il 34,61%, equivalente a 309.363 contribuenti, oltre un terzo del totale, in una situazione di fragilità economica, con redditi che vanno da 0 a 10mila euro annui, per un massimo di 833 euro al mese.

A seguire, il 12,01% (137.054 contribuenti) vive con redditi tra i 10 mila e i 15mila euro (max 1.250 euro al mese) e 15,34 % (107.305 contribuenti) con redditi tra i 15mila e i 18mila euro, per un massimo di 1.500 euro al mese.

Commenta Monetti:

Già il quadro di partenza non è rassicurante.

Con la crisi economica che si preannuncia particolarmente dura, moltissime persone perderanno il lavoro e quindi la fascia di popolazione fragile, che oggi vive con meno di 800 euro al mese, aumenterà significativamente, con quel che ne consegue in termini di capacità di spesa e di accesso a servizi essenziali come la salute e l’assistenza.

In tanti si preoccupano giustamente per la ripresa economica, ma al tempo stesso dobbiamo essere pronti a fronteggiare un’emergenza sociale.

Confcooperative Abruzzo dunque lancia l’allarme:

Oggi più che mai è indispensabile strutturare un sistema di welfare integrato di territorio, che sul territorio sappia farsi capace di sostenere queste fragilità.

Il mondo della cooperazione ancora una volta è pronto a fare la sua parte, nella certezza che lo Stato da solo non può farcela ad affrontare questa situazione mentre il privato, attento solo alla redditività, non può garantire servizi a una fascia di popolazione che non può più permetterseli.

Si agisca subito, prima che la crisi da economica si trasformi in vera e propria emergenza sociale.

by Redazione
cna alimentare

Rabbia, delusione, timori per il futuro delle proprie attività.

E’ l’amaro menu – è il caso di dirlo –  che compone ogni giorno il pasto di migliaia di operatori abruzzesi legati a vario modo alla filiera produttiva del cibo: aziende di produzione, bar, ristoranti, pizzerie, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie. Ma pure banchetti e catering, settori tutt’altro che di nicchia, che lo stop alle cerimonie religiose e civili (battesimi, prime comunioni, matrimoni) sta letteralmente radendo al suolo.

La sveglia di un malcontento generalizzato è suonata alla lettura del testo del Dpcm del 26 aprile scorso, che nulla dice sulle tanto richieste aperture: che stando invece alle parole del Premier slitteranno a giugno.

Che  in ballo ci sia il destino di tanti, lo conferma la forza dei numeri, il cui linguaggio è universale: in Abruzzo ci sono circa 11mila aziende, stando ai dati di Movimprese.

Così, mentre a condire il tutto si profila pure uno scontro di carattere istituzionale – con la Regione che promette di anticipare “motu proprio” la riapertura – le preoccupazioni che vivono le imprese della ristorazione, che si dicono perfettamente informate della problematica della sicurezza, sono quelle di ristabilire innanzi tutto un clima di fiducia.

Capire cosa voglia dire realmente il rispetto delle distanze di sicurezza, perché almeno un metro potrebbe imporre a ristoranti, bar, pizzerie forse un dimezzamento delle sedute e degli ingressi, con gravi conseguenze per l’occupazione.

Senza contare che, senza riaperture, finiranno nel cassonetto dell’immondizia quantità industriali di prodotti e scorte di magazzino scaduti.

“Serve un piano di ripresa con regole certe: la stagione estiva è alle porte: gelaterie e pasticcerie hanno bisogno non solo di riaprire a pieno regime ma soprattutto di sapere come riaprire. L’aspetto dell’igiene è determinante sia dalla parte degli imprenditori sia da quella dei clienti. Ma indebitarsi senza regole certe non vale la pena: è necessario eliminare tutti i lacci e lacciuoli della burocrazia da qui ai prossimi sei mesi, ed è per questo che CNA Alimentare chiede a tutti i 305 comuni abruzzesi di concedere l’occupazione del suolo pubblico all’aperto gratis e a quelli impossibilitati di sostenere un possibile trasferimento di locazione con l’aiuto del credito di imposta” dice Antonella Antenucci,  titolare a Cupello di un’azienda che produce confetture e marmellate “Colline di Evagrio”, presidente regionale di CNA Alimentare.

