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Tag Archives: cultura abruzzo

chieti

L’Istituto per lo studio, il recupero, la valorizzazione dei dialetti d’Abruzzo, presieduto dal critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone organizza, in collaborazione con il Liceo Scientifico Filippo Masci di Chieti, il seminario di studio La poesia dialettale abruzzese ed i suoi protagonisti, il 16 febbraio  alle 9, al Museo Barbella.

Questo il programma del seminario: Camillo Coccione poeta degli attimi, relatore Massimo Pasqualone, presidente di Irdidestinazionearte e critico letterario; Modesto Della Porta a Guardiagrele, relatrice Alessandra Melideo, docente di lettere Liceo Scientifico di Chieti; La Chieti di Renato Sciucchi, relatrice Maria Rosaria Giannobile, scrittrice e docente di lettere;

Incontro con il poeta dialettale Ireneo Gabriele Recchia; Intervento degli studenti del Liceo Scientifico F. Masci di Chieti e intervalli musicali di Michele Solimando.

“Il seminario– sottolinea Pasqualone- è il coronamento di una serie di incontri con gli studenti del Liceo Scientifico con cui l’Istituto per lo studio ha stretto una convenzione sui temi legati alla sua mission. Seguiranno altre iniziative per la città di Chieti e per gli studenti”.

Spazio Bianco

Si è riunito presso la Galleria d’arte e cultura Spazio Bianco, il direttivo della Pro Loco Pescara Aternum. Il presidente Guerino D’Agnese e il direttivo composto da Massimo Pasqualone, Simone D’Angelo, Gisella Bianco, Vittorio Pace e Laura Di Russo sono pronti a ripartire con il nuovo anno promuovendo momenti di valenza artistico culturale e di attrattività turistica che promuovano il territorio metropolitano e l’intero Abruzzo.

Numerose le proposte sul tavolo tra le quali la rassegna trimestrale Conosciamo l’Abruzzo, Cinema in Tenuta Coppazzuccari , la Mostra del  noto giornalista Mediaset Remo Croci al Porto Turistico di Pescara e la mostra del noto showman Dario Ballantini.

“Tantissimi gli eventi organizzati nel 2022 – sottolinea il presidente Guerino D’Agnese- con successo di critica e di pubblico, che ci spingono a lavorare ancora meglio”.

by Redazione
chieti

Per ricordare Roberto D’Orazio, a sette anni dalla morte, la famiglia ha indetto la prima edizione del premio Roberto D’Orazio, la cui cerimonia di premiazione si terrà il 28 gennaio alle 17 nello storico Caffè Vittoria di Chieti, che ha recentemente festeggiato il centenario e che rappresenta l’identità culturale, artistica, imprenditoriale del capoluogo teatino.

Il comitato scientifico del premio, presieduto dal critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone, ha scelto le personalità che verranno insignite del premio per l’impegno  imprenditoriale, culturale, artistico, sociale: Ma Febbo – Privato ,  Mario Colantonio , Luciano Di Tizio, Enrico Saquella, Giuseppe Tinari, Arnaldo Marramiero, Daniele Giangiulli, Domenico Di Pillo, Michelangelo Tumini, Franco Di Cristofaro,  Gianfranco Melideo,  Concetta Nasuti,  Gilda Pescara,  Franco Mastracci,  Nicola Mastrangelo, Eide Spedicato , Luigi Di Paolo , Alessandro De Santis,  Paolo Rapposelli,  Nino Germano, Maria Grazia Di Mario, Maria Franca D’Agostino, Giancarlo Zappacosta , Giancamillo Marrone, Riccardo Paciocco,  Carlo Gentili, Luca Luciano, Elisabetta Liberatore, Roberto Di Monte, Maurizia Nardell , Luca Filipponi, Giulia Alberico, Sabrina Cardone, Sergio Marchionne alla memoria.

