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Tag Archives: cultura 2021

Così, come la dolce carezza di chi si ama o un soffio di vento tiepido in primavera, con la stessa delicatezza 13 donne forti, compatte, e innamorate parlano dell’amore in tutte le sue forme e si abbracciano in un unico progetto che diventa un libro grazie all’intuito di Tiziana Iozzi (di Pescara), impegnata nella formazione: “Amati o Amàti: questione di accento” arriva dritto al cuore come un’emozione forte che scalda l’anima e proprio in occasione dell’8 marzo, “Festa della Donna”.

“Nel mio lavoro di coachig – spiega la Iozzi – seguo tante donne e le accompagno nel definire i loro obiettivi di vita personali e professionali ed in questo progetto ci sono tanti sogni, ognuna ha un sogno nel cassetto e probabilmente queste dodici donne che mi hanno fatto compagnia  con le loro storie non avrebbero mai aperto il loro cuore: il 12 aprile 2020, giorno del mio compleanno, come riporto anche nel libro, in occasione di un webinar in pieno lockdown, ho lanciato il progetto”.

Sono diventate parte di quest’ultimo donne che vivono in città diverse: Sonia Genesini (Piacenza), Teresita Di Lauro (Milano), Francesca Di Giuseppe (Pescara), Loretta Saudella (Milano), Milena Di Gioia (Bari), Stefania Pieri (Prato), Annamaria Acunzo (Pescara), Annalisa Conti (Milano), Marina Egidi (Savona), Anna Nozzi (Chieti), Cristina Corazza (Milano), Patrizia Splendiani (Pescara); diverse sono le storie raccontate da queste donne che diventano autrici nel progetto e sono legate da un filo sottile e quasi impercettibile che unisce le loro emozioni e le loro sensazioni poiché si raccontano con forza e coraggio e mettono a nudo la loro interiorità. Ed è lo stesso filo che unisce anche i loro volti sulla copertina del libro.

Come spiega Tiziana Iozzi: “le storie parlano di noi, parlano della vita di tutte le autrici e  leggerle è come stare vicino alla persona che le ha vissute, emozionarsi con lei. Sono tutte storie che in un modo o in un altro raccontano l’amore, ma raccontano anche di donne che ce l’hanno fatta e se ce l’abbiamo fatta noi ce la può fare chiunque”.

Entusiasta di questo libro è l’editore pescarese, Alessio Masciulli che a proposito sostiene: “Credo moltissimo in questo libro, non potrebbe essere il contrario perché già un romanzo scritto da una sola donna che racconta di donne è quasi sempre un capolavoro se poi di donne ne sono addirittura 13 e tutte grintose, il risultato non può che essere grandioso”.

Si tratta di donne che amano e si amano, che vivono e si vivono senza privarsi di nulla, che si inchinano ai giorni come lottatrici ostinate ma senza mai perdere di vista l’orizzonte e con il sole sempre sulla fronte, “ho paragonato questo testo ad una tavolozza di colori dove tutti sono utili per creare disegni e sfumature e nessun colore è più o meno bello dell’altro. – prosegue Masciulli. – Così sono queste storie, come carezze continue che curano ferite e ci raccontano sensazioni da bere come se ci dissetassimo grazie ad una fontana da cui sgorga acqua fresca in piena estate. Non vedo l’ora di partire con la distribuzione e la promozione e di conoscere di persona tutte le autrici che provengono da varie parti d’Italia”.

Ogni storia riportata nel libro è stata scritta seguendo il cuore, ogni frase è la sintesi perfetta tra la volontà di raccontare ed il desiderio di farsi portavoce di esperienze utili e paragonabili a miliardi di vite e di storie nelle quali non è affatto difficile potersi identificare, poiché le parole utilizzate raccontano la vita vera, la vita di chi ce l’ha fatta e di chi ha imparato anche dai propri errori; ed ecco che la lettura diventa un modo per condividere le proprie emozioni oltre che riempire vuoti interiori.