Antonella Antenucci
Antonella Antenucci

Sulla condizione di stremo del settore insiste Giulia Mistichelli (nella foto), presidente a Pescara di Cna Giovani Imprenditori, titolare di Santa Ignoranza:

Senza aiuti concreti da parte del governo sarà difficile per molti ripartire e poter continuare a garantire un lavoro ai propri collaboratori.

I ristoratori hanno bisogno informazioni e tempistiche chiare per poter capire come riprogrammare la propria attività.

Un ristorante o un locale, poi, non vendono solo del cibo o bevande, ma anche atmosfera: molti di noi si stanno attrezzando con asporto per cercare di tamponare le spese che comunque si sono accumulate nei mesi di chiusura, ma vogliamo tornare a fare il nostro lavoro e abbiamo bisogno di sapere le nuove regole del gioco.

A inquadrare i problemi serissimi della filiera di banchetti e catering è Laura Del Vinaccio, che sulle colline di Mosciano Sant’Angelo gestisce “Borgo Spoltino”:

Di questo settore non parla nessuno, eppure muove grandi numeri e soprattutto si collega a una filiera che dà occupazione anche all’indotto con hotel, agriturismi, b&b, escursioni.

Le ombre nel nostro settore si allungano dal presente al futuro, perché sono state cancellate decine di prenotazioni fino a luglio: se non si fanno cerimonie religiose o civili poi non si festeggia.

Tanto per capirsi, per la mia azienda rappresentano  il 90% del fatturato.

Abbiamo provato a lavorare con la consegna a domicilio, ma non funziona: un conto è stare in una realtà urbana, altra cosa in campagna.

Laura Del Vinaccio
Laura Del Vinaccio

Proprio sui legami tra tavola, turismo e sulle possibilità di movimento delle persone, pone l’accento Gino Di Masso, titolare nella splendida Scanno, oltre che di una pasticceria e di un caffè, dell’azienda produttrice del Pan dell’Orso:

Il problema è legato soprattutto al post riapertura: ora scontiamo la caduta dei ricavi dovuti all’assenza di clienti.

Certo, siamo consapevoli del periodo eccezionale e siamo disponibili a stringere i denti, ma è necessario un piano sul dopo, perché il legame  tra settore alimentare, prodotti tipici e turismo è indissolubile.

Gino Di Masso e collaboratori
Gino Di Masso e collaboratori
by Redazione
sindacati

Sono 64.175 le domande di cassa integrazione in deroga che 17 regioni italiane hanno “processato” e inviato all’Inps. Di queste 22.936 sono state già autorizzate dall’Istituto di previdenza e 2.038 risultano già pagate a favore di 4.149 beneficiari.

Peccato che in Abruzzo le domande esaminate dalla Regione, e inviate all’Inps, sono solo 113 a fronte di 10.300 istanze presentate dalle aziende, che riguardano una platea di circa 27mila lavoratori.

A testimoniarlo è l’Inps, attraverso un report che tiene conto della rilevazione riferita alle domande “lavorate” fino a martedì 22 aprile.

Un dato che lascia stupefatti, affermano i segretari regionali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, rispettivamente Carmine Ranieri, Leo Malandra, Michele Lombardo, Gianna De Amicis, e delle segreterie del pubblico impiego, che smentisce le dichiarazioni ufficiali dell’assessore regionale alle Politiche del lavoro, Piero Fioretti, secondo il quale “la Regione Abruzzo è perfettamente in linea con le altre regioni italiane nella gestione delle istanze per l’erogazione della Cassa integrazione in deroga”.

Il report dell’Inps tiene conto delle domande presentate in 17 regioni italiane.

In testa c’è il Lazio, con 29.684 domande già processate; seguono la Campania (8.999), le Marche (6.362), il Veneto (3.459), l’Emilia Romagna (3.449), la Liguria (2.865), la Toscana (2.565), la Puglia (1.691), la Calabria (1.344), l’Umbria (937), il Piemonte (704), la Basilicata (577), la Lombardia (507), la Valle d’Aosta (453), il Friuli Venezia Giulia (379).

