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Tag Archives: orso marsicano

Parco Nazionale della Maiella

“Aumentare la conoscenza e la consapevolezza dei cittadini affinché una popolazione stabile di orso bruno marsicano possa insediarsi, riprodursi e svolgere il suo ruolo ecologico nell’ecosistema”, così dichiara Dante Caserta, vicepresidente del Wwf Italia all’avvio del Tour della convivenza: Bentornato orso gentile nel Parco Nazionale della Maiella. “Lo sforzo è quello di annullare o minimizzare le minacce antropiche per questa specie chiave della fauna protetta dell’Appennino. La convivenza tra orso e attività dell’uomo è possibile ed è necessaria”.

Il Tour si svolgerà da oggi all’11 settembre nei territori del Parco della Maiella dove la presenza dell’orso bruno marsicano è sempre più tangibile.

Sono 5 le tappe previste: Roccamorice, Campo di Giove, Palena, Pizzoferrato e Ateleta. In tutte le località il Camper di supporto al Tour sarà attivo dalle 10 del mattino fino al tramonto.

Le attività saranno gestite da personale e volontari del Wwf che, coadiuvati dal Parco, organizzeranno incontri e dibattiti con i residenti e con coloro che svolgono attività nel Parco.

Sono previste mostre, attività didattiche e giochi rivolti anche a bambini e ragazzi. Verranno distribuiti materiali informativi sulle regole principali da adottare nell’interazione con l’orso, sia durante le escursioni che nella gestione delle attività economiche. Tutte le attività saranno svolte nel pieno rispetto delle normative anti-Covid.

Il Tour della Convivenza è all’interno delle attività sostenute dal Progetto LIFE-ARCPROM, cofinanziato con i fondi LIFE Natura dell’Unione Europea: sono coinvolti nel progetto gli enti di gestione di tre aree naturali protette in Grecia (Parchi Nazionali di Rodopi, Prespa e Nord Pindo) e del Parco Nazionale della Maiella in Italia, dove il target è l’orso bruno marsicano, una sottospecie che sopravvive solo nell’Appennino Centrale.

 

orso marsicano

Sono almeno 9 le femmine di orso marsicano che si sono riprodotte nel 2019 nel Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise e 16 i cuccioli contati.

Quelli di quest’anno sono i valori massimi osservati nei 14 anni di monitoraggio delle femmine con i cuccioli, ovvero da quando il Parco ha avviato questa attività di monitoraggio, attuata ogni anno in collaborazione con i Carabinieri Forestali, altre Istituzioni e volontari e realizzata con più sessioni di osservazioni in contemporanea, verifica di segnalazioni occasionali e fototrappolaggio.

Il risultato è molto positivo in virtù del fatto che questo è il quarto anno consecutivo in cui si osservano da 10 a 16 nuovi nati nella popolazione.

In ben 125 occasioni nel 2019 sono state osservate femmine con cuccioli, corrispondenti a 2 femmine con tre piccoli, 3 femmine con 2 e 4 femmine con uno solo.

Accanto a questi dati incoraggianti bisogna purtroppo segnalare l’episodio dell’inseguimento con l’auto di una femmina con tre cuccioli che ha portato alla perdita di uno dei tre: https://www.facebook.com/parcoabruzzo/posts/2395361813834269

I risultati positivi degli ultimi 5 anni, potrebbero suggerire anche un cambiamento dei parametri demografici di questa popolazione.

Nel 2019 abbiamo osservato il primo caso di una femmina nota che si è riprodotta dopo soltanto 2 anni dall’ultimo parto e dopo aver portato con successo a termine la cucciolata precedente.  

Ma tra i record del 2019, c’è anche il numero di segnalazioni di femmine con piccoli fuori dal Parco.

Dalla Valle Roveto a Castel di Sangro sono state verificate ben 17 segnalazioni di femmine con cuccioli che hanno interessato almeno 5 diversi comuni e potrebbero corrispondere a almeno 6 unità familiari, di cui alcune già incluse nel conteggio del PNALM, mentre negli anni passati si sono registrate al massimo 1-2 unità familiari.

Questo dato ci fa ben sperare perché il futuro dell’orso sta infatti in buona parte nella sopravvivenza delle femmine adulte e nella loro espansione in nuove aree. 