“Un grazie speciale va a Tiziana Iozzi per aver creduto nella Masciulli Edizioni e per aver legato con il filo magico della vita, storie di anime e grandi emozioni. Grazie a Nicoletta Pellizzon per l’editing e a Marco Di Lillo per la copertina”- conclude l’editore.

 

by Redazione
Guido Catalano

Lunedì 1° marzo alle 18.30, collegato dalla Libreria Primo Moroni di Pescara, Guido Catalano presenterà in diretta Facebook sulla pagina del FLA – Festival di Libri e Altrecose il suo nuovissimo Fiabe per adulti consenzienti, appena pubblicato per Rizzoli.

Il poeta e performer torinese, in tempi di pandemia, ha deciso di andare a trovare i librai a casa loro, mascherato, igienizzato, distanziato, ma soprattutto accompagnato dal suo nuovo favoloso libro. Intervistato dal direttore del FLA Vincenzo d’Aquino, Guido Catalano leggerà alcune delle sue divertentissime favole e firmerà le copie del libro con dedica personalizzata a tutti coloro che si prenoteranno inviando una mail a moronisocialclub@gmail.com.

Con Fiabe per Adulti Consenzienti Guido Catalano regala ai lettori un piccolo rimedio per esorcizzare la tristezza e la paura, perché non c’è disastro da cui non ci si possa salvare grazie a una bella risata.

“In questo tempo di orchi tutto sembra difficile”, ha dichiarato, “ma ricordatevi che gli orchi, anche se fanno paura, sono piuttosto stupidi e quasi sempre più spaventati di voi. C’erano una volta un principe azzurro che si spezzò il collo, un re che organizzò una sontuosa festa a cui non venne nessuno, una famiglia poverissima che un giorno, per vincere la fame, meditò di mangiarsi il cane. E poi un uomo che tentò di suicidarsi con riso patate e cozze, un cecchino che non voleva sparare, un gelato e un ascensore travolti da un tragico amore impossibile. Spesso la vita non somiglia alle favole: è una cosa che tutti, crescendo, dobbiamo imparare. Un drago può spuntare dal nulla e, quando meno te l’aspetti, mandare il tuo universo a gambe all’aria. Ma non è il caso di abbattersi, perché proprio nei momenti più disperati, quando ci sembra che gli orchi e i draghi abbiano vinto e non ci sia più nulla da fare, in realtà una cosa da fare c’è sempre: possiamo riderci sopra, possibilmente insieme”.

Guido Catalano è nato a Torino nel 1971. Da anni porta i suoi libri in giro per l’Italia.

Collabora con Smemoranda e con l’edizione torinese de Il Corriere della Sera. Con Rizzoli ha pubblicato il romanzo D’amore si muore ma io no, disponibile in BUR insieme a Ti amo ma posso spiegarti, Piuttosto che morire m’ammazzo, e la raccolta di poesie Ogni volta che mi baci muore un nazista e Poesie al megafono (2019).

Pretoro

Nonostante le storie a lieto fine siano poche durante questa grave emergenza sanitaria, sono comunque abbastanza per regalare attimi di respiro e cospargere il mondo di semi di speranza.

Questa storia proviene dal cuore del Parco Nazionale della Maiella e precisamente dal borgo di Pretoro (Chieti), ormai noto in tutto il mondo poiché è lì che Mastro Tonino, il Geppetto D’Abruzzo, trascorre le sue giornate in penombra a lavorare il legno nella sua bottega accogliente e piena di ricordi.

L’artigiano Antonio Palmerio è anche il protagonista del libro di Fabrizio Fanciulli, L’uomo di legno che nel valorizzare le tradizioni mai perse del suo amato borgo, ha voluto raccontare e far conoscere perfino alle nuove generazioni la storia dell’ultimo dei fusari d’Abruzzo, della sua vita, del suo amato lavoro che lo porta, ancora oggi, quotidianamente a riprodurre opere universali in legno, esposte presso il museo comunale di Pretoro.

