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“Perchè?”

Una domanda che esige ancora una risposta, una domanda che a distanza di tre anni da quella tragedia che ha scosso l’Abruzzo tormenta ancora la mente ed il cuore dei parenti delle vittime di Rigopiano.

I familiari delle vittime della tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola, travolto e distrutto da una valanga il 18 gennaio 2017, per il terzo anno consecutivo si sono ritrovati sul luogo del disastro per commemorare i propri cari.

Un minuto prima delle 17 di tre anni fa una valanga di neve, ghiaccio e detriti del peso di 120mila tonnellate travolse e distrusse l’albergo uccidendo 29 persone tra clienti e dipendenti, ed ecco che ieri a Rigopiano di nuovo tutti insieme parenti e non, hanno vissuto il momento del ricordo: negli occhi dei familiari si legge ancora il dolore di chi, quel 18 gennaio di tre anni fa, a causa di quel mostro di ghiaccio e detriti, ha perso una persona cara.

Rigopiano, 3 anni dopo. Foto Ansa

Dopo la deposizione dei fiori davanti al totem dell’hotel, c’è stato un momento di preghiera e di raccoglimento; poi ai parenti è stato permesso di entrare nell’area della valanga, in cui un tempo sorgeva il resort. A seguire una processione, con 29 fiaccole accese, che dal bivio Mirri tra Rigopiano e Farindola raggiunge la chiesa parrocchiale di “San Nicola Vescovo” per la messa.

Nel pomeriggio invece, la commemorazione delle vittime sostenuta dalla musica e condotta dall’artista Federico Perrotta e dalla giornalista Evelina Frisa è stata accolta dal palazzetto dello Sport di Penne, dove oltre a tante personalità del mondo politico abruzzese, oltre ai soccorsi, volontari e comitati ha partecipato anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, che ha così risposto al dolore dei parenti e delle “mamme di Rigopiano” che hanno scritto una lettera ai loro angeli: “Rappresento uno Stato che vuole dire ai familiari che è al loro fianco e lo sarà sempre, che chiederà scusa ogni volta che ci sarà da chiedere scusa per non aver avuto la capacità di difendere le vite e proteggere i loro familiari. Lo Stato ha il dovere istituzionale e morale di dare giustizia, sapendo che quella verità non riporterà indietro figli, madri, padri e fratelli morti tre anni fa”.

L’Abruzzo non dimentica e combatte per la verità.

(Foto da Ansa)

19 Gennaio 2020