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Dacia Maraini

Sarà Dacia Maraini la protagonista dell’ultimo appuntamento della seconda edizione della rassegna letteraria Una valle che legge, a cura dell’associazione Altofino, in programma venerdì 7 alle 17 nella Taverna 44, in Via Vittorio Emanuele, 44, ad Arsita.

La nota scrittrice presenterà il suo libro Corpo felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va edito da Rizzoli.

La rassegna quest’anno ha visto la partecipazione della giornalista e scrittrice Roberta Scorranese e il suo Portami dove sei nata edito da Bompiani e lo scrittore Fabio Bacà autore di Benevolenza cosmica edito da Adelphi, mentre è stata rimandata a data da destinarsi la presentazione del libro del giornalista de Il Corriere della Sera Paolo Di Stefano La catastòfa. Marcinelle 8 agosto 1956 edito da Sellerio.

Anche quest’ultimo incontro, a ingresso libero, sarà presentato dalla giornalista Evelina Frisa, che ha curato con la presidente di Altofino, Caterina Cacciatore, la rassegna.

Una valle che legge si avvale del patrocinio del Comune di Arsita, dei Comuni della Valfino (Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti e Elice), dell’Istituto Comprensivo “Valle del Fino” e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

Una valle che legge

Questa edizione ha dato spazio anche ad altri due libri di autori locali come Angelo Panzone che ha proposto al pubblico, alla presenza del giornalista Rai Umberto Braccili, il suo progetto editoriale edito da Ricerche&Redazioni sul libro Li quadernùcce di lu Màstre di Lido Panzone e Lina Ranalli con il libro Peppino e la perfezione del melograno (Artemia Nova Editrice).

“Per un piccolo comune come Arsita una rassegna con nomi così importanti – commenta la presidente dell’associazione Altofino, Caterina Cacciatore – è stata una scommessa vinta partita dall’idea di offrire alla comunità una riflessione intorno a alcuni nuclei tematici che variano mensilmente e che riguardano l’uomo e il suo essere nel mondo. La manifestazione ha inteso promuovere il libro come compagno di viaggio, strumento di incontro, di riflessione comune, di socialità e occasione di conoscenza. Arsita ha dato i natali a Donatella Di Pietrantonio (vincitrice del Premio Campiello nel 2017 con ‘L’Arminuta’) e questo paese le ha conferito la cittadinanza onoraria. Alla luce di questi avvenimenti abbiamo sentito l’esigenza di organizzare una rassegna letteraria in paese. Avere nostra ospita Dacia Maraini è motivo di grande orgoglio e la ringrazio sentitamente perché nonostante i suoi tanti impegni ha colto il valore della nostra rassegna e ha deciso di esserci. Ringrazio, inoltre, quanti hanno patrocinato l’iniziativa, coloro che l’hanno supportata e quanti si sono adoperati nell’organizzazione, in particolare la famiglia Modesti per la grande disponibilità”.

“Siamo orgogliosi di avere ad Arsita una scrittrice di fama internazionale come Dacia Maraini – aggiunge la sindaca di Arsita Catiuscia Cacciatore – ringrazio gli organizzatori e che hanno reso possibile questa rassegna che ci auguriamo possa crescere nel tempo e invito tutti gli appassionati di lettura a raggiungerci ad Arsita per quest’ultimo incontro che sarà arricchito come sempre da tanti elementi di ospitalità come il buon cibo e il grande calore umano”.

La prima edizione ha visto la presenza di sei autori:

  1. Carla Tarquini con Memorie arsitane e non solo;
  2. Valerio Valentini con Gli 80 di Camporammaglia;
  3. Donatella Di Pietrantonio con L’Arminuta;
  4. Peppe Millanta con Vinpeel degli orizzonti;
  5. Mimmo Locasciulli con Come una macchina volante;
  6. Santino Spinelli Un mondo da scoprire. Storia, lingua e cultura dei Rom italiani di antico insediamento.
by Redazione
arsita

Dopo il successo della prima edizione, torna ad Arsita la rassegna letteraria Una valle che legge a cura dell’associazione Altofino, con il patrocinio del Comune di Arsita, dei Comuni della Valfino (Bisenti, Castiglione Messer Raimondo, Montefino, Castilenti e Elice), dell’Istituto Comprensivo “Valle del Fino” e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga.

L’iniziativa prenderà il via il 30 novembre e terminerà il 7 febbraio 2020 e vedrà la presenza nel piccolo paese del teramano di importanti autori.

In particolare verranno presentati quattro libri di scrittori noti nel panorama nazionale e non solo.

Si inizierà con il libro della giornalista de Il Corriere della Sera di origini teramane, Roberta Scorranese e il suo Portami dove sei nata edito da Bompiani il 30 novembre alle 19,30; il 7 dicembre alle 17,30 ci sarà lo scrittore Fabio Bacà autore di Benevolenza cosmic edito da Adelphi; il 31 gennaio alle 19 il giornalista de Il Corriere della Sera Paolo Di Stefano presenterà il suo libro “La catastòfa. Marcinelle 8 agosto 1956” edito da Sellerio; chiuderà la rassegna Dacia Maraini il 7 febbraio alle 19 la quale presenterà Corpo Felice. Storie di donne, rivoluzioni e un figlio che se ne va edito da Rizzoli.

Tutti gli incontri, presentati dalla giornalista Evelina Frisa, sono a ingresso libero.

Novità di questa edizione la presenza di autori e ricercatori abruzzesi i quali arricchiranno le varie presentazioni.