L’Abruzzo, con le sue 113 domande “processate” e inviate all’Inps, è penultima in graduatoria, prima del Molise (87).

I segretari di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, ribadiscono che “a essere chiamati in causa per i ritardi non sono certo i dipendenti della Regione che stanno gestendo le pratiche, ma la mancanza di programmazione da parte dell’assessorato. Dal 23 febbraio la Regione era a conoscenza del fatto che si stava preannunciando l’emergenza lavoro più drammatica degli ultimi decenni, ma l’assessore non si è premurato di organizzare gli uffici per farvi fronte. Si ricorda che il decreto che istituisce la cassa integrazione in deroga per le Regioni risale al 17 marzo 2020. È piuttosto singolare che l’assessore si sia ricordato di potenziare il gruppo di lavoro addetto alla gestione delle pratiche della cassa integrazione in deroga, portandolo a 30 dipendenti, solo il 22 aprile”. 

L’assessore Fioretti, in un’altra nota ufficiale, proseguono i rappresentanti sindacali, “ha assicurato che entro fine mese la Regione smaltirà tutte le domande regolari per la cassa integrazione in deroga, ma considerati i numeri attuali ci sembra un obiettivo assai ambizioso da raggiungere. D’altronde l’assessore Fioretti ha pensato di convocare il Cicas (Comitato di intervento per le crisi aziendali), solo due volte, mentre le altre regioni hanno avuto un confronto serrato con le forze sociali. Infine si ricorda che il presidente della Regione, Marco Marsilio ha attivato una cabina di regia che avrebbe dovuto prevedere un rapporto costante tra le parti sociali e i singoli assessori. L’assessore Fioretti”, concludono i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle segreterie del pubblico impiego, “al contrario, non ha mai convocato le parti sociali, e alle sollecitazioni che gli sono state rivolte ha sempre risposto che era tutto in regola e che non c’era nulla di cui preoccuparsi”. 

 

by francesca
tirocinanti

C’è una platea di circa 10mila abruzzesi che nell’emergenza Covid-19 è finita nel dimenticatoio: i tirocinanti, esclusi da ogni forma di sostegno pubblico al reddito previsto invece per altre categorie sociali, come imprese, lavoratori o famiglie.

Un problema che al momento della ripresa delle attività potrebbe penalizzare il mondo delle imprese, che utilizzano ormai esclusivamente questo percorso per scegliere i propri futuri dipendenti.

A sollevare il caso è il sistema delle Agenzie per il lavoro della Cna Abruzzo, che ricordano come le imprese che ospitano tirocinanti stiano patendo un’altra penalizzazione: i mancati rimborsi, dovuti dalla Regione, alle aziende che hanno utilizzato uno dei bandi più gettonati, “Garanzia lavoro”, voluto dall’Unione europea per favorire l’assunzione di disoccupati.

Una misura per la quale sono previste risorse ingenti, per cui sono stati attivati moltissimi percorsi formativi,  per cui le aziende hanno anticipato fondi e inviato da mesi la documentazione richiesta, ma che nonostante ciò la Regione Abruzzo non ha ancora provveduto a liquidare.

La proposta delle Apl della Cna, per aiutare le imprese interessate, e i tirocinanti con loro, si sintetizza in quattro punti: prevedere anche per i tirocinanti forme minime di ammortizzatori sociali, come previsto da altre Regioni; dare un contributo alle aziende che li utilizzano, da impiegare per la messa in sicurezza dei luoghi di lavoro alla ripresa delle attività; fissare un bonus per il tutoraggio aziendale, visto e considerato che alla ripresa delle attività il percorso di formazione dovrà in pratica ricominciare da capo; valutare la possibilità di estendere la platea dei partecipanti anche ai professionisti abilitati. “Attualmente – spiega il responsabile della struttura di Pescara, Massimo Renzetti (nella foto)– in Abruzzo i tirocini sono stati sospesi a partire dall’11 marzo scorso fino al 3 maggio prossimo, e comunque fino alla definitiva sospensione delle misure emergenziali e restrittive adottate dal Governo. Allo stato attuale nessun tirocinante percepisce alcuna indennità, se non quella di marzo 2020 per i primi 11 giorni lavorati, riproporzionata rispetto ai 600 euro standard di indennità”.

