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Tag Archives: emergenza coronavirus

La Lima & La Raspa

E la festa è finita: una canzone che racconta in modo ironico la preoccupante situazione in cui versa il mondo dello spettacolo: migliaia di artisti ed addetti ai lavori costretti ad un riposo forzato ormai da diversi mesi.

Un mondo senza attori, cantanti, cabarettisti, musicisti è semplicemente inconcepibile: questi dispensatori di felicità e cultura (e tutti coloro che li aiutano a svolgere al meglio il loro lavoro) sono indispensabili per portare un po’ di gioia una vita spesso piena di lacrime e preoccupazioni.

La Lima & la Raspa, con ironia ed anche un pizzico di rabbia, ci raccontano che, purtroppo, sembra che la festa sia finita… ma non è assolutamente una canzone triste che spinge alla rassegnazione: si tornerà a sorridere, a cantare, a suonare ed a recitare perché la speranza è l’unica cosa che ci mantiene vivi!

Si ringrazia per la realizzazione di questo progetto nato sotto la produzione Power Eventi, il fonico Alessandro Bernabei per l’arrangiamento musicale, la band “The ComeBack” per aver suonato live, Pixel Cake per il supporto video e strumentale e la sala di registrazione Your Sound.

Rotary Club Pescara Ovest D’Annunzio

“La sfida che oggi ci troviamo ad affrontare è quella di garantire la massima assistenza ai pazienti colpiti dal Sars-Covid-19, che oggi conta 11mila malati in Abruzzo, 10.500 in isolamento domiciliare, 500 ricoverati in ospedale, e, al tempo stesso, assicurare la consueta operatività dei nostri ospedali, senza trascurare alcuna patologia, a partire da quelle oncologiche perché il cancro, con i suoi nuovi mille malati al giorno solo in Italia, non si ferma in attesa che la pandemia termini il suo ciclo. E non possiamo permetterci di ritrovarci con una pandemia nella pandemia”.

Lo ha detto l’assessore regionale alla Sanità Nicoletta Verì che ha aperto la tavola rotonda online su La Pandemia nella Pandemia organizzato dal Rotary Club Pescara Ovest ‘G. d’Annunzio’ di Pescara.

Presenti il Presidente del Rotary Club Luciana Vecchi , la pneumologa dell’Ospedale civile di Pescara Antonella Spacone, il dottor Dimitri Luisi, Primario del reparto di Oncologia dell’Ospedale civile di Pescara e componente della Task Force nazionale della Lilt – Lega Italiana Lotta contro i Tumori; il dottor Marino Nardi, responsabile dell’Unità Operativa Semplice di Chirurgia Mammaria dell’Ospedale civile di Pescara, e il professor Marco Lombardo, Coordinatore regionale della Lilt.

“Scopo dell’incontro – ha sottolineato il presidente Vecchi – è quello di approfondire il problema della pandemia da coronavirus, alla luce degli sviluppi della seconda ondata dell’emergenza sanitaria, ma anche capire i riflessi più immediati che la stessa pandemia sta determinando sul sistema sanitario generale, a partire dal rallentamento degli screening per la prevenzione oncologica, rischiando di generare una ‘pandemia’ all’interno dell’emergenza coronavirus, un tema, peraltro, oggetto di un acceso dibattito proprio negli ultimi giorni”.

“Il nostro sistema sanitario regionale deve affrontare una mole di lavoro immensa – ha spiegato l’assessore Verì – e lo sta facendo intensificando sia la rete ospedaliera che territoriale. Purtroppo in Abruzzo abbiamo toccato l’indice di contagio RT 1,5; 1 paziente su 4 è giovane in età scolare, solo per capire l’estensione capillare del virus. Per fronteggiare l’epidemia abbiamo assunto 863 unità operative in più tra medici e infermieri e parliamo di medici, anestesisti, infettivologi. Ma soprattutto, nonostante il grande sforzo straordinario al quale il Covid ci sta sottoponendo, continuiamo a portare avanti anche le attività programmate perché si continua a morire anche di altre patologie”.

