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Category Archives: Abruzzo.life

navelli

Quante volte si è sentito dire e parlare delle specialità tipiche dell’Abruzzo? Tante perché tanti i sono i prodotti che caratterizzano la nostra terra: dal parrozzo agli arrosticini, dal bocconotto alla pasta alla chitarra con le pallottine.

A questo si aggiunge un altro elemento di raffinatezza e gusto: le zafferano di Navelli.

Lo zafferano dell’Aquila ha ricevuto il marchio Dop nel 2005. L’”oro rosso” cresce a Navelli sano e purissimo ma, anche se il più prezioso, non è l’unico prodotto che caratterizza il borgo.

zafferano

Un patrimonio gastronomico che però ha origine nel XX secolo la costituzione della prima cooperativa di coltivatori di zafferano su iniziativa di Silvio Sarra di Civitaretenga.

Dal 13 maggio 2005 inoltre esiste il “Consorzio per la Tutela dello Zafferano dell’Aquila”. I produttori che possono utilizzare il marchio “Zafferano DOP dell’Aquila” sono iscritti in appositi elenchi gestiti dall’organismo di controllo e l’area di produzione DOP comprende i comuni di:

  • Navelli,
  • Barisciano,
  • Caporciano,
  • Fagnano Alto,
  • Fontecchio,
  • L’Aquila,
  • Molina Aterno,
  • Poggio Picenze,
  • Prata d’Ansidonia,
  • San Demetrio ne’ Vestini,
  • San Pio delle Camere,
  • Tione degli Abruzzi,
  • Villa Sant’Angelo.

La città è inserita tra i borghi più belli d’Italia, si trova in provincia de L’Aquila e rientra nella comunità montana Campo Imperatore-Piana di Navelli.

I primi insediamenti italici nella zona di Navelli si fanno risalire ai Vestini intorno al VI secolo a.C., quando nella zona sottostante l’attuale paese si trovava il vicus Incerulae.

L’attuale paese fu fondato dall’unione in epoca medievale (VIII-X secolo) di sei villaggi: Villa del Plano, Villa della Piceggia (o Piaggia) Grande, Villa della Piceggia (o Piaggia) Piccola, Villa di Santa Lucia, Villa del Colle e Villa di Turri.

roccamorice

C’è un paesino in Abruzzo, provincia di Pescara dove, alzando gli occhi, si è sommersi dalla maestosità della montagna: si chiama Roccamorice e si trova all’interno della Comunità montana della Maiella e del Morrone.

Un piccolo borgo, uno di quelli che fa grande l’Italia; uno di quei borghi dove tutti si conoscono, dove la vita sembra ferma a prima dell’arrivo dei cellulari, a quando era a il sole a indicare l’ora.

Da Roccamorice, guardando ai monti c’è un particolare tipico degli ambienti montani abruzzesi: l’eremo di San Bartolomeo in Legio (nella foto).

L’eremo è anteriore all’XI secolo e venne restaurato da Pietro dal Morrone, futuro papa Celestino V, intorno al 1250.

Qui vi si stabilì intorno al 1274 per almeno due anni, al ritorno del suo viaggio a Lione fatto per ottenere dal papa Gregorio X il riconoscimento della sua Congregazione dei celestini.

L’eremo è costituito da una cappella e da due vani scavati nella roccia destinati agli eremiti.

L’accesso può avvenire tramite quattro differenti scale, scavate sempre nella roccia. Quella a nord è composta da 30 gradini mentre quella a sud è più lunga e irregolare.

L’interno della chiesa invece è rettangolare, con una lunghezza di 7,70 m e una larghezza minima di 3 m e massima di 4 m.

L’illuminazione è assicurata da una porta-finestra, mentre una seconda finestra è stata trasformata in una nicchia semicircolare.

La nicchia dell’altare ospita una statua lignea di San Bartolomeo raffigurato con un coltello, poiché subì il martirio dello scorticamento.

La statua del Santo a sua volta, viene portata in processione dai fedeli il 25 agosto dopo essere scesi al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un rituale molto antico, per poi portare l’effigie del santo nella chiesa del paese, dove rimane fino al 9 settembre.

Foto: Di Fernando Blasioli – Opera propria, CC BY-SA 4.0

by mediaplus.adv
santo stefano di sessanio

Un borgo, tra i più belli d’Italia nel cuore delle nostre montagne: Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Una fortezza per una delle famiglie più importanti d’Italia: i de’ Medici dal 1579. Queste terre apparterranno ai Medici fino al 1743.