Una valle che legge - locandina

Il 30 novembre Roberta Scorranese sarà introdotta, alle 18, da Angelo Panzone che proporrà al pubblico, alla presenza del giornalista Rai Umberto Braccili, il suo progetto editoriale edito da Ricerche&Redazioni sul libro Li quadernùcce di lu Màstre di Lido Panzone.

Il 7 dicembre, dopo il libro di Fabio Bacà, sarà presentato il libro di Lina Ranalli Peppino e la perfezione del melograno (Artemia Nova Editrice).

Alla presentazione del lavoro di Paolo Di Stefano, il 31 gennaio, farà seguito l’intervento del ricercatore Gianfranco Spitilli il quale parlerà delle sue ricerche sull’emigrazione abruzzese in Belgio Testimonianze dalla fine del mondo.

La prima edizione ha visto la presenza di sei autori:

  • Carla Tarquini con Memorie arsitane e non solo;
  • Valerio Valentini con Gli 80 di Camporammaglia;
  • Donatella Di Pietrantonio con L’Arminuta;
  • Peppe Millanta con Vinpeel degli orizzonti;
  • Mimmo Locasciulli con Come una macchina volante;
  • Santino Spinelli Un mondo da scoprire. Storia, lingua e cultura dei Rom italiani di antico insediamento.

 

Nella foto: Caterina Cacciatore, Lina Ranalli, Catiuscia Cacciatore

Organetti, tamburelli, violini, fisarmoniche, chitarre, percussioni di vario genere e dalle più svariate caratteristiche hanno risuonato ad Arsita per la 25esima edizione di “Valfino al Canto” che dal 9 all’11 agosto 2019 è riuscita a portare nel piccolo comune del teramano migliaia di visitatori, di ogni fascia d’età, i quali si sono lasciati conquistare dai suoni e dai ritmi straordinari e unici di cantori, musicisti, ballerini provenienti da tantissime località, non solo italiane.

Folla ad Arsita

Tutto il piccolo paese sotto la parete a strapiombo del monte Camicia, senza lo spazio distanziante dei palchi, ma con il contatto diretto con i musicisti, si è trasformato in un luogo magico dove le influenze musicali si sono mescolate e fuse creando atmosfere uniche e irripetibili. La manifestazione, curata dall’Associazione Altofino, presieduta da Caterina Cacciatore, lo scorso anno, proprio per questo, ha ottenuto una menzione sul noto quotidiano britannico The Guardian. In parallelo alla manifestazione si è svolta anche la 34esima Sagra del Coatto a cura della locale Pro Loco, antico piatto pastorale a base di carne di pecora bollita con particolari spezie. Valfino al Canto ha avuto il patrocinio del Comune di Arsita, della Regione Abruzzo e del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga e il supporto della Fondazione Tercas, della Pro Loco di Arsita, dell’As Arsita e dell’Associazione di sviluppo locale Itaca.

Arsita

Sono stati oltre 30 i gruppi provenienti da moltissime località italiane e del mondo a esibirsi con musiche tradizionali straordinarie: da quelle della tradizione greca e balcanica, passando per le musiche sudamericane in particolare del Perù, Argentina, Cile, Bolivia e Ecuador, ma anche ritmi scozzesi, la musica Rom con l’Alexian Group, i canti e i suoni della tradizione popolare italiana dall’Emilia al Piemonte, passando per la tradizione musicale toscana, ai ritmi dell’area del Vesuvio, dell’area lucana e di molte altre località senza dimenticare le musiche abruzzesi, da quelle dell’alta valle del Fino al Vomano, ma anche della zona dell’Aterno, della valle Truentina, al confine con le Marche. Non solo musica, ma anche laboratori e teatro. Durante i pomeriggi sono stati proposti laboratori di costruzione di stendardi e bandiere giganti e di gigantes, oltre che di tamburelli e di strumenti musicali. Ad arricchire l’evento la mostra fotografica: “Di mano in mano”, a cura di Ileana Pavone(Ribes & Cannella), ma anche spettacoli teatrali itineranti come quello proposto da Il carro dei Bacucchi e Le Muse“La storie d’l’amore”, con la regia di Marina Di Carluccio e Enzo D’Angelo.

Sono stati tre giorni stimolanti, ricchi di iniziative, persone, musicisti, cantori, ballerini che, insieme, hanno creato qualcosa di magico – dichiara la presidente dell’Associazione Altofino Caterina Cacciatore – dal 1995, quando l’Associazione Altofino, in collaborazione con gli etnomusicologi Marco Magistrali e Carlo Di Silvestre, ha dato vita a questa manifestazione non credevamo potesse raggiungere un quarto di secolo e di farlo in maniera così significativa. L’intenzione era dare una vetrina a un lavoro di ricerca nell’Alta Val Fino suicanti e i balli della tradizione orale contadina in estinzione ed è diventato un evento irrinunciabile per persone di ogni fascia d’età. Questo è per noi motivo di grande orgoglio. La nostra manifestazione si colloca tra i 20 migliori festival popolari in Europa, una festa musicale che nasce da modalità espressive di matrice contadina e pastorale e che negli anni si è arricchita di originali sonorità provenienti da aree geografiche tra loro lontane. Ringrazio, a nome di tutta l’associazione, quanti ci hanno sostenuto in questa edizione, i tanti gruppi che hanno scelto di esserci, i curatori delle mostre e tutti coloro che danno contribuito alla riuscita della manifestazione. Valfino al Canto è luogo senza confini, dove lo scambio musicale evolve la cultura e apre l’identità al futuro”.

by Redazione