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Tag Archives: Legambiente

Ecoboat

Socialità, sensibilizzazione ai temi ambientali, condivisione. Ecco gli ingredienti che hanno animato la prima edizione di Ecoboat, domenica mattina.

Per la prima eco-regata realizzata su tutto il mare Adriatico, gli equipaggi si sono sfidati in maniera non competitiva con le loro eco-zattere costruite con materiale da riciclo.

L’incontro nella zona Madonnina a Pescara, ha anticipato la programmazione dell’edizione 2021 di Ecomob, primo grande evento del centro sud Italia dedicato alla mobilità sostenibile, in programma dal 2 al 4 luglio, al Village nel Marina di Pescara. Anche per Ecomob c’è un villaggio con attività collaterali.

Creatività dunque, inventiva, progettazione, abbinate ad un messaggio sociale ed educativo. Il progetto della Ecoboat ha coinvolto gli alunni delle scuole secondarie di secondo grado abruzzesi.

Le scuole aderenti hanno partecipato senza sostenere alcun costo e hanno provveduto alla costruzione delle eco-zattere in modalità extrascolastica. Ogni scuola ha partecipato con un team di almeno 8 alunni.

“Vista la crescente necessità di migliorare la qualità dei nostri territori e facilitare la partecipazione attiva dei cittadini, partendo dalla scuola e dalle nuove generazioni, abbiamo ideato questo progetto di educazione alla qualità della vita, che informa e forma attraverso il gioco, il divertimento e la competizione sportiva – commenta Gianluca Giallorenzo, ideatore della Ecoboat race e di Ecomob – Questa è una strategia certamente vincente soprattutto se rivolta ai più giovani e attraverso le scuole. Per una regione che si affaccia sul mare, con una forte vocazione turistica e commerciale, cosa c’è di meglio di una gara nautica sul tema del riciclo dei materiali? E’ stata una grande festa di promozione del territorio e sensibilizzazione su temi ambientali”.

In abbinamento all’organizzazione della Ecoboat gli studenti hanno seguito un percorso formativo di alcune ore on-line sull’economia circolare, sul riuso e il rispetto per l’ambiente realizzato in collaborazione con Legambiente. La progettazione e la costruzione delle eco-zattere è stata supervisionata dagli organizzatori. Evento sostenuto anche da Regione Abruzzo, Comune di Pescara – nell’ambito delle celebrazioni per la Bandiera Blu – con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente.

La giornata dell’Ecoboat race si è svolta nell’ambito del primo appuntamento con Fest’ambiente mare di Legambiente, con attività di educazione ambientale e laboratori di riciclo per tutti i visitatori, grandi e piccini.

by Redazione
Miglianico

Miglianico è “Comune riciclone”: il prestigioso riconoscimento di Legambiente, che premia quei Comuni che hanno contenuto sotto i 75 kg per ogni cittadino lo scarto indifferenziato nella raccolta dei rifiuti, è stato virtualmente consegnato ieri in diretta web al sindaco, Fabio Adezio.

Nel corso del 2019, infatti, la frazione indifferenziata raccolta nel territorio comunale è stata pari a 366,12 tonnellate, pari a poco più di 73 kg. per ogni cittadino.

Un dato che sottolinea lo sforzo dell’amministrazione comunale che dal momento del suo insediamento ha fatto notevoli investimenti per promuovere la raccolta differenziata.

Nello scorso anno, del resto, Miglianico ha conferito 684,50 tonnellate di umido, 313 tonnellate di carta, 173,7 tonnellate di vetro, 49,08 tonnellate di plastica, confermando l’alta capacità di differenziazione dei cittadini

“Questo riconoscimento – ha spiegato il sindaco Fabio Adezio – è tutto per i cittadini: sono loro che hanno fatto il lavoro più importante, quello di differenziare i rifiuti e conferirli in maniera corretta. Sono felice di questo risultato che premia un obiettivo che la mia amministrazione si era posto sin dal suo primo insediamento, sei anni fa: fare di Miglianico una comunità rispettosa dell’ambiente e capace di bruciare le tappe per arrivare a livelli di raccolta differenziata inimmaginabili fino a pochi anni fa. Un lavoro lungo, fatto di informazione, educazione, persuasione, che ormai è stato interiorizzato dai cittadini che trovano del tutto naturale differenziare i rifiuti, operazione che tra l’altro ha già fruttato un abbassamento della tariffa pretesa dal Comune per lo smaltimento: un piccolo segno, ma significativo che ha contribuito a sostenere le famiglie del nostro paese. Non ci fermeremo qui, il nostro nuovo obiettivo è continuare ad ottenere questo titolo anche nei prossimi anni, cercando di isolare sempre di più la piccolissima sacca di incivili che insiste pervicacemente a disinteressarsi dell’ambiente e a gettare i rifiuti senza cautele”.

