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Tag Archives: turismo 2021

Ovindoli

Ovindoli (L’Aquila),1375 metri sopra il livello del mare. Situato nell’Altopiano delle Rocche, è una delle mete turistiche più apprezzate della regione Abruzzo, grazie al comprensorio sciistico del Monte Magnola, uno dei più frequentati del centro e del sud Italia.

Secondo alcuni il nome deriverebbe da “ovis”, per via dell’attività pastorale che su questo altopiano, si è sempre svolta sin dai tempi de marsi: le telecamere Rai con Sem Cipriani si sono spinte fin qui insieme allo scrittore Peppe Millanta per una nuova puntata della rubrica a cura di Paolo Pacitti,“Quota Mille”.

“Ovindoli – racconta Millanta – ha un importante passato storico. Proprio nel palazzo che gli abitanti chiamano di Re Zappone, Ovindoli ha incrociato il proprio destino con la Grande Storia: secondo la leggenda, infatti, nel 1268 vi sostò Carlo d’Angiò, la notte prima di scendere con le sue truppe verso i Piani Palentini per scontrarsi contro Corradino di Svevia nella celebre battaglia di Tagliacozzo. L’evento colpì così tanto l’immaginario del tempo, da essere cantata da Dante nella sua Divina Commedia”.

Altra meraviglia di Ovindoli è il “casale delle Rocche” costruito nel 1939 dai Torlonia, è in una posizione nascosta e isolata dal resto del paese: “e proprio per la sua posizione strategica fu utilizzato come avamposto della Luftwaffe dai tedeschi che lo ribattezzarono “il nido dell’aquila”, da qui infatti si domina interamente la piana del Fucino, ben protetti dagli alberi secolari. In paese – prosegue Peppe Millanta – circola una leggenda: sembra che ci sia una stanza, dove è possibile ascoltare tutti i discorsi pronunciati in ogni altro luogo della struttura: la chiamano la stanza dell’impiccato, ed è situata nella torretta più alta”.

A San Potito, frazione di Ovindoli, giace una villa imperiale di epoca romana, risalente con ogni probabilità al I secolo d.C., al tempo dell’incredibile impresa del prosciugamento del sottostante Lago Fucino da parte di Claudio: fu scoperta negli anni ’80, e si stima abbia dimensioni notevoli, tanto da comprendere al suo interno le terme, un anfiteatro e persino un piccolo teatro.

Come spiega Millanta:

La tradizione l’attribuisce a Lucio Vero, l’Imperatore dimenticato. Era infatti il fratello minore del ben più famoso imperatore Marco Aurelio, con cui spartì il ruolo di co-imperatore, un evento senza precedenti fino ad allora nell’Impero. Lucio Vero è famoso soprattutto per la vittoriosa campagna militare attuata contro i Parti, in Mesopotamia, da cui tornò carico di onori e di ricchezze. Quella spedizione, però, nascondeva una tragedia inaspettata: la ‘peste antonina’, che le legioni guidate da Lucio Vero contrassero in Oriente e diffusero nell’Impero al loro ritorno. Si trattò di un disastro immane, che decimò la popolazione e imperversò per oltre 30 anni in tutta Europa. Secondo la leggenda Lucio Vero, subito dopo quella campagna, si ritirò proprio a San Potito, nella sua villa, per rimediare a un “mal d’occhio” contratto in battaglia e proprio durante quel soggiorno gli furono condotti davanti in catene il martire Simplicio e i suoi due figli, Costanzo e Vittoriano, che stavano creando scompiglio a Roma per i loro miracoli. Di fronte al loro rifiuto di rinnegare Dio e di adorare gli idoli pagani, Lucio Vero decise di farli decapitare, ma non appena le loro teste toccarono terra, vennero fuori dal terreno tre zampilli di acqua purissima, mentre la terra prese a tremare.

E le reliquie dei tre santi sono oggi conservate nella vicina Celano, dove sono i Santi Patroni.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata ad Ovindoli.

by Redazione
Il Bosso

Lezioni teoriche in aula, dedicate all’arte della manutenzione della bicicletta, all’uso delle lingue straniere, alla gestione delle situazioni di emergenza o alle pubbliche relazioni.

La prova pratica, realizzata sul campo, lungo i percorsi montani e costieri d’Abruzzo, o per le vie dei suoi borghi più significativi, per sperimentare da vicino difficoltà, oppure per vivere e gustare in diretta le suggestioni che la bellezza suggerisce all’occhio.

