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Tag Archives: turismo abruzzo

Sella di Corno

Sella di Corno, 1.005 metri sul livello del mare, frazione del comune di Scoppito (Aq) ultimo paese dell’Abruzzo al confine con il Lazio: si trova al centro della fertile Valle di Corno, luogo incantevole e suggestivo; è sempre stato un passaggio obbligato nell’Appennino, tra il gruppo montuoso del Monte Calvo a nord e quello di Monte Nuria a sud.

Secondo la tradizione il borgo nacque a seguito della distruzione della vicina Amiternum, i cui abitanti furono sparpagliati nella zona, alcuni dei quali trovarono rifugio proprio qui: ci si trova nella zona più a sud di quello che un tempo era il territorio dei Sabini, antico popolo che si contese a lungo queste terre con i romani.

Come spiega lo scrittore abruzzese Peppe Millanta che, insieme a Sem Cipriani e le telecamere Rai, ha raggiunto questa frazione per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”: “la località prende il nome dall’omonimo valico che mette in collegamento l’aquilano con Rieti. Al centro della Valle del Corno, infatti, c’è una altura ben visibile proprio a forma di Corno, su cui fu costruita una fortificazione, intorno alla quale il paese continuò ad espandersi. L’importanza del luogo come via di comunicazione è testimoniata da un cippo, presente nella piazza centrale del paese. Si tratta della pietra miliare della via Cecilia, costruita dai romani quando occuparono la zona, che congiungeva l’attuale Antrodoco con Amiternum. Sopra, in miglia romane, c’è scritta la distanza dalla città eterna, 72, equivalenti a circa 106 chilometri”. 

“Eamus frates. Ad Aquilam missus sum!” ossia “Andiamo fratelli. Sono stato mandato a l’Aquila! Queste parole – prosegue Millanta –  furono pronunciate il 16 maggio del 1444 da San Bernardino da Siena, nel suo ultimo viaggio. Le cronache ci dicono che c’era un caldo torrido, e San Bernardino fu colto da una febbre altissima e iniziò a implorare per avere dell’acqua. I confratelli non sapevano dove trovarla quando Bernardino stesso, steso sull’erba a riprendere fiato, mosse la mano e indicò un punto, da cui venne fuori uno zampillo. E lo zampillo si tramutò in una fonte, ancora oggi chiamata fontana di S. Bernardino”.

Mentre si dissetava, con gli occhi infuocati dalla febbre, gli apparve Celestino. I due si abbracciarono e il santo eremita gli affidò L’Aquila. Quando la figura di Celestino si dissolse, Bernardino esortò i suoi confratelli a continuare il viaggio nonostante il suo malore.

Affrontò così gli ultimi chilometri che lo separavano dall’Aquila, stremato, dove morì pochi giorni dopo divenendone patrono, come predetto da Celestino.

Il prodigio è ricordato oggi dalla chiesetta, che attira ogni anno numerosi fedeli sulle orme del santo senese.

L’antico dazio segna il confine tra l’Abruzzo e il Lazio.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Sella di Corno.

by Redazione
Rocca di Cambio

Rocca di Cambio (L’Aquila), 1.434 metri sul livello del mare; è il comune più alto di tutto l’Appennino che le telecamere Rai con Sem Cipriani hanno osservato insieme allo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti, Quota Mille.

Rocca di Cambio è un affermato centro turistico per gli sport invernali, grazie alla vicina stazione sciistica di Campo Felice. Si trova nella parte settentrionale dell’Altopiano delle Rocche, all’interno del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino, immersa in una natura ancora selvaggia.

Non c’è certezza sull’origine del nome. Per alcuni deriva dal Monte Cagno, alle cui pendici sorge il centro, poi cambiato in Cambio. Per altri invece dal fatto che il borgo fu “scambiato” da un signorotto con il Castello di Secinaro, che era più vicino ai propri possedimenti. Per altri ancora, perché qui si trovava una stazione per il cambio dei cavalli.