Un periodo nel quale Santo Stefano raggiunge il massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze per il fiorente commercio della lana “carfagna”, qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.

Punto di forza e cuore pulsante del borgo è la Torre Medicea; torre di avvistamento documentata nel XIV secolo e posta in cima al borgo.

Si presume che esistesse già prima dell’arrivo della famiglia di Alessandro de’ Medici, feudatario che nel 1579 acquistò da Costanza Piccolomini i feudi di Santo Stefano, Calascio e Castelvecchio, che erano compresi sin dal XII secolo nella Baronia di Carapelle.

La torre, prima del crollo, era alta 18 metri, a pianta cilindrica, in pietra concia locale, con delle caditoie e delle finestre per le balestre.

L’intervento dei Medici permise di migliorare il passaggio di ronda con scala a chiocciola, e la sommità, con le caditoie, i beccatelli e la merlatura a ghibellina.

Dopo il crollo causato dal terremoto del 2009, la torre attende di tornare al suo antico splendore sperando che la ricostruzione non vada ancora per le lunghe.

Foto: Di trolvag, CC BY-SA 3.0

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treglio

L’estate sta finendo ma la voglia di trascorrere una domenica fuori porta c’è sempre; l’Abruzzo infatti regala scorci di natura e luoghi per ogni momento.

Come Treglio per esempio, in provincia di Chieti, a pochi chilometri da San Vito (una delle mete turistiche preferite per il suo mare pulito).

Il nome del paese deriva dal personale latino Trellus che risale al XII e XIII secolo. Come molti paesi del circondario fu feudo dell’Abbazia di San Giovanni in Venere.

La parte più antica della città è costituita dal centro cittadino posta sul colle centrale mentre le sue contrade Sacchetti e Paglieroni nate nell’Ottocento e sviluppatesi agli inizi del Novecento sono situate su altri due colli.

Cosa visitare a Treglio? Sicuramente non può mancare un giro all’ex palazzo vescovile in piazza San Giorgio. La facciata ha pianta rettangolare, è suddivisa su due livelli ha una copertura del tetto a quattro falde. Al centro della facciata si erge una torre. Al pian terreno vi sono delle attività commerciali, mentre, al primo piano vi sono degli appartamenti privati.

C’è poi la chiesa di San Rocco su via Roma. L’edificio, di dubbia attribuzione storica pare essere dell’Ottocento. La chiesa inoltre è adibita al culto solo in occasioni speciali, ad esempio la festa di San Rocco, per cui viene portata in processione la statua lignea posta dentro la navata.

Tra gli eventi, da segnalare Borgo Rurale, che si tiene ogni anno a novembre, la Festa del Vino Novello Castagne e Olio Nuovo il cui obiettivo è quello di far conoscere il mondo dei contadini e degli agricoltori a quello turistico, consentendo alle aziende agricole ed artigianali di offrire ai turisti le prelibatezze tipiche della Frentania e di far conoscere questa parte dell’Abruzzo.

Foto: Di Giorgio Pietrocola – Opera propria, CC BY-SA 4.0

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gole del salinello

Una Riserva naturale a tutela dell’habitat delle gole create dal fiume Salinello: sono le Gole del Salinello nella provincia di Teramo all’interno Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

La riserva è stata istituita con la legge regionale n. 84/1990; le gole possono essere definite un enorme canyon scavato dall’acqua del fiume omonimo tra i Monti Gemelli, il Foltrone (1720 m) e il Girella (1814 m).

Area verde dunque dove la Natura la fa da padrona con i mammiferi che vivono all’interno del Parco; camminando per i sentieri infatti è frequente incontrare tracce del passaggio di lupi, cinghiali, volpi e tassi.

Le pareti delle gole offrono l’habitat naturale per la nidificazione di numerose specie di volatili, tra cui l’aquila e corvo reale. Nelle acque del fiume vive la trota iridea.

Una Riserva, quelle delle Gole del Salinello, che al suo interno hanno anche due importante zone attrattive:

Grotta Sant’Angelo o di San Michele Arcangelo

La grotta più nota ed estesa è profonda 30 m e larga 10 m, in alcuni punti raggiunge un’altezza di 30 m. Utilizzata fin dal Paleolitico, è stata oggetto di scavi archeologici che hanno portato alla luce reperti databili fino al 6000 a.C.