“Nel Covid Hospital i tre piani di degenza sono tutti pieni – ha detto la pneumologa Spacone -, abbiamo circa 90 pazienti ricoverati che hanno bisogno di ventilazione meccanica intensiva o non intensiva, ovvero ossigenoterapia. Il Pronto soccorso è pieno tutte le notti, è una battaglia davvero dura e nell’ultima settimana abbiamo stilato un documento aziendale, tra i primi in Italia, in cui abbiamo redatto un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale per omogeneizzare i comportamenti e garantire un approccio integrato e multidisciplinare che coinvolge le Usca, che devono effettuare il monitoraggio dei pazienti paucisintomatici che possono essere seguiti sul territorio. Poi nel Covid Hospital abbiamo allestito uno spazio per l’Osservazione breve per uno screening del paziente che dev’essere ricoverato o rimandato a casa; al primo piano abbiamo i pazienti che necessitano di un supporto semintensivo con l’ossigenazione ad alti flussi, un piano intermedio a bassa intensità e all’ultimo piano la terapia intensiva. Attualmente abbiamo in atto ogni tipo di terapia, il Tocillizumab, la terapia stiroidea per bloccare la cascata infiammatoria che il virus instaura, la terapia antivirale con l’Aldesivir, trattamenti che mirano a ridurre il rischio di intubazione, poi l’antibiotico con Azitromicina per  pazienti domiciliari. Nel Covid Hospital abbiamo anche allestito una struttura di day hospital anche per il follow up dei pazienti post-Covid che comunque lascia delle sequele polmonari importanti”.

Poi le problematiche oncologiche: “Lavoriamo ogni giorno per assistere il paziente oncologico – ha detto il primario Luisi – che è sofferente perché è fragile, noi cerchiamo di far sentire meno il peso della situazione, ma la paura è palpabile, tanti saltano le terapie, cercano di evitare i trattamenti, c’è un ritardo nella diagnostica, c’è un rallentamento della sala operatoria, ci sono i pazienti in follow up che saltano i controlli e questo si traduce in un ritardo di diagnosi delle recidive o nelle seconde neoplasie”.

“La prima conseguenza della pandemia – ha aggiunto il dottor Nardi – sono le diminuzioni delle diagnosi perché tanti pazienti hanno rinviato le visite per paura di recarsi in ospedale o nei centri diagnostici e tale problematica determinerà un aumento della mortalità dell’1 per cento, ovvero negli Stati Uniti, moriranno in un anno per carcinoma alla mammella o al colon-retto, che sono un sesto delle neoplasie, circa 50-60mila persone. E la pandemia ha bloccato anche il mondo della ricerca scientifica, orientata sul Coronavirus; si sono rallentati gli interventi chirurgici, il lockdown ha ritardato almeno 600mila interventi di cui 50mila per neoplasie e tutto questo aumenterà la mortalità. In Italia abbiamo ben mille nuove diagnosi oncologiche al giorno e ogni giorno muoiono 500 persone, oltre ai 700 decessi al giorno per patologie cardiovascolari, si calcola che in un anno, a causa del Covid, avremo 10mila casi in meno di diagnosi di cancro allo stadio iniziale, che significa meno probabilità di salvezza. Ora gli screening sono ripresi, ma a macchia di leopardo. In Abruzzo la neoplasia alla mammella incide per mille nuovi casi l’anno e con il Covid perderemo sicuramente 200 diagnosi. Consideriamo che a Pescara con la prima ondata pandemica l’ospedale civile è stato completamente ridisegnato in funzione del Covid con tre reparti di rianimazione e il blocco delle attività chirurgiche elettive, noi siamo riusciti a preservare il trattamento chirurgico per i pazienti con neoplasie e le urgenze, ma comunque rispetto allo stesso trimestre marzo-maggio 2019, la riduzione delle attività chirurgiche per neoplasie è stato pari al 25%. Nella seconda ondata siamo più pronti, c’è il Covid Hospital che ci ha salvati, ma dobbiamo potenziare l’attività diagnostica”.

