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Tag Archives: Rotary Club Pescara Ovest ‘d’Annunzio’

Rotary Club Pescara Ovest D’Annunzio

“La sfida che oggi ci troviamo ad affrontare è quella di garantire la massima assistenza ai pazienti colpiti dal Sars-Covid-19, che oggi conta 11mila malati in Abruzzo, 10.500 in isolamento domiciliare, 500 ricoverati in ospedale, e, al tempo stesso, assicurare la consueta operatività dei nostri ospedali, senza trascurare alcuna patologia, a partire da quelle oncologiche perché il cancro, con i suoi nuovi mille malati al giorno solo in Italia, non si ferma in attesa che la pandemia termini il suo ciclo. E non possiamo permetterci di ritrovarci con una pandemia nella pandemia”.

Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì che ha aperto la tavola rotonda online su La Pandemia nella Pandemia organizzato dal Rotary Club Pescara Ovest ‘G. d’Annunzio’ di Pescara.

Presenti il Presidente del Rotary Club Luciana Vecchi , la pneumologa dell’Ospedale civile di Pescara Antonella Spacone, il dottor Dimitri Luisi, Primario del reparto di Oncologia dell’Ospedale civile di Pescara e componente della Task Force nazionale della Lilt – Lega Italiana Lotta contro i Tumori; il dottor Marino Nardi, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Chirurgia Mammaria dell’Ospedale civile di Pescara, e il professor Marco Lombardo, Coordinatore regionale della Lilt.

“Scopo dell’incontro – ha sottolineato il presidente Vecchi – è quello di approfondire il problema della pandemia da coronavirus, alla luce degli sviluppi della seconda ondata dell’emergenza sanitaria, ma anche capire i riflessi più immediati che la stessa pandemia sta determinando sul sistema sanitario generale, a partire dal rallentamento degli screening per la prevenzione oncologica, rischiando di generare una ‘pandemia’ all’interno dell’emergenza coronavirus, un tema, peraltro, oggetto di un acceso dibattito proprio negli ultimi giorni”.

“Il nostro sistema sanitario regionale deve affrontare una mole di lavoro immensa – ha spiegato l’assessore Verì – e lo sta facendo intensificando sia la rete ospedaliera che territoriale. Purtroppo in Abruzzo abbiamo toccato l’indice di contagio RT 1,5; 1 paziente su 4 è giovane in età scolare, solo per capire l’estensione capillare del virus. Per fronteggiare l’epidemia abbiamo assunto 863 unità operative in più tra medici e infermieri e parliamo di medici, anestesisti, infettivologi. Ma soprattutto, nonostante il grande sforzo straordinario al quale il Covid ci sta sottoponendo, continuiamo a portare avanti anche le attività programmate perché si continua a morire anche di altre patologie”.

“Nel Covid Hospital i tre piani di degenza sono tutti pieni – ha detto la pneumologa Spacone -, abbiamo circa 90 pazienti ricoverati che hanno bisogno di ventilazione meccanica intensiva o non intensiva, ovvero ossigenoterapia. Il Pronto soccorso è pieno tutte le notti, è una battaglia davvero dura e nell’ultima settimana abbiamo stilato un documento aziendale, tra i primi in Italia, in cui abbiamo redatto un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per omogeneizzare i comportamenti e garantire un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolge le Usca, che devono effettuare il monitoraggio dei pazienti paucisintomatici che possono essere seguiti sul territorio. Poi nel Covid Hospital abbiamo allestito uno spazio per l’Osservazione breve per uno screening del paziente che dev’essere ricoverato o rimandato a casa; al primo piano abbiamo i pazienti che necessitano di un supporto semintensivo con l’ossigenazione ad alti flussi, un piano intermedio a bassa intensità e all’ultimo piano la terapia intensiva. Attualmente abbiamo in atto ogni tipo di terapia, il Tocillizumab, la terapia stiroidea per bloccare la cascata infiammatoria che il virus instaura, la terapia antivirale con l’Aldesivir, trattamenti che mirano a ridurre il rischio di intubazione, poi l’antibiotico con Azitromicina per  pazienti domiciliari. Nel Covid Hospital abbiamo anche allestito una struttura di day hospital anche per il follow up dei pazienti post-Covid che comunque lascia delle sequele polmonari importanti”.

Poi le problematiche oncologiche: “Lavoriamo ogni giorno per assistere il paziente oncologico – ha detto il primario Luisi – che è sofferente perché è fragile, noi cerchiamo di far sentire meno il peso della situazione, ma la paura è palpabile, tanti saltano le terapie, cercano di evitare i trattamenti, c’è un ritardo nella diagnostica, c’è un rallentamento della sala operatoria, ci sono i pazienti in follow up che saltano i controlli e questo si traduce in un ritardo di diagnosi delle recidive o nelle seconde neoplasie”.

