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Tag Archives: cultura 2022

Massimo Liberatore

Leggere un libro, la cosa più facile del mondo: si acquista, si apre e si parte per un viaggio più o meno lungo. Ma… come si arriva a creare un libro, a rilegare pagine di parole?

Oggi parliamo di questo, con un editore di Pescara che “costruisce” libri; sì, lui ama definirsi così perchè i libri li fa a mano, interamente a mano proprio come una volta usando macchinari che hanno quasi 100 anni di vita alle spalle.

Ebbene sì, nel 2022 in Abruzzo a Pescara c’è ancora chi produce libri manualmente: lui si chiama Massimo Liberatore scrittore e titolare della Edizioni Liberatore. E da lui ci siamo fatti raccontare la sua storia che profuma di magia ed emozioni

Ti definisci “costruttore” di libri piuttosto che editore, perché?

“Tutto è legato al fatto che la mia casa editrice è particolare dato che tutti i libri che pubblico li realizzo tutti a mano; a ciò è legato il modo in cui mi definisco: uso il verbo ‘costruire’ perché il verbo ‘rilegare’ in pochi ne conoscono la definizione. Come nasce il tutto? E’ stato il mio primo lavoro in quanto i miei genitori presero una rilegatoria nel 1996 per me e mio fratello che, finito il militare, avremmo avuto un lavoro che ci aspettava. Un investimento che hanno fatto per noi dove io ho imparato a rilegare e ristrutturare i libri antichi come si faceva una volta con il telaio, comporre e stampare una copertina in piombo e non come si fa adesso con mezzi tecnologici. Insegnamenti che mi sono rimasti dentro che ho trasferito nella mia casa editrice che, ci tengo a dire, è nata con l’obiettivo di dare la possibilità a tutti di vedere realizzato il proprio libro. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che non è necessario rivolgersi alla casa editrice esclusivamente per pubblicare e quindi vendere il libro, ma anche se si vogliono poche copie per sé o per regalare alle persone care; ecco, la casa editrice ha due mission: pubblicare sia opere di autori che vogliono farsi conoscere, sia persone che hanno avuto il piacere di scrivere qualcosa e desiderano vederlo rilegato in un libro anche per la semplice emozione di sfogliarlo ogni giorno”.

Realizzare un libro manualmente, quali i passaggi chiave?

“E’ un processo lungo e delicato con tantissime fasi. Posso dire comunque che bisogna fare una distinzione di tre tipi di cucitura: al telaio che si fa quando il testo è diviso in quinterni; a macchina da cucire oppure bucando i fogli con un trapano e si cuce con ago e filo: questi ultimi due casi quando i fogli sono sciolti. Inoltre il metodo del bucare i fogli è il più rapido; cucire al telaio però è la cosa più bella ed emozionante. Successivamente la copertina: si parte dal dorso per poi rivestirlo a piacimento con carta o tessuto; e infine il capitello: il pezzo di stoppa che si trova in alto e in basso nel libro, faccio ciò il libro è fatto e si può mettere sotto pressa. E’ un lavoro delicato e di massima precisione ma garantisco che l’emozione alla fine è tanta”.

La letteratura ai tempi del Covid: un tuo parere?

“Spero si sia letto di più ma non ci credo, è una lotta impari con gli smartphone. Leggere è un atto semplice all’apparenza… Guardare il telefono ti fa vedere le vite degli altri, prendere un libro ti fa entrare dentro la tua vita e in tanti preferiscono non guardarsi”.

Sei anche autore di vari libri, ce ne parli?

