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Dopo 25 anni il comune di Pretoro (Chieti), torna con un viaggio organizzato, in America per il 50esimo anniversario dell’Associazione Pretorese di Ottawa di Olimpia Bevilacqua.

Si torna ad abbracciare chi ha deciso di partire c’è una comunità molto nutrita di pretoresi che ricopre quasi un quarto della popolazione attuale dello stesso borgo di Pretoro: “in occasione di questo importante anniversario facciamo questo lungo viaggio che per noi è importante, dove saremo accompagnati anche da cittadini del nostro stesso borgo desiderosi di rivedere, anche in seguito a periodi complicati di cui conosciamo benissimo dinamiche e risvolti, amici e parenti emigrati in Canada” spiega il sindaco di Pretoro Diego Giangiulli che rappresenterà il caratteristico borgo del Parco Nazionale della Maiella insieme ad un’altra figura istituzionale, quella dell’Assessore delegato alla Cultura, Fabrizio Fanciulli.

Per l’occasione sarà consegnata anche la bandiera dei Borghi più belli d’Italia, di cui Pretoro fa parte, alla comunità pretorese ad Ottawa ed inoltre si parlerà “turismo di ritorno”, e dunque per il 2023 le persone emigrate all’Estero avranno delle agevolazioni per risistemare le proprie abitazioni.

Sarà il produttore ed attore abruzzese Federico Perrotta a portare oltre oceano uno spaccato d’Abruzzo tutto da ridere con il suo evergreen Io sono Abruzzo firmato Uao Spettacoli, uno spettacolo che appassiona più generazioni: contattato dall’Associazione Abruzzese con Angelo Filoso, che ha collaborato alla fitta rete di eventi che caratterizzeranno le quasi due settimane di permanenza degli ospiti ad Ottawa (dal 22 giugno al 3 luglio), Perrotta sarà in scena per ben due volte per mostrare chi è davvero ‘l’abruzzese’ ed infatti spiega: “Questo spettacolo nasce da dove nasce l’Abruzzo, da dove sono nato io; il fatto è che quando sei figlio di una regione così variegata e così complicata, particolare ed unica come la nostra, a tal punto da pensare che tutta la regione sia un grande paesello, ti porti dietro una grande emozione, come accade anche per tutti gli amici pretoresi che oggi vivono in Canada”.

Noi non dimentichiamo mai quanti hanno deciso di trasferirsi altrove per realizzarsi – spiega il sindaco Giangiulli – ed anzi sono proprio loro ad avere un legame così forte con la propria terra tanto da renderla nota anche all’Estero. Una partenza infatti non è mai uno strappo anzi arricchisce la terra natìa di tradizioni che non vengono mai perse ma vengono semplicemente trasportate ed il nostro borgo di Pretoro è fiero di mantenere questa continuità che spesso si trasforma in un abbraccio come in questo caso. I legami forti difficilmente si perdono e di questo sono testimoni anche gli amministratori dei comuni vicini a Pretoro “.

 

by Redazione
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Continua la scoperta dei borghi più belli d’Italia in Abruzzo. Con il terzo evento di avvicinamento al 14o Festival Nazionale dei Borghi più belli d’Italia domenica 24 protagonista sarà Pretoro nella provincia di Chieti.

Il Presidente dell’Associazione, Antonio Di Marco insieme al sindaco di Pretoro, Diego Giangiulli e all’assessore Fabrizio Fanciulli, presentano nella conferenza stampa di questa mattina il programma dell’evento “corollario” della manifestazione nazionale del festival.

A raccontare Pretoro come “Ambasciatore” dei Borghi più belli d’Italia sarà il giornalista, autore e conduttore televisivo Osvaldo Bevilacqua, che accompagnerà gli ospiti alla riscoperta dell’antico borgo.

La giornata pretorese inizierà con l’Assemblea dell’Associazione presso la sala conferenze Museo dell’arte “Nicola d’Innocenzo” e proseguirà con la scoperta delle peculiarità del posto, come le opere di Mastro Tonino, l’uomo che parlava col legno. Seguirà una passeggiata per le vie del borgo ed una visita al Museo del Lupo.

Nel pomeriggio si terrà la oresentazione del progetto 2023 Anno del Turismo di Ritorno, alla presenza di Michelangelo Lurgi, presidente di Rete Destinazione Sud, un’iniziativa promossa da “Rete Destinazione Sud” e rivolta ai connazionali residenti all’estero e agli oltre 70 milioni di connazionali di 3ª, 4ª e 5ª generazione che vivono all’estero.