Ecco la terza edizione del corso di qualificazione professionale per accompagnatore cicloturistico.

Il Bosso Formazione è una società cooperativa costituita nel febbraio 2010, in seno all’ormai consolidata società cooperativa “Il Bosso”, riconosciuta Centro di educazione ambientale di interesse regionale.

È un ente accreditato come organismo di formazione dalla Regione Abruzzo per le macro tipologie di formazione superiore e formazione continua.

Coerentemente alle politiche definite nell’ambito del Consiglio di amministrazione ed in linea con la propria missione di promozione della cultura della formazione, Il Bosso Formazione intende attuare iniziative volte alla formazione, qualificazione, riqualificazione, aggiornamento e perfezionamento professionale, finanziate, cofinanziate da enti, e-o a pagamento, destinate a giovani, disoccupati/inoccupati, occupati, soggetti a rischio di esclusione dal mondo del lavoro, con riferimento a tutti i settori della produzione di beni e di servizi, sia privati che pubblici. Fiore all’occhiello della società è il settore turistico ambientale dove sono specializzati i responsabili aziendali.

Il Bosso Formazione è stato il primo organismo di formazione professionale in Abruzzo a realizzare il percorso formativo del corso di qualificazione per accompagnatore cicloturistico.

Il corso è organizzato da Il Bosso, Il Bosso Formazione ed Il Bosso Sport&Natura, in collaborazione con Cna Regionale Abruzzo, Wolftour Abruzzo, Confesercenti Abruzzo, LegaCoop Abruzzo, Feder P.A.T.E. e Fiab Abruzzo.

Il corso è articolato con le lezioni teoriche in aula dedicate all’arte della manutenzione della bicicletta, all’uso delle lingue straniere, alla gestione delle situazioni di emergenza o alle pubbliche relazioni.

Ma c’è anche la prova pratica, realizzata sul campo, lungo i percorsi montani e costieri della nostra regione, o per le vie dei suoi borghi più significativi, per sperimentare da vicino difficoltà, oppure per vivere e gustare in diretta le suggestioni che la bellezza suggerisce all’occhio.

L’accompagnatore cicloturistico accompagna persone singole o gruppi di persone in percorsi cicloturistici, fornendo anche in lingua straniera informazioni generali sul territorio.
Sviluppa e propone attività ed itinerari ciclistici in relazione alle effettive capacità individuali delle persone per le quali svolgerà l’attività di accompagnamento. Ha competenza sulle tecniche di guida, di base ed avanzate, sulle propedeuticità tecnico-didattiche e le modalità per svilupparle e consolidarle a seconda del caso e delle fasce d’età cui si rivolge. Conosce accuratamente la bicicletta nelle sue diverse tipologie e ne supporta l’uso nelle situazioni tipiche del ciclismo escursionistico e turistico. Sa leggere le mappe e le carte geografiche, disponendo di buone capacità.

Questo e tanto altro vuole essere questo percorso di formazione professionale, che permetterà a tutti i corsisti, dopo le lezioni in aula, di realizzare il tirocinio pratico di 80 ore direttamente con i professionisti del gruppo Il Bosso e Wolftour Abruzzo ed insieme ad altri docenti dall’alto profilo.

Per informazioni ed iscrizioni: 08621965246

by Redazione
Cappadocia

Le telecamere Rai con Sem Cipriani son partite alla volta di questo borgo al confine con il Lazio, per conoscerne la storia, insieme allo scrittore Peppe Millanta per la rubrica a cura di Paolo Pacitti, Quota Mille che intanto ha raddoppiato l’appuntamento ed andrà in onda ogni lunedì del mese.

Secondo la leggenda, questo paese è stato fondato da dodici briganti, che rimasti soli hanno operato una sorta di “ratto delle Sabine nella vicina Petrella – spiega Millanta – Altra versione più esotica ed affascinante fa risalire il nome proprio all’Anatolia, in Turchia, quando Marsia il re dei Lidi, sarebbe stato scacciato da Ciro il Grande e costretto ad abbandonare le proprie terre. Dopo aver girovagato a lungo il re si sarebbe fermato proprio qui, fondando un villaggio a cui avrebbe dato il nome delle terre perdute”.

“La storia è ardita e sembrerebbe di fantasia, eppure ad alimentarla ci sono la Chiesa di San Biagio e quella di Santa Margherita, i due patroni del paese ed entrambi originari proprio dell’Anatolia” aggiunge Millanta.