“Ho scritto due libri: Una sera infinita, la storia parallela della vita di una lacrima e quella di una ragazza dove questa lacrima abita. Una storia di cambiamento e introspezione per entrambe le protagoniste; non svelo di più ma dico solo che non è una storia triste. Un libro acerbo, è il primo che ho scritto, ma ha un significato molto importante per me e ho preferito lasciarlo così, com’è venuto d’istinto. Il secondo libro si chiama E le stelle stanno a guardare nato da una frase di mio figlio e per una serenata dialettale di ‘Nduccio, quella canzone mi ha fatto sempre pensare a un’ipotetica storia d’amore ai tempi della guerra. Tornando a mio figlio, una sera mi ha detto: ‘Papà, vieni a vedere quanto è bella la luna questa sera’: è l’unica cosa vera di tutto il libro che riporto all’inizio. Questa frase e le parole di quella serenata, hanno dato il là alla storia di un soldato francese rimasto in Italia dopo la Resistenza…”.

Sogni letterari nel cassetto?

La valigia dell’immortalità sarà il mio terzo libro che spero possa uscire questa estate, è il lavoro editoriale che chiude il cerchio; in questo caso l’ispirazione viene da una lucciola, l’ultima che ho visto, e dalla canzone di Roberto Vecchioni I Commedianti che mi ha sempre fatto pensare agli artisti di strada. Insomma, tanti personaggi e tante storie da leggere! Inoltre, ho già in mente un altro libro, totalmente diverso, del quale ho già il titolo Locanda Mezzanotte: traccia di un tema che avrebbe dovuto fare mio figlio nei vari compiti estivi. Ultimo, ma non per importanza, un altro sogno: uno spettacolo teatrale. Perché? Faccio parte della Compagnia di Improvvisazione teatrale EstroDestro, ma la mia idea non è improvvisare bensì fare un monologo dal titolo Non è come sembra”.

by francesca
poetami

Si accendono i riflettori sulla seconda edizione del Premio PoetaMi – Miglianico Borgo in Poesia in onore e memoria di Paride Di Federico, concittadino, studente modello e poeta di riconosciuta sensibilità; l’obiettivo del Premio è quello di creare a Miglianico un borgo poetico, con un appuntamento annuale incentrato sulla poesia in tutte le sue sfumature, dalla parola scritta a quella recitata, dagli incontri culturali alle immagini.

Organizzato dalla Scuola Macondo – l’Officina delle Storie di Pescara, con la direzione artistica di Peppe Millanta il concorso, che in occasione della consegna dei riconoscimenti durante la serata finale della prima edizione ha avuto l’onore di ospitare il poeta Davide Rondoni, gode del patrocinio del Comune di Miglianico (Chieti) e vede la preziosa collaborazione della Pro Loco di Miglianico.

Come spiega il sindaco del comune teatino Fabio Adezio:

Il bando di concorso della seconda edizione di PoetaMi conferma l’intenzione dell’amministrazione comunale di caratterizzare il nostro Comune come borgo poetico: il successo della scorsa estate, sia in termini numerici, sia per la qualità della proposta realizzata, ci ha convinto di aver impresso la direzione giusta al nostro sforzo di lavorare per far diventare Miglianico un vero laboratorio poetico nazionale, sulla scorta e nella memoria grata a Paride Di Federico, valente concittadino e straordinario poeta, troppo presto scomparso. La sua figura è ormai diventata un patrimonio condiviso grazie al quale il realizzando Museo della Poesia avrà un punto di riferimento per il quale tutti i Miglianichesi si sentiranno orgogliosi.

A pochi giorni dall’apertura del bando di PoetaMi (27 dicembre 2021), dunque, non può mancare una riflessione sulla potenza della poesia, diventata un mezzo esclusivo per dare corpo alle emozioni, alle tante paure che accompagnano la vita delle persone; anche i sentimenti che troppo spesso vengono messi da parte, soprattutto in un momento complesso come quello che comporta l’emergenza sanitaria da due anni ormai, prendono forma con questo strumento esclusivo e dunque distanziamento sociale, solitudine, riflessione diventano argomenti.