L’idea che muove il progetto è quella di rilanciare l’immagine dell’Italia e di promuovere il Paese attraendo turismo e investimenti, favorendo l’export, gli incontri commerciali e creando collaborazioni stabili con i nostri connazionali.

Molti Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise hanno aderito al progetto che ha in programma oltre 500 eventi che saranno organizzati con la regia nazionale e in collaborazione con le Regioni e i Comuni e spazieranno tra cultura, musica, gastronomia, tour, workshop e tanto altro fino a gennaio 2024.

Seguirà l’illustrazione di Mulini ad acqua della Majella, documento tecnico scientifico del Parco Nazionale della Majella a cura di Edoardo Micati.

Ultima tappa della giornata sarà la visita della Casa/Museo “Il ritrovo dei briganti” con degustazione di birra artigianale “Transumanza” e “Torta del lupo di Pretoro”.

Conosciuto con nomi diversi, come il paese dei lupi e dei “serpari” e “la piccola Matera d’Abruzzo”, Pretoro accoglierà un momento significativo del percorso verso il 14o Festival: la sua storia, narrata attraverso le vicende e i mestieri antichi, getterà un ponte tra passato e presente mai sospeso.

Un legame tra tradizioni, arti e territorio che da sempre rende unico il paese attraverso la produzione di manufatti e opere d’arte, che testimoniano la capacità dell’uomo di adattarsi alla natura e renderla utile alle proprie necessità.

Un legame che il turismo di ritorno potrà valorizzare e divulgare tra le nuove generazioni, attraverso un progetto che offre agli italiani all’estero un ritorno in patria e nei borghi di origine alla scoperta della matrice culturale e storica.

Un’occasione per ritrovare i legami e il senso di appartenenza, nonché il richiamo alle tradizioni ospitali ricettive di tanti borghi antichi nazionali.

 

L’obiettivo dell’Associazione – commenta Antonio Di Marco – è aggiungere un altro tassello al progetto di nuova visibilità e riscoperta della regione Abruzzo, che consentirà ad un pubblico più vasto di entrare a contatto con le nostre tradizioni e la nostra tipica,autentica e genuine accoglienza.

by Redazione
Mastro Tonino

Questa storia proviene dal cuore del Parco Nazionale della Maiella e precisamente dal borgo di Pretoro (Chieti), noto in tutto il mondo poiché è lì che Mastro Tonino, il Geppetto d’Abruzzo, trascorreva le sue giornate in penombra a lavorare il legno nella sua bottega accogliente e piena di ricordi.

Ma ora l’ultimo dei fusari d’Abruzzo si è spento; Mastro Tonino non c’è più, l’artigiano 90enne Antonio Palmerio ha deciso di continuare a lavorare il legno tra gli angeli, e così in un freddo 22 dicembre 2021, a pochi giorni dal Natale, l’Abruzzo piange un uomo minuto ma dal cuore grande, che aveva fatto della sua passione, la sua ragione di vita; tanto era forte Mastro Tonino che un anno fa aveva sconfitto anche il Covid.

Il Geppetto d’Abruzzo, buono e simpatico, con il sorriso stampato sul volto, protagonista del libro di gran successo L’uomo di legno è stato il simbolo delle tradizioni mai perse del suo amato borgo; in questo libro Fabrizio Fanciulli ha voluto raccontare e far conoscere perfino alle nuove generazioni la storia dell’ultimo dei fusari d’Abruzzo, la sua vita, il suo amato lavoro e così come ammette con un fil di voce il vice sindaco di Pretoro: “Mastro Tonino con la sua arte ha aiutato l’economia di questo piccolo borgo anche nel periodo più difficile, è stato il volàno di un’economia turistica dove ha portato tantissima gente nella sua bottega e nel Museo Comunale”.

“Eravamo abituati, nel borgo, a sentire quel ticchettìo che ci accompagnava e scandiva il tempo, ora non ci sarà più e sicuramente la sua assenza lascerà un grande vuoto – prosegue addolorato il vice sindaco di Pretoro, Fanciulli – Il mio compito non è solo quello portare alla luce la maestria di Mastro Tonino: un grande artista disse che ‘si muore due volte, il giorno della morte e quando non si è più nominati’ ed io farò per sempre in modo che Mastro Tonino non muoia per la seconda volta”.

Mastro Tonino in occasione delle presentazioni del suo libro, alle quali spesso prendeva orgogliosamente parte, parlava della sua vita non semplice, e dei suoi trascorsi a volte anche dolorosi; sopravvissuto alla guerra, alla fame, ai patimenti in passato anche per l’artigiano la vita è cambiata durante il 2020 con l’avvento della pandemia.

