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Tag Archives: turismo abruzzo

civitella del tronto

Un patrimonio culturale abruzzese di grande prestigio come la Fortezza di Civitella del Tronto che merita di tornare al suo antico splendore.

E’ stato questo il focus dell’incontro tra l’assessore al Turismo della Regione Abruzzo Mauro Febbo e il sindaco del borgo teramano Cristina Di Pietro.

Per l’edificio sono stati stanziati 2 milioni di euro nel Piano di investimenti del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (Mibact) e già approvati dal Cipe.

Una struttura imponente visto che è una delle più grandi e importanti opere di ingegneria militare d’Europa caratterizzata da una forma ellittica con un’estensione di 25mila mq ed una lunghezza di oltre 500 metri.

Oggi è completamente visitabile, grazie ad un importante intervento di restauro curato dalla Sovrintendenza de L’Aquila (1975/1985).

La visita si sviluppa attraverso tre camminamenti coperti, le vaste piazze d’armi, le cisterne (una delle quali visitabile), i lunghi camminamenti di ronda, i resti del Palazzo del Governatore, la Chiesa di San Giacomo e le caserme dei soldati.

All’interno della Fortezza è visitabile anche il Museo delle Armi che si sviluppa su quattro sale dove sono conservate armi e mappe antiche, queste ultime connesse alle vicende storiche di Civitella del Tronto.

Tra le armi si segnalano alcuni schioppi a miccia del XV secolo, pistole a pietra focaia, un cannone da campagna napoleonico e dei piccoli cannoni detti “falconetti” da marina.

expo 2020 a dubai

Un’occasione davvero importante per la Regione Abruzzo quella di poter partecipare all’Expo 2020 a Dubai.

Si è parlato di questo in un incontro svoltosi alla Camera di Commercio di Pescara-Chieti con i rappresentanti delle associazioni di categoria, il tessuto imprenditoriale e le Camere di Commercio abruzzesi.

La Regione sarà presente all’interno del Padiglione Italia e l’assessore allo Sviluppo Economico e Turismo Mauro Febbo dichiara in merito:

Una grande occasione di promozione dell’Abruzzo ma soprattutto opportunità di valorizzazione delle eccellenze imprenditoriali della nostra Regione.

Una regione che alle proprie caratteristiche ed eccellenze naturali e di biodiversità può coniugare progetti di sviluppo industriale unici al mondo.

Ricordiamo che l’Expo 2020 è in programma a Dubai dal 20 ottobre 2020 e il 10 aprile 2021 con un flusso stimato di 25 milioni di visitatori.

Il tema previsto per l’Esposizione è Connecting Minds, Creating the Future (Collegare le menti, creare il futuro).

 

Foto: Di Ciano67 – Opera propria, CC BY-SA 4.0

navelli

Quante volte si è sentito dire e parlare delle specialità tipiche dell’Abruzzo? Tante perché tanti i sono i prodotti che caratterizzano la nostra terra: dal parrozzo agli arrosticini, dal bocconotto alla pasta alla chitarra con le pallottine.

A questo si aggiunge un altro elemento di raffinatezza e gusto: le zafferano di Navelli.

Lo zafferano dell’Aquila ha ricevuto il marchio Dop nel 2005. L’”oro rosso” cresce a Navelli sano e purissimo ma, anche se il più prezioso, non è l’unico prodotto che caratterizza il borgo.

zafferano

Un patrimonio gastronomico che però ha origine nel XX secolo la costituzione della prima cooperativa di coltivatori di zafferano su iniziativa di Silvio Sarra di Civitaretenga.

Dal 13 maggio 2005 inoltre esiste il “Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila”. I produttori che possono utilizzare il marchio “Zafferano DOP dell’Aquila” sono iscritti in appositi elenchi gestiti dall’organismo di controllo e l’area di produzione DOP comprende i comuni di:

  • Navelli,
  • Barisciano,
  • Caporciano,
  • Fagnano Alto,
  • Fontecchio,
  • L’Aquila,
  • Molina Aterno,
  • Poggio Picenze,
  • Prata d’Ansidonia,
  • San Demetrio ne’ Vestini,
  • San Pio delle Camere,
  • Tione degli Abruzzi,
  • Villa Sant’Angelo.