Il concorso a tema libero, rivolto agli adulti, si suddivide in due categorie, una riservata alla poesia inedita e l’altra a raccolte edite di poesie; sono previsti anche due premi speciali che verranno assegnati dalla giuria, il Premio Under 35 riservato ad un autore nato tra il 2004 e il 1987 che si sia particolarmente distinto con la sua opera ed il Premio “Margherita Anzellotti”, riservato ad un autore abruzzese.

L’invio del materiale è consentito fino alle ore 24.00 del 17 aprile 2022.

La Scuola Macondo – l’Officina delle Storie attribuirà inoltre a sua discrezione tre borse di studio per i suoi corsi ai partecipanti ritenuti più meritevoli.

Accanto al premio per gli adulti PoetaMi, continua anche il premio di poesia dedicato alle scuole, intitolato a Paride Di Federico, giunto ormai alla XIII edizione: per i ragazzi il bando sarà distribuito direttamente nelle scuole; come si augura il sindaco: “Attendiamo, come l’anno scorso, numerose opere poetiche da tutta Italia, che arricchiranno il nostro patrimonio da conferire nel museo, e contiamo che dalle scuole arrivi, come succede da 13 anni a questa parte, la nuova linfa per rinverdire un’arte, quella della poesia, che qui non ha mai smesso di far sentire la sua forza”.

Diversi sono i momenti culturali pensati per la premiazione che ci sarà sabato 28 maggio a Miglianico nell’ambito di una giornata dedicata interamente alla poesia con conferenze e laboratori.

Ospite della serata di premiazione sarà il poeta Gian Mario Villalta che premierà i finalisti.

Nell’ambito della manifestazione è previsto un Atelier di Poesia: workshop di due giorni a cura di Davide Rondoni, che si svolgerà nelle giornate di sabato 28 e domenica 29 maggio.

Il workshop sarà gratuito per i finalisti di entrambe le sezioni e per i vincitori dei Premi Under 35 e “Margherita Anzellotti”.

Per l’occasione sarà la seguente giuria di poeti, giornalisti, docenti ed esperti a valutare le opere in concorso: Antonello Antonelli (docente e giornalista), Andrea Buccini (poetessa), Paolo Fiorucci (poeta e libraio), Barbara Giuliani (poeta), Eleonora Molisani (giornalista e poetessa), Corinne Stella (docente), Stefano Tieri (docente).

Per info: premiopoetami@gmail.com, 3201775781; www.poetami.it.

by Redazione
Beniamino Cardines

Irriverente, crudo, comico fino alle lacrime, spirituale, filosofico, commovente, molti aggettivi ancora ci vorrebbero per qualificare il nuovo libro di Beniamino Cardines, Le teologie delle casalinghe-Romanzo di storie, con 70 consigli a papa Francesco, pubblicato da poco da Le Mezzelane Casa Editrice, editing a cura di Lidia Borghi, progetto grafico di Alessio Gherardini.

Forte del doppio successo de “Le avventure di Plastica-L’inizio delle cose” e “Le avventure di plastica 2-Cose molto pericolose” (LFA Publisher), l’autore, performer e artista dal talento poliedrico, torna a far riflettere con le sue storie vere.

Beniamino Cardines, scrittore:

Ho scritto un libro pieno di vita. Un libro che ama le donne e le rispetta. Settanta volti, settanta donne, settanta vite che si incrociano a formare un romanzo di storie tutte vere, una vorticosa comunità di esistenze. Sono donne fino all’ultimo millimetro di pelle, non più streghe ribelli, bensì donne che hanno qualcosa da dire alla vita. Vite dai mille volti e colori. Vite fino a non poterne più, sfinite, nude, silenziose o urlanti. Settanta sagge e stolte e all’improvviso primedonne su un palcoscenico mai cercato, inevitabilmente conquistato da protagoniste. Si conoscono, si abbracciano, sono amiche sorelle madri, si amano e non vorrebbero mai che la vita le portasse altrove. Infine, dietro a ogni scrittura c’è un progetto. Narrare è come accendere fari su angoli bui dell’esistenza. Non me ne voglia papa Francesco chiamato in causa suo malgrado. La vita è grande maestra, tutte queste donne – le mie teologhe – hanno imparato sulla propria pelle e dunque sentono il bisogno di restituire e raccontare.