Mastro Tonino ha spesso condiviso la sua vita non semplice, ed i suoi trascorsi a volte anche dolorosi con quanti ormai lo seguono e lo amano; sopravvissuto alla guerra, alla fame, ai patimenti in passato anche per l’artigiano la vita è cambiata durante il 2020 con l’avvento della pandemia: è stato sempre molto attento in bottega, con l’aiuto dei famigliari, a non contrarre il virus, ha tenuto a distanza di sicurezza i tanti visitatori che erano desiderosi di fare la sua conoscenza nel periodo estivo, ha rispettato le regole ma purtroppo a causa di spostamenti per motivi di salute proprio nel giorno del suo novantesimo compleanno, il 15 gennaio 2021 è risultato positivo al Covid-19.

Trasferito a Fara Filiorum Petri, per essere sottoposto alle cure amorevoli ed attente della sua famiglia Mastro Tonino ha trascorso giorni difficili a causa della febbre alta, ma la forte tempra di quest’uomo di montagna ha avuto la meglio anche in questa difficile situazione ed ha vinto questa battaglia contro il “mostro invisibile”.

La speranza è tornata a splendere pochi giorni fa, dopo un mese, esattamente il 16 febbraio 2021 è arrivato l’esito dell’ultimo tampone che è risultato negativo e ben presto l’ultimo dei fusari d’Abruzzo tornerà a Pretoro.

Ora, la già straordinaria storia di Mastro Tonino si arricchisce e la ristampa del libro L’uomo di legno prevede un nuovo capitolo, poiché “il Geppetto d’Abruzzo tanto amato in tutto il mondo ha sconfitto anche il Covid” ed è tornato a sorridere.

Simona Molinari

Simona Molinari firma un nuovo contratto discografico con BMG e, a 8 anni dalla pubblicazione del suo ultimo album, entra in studio con rinnovato entusiasmo per lavorare al progetto che la riporterà sulle scene in una nuova veste.

“Si dice che c’è un momento nella vita in cui bisogna fare spazio affinché nuove cose possano arrivare e che i momenti di vuoto sono lí perché possano essere riempiti di vita. Io li ho riempiti di musica. Oggi entro a far parte di una nuova famiglia, con la quale condivido pensieri, visioni e obiettivi. Sono davvero contenta di lavorare con Dino Stewart e grata alla BMG tutta e al mio nuovo manager Marco Nuzzi per l’entusiasmo, la fiducia e la stima accordatami. Faró del mio meglio!” commenta Simona Molinari.

“Con Simona è stato feeling immediato ed è stato sorprendente vedere come, in questo periodo di incertezza collettiva, abbia una visione così coerente e lucida del suo futuro musicale” così Dino Stewart, Managing Director di BMG Italia, dà il benvenuto a Simona Molinari.

In attesa dei nuovi brani, oggi nel giorno del suo compleanno e a 12 anni esatti dal suo esordio a Sanremo, Simona Molinari pubblica sulle piattaforme digitali due nuove versioni di Egocentrica, il brano con cui ha partecipato nella categoria Proposte al Festival del 2009: Egocentrica (Una nuova me version) ed Egocentrica (Live in the kitchen).

Quest’ultima è una versione live che Simona ha realizzato durante questi mesi di Covid lavorando a distanza con i suoi musicisti storici (Claudio Filippini al pianoforte, Nicola Di Camillo al basso, Fabio Colella alla batteria, Gian Piero Lo Piccolo al clarinetto) e Nicola Valente per la parte elettronica, e che il pubblico dei suoi concerti conosce bene.

Egocentrica (Una nuova me version) è prodotta da Fabio Ilacqua, una versione tutta beat, cori e R&B spoglia di armonie complesse e giochi di voce con un beat preciso dall’inizio alla fine che lascia spazio al racconto delle fragilità nascoste dietro la maschera dell’egocentrismo. Il primo passo verso un nuovo percorso musicale.

In questo nuova fase della sua carriera, accanto a Simona Molinari per le attività live l’agenzia Baobab Music & Ethics di Massimo Levantini che annuncia due eventi speciali previsti per il prossimo autunno: 8 novembre, Roma – Teatro Brancaccio e 9 novembre, Milano – Teatro Nazionale.