La città è inserita tra i borghi più belli d’Italia, si trova in provincia de L’Aquila e rientra nella comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli.

I primi insediamenti italici nella zona di Navelli si fanno risalire ai Vestini intorno al VI secolo a.C., quando nella zona sottostante l’attuale paese si trovava il vicus Incerulae.

L’attuale paese fu fondato dall’unione in epoca medievale (VIII-X secolo) di sei villaggi: Villa del Plano, Villa della Piceggia (o Piaggia) Grande, Villa della Piceggia (o Piaggia) Piccola, Villa di Santa Lucia, Villa del Colle e Villa di Turri.

roccamorice

C’è un paesino in Abruzzo, provincia di Pescara dove, alzando gli occhi, si è sommersi dalla maestosità della montagna: si chiama Roccamorice e si trova all’interno della Comunità montana della Maiella e del Morrone.

Un piccolo borgo, uno di quelli che fa grande l’Italia; uno di quei borghi dove tutti si conoscono, dove la vita sembra ferma a prima dell’arrivo dei cellulari, a quando era a il sole a indicare l’ora.

Da Roccamorice, guardando ai monti c’è un particolare tipico degli ambienti montani abruzzesi: l’eremo di San Bartolomeo in Legio (nella foto).

L’eremo è anteriore all’XI secolo e venne restaurato da Pietro dal Morrone, futuro papa Celestino V, intorno al 1250.

Qui vi si stabilì intorno al 1274 per almeno due anni, al ritorno del suo viaggio a Lione fatto per ottenere dal papa Gregorio X il riconoscimento della sua Congregazione dei celestini.

L’eremo è costituito da una cappella e da due vani scavati nella roccia destinati agli eremiti.

L’accesso può avvenire tramite quattro differenti scale, scavate sempre nella roccia. Quella a nord è composta da 30 gradini mentre quella a sud è più lunga e irregolare.

L’interno della chiesa invece è rettangolare, con una lunghezza di 7,70 m e una larghezza minima di 3 m e massima di 4 m.

L’illuminazione è assicurata da una porta-finestra, mentre una seconda finestra è stata trasformata in una nicchia semicircolare.

La nicchia dell’altare ospita una statua lignea di San Bartolomeo raffigurato con un coltello, poiché subì il martirio dello scorticamento.

La statua del Santo a sua volta, viene portata in processione dai fedeli il 25 agosto dopo essere scesi al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un rituale molto antico, per poi portare l’effigie del santo nella chiesa del paese, dove rimane fino al 9 settembre.

Foto: Di Fernando Blasioli – Opera propria, CC BY-SA 4.0

by mediaplus.adv
santo stefano di sessanio

Un borgo, tra i più belli d’Italia nel cuore delle nostre montagne: Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Una fortezza per una delle famiglie più importanti d’Italia: i de’ Medici dal 1579. Queste terre apparterranno ai Medici fino al 1743.

Un periodo nel quale Santo Stefano raggiunge il massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze per il fiorente commercio della lana “carfagna”, qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.

Punto di forza e cuore pulsante del borgo è la Torre Medicea; torre di avvistamento documentata nel XIV secolo e posta in cima al borgo.

Si presume che esistesse già prima dell’arrivo della famiglia di Alessandro de’ Medici, feudatario che nel 1579 acquistò da Costanza Piccolomini i feudi di Santo Stefano, Calascio e Castelvecchio, che erano compresi sin dal XII secolo nella Baronia di Carapelle.

La torre, prima del crollo, era alta 18 metri, a pianta cilindrica, in pietra concia locale, con delle caditoie e delle finestre per le balestre.

L’intervento dei Medici permise di migliorare il passaggio di ronda con scala a chiocciola, e la sommità, con le caditoie, i beccatelli e la merlatura a ghibellina.

Dopo il crollo causato dal terremoto del 2009, la torre attende di tornare al suo antico splendore sperando che la ricostruzione non vada ancora per le lunghe.