Eremo di Santa Maria Scalena ed Eremo di San Francesco alle Scalelle

Di difficile accesso quello di Santa Maria Scalena, sono più facili da raggiungere i resti dell’Eremo di San Francesco alle Scalelle.

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rifugi d'Abruzzo

Pensare di trascorrere qualche giorno ad alta quota mentre a valle l’afa avanza: non è una cattiva idea se si ama il freddo e si soffre il caldo.

Una soluzione che in Abruzzo c’è; la regione che vede il mare dalla montagna offre anche questa possibilità: i rifugi d’Abruzzo sono un’ottima alternativa alle vacanze al mare.

Noi vi raccontiamo in breve la storia di due di essi.

Rifugio Garibaldi

Inaugurato il 16 settembre 1886. Prima costruzione del genere sugli Appennini, ad essa si lega il ricordo del periodo eroico della conquista alpinistica, condotta sistematicamente dalla Sezione Romana del Cai (Club alpino italiano), del massiccio del Gran Sasso.
La costruzione dell’Albergo di Campo Imperatore e della Funivia di Fonte Cerreto nel 1933 segnerà un secondo declino del Rifugio.

Rifugio Coppo dell’Orso

Costruito nel 1927, all’altezza di m.1870, sul gruppo di monti Serra Lunga.

E’ stato costruito in pietra a faccia vista e cemento, da maestranze locali. Essi hanno dormito per mesi su in montagna, fino alla fine della costruzione.

Le pietre sono state raccolte tutto intorno. La rena e l’acqua per l’impasto è stata trasportata dai muli ed asini.

All’interno c’è un soppalco in legno – locale notte – con 10 posti letto.

Il rifugio è messo in modo tale da avere tanti paesaggi per ogni grado di visuale e per 360°.

Tutte le sensazioni del momento sono state raccolte in un libro tenuto all’interno del rifugio, come un giornale di bordo.

by mediaplus.adv
il gran sasso

Il Ferragosto degli abruzzesi di mare, la maggior parte delle volte fa rima con montagna; e quando si pensa ai monti un nome solo viene in mente: sua maestà il Gran Sasso.

Trascorrere una giornata alle pendici della montagna più alta dell’Appenino ha un sapore sempre nuovo anche se quei posti, quelle strade si conoscono e si visitano di frequente.

Alzare gli occhi al cielo mentre si sorseggia un caffè seduti a un bar, riconcilia con la natura; permette di apprezzare ciò che di più vero e unico abbiamo: la Madre Terra.

L’imponenza della montagna, le nuvole che la circondano fanno capire quanto la natura sia più forte di noi e contro di essa non possiamo nulla. Lei vincerà sempre.

Pensare a poi ai piccoli borghi che nascono ai suoi piedi, la vita quotidiana dei suoi abitanti, emoziona per chi viene dal caos delle città.

Come per esempio Casale San Nicola (località Isola del Gran Sasso in provincia di Teramo), un piccolo paesino dove ogni giorno i suoi abitanti hanno il privilegio di salutare il Gran Sasso semplicemente spalancando le finestre.

fiume mavone (Casale san Nicola TE)
fiume mavone (Casale san Nicola TE)

E non solo: la natura è nel borgo con il fiume Mavone che scorre attraverso il paese; ecco, ascoltare anche solo per pochi minuti il suono melodioso dell’acqua è una sensazione da brividi che solo il mare a valle ti può restituire.

by francesca
il ferragosto

E’ il capodanno dell’estate, la giornata dove il divertimento la fa da padrona: stiamo parlando del Ferragosto, il giorno dedicato interamente al cibo come il buon abruzzese comanda.

E in Abruzzo il Ferragosto vuol dire scampagnata, pic nic per chi vive al mare in montagna e per chi vive sui monti si scende al mare; l’importante è non manchino le cose essenziali: copertina (o telo mare), cocomero, canaletta per gli arrosticini, musica e tanto risate in buona compagnia.

Ma dove andare a Ferragosto in Abruzzo?

Il bosco di Sant’Antonio per stare immersi completamente nella natura; 550 ettari di natura incontaminata, con alberi dalle dimensioni monumentali. In alcune zone dell’area è possibile fermarsi per una grigliata con amici, ovviamente cercando di rispettare il più possibile la meraviglia circostante

La montagna Spaccata dove ci sono aree appositamente attrezzate per pic nic e ritrovi tra amici e magari, nel pomeriggio, visitare uno dei borghi più belli d’Abruzzo e d’Italia: Scanno.