Savino Saraceni
Savino Saraceni

Eppure, quella dei tirocinanti è una partita che al mondo delle imprese interessa, eccome. A ricordarlo è il presidente regionale della confederazione artigiana, Savino Saraceni:

Si tratta di una platea vasta e variegata, che dal 2012 ad oggi è cresciuta in modo esponenziale, ed è composta tanto da lavoratori in cerca di ricollocazione nel sistema produttivo che da giovani, spesso forniti di elevatissimi titoli di studio.

L’Anpal, Agenzia nazionale per il lavoro ha calcolato che in Italia nel triennio 2014-2017 il numero di tirocini attivati sia stato di 1.263.000: dunque, una partita importante per il nostro mondo, dove in assenza di misure specifiche si corre il rischio che alla ripresa siano tante la aziende a interrompere i tirocini con una semplice comunicazione.

Ai problemi delle persone rischiano di sommarsi anche quelli alle strutture che hanno favorito l’incrocio tra imprese e tirocinanti: “L’interruzione di quelli finanziati da fondi europei – mette in guardia Silvio Calice della Apl di Chieti – può causare problemi alle Agenzie che li hanno attivati”.

by Redazione
cna federmoda

Riaprire al più presto anche in Abruzzo la filiera produttiva della moda. E’ la richiesta pressante che arriva dal mondo delle imprese abruzzesi del settore, cui ha dato voce una dura presa di posizione nazionale di CNA Federmoda.

In Abruzzo questo comparto, oltre all’eccellenza mondiale rappresentata dal marchio Brioni di Penne, a Pescara vanta un importante strumento di formazione con un Istituto Tecnico Superiore dedicato. Ma la storica roccaforte, rappresentata da decine e decine di piccole e vivacissime imprese ha mente, cuore e braccia nell’area teramana, territorio leader in cui arruola ben 1.840 imprese registrate, 1.535 delle quali  attive, per 8.400 addetti.

Carla Ripani, presidente regionale di CNA Federmoda è titolare di una prestigiosa azienda di pelletteria con sede a Tortoreto, ma vanta punti vendita perfino a Dubai. Ecco come sintetizza i problemi del settore:  “Siamo al punto limite, come date, per lavorare sulle nostre prossime collezioni. Se non ci sarà offerta la possibilità di riaprire subito, un mare di opportunità andrà perduto. Resteranno invece in piedi i pagamenti: i nostri fornitori li esigono subito, mentre al contrario quelli che noi forniamo chiedono dilazioni, e sinceramente è difficile non accogliere le loro richieste. Insomma, paghiamo adesso, incassiamo a Natale se tutto va bene. Il paradosso – dice ancora Carla Ripani   25 dipendenti diretti, senza contare la cinquantina di addetti che lavorano nell’indotto – è che lei, come altri, sarebbe nella condizione di riprendere subito l’attività”.

Carla Ripani
Carla Ripani

Anche e soprattutto sotto il profilo della sicurezza: “Ho un capannone di 3.200 metri quadrati, e dunque la superficie media per ciascuno dei miei dipendenti è di 120 metri quadrati. Quanto basta, direi, per produrre in condizioni di assoluta sicurezza sanitaria”.

Giovanni Di Michele (nella foto), presidente dell’Its Moda pescarese aggiunge altre considerazioni: “Le lezioni con i nostri allievi proseguono nella modalità online, e questo permetterà all’attività didattica di proseguire per fortuna regolarmente”.

Poi, da imprenditore con una avviata azienda di pelletteria a Mosciano Sant’Angelo, aggiunge:

Nel nostro territorio ha preso corpo un importate consorzio di eccellenze artigiane, Atea, che punta con forza le sue carte su e-commerce ed export.

Un distretto che mette assieme qualcosa come 55 aziende del comparto della moda, dal tessile-abbigliamento alla pelletteria.