 

Ascolta qui: https://BMGItaly.lnk.to/SimonaMolinari_EgocentricaPR

 

Mediamuseum Pescara

“La cultura non si ferma”, un monito ma anche un “hashtag” simbolico utilizzato sulle pagine social del Mediamuseum Pescara che prosegue senza sosta nella proposta degli incontri con grandi autori promossi dai Premi Internazionali Flaiano.

Dal Mediamuseum, museo del Cinema di Pescara è possibile seguire in diretta sui social gli incontri proposti al pubblico in questo momento difficile a causa dell’emergenza sanitaria: giovedì 25 febbraio 2021 alle ore 18.30 è il turno del giornalista pescarese Luca Pompei, che è anche autore del libro Come gli alberi spogliati ad aprile promosso dalla casa editrice Masciulli, di Alessio Masciulli. L’appuntamento sarà presentato dalla giornalista Alessandra Renzetti.

Il libro, che ha commosso ed incuriosito durante un tour di presentazioni molto partecipato, vede anche la collaborazione dell’autore con la nota fotografa abruzzese Rossella Caldarale che ha curato la foto di copertina.

E’ il pluripremiato scrittore abruzzese Peppe Millanta, invece, che per questo romanzo ha scritto una prefazione di assoluto valore.

Pompei ha voluto esplorare il dramma del dopo terremoto, quello vissuto in un borgo alle porte de L’Aquila, Casentino (frazione di S.Eusanio Forconese): protagonista è un giovane e rampante avvocato romano, Bruno Tussi che torna nel paese d’origine dei suoi genitori per disfarsi di tutte le proprietà. Ha con se suo figlio, Emilio, affetto da disturbi comportamentali.

Di contorno ci sono le storie e gli aneddoti della comunità locale e sullo sfondo una losca vicenda di corruzione legata alla ricostruzione.

Dunque attraverso un’attività di studio ed inchiesta, l’autore ha visitato questi luoghi, ha conosciuto i suoi pochi abitanti, raccolto storie ed aneddoti per poi ricamare una storia di finzione che fa da legante ad una serie di vicende e personaggi reali.

Il tema principale, ovviamente, è quello di una ricostruzione sociale, al fianco di quella materiale, quasi impossibile da immaginare, ma, nonostante questo, l’estremo attaccamento per le tradizioni, le origini e la storia di questo borgo, insieme porteranno i personaggi di questo romanzo a combattere per un proprio riscatto.

Anche il titolo Come gli alberi spogliati ad Aprile nasce dalla prima immagine che ha colpito il giornalista nel viaggio verso l’Aquila quel 6 aprile del 2009, per documentare la tragedia:  sul ciglio della Statale gli alberi erano completamente spogli tanto violenta è stata la scossa delle 3.32, uno scenario autunnale in piena primavera; ma “alberi spogliati ad aprile” sono anche i tanti personaggi del romanzo, privati di tutto e non solo della loro casa, ma anche del loro senso di appartenenza.

E’ possibile seguire l’appuntamento cliccando sul seguente link: www.facebook.com/mediamuseum.pescara

 

Fotografia paesaggistica

Ogni paesaggio ha una storia, ogni storia ha un colore, ogni colore ha una tradizione soprattutto in Abruzzo: qui a volte il tempo sembra fermarsi per regalare un’immagine di sé ricca di sfumature e di grandi emozioni.

Quando la fotografia paesaggistica diventa una passione, anche l’orologio smette di scandire il tempo: ogni attimo del giorno può diventare un momento perfetto da catturare, anche una semplice passeggiata si trasforma nell’occasione giusta per guardarsi intorno e dare corpo all’arte.

Ogni angolo del mondo, certamente, può evocare ricordi o regalare attimi di serenità, e la fotografia, attraverso gli occhi di chi la scatta, può permettere di proteggere nel calore della propria dimora anche il mare in tempesta, o la magia di un prodigioso tramonto; soprattutto in un momento così complesso causato dell’emergenza sanitaria in corso, godere delle immagini catturate esternamente è sollievo per l’anima.