“Ci sono 34 studi internazionali – ha proseguito il professor Lombardo – che dimostrano che la ridotta prevenzione dei tumori determina un aumento del rischio di neoplasie che supera l’8%, oggi in Italia si ammalano di tumore mille persone al giorno e la metà muore, sappiamo che più la diagnosi è precoce più si guarisce, purtroppo abbiamo concentrato le forze sul virus, ma non ci siamo posti il problema di fare una strategia nazionale e regionale per la prevenzione e oggi rischiamo una pandemia dei pazienti oncologici che non possiamo curare bene perché non li abbiamo presi nella fase iniziale, C’è bisogno della prevenzione secondaria, ovvero degli screening, ma anche della prevenzione primaria, continuando a insistere sui sani stili di vita, e poi la terziaria, garantendo supporto a chi si è già ammalato. Oggi le Lilt di tutta Italia sono pronte a fornire il proprio supporto con i propri ambulatori per svolgere l’attività di prevenzione che è meglio fare all’esterno degli ospedali, siamo pronti anche a Pescara a stilare dei protocolli specifici portando il nostro know how. Consideriamo che con la campagna del Nastro Rosa garantiremo complessivamente oltre 300 visite, 100 già sono state fatte e ora effettueremo le ecografie. A fine novembre partirà il Percorso Azzurro per le neoplasie urologiche”.

 

Covid

Tamponi molecolari e test sierologici a prezzi calmierati per consentire alle aziende di monitorare la situazione all’interno delle attività, di identificare precocemente eventuali soggetti positivi e di stroncare sul nascere possibili focolai.

Sono gli obiettivi della campagna lanciata da Confartigianato Imprese Chieti L’Aquila che ha sottoscritto un’apposita convenzione con l’università “G. d’Annunzio” di Chieti per l’esecuzione degli esami.

Diverse le opzioni previste: dall’analisi dei campioni inviati al Cast (Center for advanced studies and technology) dell’ateneo, all’esecuzione del tampone nella stessa struttura e fino all’esecuzione dei test direttamente in azienda.

E’ inoltre possibile eseguire i test sierologici. Si ricorda che il test molecolare è lo strumento ufficiale per la rilevazione del virus Sars-CoV-2.

“In questo momento estremamente difficile abbiamo lanciato questa campagna per rispondere alle esigenze delle imprese in termini di prevenzione e sicurezza – affermano il presidente ed il direttore generale di Confartigianato Chieti L’Aquila, Francesco Angelozzi e Daniele Giangiulli – Nella guerra al virus, prevenzione e diagnostica sono le armi principali a disposizione per contrastare la diffusione del Covid-19. In questo modo le imprese non dovranno preoccuparsi di individuare un laboratorio idoneo, cosa non semplice in questa fase, e potranno contare sulla qualità e sulla professionalità del Cast dell’Università di Chieti”.

Cna Abruzzo

L’emergenza Covid-19 non modifica l’andamento del credito concesso alle imprese, tranne che per le piccole, ma l’Abruzzo continua a guardare dal basso in alto il resto del paese.

Tutto ciò, mentre gli abruzzesi continuano a gonfiare conti correnti e libretti di risparmio.

Le tre tendenze emergono dallo studio realizzato da Aldo Ronci per la Cna Abruzzo, che passa sotto la lente d’ingrandimento i dati elaborati da Bankitalia sui finanziamenti concessi dagli istituti di credito nel secondo trimestre dell’anno: ovvero tra quei mesi di aprile e giugno segnati dai colpi durissimi inferti all’economia italiana dall’esplosione della pandemia, prima, e dalla chiusura generalizzata delle attività che ne è seguita.

“Degli 11 miliardi e 71 milioni di euro di prestiti concessi alle imprese in quel periodo – illustra così il curatore dell’indagine – 605 sono stati erogati con le garanzie dello Stato, ovvero il 5% del totale. Percentuale che però sale al 12% del totale delle erogazioni se si guarda al credito concesso al mondo delle piccole imprese, pari a 2 miliardi e 693 milioni”.