“Per alcuni mesi del 1952, però, assunse un nome diverso: Montenara- spiega Millanta– Si tratta del luogo di fantasia dove fu esiliato il Don Camillo di Giovannino Guareschi. Il film Il Ritorno di Don Camillo, con Gino Cervi e Fernandel, fu girato infatti proprio qui. A ricordarcelo questa targa. E nel comune di Rocca di Cambio sorge l’Abbazia di Santa Lucia. Fu innalzata nel XII secolo, e dal di fuori appare abbastanza sobria; nulla lascerebbe presagire la meraviglia che contiene: un ciclo di affreschi incredibile della metà del XIV secolo, con scene tratte dal Nuovo. Testamento ma a cogliere subito l’attenzione è la meravigliosa Ultima Cena. Tutti gli apostoli hanno lo sguardo rivolto verso il Cristo, a capotavola, e ognuno è indicato per nome. Ma scorrendo però si nota subito che mancano Giuda Taddeo e Giuda Iscariota, sostituiti da Barnaba e da San Paolo, che nella narrazione biblica arriveranno solo successivamente”.

E’ solo un’ipotesi ma come prosegue Millanta:

Il povero Giuda Taddeo, pur essendo innocente, probabilmente pagò lo scotto di avere un nome troppo simile a quello del traditore, e fu sostituito con qualcun altro di più presentabile. Per quanto riguarda Giuda Iscariota, invece, la situazione è più complessa. Un’’Ultima Cena’ senza di lui infatti sarebbe un unicum assoluto. Vicino a Gesù però si vede una lacuna, la cui forma richiama il profilo di una figura di cui si intuisce un pezzo di abito rosso. Probabilmente Giuda Iscariota era posizionato lì, al di quà della mensa come si era soliti fare al tempo, e di dimensioni molto più piccole rispetto agli altri visto che veniva seguito un codice gerarchico proporzionale.

Non era strano nel Medioevo che alcune icone particolarmente odiate venissero sfregiate o cancellate. Se così fosse, però, ci sarebbe comunque un’Ultima Cena sui generis, formata da tredici apostoli più Gesù. La risposta non la si conosce, ma quel che è certo è che si tratta di uno scrigno ancora tutto da scoprire.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Rocca di Cambio.

by Redazione
Opi

Opi (L’Aquila) 1.250 metri sopra il livello del mare, si trova nel bacino dell’Alto Sangro e sorge proprio al centro di un suggestivo anfiteatro composto dai monti Marsicani.

Il borgo è incluso nell’area del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, e ha meritato la bandiera arancione dal Touring Club Italiano. Il borgo ha incuriosito le telecamere Rai che con Sem Cipriani si sono spinte fin qui insieme allo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.

“L’origine del nome – spiega Millanta – è incerta. Potrebbe derivare dal termine indigeno “ops”, cioè lavoro agricolo, o dal latino “oppidum”, ovvero città fortificata. Secondo altri invece, è legato alla divinità arcaica romana di Ope, dispensatrice dell’abbondanza, cui forse in tempi antichi era dedicato un tempio posto proprio su questa collina. Opi ha conservato intatte le sue caratteristiche originarie: nasce infatti nel tardo medioevo, nel periodo dell’incastellamento, e così è rimasta da allora, con la caratteristica struttura “a fuso”, con le case tutte vicine l’una all’altra a comporre una fortificazione verso l’esterno”.

Opi ha la sua importanza anche perché qui è stato salvato il camoscio d’Abruzzo: la specie fu scoperta nel 1899 ed è stata distinta dal camoscio alpino, con cui veniva confusa; a più riprese ha rischiato l’estinzione.

Nel 1913 fu istituita anche una legge che ne vietava la caccia, la prima del genere in Italia, ma non bastò: negli anni ’20 non erano rimasti che 15-20 capi. La svolta si ebbe con l’istituzione del Parco Nazionale, nel 1922 e come specifica Millanta: “Un’attenta gestione degli animali, e luoghi di sensibilizzazione come il Museo, hanno permesso oggi la presenza in Abruzzo di circa 3200 animali, divisi in 5 colonie presenti nei maggiori Parchi della Regione”.

Il borgo di Opi è famoso anche per il legame con l’artista olandese Escher, probabilmente il più grande incisore del ‘900: un vero e proprio rivoluzionario per tutto quello che riguarda la prospettiva e la divisione dello spazio.

Celebri sono i suoi disegni rompicapo, le sue scale senza fine, i suoi paradossi geometrici; si spinse fino ad Opi per realizzare un libro illustrato dedicato all’Abruzzo, regione di cui si era innamorato tanto da visitarla più volte.