Bellezze architettoniche, paesaggi di mare o di montagna, i colori caldi e rilassanti di un tramonto o un’alba, la bellezza di un cielo stellato e non solo, sono protagonisti indiscussi di chi, ha fatto della fotografia la “cornice” più bella sua vita: Ascanio Buccella, 59enne pescarese, dipendente dell’azienda di trasporto pubblico abruzzese, ammette di amare particolarmente la sua regione tanto da approfittare delle pause, dei week end o delle ore notturne, addirittura, per partire in compagnia dei suoi strumenti.

Com’è nato questo forte interesse per la fotografia?

“Nel 1982 per curiosità ho preso in mano la prima macchina fotografica, una Zenit; è scoppiato subito l’amore, tra l’altro in quel momento ero a Roma per il servizio militare”.

Lei preferisce fotografare in particolar modo paesaggi, come mai?

“Si perché nel fotografare il paesaggio voglio far vedere momenti particolari che a me suscitano emozioni; diciamo che l’immagine è un modo diverso di comunicare: c’è chi ama parlare, chi preferisce scrivere, io mi faccio aiutare dalla luce del paesaggio per raccontare”.

A tal proposito, qual è l’ora del giorno che predilige?

“La Golden Hour, ossia l’ora d’oro; solitamente mi diletto a fotografare le albe o i tramonti per i meravigliosi colori caldi, e garantisco che in Abruzzo ho avuto modo di apprezzare scene straordinarie”.

C’è un paesaggio che ha fotografato  e che le sta particolarmente a cuore?

“Amando soprattutto i paesaggi di montagna, direi Rocca Calascio: ho fotografato il magnifico castello spesso, ed in tutte le stagioni oltre che nelle diverse ore del giorno”.

Quanto è importante l’immagine nell’era Covid?

“Molto. Ora riesce a trasportare le persone in quei luoghi che non possono essere raggiunti a causa delle misure restrittive previste in questa emergenza sanitaria. Talvolta si guarda una foto ed immediatamente sembra di essere nel posto che essa ritrae”.

C’è una foto che sogna di scattare?

“Si, probabilmente è una delle foto più ambite da ogni paesaggista: l’aurora boreale”.

lanciano

È un racconto alla Edgar Allan Poe quello della giovane scrittrice lancianese Giulia Nicolai, che, nei mesi scorsi, ha vinto, per la sezione riservata agli adulti, la prima edizione del concorso petterario nazionale dell’orrore Teste di Zucca 2, promosso da Edizioni Creativa e rivolto agli scrittori esordienti.

L’opera, dal titolo Il senso di una candela, è stata recentemente selezionata per essere letta, quale modello di racconto dell’orrore, nell’ambito del corso FAD “La gestione del Laboratorio di Scrittura dell’Orrore come strumento di integrazione”, organizzato dall’Associazione Ipertesto di Napoli, offerto dall’Associazione Cascina Blu e da Edizioni Creativa, e accreditato dal MIUR, che si svolgerà nei prossimi mesi in modalità webinar e che sarà tenuto dalla psicologa pescarese Luisa Di Biagio, esperta in autismo.

Il testo della Nicolai, seppur calato in un contesto squisitamente horror, con sagacia e misurata ironia condanna, mettendole alla berlina, quelle pericolose “prove di coraggio” diffuse sul web, nelle quali troppo spesso rimangono invischiati i giovanissimi, e ristabilisce un equilibrio, attraverso l’antica formula del “chi la fa l’aspetti”, tra il mondo dei vivi e quello dei morti.

Giulia Nicolai

Il racconto compare nell’antologia “Teste di Zucca 2 – Il primo raccolto”, facilmente reperibile in libreria e on-line, pubblicata nell’ottobre 2020 dalle stesse Edizioni Creative e curata da Luisa Di Biagio e Filippo Di Biagio. L’intera raccolta  sarà presto disponibile nella versione audiolibro, in collaborazione con Radio SP 30.

Pur essendo giovanissima, Giulia Nicolai ha già pubblicato nel 2016, a soli diciotto anni, il suo primo romanzo, “Il giovane di Shyrokua” (Lettere Animate).