Questi numeri, è il caso di dirlo, fotografano però solo un pezzo della verità.

Perché – è lo stesso studio a dirlo – a prefigurare “un caso Abruzzo” sono soprattutto le differenze di valori percentuali con il resto d’Italia, sia al lordo che al netto dei finanziamenti erogati per l’emergenza Covid-19.

In dettaglio, nel primo caso, le cifre dicono che si è verificata una diminuzione di 191 milioni per il totale delle imprese (-1,7% Abruzzo contro +3,7% Italia), ma scomponendo il dato si scopre che per le piccole il rapporto si ribalta: 126 milioni in più (+4,9% contro +2,6% Italia).

Il Covid-19, dunque, non ha modificato almeno fino a giugno la sostanza nell’andamento del credito in Abruzzo, se non per le piccole imprese.

Infatti, l’iniezione di liquidità assicurata dai fondi garantiti dallo Stato ha compensato solo in parte la diminuzione di credito alla imprese: che è stata solo di 191 milioni in meno, grazie ai citati 605 erogati con le misure dello Stato.

Altrimenti la diminuzione di credito al mondo produttivo, nella sua interezza, sarebbe stata di ben 794 milioni.

E pur in presenza del dato positivo per le piccole imprese garantito dalle misure Covid, il divario con l’andamento nazionale mostra le strutturali debolezze abruzzesi, perché il rapporto tra prestito medio nella nostra regionale e nazionale dice che siamo fermi al 60%: 82.764 euro contro 139.064.

E a proposito di finanziamenti concessi attraverso il Fondo Centrale di Garanzia, è notizia di queste ore (dati aggiornati al 30 ottobre, ndr) che l’Abruzzo ha superato “quota 30mila”: per l’esattezza 30.269 operazioni approvate, di cui 25.825 (l’85%) per le pratiche fino a 30mila euro.

In testa ai finanziamenti la provincia di Chieti (8.345), seguita da Teramo (7.763), Pescara (7.577) e L’Aquila (6.584).

Presto, tuttavia, per poter dire quanto abbiano inciso queste cifre sul totale delle somme erogate nel complesso dal sistema bancario nello stesso periodo, e soprattutto se il divario con i mesi precedenti sia stato colmato.

Come detto, però, le settimane più critiche della pandemia hanno coinciso anche con nuovi record sul fronte del risparmio bancario e postale: tra aprile e giugno sono affluiti infatti su conti correnti bancari e libretti postali delle famiglie abruzzesi qualcosa come 28 miliardi e 379 milioni di euro, ovvero un miliardo e 468 milioni in più dello stesso periodo del 2019: con un incremento del 5,46%, superiore alla media nazionale attestata al 4,8%. Insomma, si risparmia senza spendere.

 

by Redazione
Cna Cinema Abruzzo

La chiusura delle sale cinematografiche è una misura ingiustificata, soprattutto alla luce di cifre indiscutibili che descrivono questo settore come uno dei più virtuosi in fatto di misure di sicurezza. Ed è per questo che ne chiediamo la riapertura immediata.

Dà voce alla rabbia e allo stupore dei tanti operatori della nostra regione, di fronte alle scelte operate dal Governo con l’ultimo Dpcm, la presidente di CNA Cinema e Audiovisivo, Anna Paolini, secondo cui “i dati in materia di sicurezza delle sale non possono essere messi in discussione: nel periodo tra il 15 giugno e il 25 ottobre scorso, hanno ospitato circa 5 milioni di spettatori, con un solo contagio certificato: questo vuol dire che le operazioni di sicurezza, che hanno comportato investimenti ingenti, hanno riguardato l’adeguamento di tutti gli standard previsti, dagli spazi al tracciamento dei posti, dalla sanificazione al distanziamento, dal ricambio dell’aria al controllo della temperatura e all’uso della mascherina obbligatoria. E stiamo parlando di un paese, l’Italia, in cui esistono ben 2mila cinema con 4mila schermi. Se sarà necessario, pur di non chiudere, gli operatori sono disposti ad assumere comportamenti ancor più rigorosi e stringenti”.