Roberto D’Orazio è nato a Chieti il 5 luglio 1946. I suoi genitori, Nicola D’Orazio e Gabriella Serrandrei, si erano conosciuti nel corso del secondo conflitto mondiale e si erano sposati nell’ottobre del 1945.

Sin da ragazzo ha mostrato una grande passione per l’attività commerciale che il padre e lo zio Ettore avevano iniziato negli anni trenta aprendo la storica Pasticceria D’Orazio. Nel 1970 si è sposato con Lucia Manzini con la quale ha messo al mondo le tre figlie: Gabriella, Renata e Mariangela.

Nel 1988 ha realizzato quello che da sempre era stato il suo più grande desiderio professionale: rilevare la gestione del Gran Caffè Vittoria.

È stato nominato Cavaliere del lavoro nel 1994. Ha ricoperto incarichi di responsabilità presso la Confcommercio di Chieti. Si è spento il 15 ottobre del 2015.

by Redazione
pescara

E’ il prof più amato dei social, il suo nome è Vincenzo Schettini, il prof influenzer più amato del web e dai più giovani e mercoledì 25 gennaio alle ore 18, presenterà il suo libro La fisica che ci piace, edizioni Mondadori, nella stessa sede della Mondadori di Pescara nella centralissima via Milano.

Schettini fisico, musicista, curioso ed appassionato di vita dopo aver creato e lanciato il canale YouTube “La Fisica che ci Piace” ha sentito l’esigenza di guardarsi intorno proprio per rispondere alle domande di suoi followers, creando cosi la figura de “Il Prof Che Ci Piace”, un blog che è l’evoluzione di se stesso, lo spazio per migliaia di studenti che vogliono imparare divertendosi e una grande opportunità per tanti prof che si sentono attratti dalla rete e dalla possibilità di fare lezione online.

Che cos’hanno in comune un proiettile e le montagne russe? Perché le fette biscottate cadono sempre dalla parte imburrata? Com’è possibile che gli uccelli appoggiati sui cavi dell’alta tensione non prendano la scossa? Sorprendente è scoprire come la fisica spieghi ogni fenomeno che  circonda le persone, che si parli di energia, di forza o di elettromagnetismo. Il fascino di questa materia è spesso eclissato dal timore di non riuscire a comprenderla.

Ed è qui che entra in gioco Vincenzo Schettini con il suo libro: con lui, la fisica diventa magia. Sono le sue spiegazioni, vivaci, divertenti, colorate ed efficaci, che rendono facile e comprensibile ogni concetto, soprattutto perché raccontano la fisica che c’è dietro le cose che si vedono e si utilizzano ogni giorno.

Nel libro La fisica che ci piace, Schettini mette da parte i sofismi accademici e punta al sodo, come del resto fa ormai da anni: partire da cose semplici per spiegare fenomeni complessi. Esempi della vita di tutti i giorni, facili e soprattutto concreti, da cui poi partire per esporre le teorie della fisica.

“Quando ho pensato di scrivere questo libro – scrive il Prof – l’ho voluto fare con lo spirito di Vincenzo, fisico e musicista, di quell’eterno ragazzo che continua a vivere in me e a entusiasmarsi nel fare tutte le esperienze possibili. Ho deciso che avrei raccontato a tutti voi la fisica in una maniera alternativa, non ponendola come semplice lezione, ma provando a farvi entrare nei fenomeni da un altro punto di vista: quello della vita di tutti i giorni”.

In questo libro, il Prof accompagna il lettore in una passeggiata nella vita reale, e ogni evento diventa lo spunto per una nuova riflessione su come funziona il mondo. Così, tra le teorie applicate nei film western e quelle sul tempo si scopre che la fisica è in tutte le cose semplici.

Per info è possibile seguire la pagina @mondadoribookstorepescara.