Foto: Di trolvag, CC BY-SA 3.0

by mediaplus.adv
Souvenir d'Abruzzo

Le vacanze agli sgoccioli anzi, per tanti sono già finite da giorni. Per chi può godere di qualche altro giorno di riposo, una delle domande a cui dare risposta è: cosa riporto a casa?

Per chi è stato in Abruzzo, la risposta è: mortadella di Campotosto (nella foto), zafferano di Navelli e Montepulciano d’Abruzzo.

Questi i souvenir che i turisti riportano a casa dalle vacanze abruzzesi secondo Coldiretti; un dato che dimostra quindi come l’enogastronomia della nostra regione, ha un valore importante e acquista sempre più fascino.

Afferma Coldiretti Abruzzo:

L’acquisto di prodotti tipici come ricordo delle vacanze è una tendenza in rapido sviluppo favorita.

In Abruzzo, a fare la parte del leone sono i prodotti tradizionali legati alle specificità territoriali che riescono ad accontentare tutti i gusti e le diverse esigenze.

Il risultato è che il cibo è diventata la voce principale del budget delle famiglie in vacanza con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola.

by francesca
treglio

L’estate sta finendo ma la voglia di trascorrere una domenica fuori porta c’è sempre; l’Abruzzo infatti regala scorci di natura e luoghi per ogni momento.

Come Treglio per esempio, in provincia di Chieti, a pochi chilometri da San Vito (una delle mete turistiche preferite per il suo mare pulito).

Il nome del paese deriva dal personale latino Trellus che risale al XII e XIII secolo. Come molti paesi del circondario fu feudo dell’Abbazia di San Giovanni in Venere.

La parte più antica della città è costituita dal centro cittadino posta sul colle centrale mentre le sue contrade Sacchetti e Paglieroni nate nell’Ottocento e sviluppatesi agli inizi del Novecento sono situate su altri due colli.

Cosa visitare a Treglio? Sicuramente non può mancare un giro all’ex palazzo vescovile in piazza San Giorgio. La facciata ha pianta rettangolare, è suddivisa su due livelli ha una copertura del tetto a quattro falde. Al centro della facciata si erge una torre. Al pian terreno vi sono delle attività commerciali, mentre, al primo piano vi sono degli appartamenti privati.

C’è poi la chiesa di San Rocco su via Roma. L’edificio, di dubbia attribuzione storica pare essere dell’Ottocento. La chiesa inoltre è adibita al culto solo in occasioni speciali, ad esempio la festa di San Rocco, per cui viene portata in processione la statua lignea posta dentro la navata.

Tra gli eventi, da segnalare Borgo Rurale, che si tiene ogni anno a novembre, la Festa del Vino Novello Castagne e Olio Nuovo il cui obiettivo è quello di far conoscere il mondo dei contadini e degli agricoltori a quello turistico, consentendo alle aziende agricole ed artigianali di offrire ai turisti le prelibatezze tipiche della Frentania e di far conoscere questa parte dell’Abruzzo.

Foto: Di Giorgio Pietrocola – Opera propria, CC BY-SA 4.0

by mediaplus.adv
gole del salinello

Una Riserva naturale a tutela dell’habitat delle gole create dal fiume Salinello: sono le Gole del Salinello nella provincia di Teramo all’interno Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

La riserva è stata istituita con la legge regionale n. 84/1990; le gole possono essere definite un enorme canyon scavato dall’acqua del fiume omonimo tra i Monti Gemelli, il Foltrone (1720 m) e il Girella (1814 m).

Area verde dunque dove la Natura la fa da padrona con i mammiferi che vivono all’interno del Parco; camminando per i sentieri infatti è frequente incontrare tracce del passaggio di lupi, cinghiali, volpi e tassi.

Le pareti delle gole offrono l’habitat naturale per la nidificazione di numerose specie di volatili, tra cui l’aquila e corvo reale. Nelle acque del fiume vive la trota iridea.