Dunque, sottolinea ancora Paolini, “alla chiusura delle sale corrisponderà l’apertura ufficiale – come detto giustamente dalla nostra struttura nazionale – di una crisi endemica del cinema, una filiera produttiva che investe contenuti, produttori, distributori, senza dimenticare industrie tecniche, fornitori, autori, maestranze, attività legate alla promozione e al marketing. Qualcosa come oltre 12mila operatori a livello nazionale, il 2% del totale delle imprese attive; numeri, già di per sé rilevanti, cui andrebbero aggiunti quanti forniscono alla filiera del cinema e dell’audiovisivo materiale di scena, abiti, falegnami, impiantisti, società di pubblicità e marketing, truccatori, acconciatori”.

Come detto, sul tema è intervenuta Cna Cinema e Audiovisivo nazionale al Governo, oltre all’immediata riapertura delle sale, ha chiesto anche tutela per le piccole e medie imprese del settore, con “l’immediata deroga al decreto Bonisoli per l’obbligo di uscita per le produzioni indipendenti, l’attuazione immediata degli obblighi di investimento e programmazione sia dei broadcaster che delle cosiddette OTT(Over the top, ovvero imprese che forniscono servizi via internet, ndr), con conseguente decreto applicativo che doveva essere emanato a gennaio 2020″.

 

by Redazione
cna

Le misure restrittive contenute nel nuovo Dpcm su congressi ed eventi fieristici, strutture termali e centri benessere, parchi tematici e divertimento, professioni della montagna e guide turistiche, ristorazione e attività ricettive, noleggio veicoli e altre attrezzature e attività all’aperto, comporteranno la chiusura definitiva di tantissime attività turistiche, impossibilitate non solo a sopravvivere ma anche a restituire le esposizioni economiche contratte nel periodo del precedente lockdown.

E’ il grido d’allarme lanciato dal presidente regionale di Cna Turismo, Claudio Di Dionisio (nella foto), che  mette in guardia sullo stato di salute di un comparto che la crisi provocata dalla pandemia aveva già unanimemente indicato come uno dei più in sofferenza del sistema produttivo  nazionale:

E se ci fossero ulteriori restrizioni, in caso di aumento della curva infettiva, per molti sarà impossibile continuare a lavorare.

Più in generale, ad accrescere  le preoccupazioni degli operatori, ci si mette anche il fattore “tempo”:

In questo specifico periodo dell’anno, in cui si sta programmando la stagione invernale, con le più grandi vetrine turistiche in corso di svolgimento e le conseguenti trattative in corso  si interviene senza logica, prospettando ulteriori e gravi restrizioni fino alla chiusura di diverse attività, sconsigliando gli spostamenti considerati non necessari.

Ma così si finisce per far aumentare solo la paura di viaggiare da parte dei consumatori, rendendo impossibile una qualsiasi programmazione, che già si traduce in blocco delle prenotazioni.

Ancora, Di Dionisio critica le misure adottate dal Governo:

Seppur d’accordo nel valutare ogni forma di prevenzione necessaria a contenere l’epidemia, non riusciamo a comprendere come si intervenga senza criterio anche contro quelle attività che hanno dimostrato senso civico e responsabilità nell’attuare tutti i protocolli richiesti dai precedenti decreti.

Ma così si manda un segnale forte di impotenza verso chi, invece, ha deliberatamente ignorato ogni appello alle precauzioni, concedendo la libertà di fare qualsiasi cosa perché impossibili da intercettare, verificare e punire

Dunque, a detta di Cna Turismo Abruzzo, si chiede al Governo ed alle istituzioni locali “di valutare bene ogni iniziativa, avvalendosi di associazioni e professionisti dei settori interessati, non intervenendo per tentativi, ma organizzando in maniera organica le azioni da mettere in campo per evitare di colpire al cuore settori produttivi di primaria importanza come il turismo”.

by Redazione
La movida a Pescara

Iniziative finalizzate a sensibilizzare e per far sì che gli utenti adottino comportamenti responsabili, eventi promossi in collaborazione dai locali dei due distretti cittadini per il rilancio del settore nel rispetto delle misure di sicurezza, creazione di pagine social per promuovere le attività e dimostrare la qualità di un lavoro che si svolge rispettando regole e leggi.