Dobbiamo fare i conti con una situazione difficilissima, con problemi tanto delle imprese che producono in proprio, quanto dei “contoterzisti” che invece lavorano per le grandi firme.

Le prime hanno in pratica buttato già a mare la stagione primavera-estate 2020, ma adesso – se non si riapre subito – si corre il rischio di far saltare anche quella invernale 2020-2021.

E questo non ce lo possiamo permettere. E le imprese che lavorano invece per i grandi marchi, “in conto terzi” sono già state messe di fronte a un calo della produzione del 30-40%.

I segnali che arrivano dal mercato cinese, dopo la riapertura, sono confortanti, ci segnalano una ripresa degli ordini consistente: l’importante è non lasciarsi sfuggire questa opportunità, che solo riaprendo al più presto saremo in grado di cogliere.

by francesca
QuartiereMio

Valorizzare il negozio di vicinato, contro lo svuotamento dei centri storici e a favore di un’esperienza d’acquisto più consapevole: lontana dagli assembramenti dei supermercati e a sostegno delle piccole realtà che con tanta fatica ci stanno garantendo il loro servizio anche in questo momento di emergenza.

Questi gli obiettivi dell’iniziativa QuartiereMio, idea di SwizzyLab, società in house di Artigiancassa, a cui Confartigianato Chieti L’Aquila ha deciso di aderire.

L’associazione, infatti, convinta che proprio sulle piccole realtà si basi il tessuto sociale italiano, è da sempre vicina alle attività commerciali del territorio.

QuartiereMio consiste in una piattaforma online che raccoglie gli esercizi commerciali di vicinato con consegna a domicilio.

Al momento le caratteristiche principali della piattaforma sono:

  • una lista delle realtà di vicinato a cui rivolgersi per trovare qualità, servizio e disponibilità;
  • una mappa con possibilità di filtrare per categoria merceologica, servizi offerti, prezzi e tags;
  • possibilità di creare una lista di attività preferite e condividerle con i propri contatti;
  • possibilità di votare e commentare il servizio offerto dall’impresa; u
  • na vetrina per l’impresa con possibilità di informare i clienti attraverso orari di apertura, contatti, descrizione dell’attività, immagini, listino prezzi, modulo prenotazione;
  • un pannello di controllo per l’impresa in cui ricevere messaggi e visualizzare le statistiche sulla sua vetrina personale.

Si tratta di un innovativo sistema win win nato con l’intento di creare una rete di aiuti e servizi per imprese e cittadini.

Una dimostrazione di come la tecnologia possa creare rete facendo incrociare domanda e offerta anche su scala locale.

Le imprese interessate all’iniziativa possono contattare Confartigianato Chieti L’Aquila ai numeri telefonici 0871.330270 e 349.8871505 (rif. Francesco Cicchini) o scrivendo a categorie@confartigianato.ch.it.

I cittadini interessati a ricevere comodamente la spesa a domicilio, invece, possono collegarsi al sito web www.confartigianato.ch.it/quartieremio/.

“Gli artigiani, le piccole imprese e le piccole attività commerciali dei centri urbani – commentano il presidente ed il direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, Francesco Angelozzi e Daniele Giangiulli – in queste settimane di emergenza stanno dimostrando tutta la loro forza e stanno tenendo duro. E’ proprio su queste attività che si fonda il tessuto sociale italiano, dell’Abruzzo e di territori come quelli delle province di Chieti e L’Aquila. Acquistare nei negozi di vicinato consente di contrastare la diffusione del virus, evitando gli assembramenti, e di sostenere l’economia locale, la cui tenuta è a serio rischio. Agli artigiani e ai titolari di piccole attività consigliamo di sfruttare tutte le opportunità derivanti dalle nuove tecnologie. Ai cittadini – concludono – soprattutto in vista della Pasqua, rivolgiamo un invito: acquistate locale, acquistate nei piccoli negozi”.

by Redazione
cassa integrazione

“Sarà impossibile per migliaia di lavoratori della provincia di Chieti ricevere, nei tempi annunciati dal governo gli importi maturati per la cassa integrazione e per gli altri ammortizzatori sociali”, è quanto dichiarato dal Consiglio Provinciale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dall’ANCL (Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro) Unione provinciale di Chieti, rispettivamente rappresentati da Maria Teresa Maimone e Nicola De Laurentis.