Parole di dolore anche da parte del sindaco del borgo di Pretoro, Diego Giangiulli“Era un uomo buono, di grande cultura e lavoratore instancabile. A nome della cittadinanza di Pretoro voglio ringraziarlo per la sua generosità e per quello che ha rappresentato. Ai suoi familiari le più sentite condoglianze dall’Amministrazione comunale di Pretoro”.

Ma la storia di Mastro Tonino non finisce qui, c’è la sua firma nel mondo e nel cuore delle persone.

Pretoro

Nonostante le storie a lieto fine siano poche durante questa grave emergenza sanitaria, sono comunque abbastanza per regalare attimi di respiro e cospargere il mondo di semi di speranza.

Questa storia proviene dal cuore del Parco Nazionale della Maiella e precisamente dal borgo di Pretoro (Chieti), ormai noto in tutto il mondo poiché è lì che Mastro Tonino, il Geppetto D’Abruzzo, trascorre le sue giornate in penombra a lavorare il legno nella sua bottega accogliente e piena di ricordi.

L’artigiano Antonio Palmerio è anche il protagonista del libro di Fabrizio Fanciulli, L’uomo di legno che nel valorizzare le tradizioni mai perse del suo amato borgo, ha voluto raccontare e far conoscere perfino alle nuove generazioni la storia dell’ultimo dei fusari d’Abruzzo, della sua vita, del suo amato lavoro che lo porta, ancora oggi, quotidianamente a riprodurre opere universali in legno, esposte presso il museo comunale di Pretoro.

Mastro Tonino ha spesso condiviso la sua vita non semplice, ed i suoi trascorsi a volte anche dolorosi con quanti ormai lo seguono e lo amano; sopravvissuto alla guerra, alla fame, ai patimenti in passato anche per l’artigiano la vita è cambiata durante il 2020 con l’avvento della pandemia: è stato sempre molto attento in bottega, con l’aiuto dei famigliari, a non contrarre il virus, ha tenuto a distanza di sicurezza i tanti visitatori che erano desiderosi di fare la sua conoscenza nel periodo estivo, ha rispettato le regole ma purtroppo a causa di spostamenti per motivi di salute proprio nel giorno del suo novantesimo compleanno, il 15 gennaio 2021 è risultato positivo al Covid-19.

Trasferito a Fara Filiorum Petri, per essere sottoposto alle cure amorevoli ed attente della sua famiglia Mastro Tonino ha trascorso giorni difficili a causa della febbre alta, ma la forte tempra di quest’uomo di montagna ha avuto la meglio anche in questa difficile situazione ed ha vinto questa battaglia contro il “mostro invisibile”.

La speranza è tornata a splendere pochi giorni fa, dopo un mese, esattamente il 16 febbraio 2021 è arrivato l’esito dell’ultimo tampone che è risultato negativo e ben presto l’ultimo dei fusari d’Abruzzo tornerà a Pretoro.

Ora, la già straordinaria storia di Mastro Tonino si arricchisce e la ristampa del libro L’uomo di legno prevede un nuovo capitolo, poiché “il Geppetto d’Abruzzo tanto amato in tutto il mondo ha sconfitto anche il Covid” ed è tornato a sorridere.

“L’uomo di Legno” da Pretoro (Chieti) conquista anche la Liguria con un Premio Internazionale di Poesia e Narrativa giunto alla 6^ Edizione del biennio 2018/2020.

All’interno dei percorsi letterari “Dal Golfo dei poeti Shelley e Byron, alla Val di Vara”, l’opera di Fabrizio Fanciulli si è aggiudicata il Premio speciale “Pugliola” sezione ‘Narrativa per ragazzi’.

Premio Golfo dei Poeti

Questo premio si aggiunge al “Golden Book Award 2019” di Napoli e al prestigioso “Ut Pictura Poesis 2019” di Firenze; ed ecco che Antonio Palmerio noto ormai come Mastro Tonino continua a fare il giro del mondo senza uscire mai dalla sua bottega ed a regalare grandi emozioni in un periodo particolarmente complesso in cui è la cronaca a far da padrona a causa dell’emergenza Coronavirus. Ed infatti non sarà possibile stringere la mano a coloro che sono stati onorati da questo riconoscimento in quanto la cerimonia non ci sarà visto il protrarsi dell’emergenza Covid-19, ma il premio previsto per Fanciulli è un contratto con una casa editrice di Milano.

Copertina libro

Pretoro, con le sue tradizioni e le sue incancellabili tracce di un passato ricco di ‘voci ed immagini’ conquista ancora una volta l’Italia: qui, come testimoniano anche le parole riportate nel libro di Fanciulli, in quest’angolo di paradiso d’Abruzzo vivo e “romantico” il tempo sembra essersi fermato, eppure anche il silenzio parla, anche il vento accarezza, anche il sole bacia e la montagna Madre Majella incanta con il suo splendido profilo di fertile donna.