Sono alcune delle strategie per il rilancio dei distretti food and beverage di piazza Muzii e Pescara Vecchia.

Iniziative che hanno un duplice obiettivo: garantire la sopravvivenza del comparto, messo in ginocchio dall’emergenza coronavirus, e rafforzare l’immagine degli operatori, spesso danneggiata, soprattutto nel caso del centro, da pochi residenti che si lamentano.

Dei temi in questione si è discusso ieri pomeriggio nel corso di un incontro promosso da Confartigianato Pescara e dall’associazione Pescara Viva.

All’appuntamento, nella sede di Confartigianato, hanno partecipato i gestori delle attività dei distretti di piazza Muzii e di Pescara Vecchia.

L’iniziativa è stata l’occasione per discutere delle restrizioni imposte dal Dpcm di Conte e per studiare iniziative per il rilancio e la tenuta economica in questo momento di difficoltà.

“Di fronte ad un provvedimento di tipo nazionale – affermano il direttore di Confartigianato Pescara, Fabrizio Vianale, e il presidente di Pescara Viva, Mario Palladinetti – gli operatori possono solo adeguarsi e cercare di lavorare al meglio nel rispetto delle misure. In tal senso, li abbiamo esortati, nonostante già lo facessero, ad attenersi alla lettera a quanto prescritto dal Dpcm. Deve essere chiaro a tutti che solo rispettando le regole e contrastando oggi la diffusione del virus si potranno evitare domani restrizioni ancora più rigide. Una cosa è certa: in caso di provvedimenti ancora più restrittivi non possono non essere previsti degli indennizzi immediati, altrimenti vorrebbe dire condannare a morte un intero comparto. Al rispetto delle misure di prevenzione, si possono affiancare strategie commerciali che, in assoluta sicurezza, consentano di lavorare nel migliore dei modi negli orari di apertura, così da sopravvivere in questo momento durissimo”.

Nel corso dell’incontro si è parlato anche del problema dei residenti, che riguarda principalmente la zona di piazza Muzii. “Al momento – dicono Vianale e Palladinetti – la priorità è resistere e lavorare serenamente. Gli operatori, però, sono stanchi di subire, anche in questa fase drammatica, continui attacchi da parte di uno o pochi residenti infastiditi dal rumore antropico. E’ spiacevole constatare un tale accanimento, come se nulla fosse accaduto negli ultimi mesi, come se non ci fossero lavoratori e famiglie in ginocchio. L’impressione è che si voglia far passare gli esercenti come coloro che operano continuamente nell’illegalità, ma così non è. Tanti sono stati i controlli delle forze dell’ordine e non ci risulta che ci siano state sanzioni. Gli operatori hanno quindi stabilito che procederanno a tutelarsi nelle sedi opportune in ogni occasione in cui la loro immagine e quella del distretto venga danneggiata”.

by Redazione
Assistenti Bagnanti
La Federazione italiana nuoto organizza un’esercitazione di salvataggio Assistenti Bagnanti FIN in base al protocollo Covid-19  domenica 9 agosto  alle ore 10,45 al Lido delle Rose (piazza Adriatico Francavilla).
Nella nota della FIN si legge:
Verranno eseguite tre differenti simulazioni di intervento di soccorso con l’utilizzo di vari mezzi di soccorso e dotazioni di soccorso: pattino di salvataggio, tavola SUP, salvagente anulare, torpedo e Baywatch
Dopo il recupero dall’acqua, gli assistenti bagnanti simuleranno da un cellulare in viva voce la chiamata al 118; nel frattempo che arrivi l’ambulanza, gli assistenti effettueranno le manovre di rianimazione, la RCP e useranno un defibrillatore da studio su manichino.
Il tutto seguendo le linee guida di intervento in base al protocollo Covid19 atte a garantire la sicurezza del soccorritore da contagio Covid19.
by Redazione
Codiv 19

Uscirà in questa settimana il libro Il sorriso ai tempi del Covid-19 – Volti e pensieri di donne e uomini nell’Abruzzo dell’emergenza Coronavirus del giornalista e scrittore Luca Maggitti e dei fotografi Domenico (detto Mimmo) e Andrea Cusano, conosciuti con il marchio di Cusano Photo.