 

by Redazione
macondo

Pietro Di Donato, primo di otto figli, nasce nel 1911 nel New Jersey da genitori italiani, Geremia ed Annunziata Cinquina, originari di Vasto e Taranta Peligna (in provincia di Chieti) emigrati nel Nuovo Mondo alla ricerca di fortuna. Pur possedendo poca formazione scolastica, acquisita principalmente come autodidatta, nel 1939 pubblica Cristo fra i muratori (Readerforblind), ispirato alla tragica morte del padre, avvenuta il Venerdì Santo del 1923, quando crolla il ponteggio del cantiere edile presso il quale lavora, immobilizzandolo sotto una colata di cemento.

Occasionalmente di domenica, il Gruppo di Lettura della Scuola Macondo – L’Officina delle Scuole di Pescara, diretta da Elisa Quinto torna con un appuntamento previsto per il 22 gennaio alle ore 19 che vedrà partecipare anche l’editore Valerio Valentini e Sandro Bonvissuto che ha curato la prefazione di Cristo fra i muratori.

Quella tragica morte, oltre a gettare nello sconforto la famiglia, cambia per sempre la vita di Pietro Di Donato che, ancora giovanissimo, si ritrova a lavorare come muratore per mantenere la sua famiglia e per onorare la memoria di suo padre. Allo stesso tempo, inizia a combattere una vera e propria battaglia per difendere i diritti dei lavoratori soprattutto in materia di sicurezza nei cantieri.

Cristo fra i muratori ha sicuramente una forte componente autobiografica, che lo portò ad essere immediatamente accolto positivamente dalla critica e dai lettori, soprattutto perché fu considerato il primo romanzo proletario scritto proprio da un proletario stesso e perché racconta in maniera cruda, onesta e sincera il mondo degli emigrati, le condizioni dei lavoratori italiani sui cantieri, lo sfruttamento da parte dei boss americani e l’assoluto egoismo dell’America capitalista nei confronti di una minoranza che ha contribuito a costruire materialmente la nazione.

Il libro racconta infatti del giovane Paolino, che subito dopo la morte del padre, si ritrova a chiedere aiuto per sfamare la sua famiglia, ricevendo puntualmente solo porte sbattute in faccia, compresa quella della Chiesa e con una richiesta d’indennità negata, dal momento che i padroni evitano in tutti i modi di prendersi la responsabilità dell’incidente: un padre sepolto equivale quindi ad un figlio che deve farsi necessariamente carico della famiglia.

E così, il giovane Paolino, si ritrova a gironzolare fra i cantieri, nella speranza che i vecchi amici di suo padre possano dargli una mano nel trovare un lavoro. Le corporazioni però puntualmente lo rifiutano perché è troppo giovane, non ha esperienza e soprattutto potrebbe creare casini in caso di controlli sui cantieri ma Paolino si dimostra subito testardo, ostinato e desideroso di imparare in fretta perché significherebbe così guadagnare più soldi.

All’inizio, per Paolino è davvero dura sopravvivere, gli altri manovali sul cantiere si prendono gioco di lui, il lavoro è davvero sfiancante e in più mangia sempre troppo poco eppure la fatica fisica lo esalta e lo spinge a dare sempre il massimo, guadagnandosi lentamente il rispetto di tutti e gli apprezzamenti dei boss e spingendolo a diventare in fretta un uomo maturo.

Pietro Di Donato è molto abile a descrivere la vita sul cantiere di questi uomini, che sembrano vere e proprie macchine da lavoro, prive di parola, che compiono gesti sempre identici e che ridiventano uomini solo alla fine del turno di lavoro, quando possono tornare nelle loro case, dalle loro famiglie, dalle mogli, dai figli e soprattutto al tanto agognato e meritato riposo.

Le pagine di Cristo fra i muratori” sono impregnate del sudore che sgorga per la fatica e soprattutto restituiscono al lettore l’odore della calce, del cemento, della malta e dei mattoni che vengono spaccati e piazzati sotto il sole, il freddo o la pioggia e ogni gesto compiuto sul cantiere, somiglia ad un vero e proprio concerto, privo di spartito.