L’esistenza umile dell’ultimo dei fusari d’Abruzzo fa ancora parlar di sé: “il cammino di una vita, un legno che lo unisce alla sua terra. La guerra, distruzione di quel legame. Si riscopre nella paura della morte. Oggi quel legno è meravigliosa creazione”. Magiche infatti sono le mani consumate dal lavoro costante e continuo di un uomo tanto rispettato nel borgo di Pretoro che, oggi più che mai è una vera attrazione soprattutto per i più giovani esterrefatti per le splendide opere in legno realizzate da quel “Mastro” che quasi come un eremita moderno, trascorre le sue giornate a “creare” in solitudine nel cuore della Majella.

 “La cerimonia di premiazione purtroppo non ci sarà a causa del protrarsi dell’emergenza Covid-19. Questa pandemia ha modificato anche le abitudini di noi scrittori abituati a stare tra la gente nelle librerie, biblioteche, musei, castelli, circoli o addirittura nella bottega stessa del Maestro dove grandi e piccini rimangono sempre estasiati dai racconti di un tempo passato. La mancata cerimonia ci lascia un po’ con l’amaro in bocca, rimane però impressa nei nostri occhi la gioia per questo ulteriore riconoscimento; evidente è invece la rabbia di mastro Tonino che quando sente accostare questo periodo a quello della guerra da lui vissuta in pieno, come emerge dalle pagine del libro, esclama:  ‘la guerra è un’altra cosa!’, e sì, un dolore ben diverso”– spiega Fanciulli.

 “Questo premio – conclude – lo ritengo particolarmente importante poiché inserito nella sezione narrativa per ragazzi e L’Uomo di Legno è classificato come  lettura adatta dai 6 anni in poi”.

 

by Alessandra Renzetti

La scrittrice di Pianella, Felicita Romano, presenterà per la prima volta in assoluto a Pretoro la sua “favola”

Un Natale diverso in uno dei borghi più belli d’Abruzzo, una festa in cui si pensa anche al divertimento dei più piccoli. Ed è così: quando le emozioni incontrano le proprie origini, il risultato  è una vera favola, che riempie il cuore, che fa sorridere i piccini, ma che induce a riflettere gli adulti e di fronte ai propri sentimenti, talvolta messi all’angolo o addirittura trattenuti per paura di star male, anche i grandi devono arrendersi, l’amore è una linfa vitale, scioglie le tensioni, fa battere i cuori più velocemente.

In pieno clima natalizio, si rivolge all’animo di grandi e piccoli la giovane scrittrice di Pianella, Felicita Romano che venerdì 27 dicembre presenterà “La favola di Puccino e Luppina: gli aggiustacuori” nel fantastico borgo di Pretoro (Chieti), nel cuore del Parco Nazionale della Majella.

Felicita Romano a Pretoro

L’inizio dell’evento è previsto per le ore 15 presso l’Info Point della Proloco, dove oltre alla presentazione del libro, curata dalla giornalista Alessandra Renzetti, ci sarà anche l’animazione firmata “Gli Scatenati”, Associazione di Francavilla al Mare(Chieti) che conta sulla bravura di giovani intrattenitori che prenderanno spunto proprio dalla favola della Romano per rallegrare i piccoli.

La scrittrice dolce e sensibile tanto amata dai bambini, quest’anno ha accettato un’ulteriore sfida “letteraria” sintetizzata in questo nuovo libro (di Lupi Editore) e visto come un progetto che parla d’amore, sentimento nobile che non deve mancare mai nella vita, ma soprattutto nella crescita dei bambini che vanno rispettati ed accolti tra le braccia degli adulti responsabili della loro educazione e del loro benessere, e dunque anche a Pretoro, la scrittrice si rivolgerà ai bimbi e alle loro famiglie.

La Romano nella sua vita ha ottenuto diversi riconoscimenti per aver scritto poesie e racconti che hanno appassionato i suoi piccoli ammiratori, in uno stile semplice, travolgente, di facile interpretazione ma sicuramente mai scontato, d’altra parte sono le stesse emozioni a non essere mai scontate nella vita e molto spesso sono difficili da spiegare soprattutto ai più piccini, che conoscono ancora poco il mondo, che non sanno ancora la differenza tra il bene ed il male, tra l’amore e l’odio.