Il volume sarà presentato per la prima volta in pubblico sabato 25 luglio alle ore 21, al Belvedere Sandro Petrini di Castellalto, nell’ambito della tavola rotonda Prospettive e visioni del Covid-19 in Abruzzo all’interno dell’Abruzzo Book Festival.

Il 2020 sarà lo spartiacque per un nuovo “a.C./d.C.”, inteso come “avanti Covid-19 / dopo Covid-19?

Torneremo a usare parole e modi di dire come “mozzafiato” e “ti toglie il respiro” per descrivere emozioni positive? Torneremo a poterci abbracciare o vivremo per qualche anno distanziati?

E, soprattutto, avete notato come si vede meglio il sorriso della gente adesso, che è coperto dalla maschera e quindi obbligato a risalire faticosamente la china, affacciandosi dagli occhi?

Partendo da questi interrogativi, gli autori hanno realizzato un volume che contiene 140 ritratti di donne e uomini che hanno vissuto in Abruzzo (con due eccezioni) l’emergenza dovuta al Covid-19 e le loro riflessioni sul periodo della pandemia e del conseguente lockdown.

Tutte le persone fotografate hanno una cosa in comune: la mascherina di protezione che ne cela il sorriso, delegando questa funzione agli occhi.

Il libro è impreziosito dalle riflessioni dei giornalisti e scrittori Paolo Di Vincenzo, Sandro Galantini e Simone Gambacorta, che hanno approfondito il periodo della pandemia occupandosi rispettivamente di mass media, storia e cultura.

Un volume che, come dal titolo della prefazione, vuole essere “allegoria di una pandemia”, testimoniando un tempo complesso attraverso scatti spesso rubati a dottori che hanno cose più importanti da fare o commercianti alle prese con attività da far ripartire. Immagini a volte imperfette, ma che per questo certificano la bontà di una iniziativa che non prevedeva set né luci di ambientazione, ma documentazione sulla strada reperita galoppando ventre a terra.

I soggetti fotografati sono stati individuati da Mimmo Cusano e suo figlio Andrea, girando una parte di territorio abruzzese (Roseto degli Abruzzi, Giulianova, Pineto, Atri, Notaresco, Teramo, Pescara).

Fra loro ci sono dottori e infermieri degli ospedali di Atri, Pescara e Teramo.

I fotografi hanno sempre chiesto volontaria adesione che non è mai stata rifiutata e così alla fine – fra i 140 ritratti – si contano anche un deputato, un rettore, un presidente di provincia, 5 sindaci, una star internazionale come il cantante Gianluca Ginoble e sportivi di chiara fama come il cestista Davide Moretti, fresco di firma con l’Olimpia Milano e il campione del mondo di bocce Gianluca Formicone.

E poi, soprattutto, la gente che ha lottato in prima linea come i medici e gli infermieri, chi non si è fermato come corrieri, edicolanti, tabaccai, addetti ai supermercati, produttori di cibo da asporto, commercianti e chi si è inventato altri modi di commerciare o ha dovuto aspettare la fine della pandemia per ricominciare come chef, parrucchieri ma anche docenti di musica, artisti e baristi.

Insomma: un libro che vuole essere un futuro affresco che racconta un periodo eccezionalmente duro dell’esistenza umana, in grado di bloccare il mondo intero.

Il volume, dedicato “alle vittime del Covid-19 e a chi lotta ogni giorno per curare i malati e sconfiggere il virus”, ha anche una finalità benefica. Infatti, gli autori hanno deciso di supportare con una parte del ricavato il “Banco di Solidarietà Santina Ruggieri” di Roseto degli Abruzzi.