L’accoglienza in questa terra in realtà non fu delle migliori: Escher infatti al suo arrivo fu scambiato addirittura per uno degli attentatori del Re Vittorio Emanuele III, e quindi interrogato e trattenuto dalle forze dell’ordine.

Chiarito l’equivoco, Escher realizzò così 28 incisioni raffiguranti alcuni dei borghi abruzzesi che incontrò nel suo vagabondare a dorso di mulo, tra cui appunto il borgo di Opi, visto da questa prospettiva inusuale; il libro non fu dato mai alle stampe, ma oggi il profilo di Opi, grazie al tratto unico di Escher, è ammirato ogni anno da migliaia di ammiratori dell’incisore olandese, che nelle sue lettere riguardo ai suoi viaggi in Abruzzo diceva “Mi piace godermi l’inatteso”.

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Civitella Alfedena

Civitella Alfedena (L’Aquila), 1223 metri sopra il livello del mare; il borgo sorge nel bacino dell’Alto Sangro tra i Monti Marsicani all’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, si tratta del più piccolo paese del Parco e ne ospita il Centro Visite grazie alla sua incredibile biodiversità.

Le telecamere Rai con Sem Cipriani son partite alla volta di questo borgo, per conoscerne la storia e le sue peculiarità, insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,Quota Mille che intanto ha raddoppiato l’appuntamento ed andrà in onda ogni lunedì del mese.

“Il borgo nacque in seguito allo spopolamento della vicina Rocca Intramonti che fu abbandonata dai suoi abitanti intorno al 1400. Il primo insediamento però è molto più antico, probabilmente si trattava di una cittadella avanzata e fortificata dell’antica Alfedena, la capitale dei Sabini, i quali abitavano queste zone” spiega Millanta.

E così prosegue:

Il comune di Civitella ospita il meraviglioso anfiteatro della Camosciara, riserva di una grandissima varietà di flora e fauna un tempo presenti sulle nostre montagne; proprio queste balze hanno permesso la sopravvivenza del camoscio d’Abruzzo che oggi è tornato a popolare i nostri monti.

Fin dai tempi antichi, il lupo, invece, è stato capace di colpire l’immaginario dell’uomo: molte delle storie che lo riguardano gli hanno attribuito il ruolo del cattivo, per questo è stato perseguitato nei secoli arrivando a scomparire in gran parte del territorio.

A fine anni 60 nell’Appennino Centrale erano rimasti ormai pochi esemplari. Nel 1973, per contrastare questo fenomeno, il Parco Nazionale ed il Wwf istituirono questa area faunistica con l’ “Operazione San Francesco”: ci si trovava in un periodo in cui il lupo era ancora cacciabile ed era necessario sensibilizzare l’opinione pubblica su questo animale.

La possibilità di entrare in rapporto con lupi in semicattività rivoluzionò totalmente l’approccio tra l’uomo e questo animale contribuendo così alla sua salvezza; aumentarono infatti le aree protette nella penisola e grazie alla sua forte capacità di ripresa è stato possibile compiere il miracolo: il lupo si è infatti moltiplicato.

Ed è proprio grazie a questo successo che nel 1976 il Parco fondò il Museo dedicato al lupo, il primo in Italia dove è possibile scoprire tutti i segreti relativi a questo meraviglioso animale.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Civitella Alfedena.

by Redazione
Il Bosso

Lezioni teoriche in aula, dedicate all’arte della manutenzione della bicicletta, all’uso delle lingue straniere, alla gestione delle situazioni di emergenza o alle pubbliche relazioni.

La prova pratica, realizzata sul campo, lungo i percorsi montani e costieri d’Abruzzo, o per le vie dei suoi borghi più significativi, per sperimentare da vicino difficoltà, oppure per vivere e gustare in diretta le suggestioni che la bellezza suggerisce all’occhio.

Ecco la terza edizione del corso di qualificazione professionale per accompagnatore cicloturistico.

Il Bosso Formazione è una società cooperativa costituita nel febbraio 2010, in seno all’ormai consolidata società cooperativa “Il Bosso”, riconosciuta Centro di educazione ambientale di interesse regionale.

È un ente accreditato come organismo di formazione dalla Regione Abruzzo per le macro tipologie di formazione superiore e formazione continua.