Per il mare una zona su tutti: la Costa dei Trabocchi e le sue meravigliose calette dove prendere il sole diventa un’esperienza unica grazie a scenari incredibili e acque pulitissime.

by mediaplus.adv
pescara

Una passeggiata lungomare, una sosta sul Ponte del Mare o un tramonto al Porto Turistico: non stiamo parlando di una grande capitale europea o di una località tropicale.

Parliamo della nostra città, Pescara tanto viva e reattiva di giorno quanto magicamente romantica al calar del sole.

Già dal tramonto è possibile respirare un’aria più pura; già con il tramonto si può ascoltare il suono del mare, di un flebile vento che accarezza anima e corpo, magari al mare, magari al Porto Turistico con le barche che rientrano da una giornata al largo, per poi guardare il rosso del sole calante che si specchia sull’acqua.

Di notte poi c’è il Ponte del Mare, dal suo punto più alto, e in dolce compagnia, si può guardare l’orizzonte tra cielo e mare da un lato e la magnificenza dei monti dall’altro, il tutto costellato dalle luci gentili della Città o della torre del Comune, del ponte Flaiano e delle Torri Camuzzi.

Spettacolo da non credere? E’ tutto vero invece, Pescara è “Abruzzo”: forte e gentile con quella vena magicamente romantica che cattura il cuore di tutti e tutte.

by francesca

E se il giorno del matrimonio regalasse alla coppia una doppia emozione?

E come spesso accade, la regione Abruzzo diventa meravigliosamente complice; proprio Lei, donna meravigliosa e sacra che ha dato natali ad artisti, poeti, scrittori e non solo, ma tutti noti per essere grandi celebratori dell’amore, in ogni sua sfaccettatura!

Ci si può giurare amore eterno guardando l’infinita bellezza del mare che a sua volta ben si sposa con la magnificenza del cielo: un’unione divina per gli antichi, un’unione più romantica per la contemporaneità.

Ma sposarsi in Abruzzo significa anche diventare re e regina per un giorno di uno dei castelli medioevali che il territorio può vantare e non è un caso se spesso queste imponenti strutture sono scelte anche dai migliori registi mondiali per girare film d’autore.

Il polmone verde d’Europa offre una varietà incommensurabile di “altari” per nozze da sogno godendo di scenari unici; essendo caratterizzata da panorami mozzafiato e colori paradisiaci offre anche lo spunto giusto per degli album fotografici da custodire gelosamente e mostrare.

Ebbene si, l’Abruzzo è una destinazione ideale per sposarsi soprattutto se si sceglie di favorire la fusione delle anime innamorate in un contesto “naturale” quando si predilige una riserva ma anche “caratteristico” se invece si opta per il cuore di un borgo romantico e talvolta interiormente coinvolgente grazie anche alle tradizioni ed alle culture locali ancora molto sentite in Abruzzo.

Lo sanno bene Diego e Luana. Questa giovane coppia è stata immortalata nel giorno più bello della vita insieme dal fotografo Giulio Gennari, che ha saputo ben mettere in evidenza l’innocenza dei volti, la bellezza degli abiti scelti per l’occasione e la spontaneità dei movimenti.

Lo scorso 12 luglio i giovani innamorati hanno scelto di giurarsi fedeltà e amore presso il Convento di San Panfilo fuori le mura a Spoltore, per poi premiare questa nuova vita insieme con scatti da favola a Campo Imperatore, un vasto altopiano all’interno dei confini del Parco Nazionale del Gran sasso e dei Monti della Laga che va dai 2100 metri di quota; proprio lì dove l’amore si specchia tra rivoli d’acqua montana o piccoli laghi, e dove la natura è incontaminata la montagna circostante sembra far da scudo ai sentimenti ed anzi intimamente raccoglie l’amore, è talmente imponente che si  improvvisa scrigno nell’unirsi in un abbraccio ideale con il cielo.

Proprio qui, nel piccolo Tibet d’Abruzzo, si fondono suoni e colori, anche gli occhi si sposano con un paesaggio surreale che diventa luogo ideale per dare il via ad una nuova vita insieme, poiché la natura è vera madre.

by Alessandra Renzetti