Cappadocia è sempre stata terra di confine, ed a testimonianza di ciò è possibile trovare delle colonne poco fuori dal centro abitato fatte erigere da Pio IX per demarcare il confine tra lo Stato Pontificio ed il Regno di Napoli: da un lato della colonna infatti si notano le Chiavi di San Pietro, dall’altro lato i Gigli francesi, lo stemma borbonico; per molti briganti nell’800 superare questo cippo voleva dire “salvezza”, con il raggiungimento delle campagne romane.

Le mulattiere sono le vie della montagna, oggi sono spesso dimenticate eppure un tempo erano l’unica soluzione per l’approvvigionamento di materie prime e proprio per la conformazione fisica del territorio e per la vicinanza di numerosi boschi a Cappadocia c’è una lunga tradizione di mulattieri, che si espande proprio con la costruzione della ferrovia Roma – Pescara nel 1889 quando i mulattieri furono impiegati per il trasporto dei materiali.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile saperne di più anche sulla puntata dedicata a Cappadocia.

by Redazione
rocca san giovanni

E’ in corso, a Rocca San Giovanni, l’Assemblea interregionale dell’associazione “I Borghi più belli d’Italia in Abruzzo e Molise”.

Dopo un resoconto delle attività condotte per la promozione dell’Abruzzo e del Molise al 13° Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia 2021 che si è svolto a Tremosine – Gardone Riviera dal 10 al 12 settembre, registrando circa 20.000 presenze nella 3 giorni sulle rive del Garda, i lavori dell’Associazione si concentreranno sulle attività da pianificare e programmare e le commissioni di lavoro da strutturare e attivare in vista del 14° Festival nazionale dei Borghi più belli d’Italia, evento nazionale che si terrà in Abruzzo nel 2022,  nei Comuni ospitanti di Abbateggio e Caramanico Terme, ma che coinvolgerà, con delle anteprime che si svolgeranno durante tutto l’anno, tutti i Borghi più belli d’Italia in Abruzzo.

Antonio Di Marco, presidente dell’associazione:

Un magnifico trabocco farà da perfetta cornice per parlare e promuovere i nostri borghi più belli abruzzesi e molisani; sarà una giornata intensa e proficua in cui metteremo in campo le nuove strategie di sviluppo post pandemia per i nostri borghi certificati e per il rilancio delle attività turistiche che li animano. 

Francavilla a piedi

È stato presentato questa mattina il volume Francavilla a piedi di Massimo Pasqualone, professore e critico d’arte e letterario, realizzato in collaborazione con il fotografo Claudio Cecamore.

Si tratta di una guida che illustra le strade e i luoghi più rappresentativi del centro rivierasco con il supporto di foto in bianco e nero Presenti, tra gli altri, i candidati sindaci Luisa Russo e Roberto Angelucci.

“Assolutamente una bella giornata, non potevo mancare nella mia Francavilla – ha affermato l’assessore regionale ai Beni e attività culturali e di spettacolo, Daniele D’Amario – quando si presenta un libro sulle vie da passeggiare per scoprire Francavilla. Ringrazio l’autore, il professor Pasqualone che mi ha invitato a questo evento. Massimo Pasqualone si è sempre distinto come uomo di punta della cultura del territorio, non solo francavillese ma direi abruzzese con le sue tante rassegne, poi ci sono i tanti libri che ha scritto. Ed è importante che oggi dedichi una scrittura alla sua città, a Francavilla, un libro dedicato appunto ai cammini per visitare Francavilla in un momento in cui il turismo legato ai cammini, ai borghi, al turismo lento è in grande espansione e quindi è importante che ci sia quest’opera che aiuta i turisti che vengono a Francavilla a scoprire la nostra città. Francavilla è una città che oltre alla sua costa sabbiosa organizzata per le famiglie, ha nella parte alta i suoi tesori culturali, le varie chiese, il Museo Michetti. Quindi ha tanto da offrire sia per le famiglie sulla spiaggia che per chi volesse fare cultura durante le proprie vacanze”.