Coerentemente alle politiche definite nell’ambito del Consiglio di amministrazione ed in linea con la propria missione di promozione della cultura della formazione, Il Bosso Formazione intende attuare iniziative volte alla formazione, qualificazione, riqualificazione, aggiornamento e perfezionamento professionale, finanziate, cofinanziate da enti, e-o a pagamento, destinate a giovani, disoccupati/inoccupati, occupati, soggetti a rischio di esclusione dal mondo del lavoro, con riferimento a tutti i settori della produzione di beni e di servizi, sia privati che pubblici. Fiore all’occhiello della società è il settore turistico ambientale dove sono specializzati i responsabili aziendali.

Il Bosso Formazione è stato il primo organismo di formazione professionale in Abruzzo a realizzare il percorso formativo del corso di qualificazione per accompagnatore cicloturistico.

Il corso è organizzato da Il Bosso, Il Bosso Formazione ed Il Bosso Sport&Natura, in collaborazione con Cna Regionale Abruzzo, Wolftour Abruzzo, Confesercenti Abruzzo, LegaCoop Abruzzo, Feder P.A.T.E. e Fiab Abruzzo.

Il corso è articolato con le lezioni teoriche in aula dedicate all’arte della manutenzione della bicicletta, all’uso delle lingue straniere, alla gestione delle situazioni di emergenza o alle pubbliche relazioni.

Ma c’è anche la prova pratica, realizzata sul campo, lungo i percorsi montani e costieri della nostra regione, o per le vie dei suoi borghi più significativi, per sperimentare da vicino difficoltà, oppure per vivere e gustare in diretta le suggestioni che la bellezza suggerisce all’occhio.

L’accompagnatore cicloturistico accompagna persone singole o gruppi di persone in percorsi cicloturistici, fornendo anche in lingua straniera informazioni generali sul territorio.
Sviluppa e propone attività ed itinerari ciclistici in relazione alle effettive capacità individuali delle persone per le quali svolgerà l’attività di accompagnamento. Ha competenza sulle tecniche di guida, di base ed avanzate, sulle propedeuticità tecnico-didattiche e le modalità per svilupparle e consolidarle a seconda del caso e delle fasce d’età cui si rivolge. Conosce accuratamente la bicicletta nelle sue diverse tipologie e ne supporta l’uso nelle situazioni tipiche del ciclismo escursionistico e turistico. Sa leggere le mappe e le carte geografiche, disponendo di buone capacità.

Questo e tanto altro vuole essere questo percorso di formazione professionale, che permetterà a tutti i corsisti, dopo le lezioni in aula, di realizzare il tirocinio pratico di 80 ore direttamente con i professionisti del gruppo Il Bosso e Wolftour Abruzzo ed insieme ad altri docenti dall’alto profilo.

Per informazioni ed iscrizioni: 08621965246

by Redazione
quota mille

Montenerodomo (Chieti), 1165 metri sopra il livello del mare. Si tratta di un grazioso comune nel Parco Nazionale della Maiella, dolcemente aggrappato ad una rupe calcarea tra i torrenti San Giusto e San Leo, su uno sperone roccioso con il quale sembra fondersi, ed è proprio il colore scuro delle rocce, probabilmente, a dare il nome al borgo.

C’è una seconda versione però sull’origine del nome: secondo qualcuno si tratterebbe del retaggio di un’antica conquista romana condotta in questi territori, qui infatti c’erano i Sanniti ed il dittatore Silla proprio in questi luoghi ha operato quello che noi oggi definiremmo un “genocidio”, e la pila di cadaveri che qui fu arsa potrebbe aver dato il nome “Montenero”.

In epoca moderna il destino del borgo è strettamente intrecciato a quello di Benedetto Croce: nell’attuale Municipio, sorgeva la casa paterna.

Le telecamere Rai con Sem Cipriani son partite alla volta di Montenerodomo, dove l’aria è buona, per conoscerne servizi ed importanti attività sociali proposte, insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille” che intanto ha raddoppiato l’appuntamento ed andrà in onda ogni lunedì del mese.

Nel ripercorrere il passato di questo borgo, Millanta spiega:

I territori italici erano organizzati con presenze sparse ma collegate tra loro: piccoli centri abitativi, fattorie, santuari ed i cosiddetti ‘oppida’, siti fortificati d’altura preposti al controllo della vallata sottostante, e proprio a Montenerodomo è possibile visitare i resti di queste fortificazioni, attraverso mura ciclopiche, così chiamate dalla tradizione popolare perchè si pensava che soltanto dei giganti potessero sollevare dei massi così grandi.

