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convegno sul tartufo

Il 3 agosto alle ore 18 presso la sede in Penne (ex palazzo tribunale) si terrà un primo convegno sul tartufo dell’area Vestina, dal titolo L’eccellenza del tartufo nell’area Vestina.

La Regione Abruzzo è la prima d’Italia in fatto di produzione di tartufo, in particolare il territorio dell’area Vestina è predisposto alla sua crescita.

I tartufi sono il corpo fruttifero di funghi che nascono e vivono sotto terra, per questo sono funghi ipogei, appartengono alla famiglia delle Tuberaceae, classe degli Ascomiceti.

Appartengono alla famiglia delle tuberacee, al genere tuber, classe degli ascomiceti.

Sono composti da una parete esterna detta peridio, che può essere a volte liscia ed a volte rugosa a seconda della specie e del terreno nel quale cresce, e da una massa interna carnosa il cui colore varia dal rosa al grigio, al bianco, al marrone e può essere percorsa da venature.

Il tartufo è un alimento estremamente pregiato e ricercato, molto costoso.

Il tipico profumo penetrante e persistente si sviluppa solo a maturazione avvenuta e ha lo scopo naturale di “attirare” (nonostante coperti di terra) gli animali selvatici (cinghiale, tasso, ghiro, volpe, talpa, etc.), per spargere le spore contenute e perpetuare la specie.

Crescono spontaneamente nel terreno sulle radici di alcuni alberi e piante arboree, in particolare querce, lecci, rovere, carpino, nocciolo, tiglio e pino e stabiliscono con questi un rapporto simbiotico.

Lo scambio di sostanze tra il tartufo e le piante avviene a livello radicale.convegno sul tartufo

I tartufi, al pari di molti altri noti e diffusi generi di miceti (Boleti, Russale, Lattari, Cortinari, Amanite, ecc.), stabiliscono rapporti nutrizionali con le radici di alcune piante arboree (querce, carpini, noccioli, pioppi, salici, tigli, ecc.).

Il legame che unisce i due organismi è una forma di simbiosi mutualistica, denominata micorriza, ove le ife del fungo, avvolgendo e compenetrando le cellule corticali degli apici delle radici, vanno a costituire le cosiddette micorrize, sede degli scambi nutrizionali: la pianta verde cede al tartufo gli zuccheri da essa prodotti con la fotosintesi e il tartufo cede alla pianta acqua e sali minerali che assorbe dal terreno.

Una nuova tartufaia nell’area Vestina, si ottiene mettendo a dimora e coltivando, in ambienti favorevoli, piante ben micorrizate dal tartufo preferito che deve essere favorito dalle condizioni ambientali.

E’ bene evidenziare che la simbiosi micorrizica è un’unione labile che si conserva nel tempo solo se i due partner si trovano in condizioni ottimali di vita che si realizzano in specifiche condizioni ambientali.

I tartufi che attualmente vengono coltivati con successo e per i quali si dispone di piante micorrizate sono:

  • Tuber melanosporum,
  • Tuber aestivum,
  • Tuber aestivum forma uncinatum,
  • Tuber brumale forma moschatum,
  • Tuber macrosporum, Tuber borchii.

A fine convegno verrà offerta una degustazione del tartufo, messo a disposizione dall’Associazione tartufai vestini, invitando tutti i partecipanti all’assaggio.

12 Luglio 2019