“Io non sono nuovo a queste iniziative – ha ricordato il consigliere provinciale, Luca Paolucci – il professor Pasqualone mi ha sempre coinvolto, quindi sono testimone del suo poliedrico lavoro in sostanza. Lui è sempre foriero di libri, di mostre ed è un ottimo critico d’arte. Quindi io sono onorato di partecipare a questa presentazione e sicuramente sono testimone del suo valore. È un altro figlio di Francavilla che si fa conoscere e si fa conoscere bene. Poi l’argomento è a noi tutti caro, perché siamo anche amministratori, sta valorizzando la nostra città e le bellezze che offre e le valorizza passeggiando. Già il passeggiare di per sé provoca una riflessione sulle bellezze che si vanno vedendo, andando con la macchina si viaggia in maniera più distratta, invece passeggiando si può apprezzare in maniera più compiuta tutte le bellezze e quindi valorizzarle già con sé stessi per poi rappresentarle agli altri. La città come anche la provincia è foriera di iniziative, l’amministrazione comunale è ben nota per l’estate francavillese, quindi questa sarà un’ulteriore iniziativa, quantomeno presenta il retroterra della nostra Francavilla, quello che naturalmente già offre”.

“È una scelta del professore alla quale partecipo con piacere in qualità di fotografo – ha dichiarato Claudio Cecamore – Francavilla ha una grande quantità di aspetti meritevoli di attenzione, non tutti forse conosciuti anche da tanti che vivono a Francavilla. Per cui io l’ho vista come un’opportunità di collaborazione con Massimo Pasqualone, è anche un modo per stimolare coloro che avranno il piacere di vedere questo libro ad una curiosità volta ad approfondire la conoscenza di Francavilla che non è soltanto la sua spiaggia, ma merita anche per la sua storia. Per me quello della fotografia è un hobby importante da sempre, la fotografia esercitata in un certo modo insegna anche, e forse soprattutto, a guardare e a vedere nella complessità il dettaglio e a selezionare nell’ambito della confusione le cose che magari più di altre meritano attenzione. Il Cenacolo di Francavilla è una storia conosciuta da tutti, sul libro chiaramente c’è un riferimento al Convento Michetti, dove Michetti ed altri artisti importanti quanto lui, hanno lavorato anche attraverso la fotografia”.

“Questo lavoro nasce da tante passeggiate a Francavilla – ha spiegato Massimo Pasqualone – soprattutto in questo periodo di inattività e ho voluto, insieme all’amico Claudio Cecamore, produrre una guida turistica con foto in bianco e nero che rappresentasse un po’ la nostra città, bellissima, con tutti i suoi monumenti, il mare, la collina, l’archeologia. Una proposta che va per la città, e non solo, ma per tutti i nostri ospiti dell’estate. Abbiamo tutto ciò che si può desiderare: il mare, la collina, l’archeologia, bellissime chiese, monumenti, palazzi, una buonissima cucina, un vino meraviglioso, i prodotti della terra, non ci manca niente. Il mio invito è ad apprezzare le tante bellezze nascoste della nostra città, i tanti monumenti, a godere e a diffondere questa bellezza un po’ dappertutto”.

È intervenuto anche il sindaco Antonio Luciani, che ha detto:

Abbiamo veramente una città ricca e c’è il dubbio che qualcosa ci sfugge. È davvero una bellissima iniziativa, oggi sono presenti due candidati sindaci, sicuramente uno dei due diventerà primo cittadino, possiamo chiedergli, alla fine della campagna elettorale, di far diventare questa opera completa, perché su Francavilla non abbiamo un qualcosa di simile. Questa potrebbe essere una scintilla per un’opera più impegnativa e siccome Massimo Pasqualone non si sottrae all’impegno, magari potrà essere coinvolto dal futuro sindaco nel crearla. Ho scoperto l’utilizzo della bicicletta e non sono più tornato indietro perché mi sono reso conto di quanto sia facile spostarsi in bici elettrica per Francavilla e anche perché con l’autovettura abbiamo un’altra percezione della realtà. Invece con la bicicletta, o a piedi ancor di più, vediamo tante cose che altrimenti non noteremmo mai, infatti grazie alla bicicletta mi rendo conto di tantissime cose, anche perché una città come questa ha bisogno di una manutenzione continua.

by Redazione
ortona dei marsi

Ortona dei Marsi (Aq), 1003 metri di altezza sul livello del mare: le telecamere Rai si muovono verso questa nuova tappa per scoprire l’origine antichissima, addirittura preromanica, di un borgo abruzzese che recava il nome di Milonia, città dei Marsi, distrutta prima dai romani nella Terza Guerra Sannitica e poi dai Longobardi nel VI secolo.