Tra il IV ed il III secolo a.C. l’oppidum fu abbandonato ed il centro abitato si spostò in una zona pianeggiante dove i Sanniti fondarono una città che a seguito della conquista romana fu chiamata Iuvanum, uno dei siti archeologici più importanti d’Abruzzo con un annesso museo che raccoglie i reperti emersi dagli scavi; il luogo fu scelto probabilmente per una fonte ritenuta sacra, visibile ancora oggi, dove i pastori transumanti si fermavano. Con la caduta dell’Impero Romano, ci fu una crisi che convinse i cittadini a tornare a vivere nella parte più alta, dove oggi sorge Montenerodomo.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Montenerodomo.

 

by Redazione
OvertureTV

Nato nel 1998 (con le prime puntate messe in onda nel 2002) da un’idea del giornalista toscano Enrico Ciampalini, Overture è il programma televisivo che mira a far conoscere le realtà imprenditoriali italiane d’eccellenza nei più disparati settori che vanno dall’artigianato al turismo, passando per l’enogastronomia e l’agroalimentare.

Per questo 2021 la trasmissione televisiva ha decisivo di guardare l’Abruzzo e di entrare in contatto con le eccellenze della regione; un modo dunque per entrare in contatto con le aziende e le attività che danno lustro al territorio abruzzese sotto diversi punti di vista.

Ad accompagnare Enrico Ciampalini nella conduzione, la pescarese Annamaria Acunzo e Raffaello De Crescenzo. Prima tappa per OvertureTV è a Miglianico presso il Miglianico Golf Club raccontato dal Direttore Mario Dragonetti.

Per Annamaria Acunzo inoltre, è la prima esperienza da co-conduttrice di un programma televisivo.

Donna brillante e di grande personalità, co-autrice del libro “Amati questione di accento”, è appassionata di Enogastronomia, golf e viaggi. Docente in metodologie del Benessere ed elettrologia applicata presso la Scuola Comprendo di Montesilvano, è altresì Naturopata specializzata in medicina alternativa, insegnante di Yoga e meditazione.

Annamaria Acunzo
Annamaria Acunzo

“Sono molto emozionata – racconta Annamaria Acunzo – per questo debutto. Ringrazio Enrico Ciampalini che mi ha voluta al suo fianco per questa nuova avventura nella mia regione; insieme scopriremo tante belle e interessanti realtà territoriali. Cosa mi ha spinto ad accettare? La mia costante curiosità verso la scoperta di nuove cose, non mi sono ma tirata indietro. Sono quindi pronta a imparare anche questa volta da un professionista come Enrico”.

Una location d’eccellenza per il golf italiano dunque, quella scelta per la prima puntata; il Golf Club di Miglianico infatti è da 6 anni sede di una tappa italiana dell’Alps Tour, trampolino di lancio per il tour maggiore.

Sede prestigiosa dunque che ha portato a Miglianico campioni del calibro di Matt Wallace e Guido Migliozzi, vincitori sullo European Tour.

La trasmissione OvertureTV dedicata al Miglianico Golf Club andrà in onda sabato 9 Ottobre alle ore 20,30 su ETV Abruzzo, canale 19 del Digitale Terrestre.

OVERTURETV sostiene il territorio, la sua cultura, le eccellenze, l’artigianalità, la cucina più autentica e genuina e i servizi che rendono unica l’Italia nel mondo. È un’opportunità per chi desidera comunicare il proprio brand e dare maggiore visibilità a realtà imprenditoriali o ad eventi che caratterizzano un territorio. È anche un valido strumento di promozione turistica.

ENRICO CIAMPALINI E ANNAMARIA ACUNZO vi condurranno in tour fra le eccellenze del territorio, la biodiversità, l’agricoltura e la natura del nostro paese con i tesori fatti di tradizione e ingegno, amore e devozione per i mestieri antichi e nuovi.

by Redazione
rocca san giovanni

E’ in corso, a Rocca San Giovanni, l’Assemblea interregionale dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise”.