Un altro suo racconto, Lo spirito della raganella, è disponibile per la lettura sul sito di Radio SP 30, al link www.radiosp30.xyz/#audiolibri.

Andrea Malandra

Arrivano riconoscimenti prestigiosi per i film del regista pescarese Andrea Malandra prodotti dall’associazione culturale No hay banda, col sostegno di Fondazione Pescarabruzzo.

Confessioni di uno zero, ispirato all’omonimo romanzo di Giovanni Di Iacovo, ex vice sindaco e assessore alla Cultura del Comune di Pescara, compagno di viaggio di lungo corso nelle precedenti esperienze di Malandra è stato premiato come miglior lungometraggio al Festival del film mensile di Belgrado, una rassegna dedicata al cinema indipendente internazionale.

Girato nella città di Pescara, il film è una love story dei giorni nostri tra due giovani osteggiati da famiglie e sistema, che inneggia all’accettazione delle diversità, in cui sono riproposti gli elementi consueti della filmografia di Malandra, regista e videoartista indipendente, orientato da sempre verso il racconto della sua epoca e dei fermenti culturali metropolitani della città, vista nella sua dimensione contemporanea.

A questo link la motivazione della giuria (https://1stmonthlyfilmfestival.com/january-2021) che recita letteralmente:

Guardare questo film è una gioia assoluta. Presenta tutte le prerogative del grande film, storia meravigliosa come l’intera narrazione, grandi scelte di casting e interpretazioni, e magistrali montaggio e movimenti di macchina.

Il riconoscimento arriva dopo un percorso tra rassegne in giro per il mondo, da New York a Londra, da Praga a Kosice, così come altre produzioni di Malandra (con la Fondazione Pescarabruzzo) quali “Giallo Artistico”, ispirato ad Andrea Pazienza (Praga, Vilnius, Londra, Mosca) e soprattutto l’ultima realizzazione, “Mani Nude” ancora inedito.  Qui il festival di Skopje, Macedonia: https://artfilmawards.com/january-2021-1.

Questa ultima fatica di Andrea Malandra ha un’ambientazione tutta abruzzese, tra i boschi della Maiella, dove seguiamo lo smarrimento di una giovane escursionista alle prese con le proprie paure, reali o immaginarie.

Anche Mani Nude sta avendo un felice percorso festivaliero, poiché figura come finalista allo Stockholm City Film Festival (https://www.goldenbridgeistanbul.com/RESULTS/) e al Golden Bridge Istanbul Film Festival.

Edith Bruck

Si svolgerà oggi, a partire dalla ore 11.30, l’incontro online di Edith Bruck con le studentesse e gli studenti delle Scuole superiori e dell’Università di Teramo per ricordare che settantasei anni fa, il 27 gennaio del 1945, furono aperti al mondo i cancelli dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

L’incontro è organizzato dal Centro di Cultura delle donne “Hannah Arendt”, impegnato dal 2003 a mantenere viva la memoria della Shoah con la scrittrice ebrea-ungherese-italiana sopravvissuta al genocidio nazista, e dall’ateneo teramano che, nel 2018, ha conferito a Edith Bruck l’onorificenza di Ateneo Guido II degli Aprutini.

Il saluto del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Teramo, Dino Mastrocola aprirà l’incontro.

Le ragazze e i ragazzi dialogheranno con la scrittrice-testimone sul suo nuovo libro Il Pane perduto, La nave di Teseo, 2021.

Nella bellissima e coinvolgente opera autobiografica la scrittrice ripercorre la sua vita, dalla deportazione nei lager nazisti, quando era ancora adolescente, al presente, perché oggi “è ancora più importante ricordare”, dice Edith Bruck.

Il pane perduto chiama a responsabilità la coscienza civile dell’umanità affinché non si volti dall’altra parte, non rimanga indifferente al vento nero dell’antisemitismo e del razzismo   che è tornato a soffiare in tutta la civile Europa dopo l’ondata negazionista negli anni 80 del Novecento.