 

by Redazione
Teatro Massimo
Venerdì 14 gennaio 2022, il cartellone musicale della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” riprende con Yves Montand, Un Italiano a Parigi il “docu-recital” dedicato da Gennaro Cannavacciuolo al grande artista italofrancese. Sul palcoscenico, l’attore e cantante è accompagnato dal Midnight Jazz Quartet, formato da Dario Perini al pianoforte, Andrea Tardioli ai sassofoni e al clarinetto, Flavia Ostini al contrabbasso e Antonio Donatone alla batteria.
Uno spettacolo emozionante ed intenso, portato da Gennaro Cannavacciuolo (nella foto) in tournée in Italia e all’estero con grande successo di pubblico e di critica, come testimoniano i sold out e le standing ovation raccolte nei teatri più prestigiosi.
Il concerto si terrà al Teatro Massimo di Pescara, con inizio alle ore 21. Il prezzo del biglietto di ingresso al concerto è di 20 euro.
Yves Montand, Un Italiano a Parigi è un vero e proprio “docu-recital” che, partendo dagli albori toscani dell’artista, arriva sino ai suoi trionfi parigini e ne racconta la vita straordinaria e ricca di successi.

Le sue canzoni più significative scandiscono le fasi salienti della sua vita e della sua carriera, costellate da straordinari successi e da impegni politici non indifferenti. Canzoni che hanno fatto storia come “Les feuilles mortes”, “A Paris”, “Sous le ciel de Paris”, “C’est si bon”, “La bicyclette”, “C’est à l’aube”, “Je suis venu à pied”, “Bella Ciao”, “Mon manège à moi” et “Paris canaille“, solo per citarne alcune.

Attraverso la musica, Gennaro Cannavacciuolo ripercorre la vita fuori dal comune di Yves Montand, all’anagrafe Ivo Livi: dagli esordi difficoltosi come figlio di immigrati poveri, costretto a lavori umili, fino all’approdo all’Olympia di Parigi e, successivamente, al Metropolitan di New York. Dalle donne amate negli anni come Edith Piaf, Simone Signoret, Marilyn Monroe e Carole Amiel al periodo di Hollywood, con gli incontri artistici con registi dello spessore di Costa-Gavras, Resnais, Lelouch e Godard.

La struttura del recital è quella del teatro-canzone: brevi monologhi, aneddoti, curiosità e note importanti raccontano la vita di Yves Montand e ne introducono le canzoni più celebri e significative, interpretate da Cannavacciuolo dal vivo con la presenza di un quartetto jazz sul palcoscenico.

La stagione musicale della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” prosegue, venerdì 21 gennaio 2022, con il concerto dell’Ensemble da camera del Conservatorio “Luisa D’Annunzio”, centrato su musiche di Franz Schubert e Raffaele Bellafronte.

La stagione artistica della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” è accompagnata dal supporto del Main Partner Fondazione PescarAbruzzo e dell’Istituto Acustico Maico.

Nella sezione “Press Area” del sito della Società del Teatro e della Musica “Luigi Barbara” (socteatromusica.it/press-area-2021-2022) sono disponibili tutte le foto in alta risoluzione degli artisti presenti nel cartellone.

by francesca
Biblioteca Emilia Di Nicola

“Migliorare la qualità della vita attraverso la cultura”, è questo il messaggio principale lanciato da Giuseppe Filareto, coordinatore della biblioteca Emilia Di Nicola di Pescara.

Una realtà nata da poco presente in uno dei quartieri più difficili di Pescara San Donato; la biblioteca è infatti sita in via Aldo Moro a fianco il palazzetto dello sport Giovanni Paolo II e di fronte il campo sportivo San Marco.