Gli uomini e le donne fotografati da Pietro Di Donato nel suo libro sono infatti poveri cristi, orgogliosi delle loro origini ma costretti a pregare il dio dei poveri, che lottano contro la fame e la miseria, considerati dei veri e propri nemici ereditati, che ricordano con nostalgia l’Italia, che hanno un forte senso comunitario al punto da condividere ogni cosa e che ballano la tarantella come se fosse un vero e proprio rimedio per esorcizzare i propri mali.

Pietro Di Donato in Cristo fra i muratori, oltre a raccontare uno spaccato di vita degli italiani emigrati in America, regala un romanzo di formazione e di iniziazione morale crudo e doloroso, contraddistinto da una scrittura poetica e molto evocativa e da un’amarezza silenziosa e profonda, la stessa che ricorda come in quegli anni rifiutare il Sogno Americano equivaleva tanto a rinnegare Dio.

L’autore è morto a Stony Brook, New York nel1992. In suo onore è stato istituito nel 2012 un premio giornalistico dedicato alla sicurezza sul lavoro.

Per partecipare al Gruppo di Lettura è obbligatoria la prenotazione mandando una mail a scuolamacondo@gmail.com o chiamando il 370.3525381.

by francesca
pennapiedimonte

Si inaugura giovedì alle 17.30, con l’intervento del critico letterario e d’arte Massimo Pasqualone, la rassegna dei giovedì letterari presso lo Scaffe hotel relais di Pennapiedimonte.

Pasqualone presenterà per l’occasione il suo ultimo libro sugli scrittori di Molise, Marche, Puglia e Campania dal titolo Tra i due mari, già presentato a Manfredonia, San Benedetto del Tronto e Calitri.

“Sono davvero contento di inaugurare con il mio intervento questo nuovo progetto ideato dalla direzione dello Scaffe di Pennapiedimonte diretto dall’imprenditrice Cinzia Santoferrara- sottolinea Pasqualone- e non faremo mancare il nostro sostegno all’iniziativa”.

 

by Redazione
abruzzo
Una delle figure più iconiche di tutta la cristianità è quella di Longino: sono tante le leggende che lo riguardano intrecciandosi e sovrapponendosi, una di queste riguarda l’Abruzzo e in particolare Lanciano (Ch), protagonista della puntata di Macchemito su Buongiorno Regione, rubrica di Paolo Pacitti e riprese Rai di Sem Cipriani, con lo scrittore abruzzese Peppe Millanta.
Longino, è il soldato romano che colpì il costato di Cristo ed è legato all’Abruzzo da una lunga tradizione, e probabilmente lo stesso nome di Lanciano deriva da questo personaggio infatti è immediata la correlazione tra i nomi Longino e Lanciano e lo stesso stemma del paese raffigura una lancia che punta verso il sole, forse quella dello stesso soldato romano che si è lasciato “illuminare” da Cristo, dopo averlo colpito.
“La storia di Longino riemerge piuttosto tardi, alla fine del 1700 quando facendo dei lavori venne ritrovata la fontana romana con un’iscrizione Quintus Cassius Longinus sua peccata fecit- spiega lo storico Domenico Maria Del Bello – e tornando indietro nel Medioevo si scopre che c’è una Chiesa dedicata a questo Santo e solamente negli anni ’80 una scrittrice polacca scrive un romanzo sostenendo che il Longino era originario dell’antica Anxanum”.
Secondo uno dei racconti che lo riguardano Longino, dopo essersi convertito tornò da Gerusalemme nella sua città natale, Lanciano, dove si mise a predicare inimicandosi i potenti che lo catturarono e lo giustiziarono; il luogo del suo martirio si trasformò in luogo di devozione dove fu costruita la Chiesa oggi nota come San Legonziano, forse una variabile del suo nome e dove avvenne il miracolo di Lanciano.
Per saperne di più è possibile vedere la puntata: https://www.facebook.com/peppemillanta/videos/560768105956606.
by Redazione
Iovacchini

Sabato 14 e domenica 15 gennaio dalle 17 a Ci vuole un villaggio – ArtGallery (Via Villetta Barrea 24 a Pescara) inaugurazione della mostra fotografica del M° Giovanni Iovacchini “Appunti sparsi di viaggi” visitabile fino al 19 febbraio 2023.