“La prima conseguenza della pandemia – ha aggiunto il dottor Nardi – sono le diminuzioni delle diagnosi perché tanti pazienti hanno rinviato le visite per paura di recarsi in ospedale o nei centri diagnostici e tale problematica determinerà un aumento della mortalità dell’1 per cento, ovvero negli Stati Uniti, moriranno in un anno per carcinoma alla mammella o al colon-retto, che sono un sesto delle neoplasie, circa 50-60mila persone. E la pandemia ha bloccato anche il mondo della ricerca scientifica, orientata sul Coronavirus; si sono rallentati gli interventi chirurgici, il lockdown ha ritardato almeno 600mila interventi di cui 50mila per neoplasie e tutto questo aumenterà la mortalità. In Italia abbiamo ben mille nuove diagnosi oncologiche al giorno e ogni giorno muoiono 500 persone, oltre ai 700 decessi al giorno per patologie cardiovascolari, si calcola che in un anno, a causa del Covid, avremo 10mila casi in meno di diagnosi di cancro allo stadio iniziale, che significa meno probabilità di salvezza. Ora gli screening sono ripresi, ma a macchia di leopardo. In Abruzzo la neoplasia alla mammella incide per mille nuovi casi l’anno e con il Covid perderemo sicuramente 200 diagnosi. Consideriamo che a Pescara con la prima ondata pandemica l’ospedale civile è stato completamente ridisegnato in funzione del Covid con tre reparti di rianimazione e il blocco delle attività chirurgiche elettive, noi siamo riusciti a preservare il trattamento chirurgico per i pazienti con neoplasie e le urgenze, ma comunque rispetto allo stesso trimestre marzo-maggio 2019, la riduzione delle attività chirurgiche per neoplasie è stato pari al 25%. Nella seconda ondata siamo più pronti, c’è il Covid Hospital che ci ha salvati, ma dobbiamo potenziare l’attività diagnostica”.

“Ci sono 34 studi internazionali – ha proseguito il professor Lombardo – che dimostrano che la ridotta prevenzione dei tumori determina un aumento del rischio di neoplasie che supera l’8%, oggi in Italia si ammalano di tumore mille persone al giorno e la metà muore, sappiamo che più la diagnosi è precoce più si guarisce, purtroppo abbiamo concentrato le forze sul virus, ma non ci siamo posti il problema di fare una strategia nazionale e regionale per la prevenzione e oggi rischiamo una pandemia dei pazienti oncologici che non possiamo curare bene perché non li abbiamo presi nella fase iniziale, C’è bisogno della prevenzione secondaria, ovvero degli screening, ma anche della prevenzione primaria, continuando a insistere sui sani stili di vita, e poi la terziaria, garantendo supporto a chi si è già ammalato. Oggi le Lilt di tutta Italia sono pronte a fornire il proprio supporto con i propri ambulatori per svolgere l’attività di prevenzione che è meglio fare all’esterno degli ospedali, siamo pronti anche a Pescara a stilare dei protocolli specifici portando il nostro know how. Consideriamo che con la campagna del Nastro Rosa garantiremo complessivamente oltre 300 visite, 100 già sono state fatte e ora effettueremo le ecografie. A fine novembre partirà il Percorso Azzurro per le neoplasie urologiche”.

 

Ben 260 kit completi di Dispositivi di Protezione individuale monouso verranno donati domani al Reparto di Rianimazione dell’Ospedale Civile di Pescara impegnato nella lotta contro il Coronavirus. La donazione è frutto dell’iniziativa realizzata dal Rotary Club Pescara Ovest ‘D’Annunzio’, presieduta dall’ingegner Amedeo D’Aurelio, e che ha visto la collaborazione anche del Rotaract, presieduto da Roberto Giungi, e dell’Interact, presieduto da Pierfranco Di Zio.

“La solidarietà e il servizio per chi ha reali necessità è nel Dna del Rotary e dei nostri Club Service – ha sottolineato il Presidente D’Aurelio -. Negli ultimi giorni stiamo tutti seguendo con grande apprensione l’emergenza mondiale determinata dal coronavirus, che sta mettendo a dura prova, ovviamente, anche il nostro Abruzzo e i nostri ospedali, a partire da quello di Pescara dove opera un esercito di medici straordinari, in prima linea, per vincere una battaglia dura, ma che deve vederci tutti coinvolti e responsabili. Il Rotary Club Pescara Ovest, insieme alle compagini più giovani del Rotaract e Interact, ha deciso di fare la propria parte, lanciando un’iniziativa per dare un sostegno, per quanto piccolo, al nostro nosocomio e, in particolare, al reparto di Terapia Intensiva, diretto dal primario Rosamaria Zocaro, la struttura più duramente messa alla prova nelle ultime ore, avendo dovuto addirittura triplicare i propri posti letto per assicurare la necessaria e adeguata assistenza a tutti i malati che hanno bisogno dell’aiuto delle macchine per superare la crisi respiratoria causata dal virus. Dopo una serrata ricerca siamo riusciti a trovare ben 260 kit di Dispositivi di Protezione Individuale da agenti biologici monouso che doneremo al reparto per proteggere al meglio i sanitari, medici, infermieri, Oss, che vivono ventiquattro ore su ventiquattro accanto a pazienti contagiati. Ciascun kit è composto da 1 camice CL4 di III Categoria, 2 calzari CL22, 2 guanti in nitrile senza polveri, 1 occhiale CL31 per la protezione da gocce e spruzzi e 1 copricapo, che forniremo in diverse taglie, dalla S alla XXL. La consegna – ha aggiunto il Presidente D’Aurelio – avverrà domani, giovedì 19 marzo, direttamente nel reparto di Rianimazione dell’Ospedale, e verrà consegnato dall’azienda produttrice. Ovviamente il mio ringraziamento va a tutti i soci del Rotary, che hanno sollecitato in ogni modo e con grande slancio tale iniziativa, ma anche ai giovani del Rotaract e Interact che hanno saputo dimostrare grande sensibilità e disponibilità facendosi parte attiva nell’impresa”.

by Redazione