Ed è così che la scrittrice di Pianella si esprime in merito all’appuntamento inserito nel cartellone natalizio possibile grazie alla Proloco di Pretoro con il Patrocinio dell’Amministrazione del Comune di Pretoro: “Venerdi 27 dicembre avrò il graditissimo piacere di poter presentare nuovamente il mio libro ‘La favola di Puccino e Luppina. Gli aggiustacuori’ nell’incantevole borgo di Pretoro nel cuore pulsante della Majella. L’occasione mi è particolarmente gradita poiché potrò raccontare l’amore, che prende le sembianze dei due graziosi gnometti protagonisti del libro appunto, in uno scenario assolutamente magico, dove particolarmente in questo periodo dell’anno, sarà possibile assaporare, sono certa, tutta l’incantevole magia ispirata dai miei gnometti e da questo borgo che ancora oggi vive di un ancestrale fascino grazie al quale sarà facile e possibile credere ed assaporare al cento per cento, la magia dell’amore e del Natale”.

Amore nelle parole, amore nelle intenzioni: in questo nuovo progetto della Romano anche la copertina del libro ispira “amore”. Ad impreziosirla due graziosi gnometti che sono appunto Puccino e Luppina che rappresentano questo sentimento di cui tanto si parla, e proprio i due dolci gnometti mostreranno in modi differenti a Giulia e Francesco, i due co-protagonisti di questa favola, e che in tale contesto simboleggiano tutti i bambini del mondo, una grande verità: durante la propria vita è possibile fidarsi di questo enorme sentimento e si può godere di tutta la sua dolcezza.

Questo è un concetto fondamentale da insegnare ai bambini: con l’amore si può sconfiggere il male, si può vivere serenamente; è insomma l’amore che dà la forza di lottare anche di fronte ad un grande dolore.

 

by Alessandra Renzetti

Tanto è stato detto, ma ancora tanto bisognerebbe dire in merito al fenomeno del brigantaggio, argomento che in un fine settimana di inizio feste natalizie ha acceso un vero e proprio dibattito presso la sala consiliare del Comune di Tagliacozzo (L’Aquila) all’interno di un appuntamento che ha visto la partecipazione di Fabrizio Fanciulli, vicesindaco di Pretoro (Chieti) ed autore del libro “Chi vive? Uomini diventati briganti” che ha esposto il suo lungo lavoro di ricerca al pubblico intervenuto.

Presente all’incontro, moderato dalla giornalista pescarese Alessandra Renzetti, il sindaco del comune ospitante, Vicenzo Giovagnorio che ha sottolineato, nel ringraziare l’autore, l’importanza di un simile appuntamento per il comune da lui guidato che proprio l’8 dicembre di 158 anni fa è stato teatro dell’esecuzione del generale Catalano Josè Borjes, giunto dalla Spagna per riorganizzare militarmente i nazionalisti duosiciliani contro l’invasore piemontese. Una storia che, in qualche modo, ha visto coinvolti anche uomini e donne delle contrade di Tagliacozzo che con coraggio e a volte con violenza ingiustificata hanno dato vita per la prima volta al fenomeno della resistenza nazionale.

Foto presentazione

Il dibattito è stato introdotto con grande competenza dal Professor Emanuele Nicolini, Presidente dell’Associazione Culturale Marsicana che ha concesso una panoramica dettagliata del fenomeno anche in zona marsicana: diversi sono stati anche i ricordi ed echi di storie passate offerti dal pubblico.

Nella storia di Fabrizio Fanciulli, raccontata anche attraverso un docufilm realizzato con la fotografa Stefania Proietto, come egli stesso ha spiegato “prende vita il racconto di un bambino che ha studiato su un libro cartaceo, e su quello della vita che si avvale delle parole di nonno Giovanni, sempre vigile e desideroso di raccontare storie di uomini semplici che hanno combattuto per la terra, contro la fame e a favore della giustizia”.

Firma delle copie

Una lunga ricerca di Archivio quella condotta da Fanciulli, che ha visto il manifestarsi storie di eroi e di uomini di valore che hanno fatto l’Italia Unita.

 “In realtà – come ha spiegato Fanciulli si tratta di storie di uomini che hanno vissuto un tempo di cambiamento, un periodo di enorme disagio, e se ne pagano le spese ancora oggi. Ed è da qui che nasce una descrizione minuziosa di una parte di Abruzzo, quella della Majella, in cui si sono incontrati sguardi, sentimenti e valori. Figure, vicende, ambienti, scorci di paesi toccati dal passaggio dei briganti, personaggi di grande spessore umano, travolti dalla storia e da vicende tragiche di una vita difficile. Le storie raccontate si snodano lungo tutto il versante appenninico della Montagna Madre, la Majella: Pretoro, Guardiagrele, Orsogna, Filetto, Semivicoli, Casoli, Fara Filiorum Petri, Caramanico, Abbateggio, Roccamorice, Serramonacesca, Campo di Giove”.