Questi risultati ottenuti sono molto importanti per la popolazione di orso bruno marsicano, ridotta numericamente e con un esiguo numero di femmine adulte, peraltro con un tasso riproduttivo tra i più bassi osservati nell’orso bruno: mediamente una femmina di orso marsicano fa nascere 0.2 cuccioli ogni anno con un intervallo tra i parti di 3-4 anni.

Inoltre, mediamente, solo il 50% dei nati sopravvive al primo anno. A tutti questi si devono aggiungere altri fattori critici: la densità degli orsi nel Parco, pari a 3-4 orsi ogni 100 kmq, è tra le maggiori osservate per l’orso bruno.

In queste condizioni è lecito aspettarsi che subentrino dei meccanismi naturali di regolazione numerica della popolazione che agiscono sulla capacità riproduttiva delle femmine, ad esempio con inibizione dell’estro in alcuni anni, o su una minore sopravvivenza dei cuccioli, con aumento dei casi di infanticidio da parte dei maschi adulti.

Non possono neanche essere esclusi difetti genetici legati all’elevato livello di consanguineità degli individui, con conseguente ridotta capacità di sopravvivenza dei cuccioli stessi.

In questo contesto è chiaro che per una femmina allontanarsi in una nuova area potrebbe essere molto vantaggioso e così, ancora una volta, si ripropone il tema della conservazione che, necessariamente, passa anche per le aree esterne a quelle del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

“L’importanza delle femmine riproduttive emerge con chiarezza anche alla luce di un recente studio pubblicato nella rivista The European Zoological Journal – dichiara il Presidente Cannata – L’orso marsicano potrà uscire dal rischio reale di estinzione se si riuscirà ad incrementare, anche di poco, la sopravvivenza delle femmine adulte dentro, ma soprattutto fuori il Parco, dove è necessario l’impegno di tutte le Istituzioni interessate e dei cittadini. È ovviamente importante anche mantenere l’elevata disponibilità alimentare naturale in tutto l’areale”.

by Redazione
lupo e orso

Orso e lupo di nuovo protagonisti al Museo universitario nel quadro delle numerose iniziative organizzate in collaborazione dal WWF Chieti-Pescara e dalla struttura espositiva e formativa dell’ateneo “Gabriele d’Annunzio”.

Sabato 7, con inizio alle 18, all’Auditorium del Museo si tornerà a parlare di grandi carnivori, dopo l’analogo appuntamento, riservato alle scuole, del 6 novembre scorso nel quadro di M’ammalia. La Settimana dei Mammiferi.

Relatore d’eccezione sarà questa volta il vice presidente del WWF Italia Dante Caserta che parlerà de La gestione dei grandi carnivori e dei conflitti con l’uomo: l’esempio del WWF.

Una conferenza dibattito che vuole, attraverso il racconto delle buone pratiche messe in atto dall’associazione del Panda, dimostrare come sia possibile limitare le occasioni di contrasto, ad esempio dissuadendo con sistemi incruenti dalla predazione nei confronti di animali d’allevamento.

Problemi che si affrontano da sempre nell’Abruzzo montano a causa di una secolare convivenza, ma che possono ormai presentarsi anche in ambienti peri-urbani.

Il lupo ha infatti prima riconquistato spazi sui monti e negli ultimi anni, inseguendo le sue prede (soprattutto cinghiali) si è spinto anche nelle aree collinari e persino in pianura, dove è oggi possibile talvolta incontrarlo, com’è dimostrato da recenti avvistamenti.

Si parlerà anche dell’orso marsicano, specie in ripresa ma con numeri così bassi (si stima una presenza tra i 50 e i 60 individui) da continuare a rischiare seriamente l’estinzione.

La sottospecie presente in Abruzzo, Ursus arctos marsicanus, descritta dal naturalista molisano Giuseppe Altobello nel 1921, è infatti unica al mondo e per consentirle di continuare a esistere occorrono provvedimenti straordinari e urgenti, e il WWF ha messo per questo in campo ogni possibile energia.

L’orso e il lupo sono simboli dell’Abruzzo e tra l’altro a ciascuno di noi potrebbe capitare di incontrarli. Saperne di più, apprezzare la fortuna di vivere a due passi da animali così affascinanti, conoscerne le abitudini e prendere consapevolezza dei possibili conflitti… l’incontro di sabato servirà proprio a questo.