 

La scorsa settimana il Parco Nazionale della Majella ha ospitato un interessante laboratorio di governance agro-alimentare corredato dalla discussione e analisi congiunte delle problematiche che investono il settore. Oltre a ciò, l’iniziativa è stata occasione per fare pensiero comune rispetto al futuro dell’agricoltura e della zootecnia del Parco stesso, ed è stata caratterizzata dalla partecipazione del CREA (Consiglio Nazionale per la Ricerca in Agricoltura e Economia Agraria) e Rete Rurale Nazionale 2014, con la collaborazione di Legambiente, della Regione Abruzzo, Assessorato  Agricoltura, Caccia e pesca, Parchi e riserve naturali, delle DMC e i GAL del territorio della Majella, CIA Abruzzo, Coldiretti Abruzzo e, in via sperimentale e preliminare, insieme ad alcuni rappresentanti degli agricoltori custodi aderenti al Progetto Coltiviamo la Biodiversità e degli allevatori aderenti al Progetto Qualità per la zootecnia.

“Tra i parchi nazionali italiani – spiega il Direttore del Parco Luciano Di Martino – è certamente uno di quelli che si sono maggiormente dedicati, soprattutto negli ultimi anni, alla valorizzazione delle attività agricole e zootecniche tradizionali e sostenibili. Dal progetto “Coltiviamo la Diversità” al “Progetto Qualità per la zootecnia”, dalle misure di prevenzione dei danni da predatori al programma di restituzione della pecora predata dal lupo, queste iniziative hanno consolidato una rete di collaborazione fattiva tra ente e imprenditori agricoli del Parco. Per questo è stato scelto quale sede di un laboratorio di questo tipo che ha visto interlocutori territoriali e istituzionali, tutti ben consapevoli delle grandi difficoltà che incontra il settore, soprattutto nelle cosiddette “aree marginali”.   

“In realtà, nel futuro della programmazione agricola, queste aree marginali non lo saranno affatto – continua Di Martino – Anzi, le aziende agro-zootecniche nelle aree protette saranno le uniche ad essere candidate a sviluppare nuovi modelli di qualità delle produzioni e di sostenibilità ambientale e, se possibile, ad essere anche sostenute economicamente per fare questo. Certo sono poche le aziende agricole rimaste, i costi di produzione, l’enorme peso della burocrazia (anche quella degli stessi parchi), la scarsa competitività con le grandi aziende intensive, il mancato riconoscimento della diversità e del valore del prodotto di qualità, i danni da fauna selvatica, troppo spesso hanno determinato l’indebolimento di molte aziende, ormai chiuse o in procinto di chiudere. Ma quelle rimaste, e soprattutto quelle dei giovani che stanno di nuovo credendo ad una possibilità di lavoro dignitoso, per quanto faticoso, ma ricco di soddisfazioni ed opportunità, hanno piena consapevolezza del significato e del valore aggiunto che comporta il fare agricoltura e allevamento nel Parco. Gli agricoltori si sentono custodi di un territorio, rappresentanti di un modo di coltivare ed allevare con requisiti di qualità altrove introvabili e, soprattutto, sono ora ben consapevoli che la prossima programmazione comunitaria (2021-2027) potrebbe essere dalla loro parte, se le istituzioni sono disposte ad ascoltare, comprendere, analizzare e riscrivere in modo partecipato quello che serve”.

 

“Il Parco Nazionale della Majella – conclude il Direttore – in questo potrà essere interlocutore privilegiato e facilitatore istituzionale, nella piena consapevolezza che, in questo caso, la valorizzazione delle capacità produttive delle aziende del parco possa coincidere pienamente con quelle modalità di gestione delle coltivazioni e degli allevamenti che garantiscono la tutela della biodiversità e, dunque, anche il pieno raggiungimento delle finalità istitutive dell’Ente Parco”. 

by Redazione
goletta verde

La foce del fiume Alento, quella del Feltrino e quella del canale in località ‘la foce’ a Rocca San Giovanni: sono questi i dati negativi registrati da Goletta Verde di Legambiente.

Dal dossier ‘Mare monstrum’ dell’associazione ambientalista, emerge che in Abruzzo si registrano 5,5 reati ogni chilometro.

“Una situazione – spiega Legambiente – in linea con la realtà dello scorso anno e che conferma specifiche criticità in uno scenario complessivo di miglioramento”.

A influire sui valori rilevati probabilmente problemi legati a una cattiva o assente depurazione. Gli altri cinque punti monitorati sono risultati con valori dentro i limiti di legge.

Il monitoraggio di Legambiente (prelievi eseguiti tra 18 e 19 giugno scorsi) prende prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento: foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta all’insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare.

I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli); vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo

by Redazione