E’ proprio sulla Majella, madre protettrice, che rimangono ancora evidenti tracce di un passato che andrebbe approfondito, anche a scuola. La storia del brigantaggio in Abruzzo è fitta di nomi ed avvenimenti. Presenta una trama complessa, alla cui base c’è la miseria che ha condotto ad una vera e propria rivolta, è stata la natura aspra e selvaggia a favorirne la diffusione in zona montana ed il connubio tra il brigantaggio, e dunque la storia, con la natura stessa, incuriosisce molto, ed è su questa realtà che Fabrizio Fanciulli prosegue nelle sue indagini storiche.

by Alessandra Renzetti

Le storie dei briganti della Majella, sono vive nel cuore degli uomini e delle donne di passate generazioni ma non lasciano indifferenti le attuali.

Alcune di queste storie raccontano episodi che sono stati tramandati dai nonni ai nipoti: si tratta di vicende ancora vive nella memoria collettiva, ancora noti sono per esempio quei periodi caratterizzati dalla miseria, e dai poveri e diseredati della terra.

Si parla del Risorgimento e ci si trova a vagare nel ricordo di un’Italia in fervore, all’interno di un paese che gridava al sud giustizia e al nord conquista: “Chi vive?” è il grido di vendetta verso l’oppressore, è l’urlo di riscatto del popolo affamato ma è anche l’eco del libro che verrà presentato sabato 7 dicembre alle ore 17.30 presso la sala consiliare del Comune di Tagliacozzo (L’Aquila).

Locandina evento

 “Chi Vive? Uomini diventati briganti”è frutto di un’impegnativa ricerca in archivio condotta dall’autore di Pretoro (Chieti), Fabrizio Fanciulli che sarà accolto dal sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio e dal Professore Emanuele Nicolini, Presidente dell’Associazione Culturale Marsicana; a moderare l’evento sarà la giornalista pescarese Alessandra Renzetti.

“La tensione storico politica del meridione d’Italia dopo il processo unitario del secolo XIX è caratterizzata dal cosiddetto fenomeno del brigantaggio. – commenta il sindaco di Tagliacozzo Vincenzo Giovagnorio, spiegando il motivo per cui quella di sabato è una presentazione simbolica per il suo comune. Sicuramente una realtà storica complessa e ancora molto da indagare. A tal riguardo è con interesse che accolgo la proposta di presentare il libro di Fabrizio Fanciulli, vicesindaco di Pretoro, intitolato “Chi vive?  Uomini diventati briganti”,  nella nostra sala consiliare il 7 dicembre prossimo. Una data significativa per Tagliacozzo, perché l’8 dicembre di 158 anni fa la nostra città fu teatro dell’esecuzione del generale Catalano Josè Borjes, giunto dalla Spagna per riorganizzare militarmente i nazionalisti duosiciliani contro l’invasore piemontese. Luci ed ombre di una storia di cui furono protagonisti anche uomini e donne delle nostre contrade che con coraggio e a volte  con violenza ingiustificata diedero vita per la prima volta al fenomeno della resistenza nazionale”.

Nella storia di Fabrizio Fanciulli prende vita il racconto di un bambino che ha studiato su due libri: uno cartaceo, mentre l’altro è il libro della vita che si avvale di parole, quelle di un nonno sempre vigile e desideroso di raccontare ad un nipote entusiasta di apprendere.

Fabrizio Fanciulli, foto di Marina Chichi

Nel primo libro l’autore ha trovato impresse nella sua memoria, storie di eroi e di uomini di valore che hanno fatto l’Italia Unita; dal secondo, ha ascoltato storie di uomini semplici che hanno combattuto per la terra, contro la fame e a favore della giustizia.

In realtà non ci sono stati né vinti né vincitori, ma uomini che hanno vissuto un tempo di cambiamento, un periodo di enorme disagio, e se ne pagano le spese ancora oggi. Ed è da qui che nasce una descrizione minuziosa di una parte di Abruzzo, quella della Majella, in cui si sono incontrati sguardi, sentimenti e valori.

Figure, vicende, ambienti, scorci di paesi toccati dal passaggio dei briganti, personaggi di grande spessore umano, travolti dalla storia e da vicende tragiche di una vita difficile.

Nel contempo, storie di tradimenti, di uccisioni, di episodi dolorosi che hanno determinato il futuro degli uomini e delle donne del posto. Le storie si snodano lungo tutto il versante appenninico della Montagna Madre, la Majella: Pretoro, Guardiagrele, Orsogna, Filetto, Semivicoli, Casoli, Fara Filiorum Petri, Caramanico, Abbateggio, Roccamorice, Serramonacesca, Campo di Giove e si prosegue fino alla Calabria, Rossano Calabro (Cosenza).