Una Riserva, quelle delle Gole del Salinello, che al suo interno hanno anche due importante zone attrattive:

Grotta Sant’Angelo o di San Michele Arcangelo

La grotta più nota ed estesa è profonda 30 m e larga 10 m, in alcuni punti raggiunge un’altezza di 30 m. Utilizzata fin dal Paleolitico, è stata oggetto di scavi archeologici che hanno portato alla luce reperti databili fino al 6000 a.C.

Eremo di Santa Maria Scalena ed Eremo di San Francesco alle Scalelle

Di difficile accesso quello di Santa Maria Scalena, sono più facili da raggiungere i resti dell’Eremo di San Francesco alle Scalelle.

by mediaplus.adv
rifugi d'Abruzzo

Pensare di trascorrere qualche giorno ad alta quota mentre a valle l’afa avanza: non è una cattiva idea se si ama il freddo e si soffre il caldo.

Una soluzione che in Abruzzo c’è; la regione che vede il mare dalla montagna offre anche questa possibilità: i rifugi d’Abruzzo sono un’ottima alternativa alle vacanze al mare.

Noi vi raccontiamo in breve la storia di due di essi.

Rifugio Garibaldi

Inaugurato il 16 settembre 1886. Prima costruzione del genere sugli Appennini, ad essa si lega il ricordo del periodo eroico della conquista alpinistica, condotta sistematicamente dalla Sezione Romana del Cai (Club alpino italiano), del massiccio del Gran Sasso.
La costruzione dell’Albergo di Campo Imperatore e della Funivia di Fonte Cerreto nel 1933 segnerà un secondo declino del Rifugio.

Rifugio Coppo dell’Orso

Costruito nel 1927, all’altezza di m.1870, sul gruppo di monti Serra Lunga.

E’ stato costruito in pietra a faccia vista e cemento, da maestranze locali. Essi hanno dormito per mesi su in montagna, fino alla fine della costruzione.

Le pietre sono state raccolte tutto intorno. La rena e l’acqua per l’impasto è stata trasportata dai muli ed asini.

All’interno c’è un soppalco in legno – locale notte – con 10 posti letto.

Il rifugio è messo in modo tale da avere tanti paesaggi per ogni grado di visuale e per 360°.

Tutte le sensazioni del momento sono state raccolte in un libro tenuto all’interno del rifugio, come un giornale di bordo.

by mediaplus.adv
abruzzo in sagra

L’estate è ancora in corso e con lei le sagre e i momenti di convivialità di piazza che caratterizzano la nostra regione.

Da oggi fino al 25 agosto, a Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), si terrà la Sagra degli gnocchi in piazza Europa con stand gastronomici e intrattenimento live tutte le sere.

Non solo cibo ma anche eventi collaterali tanto attese come la pre-finale di Miss Abruzzo (selezione nell’ambito del concorso di Miss Italia), dalla Notte Bianca (24 agosto) e dalla rassegna Comici si nasce.

Sant’Egidio alla Vibrata, uno tra i tanti borghi d’Abruzzo che meritano una visita anche per le tante cose da vedere.

Ad esempio il borgo medievale di Faraone (nella foto). Il borgo fortificato, risalente all’alto medioevo, è in stato di abbandono fin dagli anni Cinquanta del secolo scorso a causa di un evento sismico e per l’accentuarsi del movimento franoso che resero inagibili le dimore del piccolo centro.

Con il Decreto del Presidente della Repubblica, n. 424, del 23 febbraio 1952, si stabilì lo spostamento della popolazione in nuova sede urbana.

Di pregio storico ed artistico sono le mura perimetrali di difesa, la chiesa dedicata a Santa Maria della Misericordia e la porta meridionale di accesso al paese.

Da visitare anche la chiesa di Sant’Egidio Abate. La costruzione risale al XII secolo (prima metà del 1100) ed è in stile romanico a tre navate con abside rotonda; nata come priorato monastico dell’abbazia benedettina di Monte Santo, è stata costruita molto probabilmente integrandola con una primitiva struttura ecclesiastica dell’VIII secolo (pluteo ornato bizantino).

Foto: Di Infinitispazi – Opera propria, CC BY-SA 3.0

by Redazione