Evento organizzato in collaborazione con AP/ArteProssima – pinacoteca d’arte contemporanea. Direzione artistica curatoriale Beniamino Cardines. In collaborazione con Ci vuole un Villaggio aps, La Casa di Cristina onlus, Bibliodrammatica aps, Prossimità alle Istituzioni, Eracle aps e Angeli del Mare, Ooops scrittura e narrazione, SL/Segnalazioni Letterarie.

La mostra fotografica si inserisce nella programmazione culturale di Ci vuole un villaggio aps che si propone come una grande casa o meglio “villaggio” per accogliere e proporre discipline innovative e wellness, unite a cultura, arte contemporanea e letteratura.

Sabato 14 gennaio dalle 17 (primo giorno inaugurazione): “Come ti vedo?” workshop laboratorio di fotografia terapeutica tenuto dal M° Giovanni Iovacchini, in collaborazione con Simona Fagnani (consulente familiare), rivolto a ragazzi e ragazze, bambini e famiglie, adulti.

Domenica 15 gennaio dalle 17 (secondo giorno inaugurazione): “Human Memory” incontro esperienziale con Domenico Trozzi (Gen. Polizia di Stato, fondatore di Prossimità alle Istituzioni), Nando Pallini (esperto in meditazione e mindfulness), Guia Marinelli (Feldenkrais teacher), interverrà Giovanni Iovacchini intervistato da Beniamino Cardines.

Giovanni Iovacchini, fotografo: “Propongo una serie di fotografie scattate in giro per il mondo e già mostrate in molte città italiane e all’estero. Sono immagini intime, quasi rubate alla vita, alla naturalezza, ma allo stesso tempo sembrano carpire qualcosa che ci aspettava da sempre. Le mie fotografie cercano uno sguardo, un’attenzione più umana. Ci sono uomini e donne e ci sono paesaggi, mai un momento solo, non c’è mai assenza di emozioni. Ogni fotografia racconta di un momento ben preciso, e cerca di restituirne la preziosità”.

Beniamino Cardines, direttore artistico: “Un progetto internazionale. C’è molto da scoprire nelle fotografie di Giovanni Iovacchini, ma forse prima ancora, c’è da osservare e chiedersi che cosa sta accadendo? Dove ci vuole portare l’occhio del fotografo? Con Giovanni Iovacchini inauguriamo la sezione fotografica della nostra programmazione qui al Villaggio ArtGallery. Scopriamo la fotografia come linguaggio di comunicazione tra i più curiosi e attuali. C’è l’oggi, l’immediatezza delle emozioni, c’è la voglia di perdersi in uno sguardo che ci parla della vita di qualcuno, anziché in un paesaggio lontano esotico o abruzzese”.

 

by Redazione
pescara

Il 5 gennaio alle 16, al Circolo Aternino di Pescara, si terrà la premiazione della prima edizione del Premio Endas Abruzzo per la cultura.

Il presidente di Endas Abruzzo, Simone D’Angelo, dichiara:

“La nascita di questo premio sta a significare l’importanza che il nostro Ente vuole dare al settore Cultura, perché la crescita culturale coincide sempre con un miglioramento della società e noi, nel nostro piccolo, vogliamo far emergere chi, tutti i giorni, dedica il proprio tempo a favorire questo processo.