Inaugurata il 3 dicembre 2019 in via Aldo Moro, la biblioteca è stata fortemente voluta dell’Associazione culturale e sportiva “Emilia Di Nicola” e con il sostegno della Cgil Pescara.

La struttura dunque è dedicata alla professoressa di Filosofia Emilia Di Nicola, scomparsa nel 2019. Insegnate e prima dirigente donna della Cgil, da sempre è stata riconosciuta come persona gentile e determinata, punto di riferimento delle battaglie civili in particolare per l’uguaglianza di genere, antirazziste e antifasciste.

La creazione della biblioteca, grazie al contributo fattivo di volontari della Cgil, vuole garantire a un quartiere popoloso e periferico, la possibilità di accedere a un luogo della cultura per fornire occasioni di dialogo, per stare insieme, tornare a parlarsi e a conoscersi.

La cultura dunque per migliorare la vita di una comunità, di una collettività, di un quartiere in questo caso, non solo attraverso i libri ma con iniziative ad ampio respiro che vanno da convegni a recupero delle tradizioni passando per lo sport l’arte.

Già negli anni precedenti, nonostante i blocchi causati dell’emergenza sanitaria, la biblioteca si è distinta per alcune iniziative (in presenza e online) come, ad esempio, l’inaugurazione lo scorso 25 novembre, di una panchina rossa in ricordo di tutte le donne vittime di violenza.

Aprire i propri orizzonti alla conoscenza per migliorare se stessi e dunque conoscere meglio il prossimo: anche per questo 2022 in tal senso il programma si presenta ricco e variegato nei suoi appuntamenti.

Il primo, in ordine di tempo, è previsto giovedì 20 gennaio ore 17 con la presentazione del libro di Licio Di Biase Processo a Carmela.

Per il mese di febbraio sono due gli eventi calendarizzati dalla biblioteca: lunedì 14 febbraio dalle ore 17,30 alle ore 19,30 si parlerà del bacio e della sua espressione; un momento importante nel giorno dedicato agli innamorati.

Venerdì 19 febbraio (16,30-18,30) si terrà un seminario di formazione sulla felicità e su come può dare un senso alla vita ed essere un vero stile di vita.

Passando al mese di marzo, sabato 5 dalle ore 16,30 alle ore 18,30, altro seminario di formazione dal titolo In Italia nessuno è straniero sul delicato tema dell’immigrazione e dell’accoglienza.

Un momento importante poi è previsto in primavera inoltrata con la giornata dedicata all’AIRC con un’asta benefica di quadri. La referente dell’iniziativa per la biblioteca Di Nicola, è l’artista abruzzese Maria Basile la quale ha da poco pubblicato il suo catalogo dal titolo Cromatismi Congruenti.

“L’arte è qualcosa che deve andare oltre la bellezza che vuole esprimere – ci spiega Maria Basile – non deve cioè essere solo un investimento per chi compra un quadro ma deve rappresentare un investimento per i nostri figli e nipoti. Ed è per questo che facendo beneficenza attraverso l’arte per contrastare i tumori, è un qualcosa che serve per le persone che si sono più care. Purtroppo questa malattia mi è passata molto vicina, scuotendomi dalle fondamenta e facendomi capire che la possibilità di contribuire alla ricerca è un dovere morale e civile da adempiere donando se stessi e tutto ciò che possiamo fare alla ricerca. Spinta da queste motivazioni conclude Basile – ho avuto l’onore di essere scelta dalla biblioteca come referente dell’AIRC ritenendo quindi opportuno fare delle aste e attività benefiche per dare il mio modesto contributo alla ricerca, che insieme ad altre iniziative, può riempiere il vaso della speranza”.