Il libro sarà in vendita dai prossimi giorni alla libreria “La Cura” di via Latini a Roseto degli Abruzzi, ma può essere acquistato anche contattando Luca Maggitti, all’indirizzo luca@roseto.com o tramite social media.

 

by Redazione
Kiwanis
Il Kiwanis Clus Chieti Pescara G. D’annunzio dona mascherine a piccoli pazienti diabetici dell’ospedale SS. Annunziata di Chieti.
“La sensibilità di donare mascherine ai pazienti pediatrici diabetici corrisponde alla sensibilità di comprendere la loro patologia e la valenza del concetto di patologia cronica ovvero una patologia che li accompagna tutti i giorni” spiega Stefano Tumini, Responsabile UOSD diabetologia pediatrica e prevenzione delle patologie cardio-metaboliche ASL 2 Abruzzo.
Mascherine prodotte dallo stilista teatino Simone Racioppo e dai soci del Kiwanis Club Chieti Pescara D’Annunzio sono state consegnate ad alcuni dei giovani pazienti dell’ Ospedale SS. Annunziata di Chieti ed a Gionata Di Francesco, presidente dell’associazione ABCDEF Onlus.
“Siamo un’associazione regionale, ‘Associazione bambini con diabete e famiglie’ non a caso ‘e famiglie’ – sottolinea Di Francesco – la nostra associazione è nata proprio da noi genitori di bimbi con diabete in modo del tutto spontaneo e con grande semplicità nella sala d’aspetto dell’Ospedale di Chieti, durante le nostre ricorrenti attese per le visite dei nostri figli dal diabetologo dottor Tumini . E’ proprio lì, nella sala d’aspetto, che ci siamo conosciuti e ci siamo trovati a parlare del desiderio comune di condividere pensieri e problematiche riguardanti le patologie dei nostri figli e della volontà di fare qualcosa per loro, i nostri ragazzi”.
Il Covid in generale ed il lockdown in particolare sono stati e continuano a far sentire ripercussioni sui bambini diabetici.
“In Abruzzo ci sono 570-600 bambini con diabete di tipo I e si tratta di numeri che hanno un impatto sociale. In tempo di Covid – spiega Tumini – soprattutto nei primissimi tempi la telemedicina è stata uno strumento di fondamentale importanza per impedire l’interruzione della continuità assistenziale e ci ha permesso di sopperire in modo molto efficace alla presenza fisica delle visite tradizionali. Durante il lungo lockdown la videoconferenza ha permesso un contatto visivo e vocale come prosecuzione del percorso assistenziale ma ora intendiamo tornare ad una normalità anche se controllata perché il rapporto umano resta un fattore importante perché motivazionale nelle famiglie e nei bambini. Certamente ci sono state conseguenze – continua Tumini – perché molti bambini hanno messo su peso ma come controllo metabolico effettivamente ho riscontrato numerosi casi di bambini che sono andati bene perché i ritmi regolari, anche se imposti ma pur sempre regolari, hanno consentito glicemie migliori. Consiglio di riprendere in sicurezza a fare attività fisica regolare per ritornare un po’ alla normalità nei limiti del consentito ed altresì buttar giù i chili di troppo accumulati. Intendiamo far sempre di più per i 570-600 bambini con diabete di tipo I che ad oggi calcoliamo in Abruzzo – conclude Tumini – e a livello regionale abbiamo un’elevatissima qualità dell’assistenza ma le criticità preesistenti sommate al covid ci pongono davanti ad una vera sfida per mantenere la qualità assistenziale. Abbiamo dalla nostra parte l’importante supporto dalle associazioni di pazienti e anche grazie a sensibilità esterne come il Kiwanis Club Chieti Pescara G. D’Annunzio di cui sono socio e che ci aiutano a porre attenzione sulla problematica del diabete nel bambino oggi in ottica di sinergia ci appressiamo a guardare con ottimismo al futuro”.
by Redazione