In questo borgo dalla posizione strategica, situato nell’area protetta del Parco Nazionale di Lazio, Abruzzo e Molise, alle pendici del Monte Parasano nella Valle del Giovenco, il progetto Quota Mille a cura di Paolo Pacitti, le cui riprese e montaggio sono di Sem Cipriani prosegue il suo percorso con lo scrittore abruzzese Peppe Millanta che ne illustra la fitta storia e le leggende: pochi abitanti ma tante le testimonianze architettoniche del borgo che incuriosiscono e fieramente affrontano il trascorrere dei secoli.

Oggi l’impianto di Ortona dei Marsi è di tipo medioevale e la fetta maggiore della parte antica poggia direttamente sulla roccia ed è costruita senza fondamenta: probabilmente questo è il motivo per cui nel devastante terremoto del 1915 subì molti meno danni rispetto ai paesi limitrofi.

E’ proprio ad Ortona dei Marsi che nacque uno dei combattenti più temuti a Roma, ossia Quinto Poppedio Silone, noto per numerose battaglie, che come spiega Millanta “apparteneva all’antica stirpe dei Marsi riportata da Virgilio nell’Eneide come composta da guerrieri, maghi, stregoni ed incantatori di serpenti”.

Ma Ortona dei Marsi è tanto altro ancora e a detta degli abitanti “in questo paese medioevale dominano tranquillità e aria buona, chiunque è il benvenuto da noi: cerchiamo di essere sempre accoglienti e gentili con quanti decidono di visitare il nostro borgo”.

Il viaggio tra i borghi d’Abruzzo continua su Buongiorno Regione; novità, curiosità e qualche piccola anticipazione sono sulla pagina Facebook  https://www.facebook.com/peppemillanta, dov’è possibile rivedere anche l’ultima puntata andata in onda e dedicata ad Ortona dei Marsi.

 

 

by Redazione

Confcooperative Abruzzo punta ancora di più su turismo e cultura. Il presidente Massimiliano Monetti ha incaricato Carlo D’Angelo, consigliere regionale della confederazione, a coordinare il processo che porterà alla nascita della federazione cultura e turismo, coinvolgendo le cooperative associate e quelle che hanno manifestato interesse a essere parte del sistema confederale.

La federazione intende rappresentare al meglio le istanze di realtà che, da qualche tempo, stanno consolidando il loro ruolo di primo piano specie nelle aree interne: un contesto che sta registrando trend di crescita impressionanti, soprattutto a seguito della pendemia.

“I tempi sono maturi – sostiene il presidente Monetti – poiché il lavoro che Confcooperative sta portando avanti in Abruzzo sul turismo, specie nelle aree interne, ha un approccio strategico, un’ottica di lungo periodo. Con la rete delle cooperative di comunità si sta creando un’infrastruttura in un contesto tradizionalmente disarticolato, con l’obiettivo di mettere in contatto i flussi che si indirizzano verso la costa con le aree interne: da una parte si incentiva la scoperta di un patrimonio inestimabile, altrimenti non apprezzabile poiché fuori rotta, dall’altra si contribuisce a mettere a valore queste risorse distintive. Cultura, quindi, che in quest’ottica è vista come un asset cruciale per l’industria turistica, soprattutto se il tutto viene inquadrato in una strategia di sviluppo locale a base culturale. Punteremo molto – conclude il presidente – sulla formazione di professionalità che, specie nelle aree interne, saranno capaci di assicurare servizi di accoglienza di qualità, ma anche di garantire elevati standard progettuali per costruire un’offerta turistica responsabile e sostenibile”.

Nata nel 1997 dalla fusione di Federcultura e Federturismo, a livello nazionale Confcooperative Cultura Turismo Sport rappresenta cooperative che danno lavoro a oltre 15mila persone, con una compagine sociale complessiva pari a circa 140mila soci. È

una federazione giovane, con un socio su tre che ha meno di 30 anni. La cooperazione al femminile trova una significativa espressione tra le aderenti: un terzo delle cooperative ha in prevalenza soci donne ed è donna un occupato su due.

Nei prossimi giorni si terranno incontri per promuovere questo intervento, con la partecipazione di esponenti del mondo culturale cooperativo regionale e nazionale, prima fra tutti la stessa presidente nazionale della federazione, Irene Bongiovanni.

Tutte le cooperative interessate possono contattare gli uffici regionali inviando un’e-mail a abruzzo@confcooperative.it.

by Redazione