Per info consultare la pagina Facebook Biblioteca Emilia Di Nicola

 

by francesca
Lino Manocchia

Gli scritti del giornalista italo americano Lino Manocchia, pubblicati dalla Artemia Nova Editrice, sono gli appunti inediti scritti dal giornalista giuliese (scomparso nel 2017 negli USA) durante la sua permanenza in un campo degli Internati Militari Italiani (IMI) in Germania.

Dopo la resa, ci fu una lunga odissea sui vagoni merci. I campi di internamento tedeschi non si potevano definire certamente “umani”, ma meglio della morte erano. Quando ancora oggi mi chiedono perché non scrivo un libro-ricordo di tutte le vicende italiane e americane, rispondo che la storia è quella che è, resta, ma il più delle volte si dimentica. Perciò desidero dimenticare anche la Germania ed i suoi lager. 

Lino Manocchia, giuliese, decano dei giornalisti abruzzesi in America, aveva dato questa risposta per anni, anzi decenni, anche dopo essere diventato un giornalista affermato e scrittore di valore.

Incredibile, ma vero: Lino negli anni del suo internamento in un lager tedesco aveva tenuto quasi giorno per giorno un diario, scritto a matita, a volte con segno così debole da risultare quasi illeggibile, e aveva appuntato tutti i drammatici eventi che si erano susseguiti in un’esperienza dolorosa, iniziata all’indomani dell’8 settembre, dopo la resa dell’Italia che aveva fatto diventare nemici gli italiani agli occhi dei soldati tedeschi e accusati di essere “traditori”, alla liberazione all’arrivo degli americani.

Quel libriccino, reso smagrito dal gran tempo trascorso per la perdita di non poche pagine e ingiallito in quelle conservate, era rimasto sempre con lui, anche quando era emigrato in America e lo aveva accompagnato fino agli anni di una ancora lucidissima vecchiaia, ma inedito.

Era rimasto come un segreto covato gelosamente nel suo cuore e nella sua memoria. Tuttavia quelle pagine riportano alla memoria, rileggendole, giorni memorabili, dal primo giorno di una prigionia insopportabile fino all’ultimo.

Le frasi e gli appunti del libriccino, vergate con una povera matita, contenevano riflessioni, pensieri, idee di un naufrago che il destino aveva reso tale, forzandolo a chiedersi ogni giorno quale sorte fosse toccata ai suoi famigliari. Le vicissitudini raccontate nel libriccino non andavano più nascoste.

Così Lino anche per un personale rapporto di stima e di affetto con Maria Teresa Orsini, direttrice di Artemia Nova Editrice, glielo spedì da oltre Oceano, da Cambridge in USA, pregandola di curare un’edizione a stampa, insomma di farlo diventare un libro. Lo spedì che stava per compiere 95 anni.

Per la casa editrice questo manoscritto era una reliquia, e poi lo affidò per la cura di stampa a due professionisti del settore della ricerca storica sul campo: Elso Simone Serpentini e Walter De Berardinis.

Lino fece in tempo solo a vedere e ad apprezzare le prime bozze di questa sua rara e preziosa testimonianza sui lager tedeschi, poco prima di spegnersi, nel marzo 2017, pochi giorni dopo aver compiuto, il 20 febbraio, 96 anni.

La sua morte aveva determinato un fermo del progetto editoriale della pubblicazione del suo Frammenti di un prigioniero, ma finalmente Artemia Nova Editrice ne annuncia la pubblicazione.

A Lino Manocchia, già premiato alla carriera dall’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, è stata istruita la pratica per la concessione di una medaglia d’onore alla memoria essendo stato deportato ed internato in un lager nazista e destinato al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale.

In appendice al libro, grazie alla ricerca storica di Walter De Berardinis negli archivi tedeschi, polacchi e italiani, sono stati pubblicati tutti i nomi dei soldati giuliesi morti e sopravvissuti ai lager di Hitler: 26 morti e 37 tornati vivi.

by Redazione