Si tratta di paesi in cui le storie di uomini, donne e bambini hanno lasciato il segno e sono rimaste in silenzio nascoste per più di centocinquant’anni. Voci riemerse da una lunga ricerca storica da parte dell’autore, nell’Archivio di Stato e nell’Archivio Storico Diocesano di Chieti, oltre che  nell’Archivio Storico di Torino.

Il libro di Fabrizio Fanciulli è legato ad un progetto fotografico di Stefania Proietto che insieme allo scrittore e a numerose comparse, ha ricostruito fedelmente storie e situazioni del tempo; a Tagliacozzo sarà possibile vedere il video realizzato dalla fotografa sui luoghi del brigantaggio indicati nei documenti dell’Archivio di Stato di Chieti.

“Con questo libro voglio sottolineare che la storia deve essere raccontata interamente e bisogna sempre riportare la verità, bella o brutta che sia. L’unità d’Italia non è propriamente quella che ci hanno raccontato i libri di scuola, ed inoltre voglio sottolineare l’importanza dei valori famigliari – spiega Fabrizio Fanciulli.Quando ero bambino visitavo spesso la montagna con mio nonno che mi raccontava sempre di storie accadute in quei luoghi e quando mi allontanavo esclamava:“Mo cal li brigant!”, per farmi spaventare. Questa frase dialettale l’ho impressa nella mia mente per molto tempo, soprattutto dopo la sua morte, quando erano cessati i racconti sui briganti. Cosicché tempo dopo sono andato all’Archivio di Stato di Chieti a documentarmi, volevo capire se quelle storie erano vere o solo frutto di una fantasia. Così è nato il libro”.

“Mi sono fatto una nuova idea del fenomeno del brigantaggio – prosegue . Documentandomi mi sono reso conto che questi uomini erano stati etichettati con il termine briganti come “banditi”, invece, erano solo contadini che, unendosi in gruppi, si sono opposti allo Stato. Nel libro abbraccio il versante Orientale e Occidentale della Majella. Ho parlato anche dell’assalto di Pretoro del 6 giugno 1861, ma molte persone che hanno partecipato a questo scontro venivano anche dai comuni vicini come Abbateggio, Roccamorice, Caramanico. Ho trovato anche un documento nel quale la Majella veniva chiamata ‘Majella dei Fornelli’. Quindi tutti i comuni citati hanno contribuito alla stesura del libro”.

“Chi Vive? Uomini diventati briganti”, edizioni SIGRAF, gode anche del patrocinio del MiBACT.

 

by Alessandra Renzetti

E’ stato un fine settimana di importanti impegni culturali per il comune di Celano che non ha perso l’occasione per aprire le sue porte anche alle tradizioni abruzzesi.

Le mura del Castello Piccolomini (Polo Museale dell’Abruzzo, diretto da Lucia Arbace) hanno accolto la presentazione del libro dello scrittore Fabrizio Fanciulli che sta facendo parlare di sé e del suo amato borgo di Pretoro (Chieti) con L’Uomo di Legno, una creazione letteraria ispirata dalla figura di Antonio Palmerio, ormai noto a tutti, anche alle tv straniere, con l’affettuoso nome di Mastro Tonino, artigiano e scultore del legno del borgo chietino, ma anche l’ultimo “mastro fusaro”.

Presentazione “L’uomo di legno”

A dare il via all’appuntamento è stato l’evocativo docufilm realizzato dalla fotografa Stefania Proietto, con le immagini di Mastro Tonino al lavoro, circondato da curiosi e tanti piccoli visitatori affascinati dai suoi racconti e dai suoi aneddoti: una dimensione surreale quella vissuta in un borgo in cui il tempo è lento, piacevole e dove l’orologio sembra essersi fermato, dove la vita scorre a passo d’uomo e dove è gradevole ascoltare anche il silenzio protetto da una natura incontaminata.

Una vita lunga quasi 89 anni, quella del Mastro, segnata dalle tragiche vicende della Seconda Guerra Mondiale, che mai si è arresa alla violenza e alle brutture e che, anzi, ad esse ha risposto con la bellezza e l’emozione dell’arte, con l’odore del legno trasformato in piccole trottole per i giochi infantili o in stupefacenti sculture realizzate nel minimo dettaglio, dalla maestria di chi riesce a fare di una semplice fotografia una vera opera d’arte da esporre nei musei.