“Le attuali modalità di accesso a tali strumenti, infatti, risultano essere intrise di una burocrazia tale da non permettere tecnicamente di arrivare entro il 15 aprile alla liquidazione delle somme da erogare – si spiega nella nota – La situazione sarebbe stata diversa se le istituzioni avessero raccolto le proposte di semplificazione formulate dal nostro Consiglio Nazionale, come ad esempio il ricorso ad un ammortizzatore sociale unico. Occorre segnalare, inoltre, il tema della capienza dei fondi stanziati: non si è a conoscenza, infatti, se questi ultimi saranno sufficienti a coprire tutte le richieste provenienti dalle imprese. A complicare una situazione già critica, vi è inoltre l’impossibilità in Abruzzo di poter presentare richieste di cassa integrazione in deroga dato che, pur essendo stato approvato l’accordo quadro regionale, ad oggi non è stata ancora resa nota la procedura informatica mediante la quale poter presentare le richieste”.

by Redazione
credito

Sportelli bancari chiusi a doppia mandata per le piccole imprese e gli artigiani abruzzesi.

L’ennesima conferma di quanto il credito sia diventato ormai un miraggio per alcune categorie produttive della nostra regione arriva da uno studio realizzato, per conto della Cna Abruzzo, da Aldo Ronci.

A settembre, dice infatti la ricerca realizzata su dati di Bankitalia, il credito alle micro imprese ha subìto, rispetto ai 12 mesi precedenti, una contrazione davvero pesantissima: ben 73 milioni in meno.

Una diminuzione in aperta controtendenza, illustra il curatore dell’indagine, “sia rispetto alle imprese medio-grandi, per cui è cresciuto di 85 milioni, ma sia soprattutto per le “famiglie consumatrici”, accreditate di 215 milioni di incremento”.

In valore percentuale, le differenze si notano in maniera ancora più netta, se possibile.

Così, se il credito al mondo delle micro imprese in Abruzzo è diminuito del 2,7%, contro il 2,3% nazionale, quello erogato alle imprese medio-grandi risulta addirittura di segno opposto: l’aumento registrato in Abruzzo (un punto percentuale in più) risulta infatti in netta controtendenza rispetto alla media nazionale (-0,7%).

Complessivamente, dunque, a fine settembre del 2019 il barometro del credito ha segnato in Abruzzo una consistenza (ovvero il valore complessivo del totale degli impieghi effettuati dal sistema bancario a favore di imprese e famiglie, ndr) di 20 miliardi e 727 milioni di euro, registrando, sui 12 mesi precedenti, al netto delle cessioni delle sofferenze, un incremento di 227 milioni.

Quanto ai depositi e al risparmio postale, infine, lo stesso periodo registra, rispetto al 2018, un aumento di 394 milioni di euro: 27 miliardi e 121 milioni, contro 26 miliardi e 727 milioni.

“La differenza macroscopica tra raccolta del risparmio e impieghi – esordisce il presidente regionale di Cna, Savino Saraceni – fotografa fedelmente l’andamento di una terra che destina altrove una parte consistente dei suoi risparmi, in un momento in cui al contrario l’economia regionale, e soprattutto le imprese di minori dimensioni, avrebbero assoluto bisogno di liquidità”.  

“Lo studio dimostra inoltre, come abbiamo più volte denunciato – aggiunge – che le regole che governano il mondo bancario, dominato dagli algoritmi, impatti in modo negativo sul sistema delle piccole imprese, anello debole della catena. Sono loro a pagare in termini di minor concessione di credito i danni prodotti alle banche dall’ammontare enorme di sofferenze prodotte dalla grande clientela più strutturata”.