Dante Caserta terrà la sua relazione, e alla fine ci sarà spazio per domande e approfondimenti. Una preziosa occasione per saperne di più. Tutti sono invitati a partecipare. Ingresso libero sino a esaurimento posti.

by Redazione
cucciolo di orso

Cinquanta è più o meno il numero di orsi marsicani rimasti sulle montagne dell’Appennino; un numero esiguo di individui per una popolazione tanto preziosa.

Infatti, l’Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus) è una sottospecie di Orso bruno unica al mondo, che vive solamente in Italia, tra il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise, il Parco Nazionale della Majella e le aree appenniniche limitrofe.

Più piccolo del “cugino” alpino ed europeo, adattato dopo secoli di isolamento a una stretta convivenza con l’uomo, recenti studi ne hanno confermato l’unicità genetica, ecologica e comportamentale.

Sembra, infatti, che la coesistenza millenaria con l’uomo e le sue attività abbiano addirittura plasmato il comportamento particolarmente mansueto di questi orsi.

Purtroppo, questa popolazione conta oggi solamente poco più di 50 individui, è considerata “in pericolo critico” dalla IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) e rischia seriamente l’estinzione.

L’Orso marsicano continua inoltre a morire a causa dell’uomo: negli ultimi 25 anni il 63% dei decessi è stato determinato direttamente o indirettamente da azioni umane, addirittura il 40% da bracconaggio.

Immagine concorso Orso marsicano

“Fin dalla sua nascita, nel 1966, – ricorda il vice presidente nazionale Dante Caserta – il Wwf Italia ha sempre portato avanti azioni per la salvaguardia dell’Orso bruno marsicano. Prima dell’estate abbiamo lanciato la campagna Orso 2×50 con l’ambizioso obiettivo di raddoppiare il numero di individui di Orso marsicano entro il 2050. Questo sarà ovviamente possibile solo collaborando con tutte le amministrazioni che si occupano della tutela dell’Orso, a partire dal Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise grazie al quale l’Orso è potuto sopravvivere fino ad oggi. Questo concorso per le scuole rientra tra le azioni di sensibilizzazioni che stiamo conducendo anche attraverso campi di volontariato con giovani provenienti da tutta Italia. Attraverso l’Oasi WWF delle Gole del Sagittario di Anversa degli Abruzzi (Aq) stiamo agendo direttamente anche sul campo con la distribuzione e l’allestimento di recinti a protezione di apiari, campi coltivati e allevamenti per evitare i conflitti tra le attività umane e la presenza dell’orso e portiamo avanti anche una forte azione di lobby nelle sedi politiche e istituzionali, oltre che una attività nei tribunali per impugnare tutti quegli atti che possono anche potenzialmente mettere in pericolo la specie”.

In un simile contesto è fondamentale anche diffondere il più possibile la conoscenza di questo straordinario animale e rendere sempre più persone consapevoli della necessità di attente politiche di conservazione.

“È per questo che il Wwf lancia un concorso dedicato ai più piccoli – dichiara Filomena Ricci, delegato del WWF Abruzzo – Vogliamo incoraggiare i bambini a fare un disegno per l’Orso che si sveglia dal letargo, un regalo per farlo sentire amato e rispettato: 50 disegni, uno per ogni Orso, verranno pubblicati sul sito del Wwf e valorizzati dall’associazione”.

Gli elaborati scelti saranno i più belli e quelli che avranno coinvolto l’intera scuola e le famiglie dei bambini. Oltre al disegno si chiede alle classi di organizzare una mostra a scuola invitando i genitori.

La proposta si rivolge alle oltre 20mila istituzioni scolastiche pubbliche e private dell’infanzia e ai primi due anni della scuola primaria. Tutte le informazioni possono essere reperite sul sito del concorso.

cucciolo di orso

Mamma orsa Sebastiana spera di ritrovare il suo cucciolo di orso dopo che, a causa di un inseguimento di un’autovettura, si è smarrito. Anche il Wwf lancia un appello.

All’interno del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ci troviamo, ancora una volta, a fare i conti con azioni umane dannose per gli orsi presenti e sentiamo il dovere di associarci alle raccomandazioni fatte dall’Ente Parco” afferma Antonello Santilli, presidente della OA Wwf Abruzzo Montano.

L’orsa Sebastiana, costantemente monitorata dagli operatori del Parco, aveva avuto da poco i suoi tre cuccioli, con i quali si trovava la notte tra il 24 e il 25 agosto, quando veniva inseguita da un’autovettura nel centro abitato di Pescasseroli, così come testimoniato anche dal video dell’accaduto diffuso in rete.