Attraverso un dialogo tra l’autore e la giornalista pescarese Alessandra Renzetti è stato offerto ai presenti un vivace spaccato su Mastro Tonino, su Pretoro e sulle iniziative culturali in corso, volte, soprattutto, alla valorizzazione delle figure artigiane ormai quasi del tutto estinte, come quelle dei costruttori di fusi.

“L’uomo di legno” a Celano

“Stiamo lavorando molto per far conoscere al mondo il borgo di Pretoro – spiega Fabrizio Fanciulli e Mastro Tonino è la prova evidente che le persone amano riscoprire le tradizioni, purtroppo è difficile tramandarle talvolta. Il nostro caro artigiano è diventato in poco tempo attrazione turistica ed è incredibile come un uomo semplice e dall’animo buono sia diventato un vero simbolo per lo stesso Parco Nazionale della Majella”.

by Alessandra Renzetti

Attraverso gli occhi di un uomo si può raccontare la storia; attraverso gli occhi di Mastro Tonino, invece si può parlare di amore, per la propria terra, per il proprio passato, per le proprie radici.

Ed è cosi che, l’artigiano Antonio Palmerio il “Mastro” di Pretoro (Chieti) ormai noto in tutto il mondo, sarà protagonista a Celano (Aq) il 1 dicembre alle ore 16 presso il Castello grazie alla presentazione del libro di Fabrizio Fanciulli, ‘L’uomo di legno’; l’autore molto impegnato nella cura e nella valorizzazione dell’amato borgo di Pretoro parlerà dell’ultimo dei fusari d’Abruzzo, della sua vita, del suo amato lavoro che lo porta quotidianamente a riprodurre opere universali in legno.

Locandina Castello Piccolomini

L’appuntamento voluto dal Castello Piccolomini di Celano (Polo Museale dell’Abruzzo diretto dalla Dott.ssa Lucia Arbace), vedrà anche i saluti del sindaco del comune, Settimio Santilli. Modera l’evento la giornalista pescarese Alessandra Renzetti.

Il libro in questione è stato premiato a Napoli con la segnalazione di Giuria al Golden Books Award 2019 ed a Firenze lo scorso 13 ottobre in occasione dell’appuntamento “Ut Pictura Poesis 2019”. Un ulteriore approfondimento sull’artigiano di Pretoro sarà offerto dal docufilm realizzato dalla fotografa Stefania Proietto.

 

“In una fredda giornata di gennaio, in un piccolo borgo di montagna, dove un silenzio assordante all’apparenza fa sembrare le giornate tutte uguali, si sente un ticchettio regolare, un ritmato pulsare di qualcuno intento a scandire il tempo”: questa è solo una scena apparentemente ordinaria vissuta nel borgo di Pretoro che con le sue tradizioni e le sue incancellabili tracce di un passato ricco di testimonianze sarà presentato alla comunità celanese che si accinge a conoscere ed approfondire quest’angolo di paradiso d’Abruzzo, vivo e “romantico”; qui, come testimoniano anche le parole riportate nel libro di Fanciulli, il tempo sembra essersi fermato, eppure anche il silenzio parla, anche il vento accarezza, anche il sole bacia e la montagna Madre, la signora Majella incanta con il suo splendido profilo di fertile donna.

 

“Il cammino di una vita, un legno che lo unisce alla sua terra. La guerra, distruzione di quel legame. Si riscopre nella paura della morte. Oggi quel legno è meravigliosa creazione”: magiche infatti sono le mani consumate dal lavoro costante e continuo di un uomo tanto rispettato nel borgo di Pretoro che, oggi più che mai è una vera attrazione soprattutto per i più giovani esterrefatti per le splendide opere in legno realizzate da quel “mastro” che quasi come un eremita moderno, trascorre le sue giornate a “creare” in solitudine nel cuore della Majella.

La sua bottega, ricca di opere e di fatica è un vero museo, eppure Palmerio schivo e solitario, sa anche aprire il suo cuore e la sua “casa” al pubblico per mostrare i gioielli che custodisce gelosamente, e raccontare storiche verità. “Sono molto felice di poter raccontare a Celano la realtà in cui vivo e che oggi grazie anche a Mastro Tonino è diventata nota in tutto il mondo – spiega Fanciulli. E’incredibile come un singolo personaggio, sia riuscito a creare anche un movimento turistico a Pretoro, ed io sono fiero di lui, e della sua forza che ogni giorno ci dà la giusta carica per amare e prenderci cura del nostro borgo”.

A Celano è davvero tempo di cultura, e per i più orgogliosi delle proprie origini, è tempo di conoscere l’Abruzzo in ogni suo angolo.

Si precisa che l’evento è gratuito.

by Alessandra Renzetti