“Così – conclude Saraceni – diventa impossibile non contare sul sostegno pubblico della Regione nell’accesso al credito, tramite il sistema dei confidi. E in questo contesto diventa impossibile non parlare della difficile situazione che sta vivendo un grande gruppo, come la Banca Popolare di Bari, che in Abruzzo ha acquisito due Casse di Risparmio, con 800 dipendenti, oltre 100 sportelli e impieghi miliardari: gli esiti di questa vicenda, in termini di contrazione nell’erogazione del credito, saranno ancor più visibili a breve tempo. Riteniamo giusta dunque l’alleanza tra istituzioni, imprese e sindacati per salvaguardare un patrimonio costruito dagli abruzzesi in decenni di lavoro”.

by Redazione
impresa cooperativa

Che cos’è un’impresa cooperativa? Come nasce e come si sviluppa? Come si gestisce? Come si valuta? E come si comunica?

A questa e ad altre domande risponderanno gli studenti delle quarte e quinte dell’Istituto tecnico e professionale agrario “Arrigo Serpieri” di Avezzano, Pratola Peligna e Castel di Sangro che ha scelto di aderire al progetto Impresa Cooperativa Simulata, promosso a livello nazionale da Confcooperative nell’ambito delle iniziative Work in Class, e a livello regionale da Fedagripesca di Confcooperative Abruzzo.

In particolare, l’iniziativa troverà sviluppo anche nel piano dell’offerta formativa del nuovo indirizzo di studi “Gestione delle acque e risanamento ambientale”, e rientra tra le attività di alternanza scuola lavoro.

Spiega Angela Colangelo, coordinatore regionale di Fedagripesca di Confcooperative Abruzzo:

Impresa Cooperativa Simulata nasce per diffondere e promuovere i principi e valori cooperativi e fornire risposte al tema della disoccupazione giovanile.

L’attività formativa, della durata di cinque mesi, servirà a simulare all’interno della scuola l’ideazione, creazione e gestione di una impresa cooperativa e delle sue attività, e si svilupperà grazie al supporto di un tutor di Confcooperative che accompagnerà il gruppo-classe nel mettere a fuoco e ricreare ogni fase di un’impresa vera.

Siamo lieti di realizzare questo progetto in una scuola prestigiosa e dinamica come il Serpieri di Avezzano, attento ad un mondo, quello della cooperazione, che rappresenta un’importante esperienza imprenditoriale anche in Abruzzo.

Agrario Serpieri
Agrario Serpieri

Aggiungono la dirigente scolastica Cristina Di Sabatino, la vice preside Marina Desiderio e la professoressa Fausta Pezzi:

La nostra scuola ha aderito con molto entusiasmo a questa proposta che coniuga la scoperta dell’aspetto imprenditoriale cooperativo nell’ambito agrario con il concetto di sostenibilità, quanto mai attuale.

Impresa Cooperativa Simulata si svolgerà sia ad Avezzano sia nella sede di Pratola Peligna, e sarà un’importante esperienza di introduzione all’autoimprenditorialità, una competenza cui un istituto tecnico e professionale come il nostro presta molta attenzione, anche a partire dalle indicazioni ministeriali.

Poter scoprire più da vicino l’impresa cooperativa con i suoi valori e i suoi punti di forza  rappresenta una grande opportunità per inserire ancora di più i nostri ragazzi nel tessuto produttivo del territorio ricompreso nel triangolo Avezzano-Pratola Peligna-Castel di Sangro, dove sono presenti le tre sedi del nostro istituto, protagonista del settore agroalimentare abruzzese.

by Redazione
saldi invernali

Sul finire delle feste, la Befana anticipa i suoi doni regalando agli abruzzesi e agli italiani l’inizio dei saldi invernali.

Il periodo per il 2020 è stato fissato dal 4 gennaio al 3 marzo; circa due mesi in cui sarà possibile acquistare la merce a prezzi scontati facendo ottimi affari in diversi settori merceologici.

Come ricorda la legge e la Confcommercio: “Le merci in vendita sono esposte con l’indicazione distinta: del prezzo praticato prima della vendita promozionale; del nuovo prezzo; dello sconto praticato e del ribasso effettuato, espresso sia numericamente che in percentuale”.