Dopo un resoconto delle attività condotte per la promozione dell’Abruzzo e del Molise al 13° Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia 2021 che si è svolto a Tremosine – Gardone Riviera dal 10 al 12 settembre, registrando circa 20.000 presenze nella 3 giorni sulle rive del Garda, i lavori dell’Associazione si concentreranno sulle attività da pianificare e programmare e le commissioni di lavoro da strutturare e attivare in vista del 14° Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, evento nazionale che si terrà in Abruzzo nel 2022,  nei Comuni ospitanti di Abbateggio e Caramanico Terme, ma che coinvolgerà, con delle anteprime che si svolgeranno durante tutto l’anno, tutti i Borghi più belli d’Italia in Abruzzo.

Antonio Di Marco, presidente dell’associazione:

Un magnifico trabocco farà da perfetta cornice per parlare e promuovere i nostri borghi più belli abruzzesi e molisani; sarà una giornata intensa e proficua in cui metteremo in campo le nuove strategie di sviluppo post pandemia per i nostri borghi certificati e per il rilancio delle attività turistiche che li animano. 

Parco Nazionale della Maiella

“Aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini affinché una popolazione stabile di orso bruno marsicano possa insediarsi, riprodursi e svolgere il suo ruolo ecologico nell’ecosistema”, così dichiara Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia all’avvio del Tour della convivenza: Bentornato orso gentile nel Parco Nazionale della Maiella. “Lo sforzo è quello di annullare o minimizzare le minacce antropiche per questa specie chiave della fauna protetta dell’Appennino. La convivenza tra orso e attività dell’uomo è possibile ed è necessaria”.

Il Tour si svolgerà da oggi all’11 settembre nei territori del Parco della Maiella dove la presenza dell’orso bruno marsicano è sempre più tangibile.

Sono 5 le tappe previste: Roccamorice, Campo di Giove, Palena, Pizzoferrato e Ateleta. In tutte le località il Camper di supporto al Tour sarà attivo dalle 10 del mattino fino al tramonto.

Le attività saranno gestite da personale e volontari del Wwf che, coadiuvati dal Parco, organizzeranno incontri e dibattiti con i residenti e con coloro che svolgono attività nel Parco.

Sono previste mostre, attività didattiche e giochi rivolti anche a bambini e ragazzi. Verranno distribuiti materiali informativi sulle regole principali da adottare nell’interazione con l’orso, sia durante le escursioni che nella gestione delle attività economiche. Tutte le attività saranno svolte nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

Il Tour della Convivenza è all’interno delle attività sostenute dal Progetto LIFE-ARCPROM, cofinanziato con i fondi LIFE Natura dell’Unione Europea: sono coinvolti nel progetto gli enti di gestione di tre aree naturali protette in Grecia (Parchi Nazionali di Rodopi, Prespa e Nord Pindo) e del Parco Nazionale della Maiella in Italia, dove il target è l’orso bruno marsicano, una sottospecie che sopravvive solo nell’Appennino Centrale.

 

Francavilla a piedi

È stato presentato questa mattina il volume Francavilla a piedi di Massimo Pasqualone, professore e critico d’arte e letterario, realizzato in collaborazione con il fotografo Claudio Cecamore.

Si tratta di una guida che illustra le strade e i luoghi più rappresentativi del centro rivierasco con il supporto di foto in bianco e nero Presenti, tra gli altri, i candidati sindaci Luisa Russo e Roberto Angelucci.

“Assolutamente una bella giornata, non potevo mancare nella mia Francavilla – ha affermato l’assessore regionale ai Beni e attività culturali e di spettacolo, Daniele D’Amario – quando si presenta un libro sulle vie da passeggiare per scoprire Francavilla. Ringrazio l’autore, il professor Pasqualone che mi ha invitato a questo evento. Massimo Pasqualone si è sempre distinto come uomo di punta della cultura del territorio, non solo francavillese ma direi abruzzese con le sue tante rassegne, poi ci sono i tanti libri che ha scritto. Ed è importante che oggi dedichi una scrittura alla sua città, a Francavilla, un libro dedicato appunto ai cammini per visitare Francavilla in un momento in cui il turismo legato ai cammini, ai borghi, al turismo lento è in grande espansione e quindi è importante che ci sia quest’opera che aiuta i turisti che vengono a Francavilla a scoprire la nostra città. Francavilla è una città che oltre alla sua costa sabbiosa organizzata per le famiglie, ha nella parte alta i suoi tesori culturali, le varie chiese, il Museo Michetti. Quindi ha tanto da offrire sia per le famiglie sulla spiaggia che per chi volesse fare cultura durante le proprie vacanze”.