Negli ultimi anni, in Italia, l’antisemitismo, il razzismo e la xenofobia hanno generato discriminazioni e odio verso migranti e minoranze sulla base della nazionalità, origine etnica o religione. Edith Bruck chiude il libro con Lettera a Dio, letta anche da Papa Francesco.

Nel corso dell’incontro saranno mostrati alla scrittrice i ritratti realizzati dalle allieve della prima C, Scuola secondaria “D’Alessandro-Risorgimento”, guidate dalla prof.ssa Francesca Mincione, le stesse hanno prodotto un audio corale nel quale, come in preghiera, recitano la poesia “Educazione”, tratto dal libro della scrittrice “Tempi” di prossima pubblicazione.

L’incontro sarà coordinato da Guendalina Di Sabatino, Presidente del Centro di Cultura delle donne “H. Arendt”

Partecipano all’incontro: Liceo Scientifico “A. Einstein”, Liceo Scientifico “M. Delfico”, Liceo Statale G. Milli, Liceo Classico “M. Delfico”, I.I.S. “Di Poppa – Rozzi”.

“Si rigrazia il Magnifico Rettore dell’Università degli Sudi di Teramo, Dino Mastrocola- si legge in una nota– e le docenti: Antonella Antenucci, Francesca Cipollini, Annalisa Di Gennaro, Angela Panaccione, Daniela Patriarca, Rosaria Persia, Silvia Riccioni, Luigia Striglioni e il docente Giuseppe Tellone. Si ringraziano le dirigenti scolastiche: Loredana Di Giampoalo, Clara Moschella, Caterina Provvisiero e il dirigente scolastico Adriano Trentacarlini”.

by Redazione
Abruzzo in Miniatura

Dopo lo stand-by dovuto all’emergenza sanitaria, il MuMi di Francavilla riapre i battenti spalancando le porte per accogliere il pubblico all’interno dell’Abruzzo in Miniatura. Il Parco Museale, presieduto da Livio Bucci, si ripropone ai fruitori rinnovato nella veste progettuale e impreziosito da ulteriori capolavori che riproducono le bellezze nostrane.

Superata abbondantemente la soglia delle 100 opere; nuovi lavori si aggiungono al capitale artigianale esposto:

  • Il Lago di Scanno,
  • Il Lago Scomparso del Fucino,
  • il Porto Turistico di Francavilla,
  • Il Ponte di Francavilla.

Quest’ultima è una chicca: il Ponte non è ancora stato realizzato dall’azienda Tenaglia di Casoli ma la creatività di Livio Bucci e i progetti messi a disposizione dal Comune di Francavilla, lo rendono un pezzo unico all’interno del Parco Museale.

Lago di Scanno
Lago di Scanno

Per rispondere alle crescenti richieste pervenute in merito alle attività formative dei laboratori didattici a cura di Christian Dolente ed educatori museali, gli utenti saranno aggiornati costantemente attraverso i canali social dell’Abruzzo in Miniatura (Pagina Facebook e Instagram) e nella sezione dedicata nel sito ufficiale www.abruzzoinminiatura.it

Una novità in ambito di didattica museale: da quest’anno saranno attivati corsi di inglese per ragazzi dai 6 ai 13 anni.

Impara l’inglese al museo, questo il titolo del progetto che sottolinea come l’apprendimento della lingua sia un gioco di squadra.

Combinando l’aspetto ludico con quello culturale, studenti delle scuole o ragazzi accompagnati dalle famiglie parteciperanno ad una esperienza del tutto nuova in un contesto extrascolastico.

L’educazione al vocabolario di base si intreccerà con l’acquisizione dei lineamenti storici del patrimonio abruzzese.

L’interdisciplinarietà è il cardine dell’iniziativa che consente ai ragazzi di approfondire o acquisire la conoscenza della lingua divertendosi.

Per info e prenotazioni sui cicli di incontri: 393 6163184 – 331 3462835 oppure visitare il sito www.abruzzoinminiatura.it

Il Parco Museale rispetterà i seguenti orari di apertura a partire da oggi, lunedì 1° febbraio 2021: dal lunedì al venerdì, dalle ore 9,30 alle ore 20 nel rispetto delle disposizioni anti contagio.

by francesca