Nell’intento di scappare lontano dall’autovettura, in preda alla paura per le sorti dei suoi piccoli, perdeva due dei cuccioli, uno fortunatamente ritrovato successivamente.

Speranza di ritrovare anche l’ultimo cucciolo, il Wwf tiene a sensibilizzare le persone al fine di creare una giusta convivenza tra uomo e animale e ad esortare cittadini e turisti a non inseguirli o disturbarli in altri modi.

“Capiamo che il contatto con gli animali è una delle maggiori attrazioni del territorio, ma è necessario mantenere la giusta distanza per evitare pericoli a loro e anche a noi stessi. Inseguire con l’autovettura l’orso è inutile, pericoloso, dannoso, oltreché codardo” conclude il presidente del Wwf Abruzzo Montano.

Sono undici i cuccioli di orso marsicano contati nel 2018 nel Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise (Pnalm), nati da almeno 4 femmine. E’ il risultato del monitoraggio intensivo svolto da aprile scorso da personale del Parco. Un risultato molto positivo poiché per il terzo anno consecutivo si osservano da 10 a 12 nuovi nati. Il monitoraggio viene attuato combinando sessioni di osservazioni in simultanea e mirate, alle quali si aggiungono osservazioni casuali poi verificate e dati raccolti attraverso foto trappole.

Attraverso criteri spazio-temporali per eliminare i doppi conteggi, è stato possibile distinguere 4 unità familiari in tutta l’area del Parco: 3 femmine con 3 cuccioli e una femmina con 2 cuccioli. Nei precedenti anni di monitoraggio, i valori massimi di produttività sono stati osservati in seguito ad annate di eccezionale produzione di frutti di faggio, detti di pasciona (2008, 2012, 2014), come avviene in altre popolazioni di orso. I dati 2018, come quelli di 2016 e 2017, mostrano valori elevati e confrontabili (5-6 unità familiari e 10-11 cuccioli) pur non essendo successivi agli anni di pasciona. Nonostante la bassa consistenza numerica degli orsi, nella popolazione è presente una riserva importante di femmine adulte, anche se, negli ultimi dieci anni, emerge che il tasso riproduttivo è tra i più bassi osservati nell’orso bruno.

Le femmine si riproducono ogni 3 o 4 anni e non più della metà dei nati sopravvive al primo anno. Nonostante la popolazione di orso marsicano sia numericamente ridotta, la sua densità (3-4 orsi ogni 100 km quadri) è una tra le maggiori osservate per l’orso bruno. Il numero ridotto delle femmine con piccoli dipende dal fatto che quelle adulte sono solo 15 e in caso di morte di una femmina adulta servono oltre 12 anni affinché un cucciolo femmina possa prendere il suo posto.

Tra 2007 e 2018 sono morte 15 femmine di cui 10 in età riproduttiva. La mortalità delle femmine adulte, anche accidentale, e la persistenza di altri fattori di rischio e/o disturbo dentro e fuori il Parco evidenziano la necessità, fa sapere l’ente, di azzerare i casi di mortalità causati direttamente o indirettamente dall’uomo, quali presenza di cani vaganti, animali al pascolo brado, bracconaggio, avvelenamenti, incidenti stradali, persone fuori sentiero.

(Foto Ansa)

by Redazione
Orso marsicano nel Parco nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise

Un esemplare adulto di orso marsicano è stato avvistato tra Cerro al Volturno (Isernia) e Acquaviva d’Isernia.

“Proveniente dal Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise – informa una nota dei Carabinieri forestali – è stato attratto dalla presenza di piante cariche di frutti, soprattutto ciliegie delle quali l’orso è ghiottissimo”.

I Carabinieri forestali della provincia di Isernia, parte attiva del programma di monitoraggio dell’orso, sono impegnati nella sorveglianza necessaria a garantire la salvaguardia dell’animale e la pacifica convivenza con l’uomo.

“Quando incontra l’uomo – avvertono – l’orso si comporta solitamente in modo schivo e timoroso e, come gran parte degli animali selvatici, preferisce evitare. Trattandosi comunque di un animale di grande taglia è importante mantenere un giusto comportamento. Non avvicinarsi, né a piedi né con l’auto, per fotografarlo o guardarlo a tutti i costi. Allontanarsi con cautela e avvisare il Servizio di Emergenza Ambientale dei Carabinieri forestali al 1515″.

(Fonte Ansa)

by Redazione