“Io non sono nuovo a queste iniziative – ha ricordato il consigliere provinciale, Luca Paolucci – il professor Pasqualone mi ha sempre coinvolto, quindi sono testimone del suo poliedrico lavoro in sostanza. Lui è sempre foriero di libri, di mostre ed è un ottimo critico d’arte. Quindi io sono onorato di partecipare a questa presentazione e sicuramente sono testimone del suo valore. È un altro figlio di Francavilla che si fa conoscere e si fa conoscere bene. Poi l’argomento è a noi tutti caro, perché siamo anche amministratori, sta valorizzando la nostra città e le bellezze che offre e le valorizza passeggiando. Già il passeggiare di per sé provoca una riflessione sulle bellezze che si vanno vedendo, andando con la macchina si viaggia in maniera più distratta, invece passeggiando si può apprezzare in maniera più compiuta tutte le bellezze e quindi valorizzarle già con sé stessi per poi rappresentarle agli altri. La città come anche la provincia è foriera di iniziative, l’amministrazione comunale è ben nota per l’estate francavillese, quindi questa sarà un’ulteriore iniziativa, quantomeno presenta il retroterra della nostra Francavilla, quello che naturalmente già offre”.

“È una scelta del professore alla quale partecipo con piacere in qualità di fotografo – ha dichiarato Claudio Cecamore – Francavilla ha una grande quantità di aspetti meritevoli di attenzione, non tutti forse conosciuti anche da tanti che vivono a Francavilla. Per cui io l’ho vista come un’opportunità di collaborazione con Massimo Pasqualone, è anche un modo per stimolare coloro che avranno il piacere di vedere questo libro ad una curiosità volta ad approfondire la conoscenza di Francavilla che non è soltanto la sua spiaggia, ma merita anche per la sua storia. Per me quello della fotografia è un hobby importante da sempre, la fotografia esercitata in un certo modo insegna anche, e forse soprattutto, a guardare e a vedere nella complessità il dettaglio e a selezionare nell’ambito della confusione le cose che magari più di altre meritano attenzione. Il Cenacolo di Francavilla è una storia conosciuta da tutti, sul libro chiaramente c’è un riferimento al Convento Michetti, dove Michetti ed altri artisti importanti quanto lui, hanno lavorato anche attraverso la fotografia”.

“Questo lavoro nasce da tante passeggiate a Francavilla – ha spiegato Massimo Pasqualone – soprattutto in questo periodo di inattività e ho voluto, insieme all’amico Claudio Cecamore, produrre una guida turistica con foto in bianco e nero che rappresentasse un po’ la nostra città, bellissima, con tutti i suoi monumenti, il mare, la collina, l’archeologia. Una proposta che va per la città, e non solo, ma per tutti i nostri ospiti dell’estate. Abbiamo tutto ciò che si può desiderare: il mare, la collina, l’archeologia, bellissime chiese, monumenti, palazzi, una buonissima cucina, un vino meraviglioso, i prodotti della terra, non ci manca niente. Il mio invito è ad apprezzare le tante bellezze nascoste della nostra città, i tanti monumenti, a godere e a diffondere questa bellezza un po’ dappertutto”.

È intervenuto anche il sindaco Antonio Luciani, che ha detto:

Abbiamo veramente una città ricca e c’è il dubbio che qualcosa ci sfugge. È davvero una bellissima iniziativa, oggi sono presenti due candidati sindaci, sicuramente uno dei due diventerà primo cittadino, possiamo chiedergli, alla fine della campagna elettorale, di far diventare questa opera completa, perché su Francavilla non abbiamo un qualcosa di simile. Questa potrebbe essere una scintilla per un’opera più impegnativa e siccome Massimo Pasqualone non si sottrae all’impegno, magari potrà essere coinvolto dal futuro sindaco nel crearla. Ho scoperto l’utilizzo della bicicletta e non sono più tornato indietro perché mi sono reso conto di quanto sia facile spostarsi in bici elettrica per Francavilla e anche perché con l’autovettura abbiamo un’altra percezione della realtà. Invece con la bicicletta, o a piedi ancor di più, vediamo tante cose che altrimenti non noteremmo mai, infatti grazie alla bicicletta mi rendo conto di tantissime cose, anche perché una città come questa ha bisogno di una manutenzione continua.

by Redazione