Questi i premiati selezionati dal comitato scientifico presieduto dal critico d’arte e letterario Massimo Pasqualone: Gladis Di Pietro, Francesco Longobardi, Giovanni Staffilano, Gerardo Di Cola, Paolo Rosato, Renzo Gallerati, Domenico Trozzi, Luna Lamona, Gisella Bianco, Santino Strizzi, Enzo Di Natale, Cristina D’Angelo, Tonino Santeusanio, Marco Stornelli, Angelo Valori, Andrea Silvestrone, Vincenzo D’Aquino, Gino Bucci, Franco Mannella, Alberto Melchiorre, Raffaele Bigi, Raffaella Canovi, Claudio Testi, Rosaria Verini, Angelo Coccia, Piergiuseppe Mammarella, Francesco Seccia, Orietta Spera, Ilio Leonio Lidia Di Blasio.

by Redazione
pescara

Si terrà a Pescara mercoledì 28 dicembre alle ore 17,45 la presentazione del lavoro letterario di Vincenzo Amato Sonetti franchigeni. Versi d’amore e di passione (Leonardo J. Edizioni) alla libreria dell’Università in viale Pindaro, 51. L’autore dialogherà con la giornalista Francesca Di Giuseppe.

L’amore senza la passione è un amore a cui manca una parte fondamentale ed è quindi un amore incompleto, così come la passione senza amore è priva di una parte altrettanto importante al punto che, forse, neppure passione la si può chiamare davvero.

Amore e passione dunque, due cose che, quando sono genuine, stanno benissimo assieme e si contemperano fra loro, si contaminano, si intrecciano senza che l’uno possa fare a meno dell’altra.

Sono i temi ricorrenti in questa raccolta che, nel crescendo temporale dettagliatamente cadenzato dei vari sonetti rispetto alla loro data di composizione, declinano i due principi di amore e passione come appartenenti a un tutt’unico, inevitabilmente interdipendenti, il concavo e convesso chiusi nell’area di una circonferenza senza che se ne scorga la linea di contatto e di demarcazione.

Fonte ispiratrice delle composizioni, la donna amata e desiderata, secondo il connubio tra amore e passione già detto. Una donna il cui essere persona reale o solo immaginaria, è lasciato volutamente in sospeso senza che vi sia una risposta; ogni lettore, piuttosto, potrà immaginare, leggendo questi versi, quale sia quella migliore fra le due possibilità, la donna reale o quella immaginaria, rifacendosi e riferendosi alle proprie esperienze intime e personali.

“Il titolo di questa raccolta – afferma l’autore Vincenzo Amato – deriva dalla terra di Francia, dalla Provenza per l’esattezza, in cui la parola sonet è nata; significa piccolo suono, piccola melodia con cui i trovatori provenzali accompagnavano la declamazione dei loro versi con strumenti a corda o ad arco. Il sottotitolo della raccolta, Versi d’amore e di passione, vuole evidenziare l’importanza del connubio fra l’amore e la passione, trasponendo nella lirica poetica un principio che, in fondo, è reale e oggettivo”.

NOTE BIOGRAFICHE DELL’AUTORE

Vincenzo Amato è nato a Città Sant’Angelo (Pescara) nel 1959 e vive a Sesto San Giovanni (Milano) dal 1990.   Si è laureato in Lettere Moderne all’Università dell’Aquila con una tesi sulla Tecnica del personaggio femminile nell’Inferno dantesco. E’ cancelliere alla Corte d’Appello di Milano dal 1987. E’ vicepresidente della Società Dante Alighieri di Milano per la quale tiene periodicamente Lecturae Dantis e conferenze. Al suo attivo diverse opere letterarie tra cui: il racconto “I fantasmi del San Nicolao” con Giorgio Tarantola Editore di Sesto San Giovanni; il romanzo “L’ultimo sogno di Lucilla” con Porto Seguro Editore e la raccolta di racconti “I racconti della Civita” con Porto Seguro Editore.