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Anche l’Associazione Modavi Cupello di Protezione Civile ha partecipato alla grande prova tenutasi a Pianella dal 26 al 29 settembre.

Nell’ambito dell’esercitazione nazionale organizzata dall’ente di volontariato Modavi Protezione Civile per promuovere ed organizzare prove per addestramento multidisciplinare della colonna nazionale sono state registrate oltre 350 presenze ed il Modavi Cupello facente parte del coordinamento Modavi Abruzzo insieme alle altre associazioni provenienti da diverse regioni d’Italia ha partecipato alle varie esercitazioni di gestione emergenze.

Castrum 2019 è stato un appuntamento fondamentale per l’addestramento dei volontari che si sono impegnati e formati partendo dall’apertura del COC del Comune di Pianella: passando per l’allestimento e gestione del campo fino ad arrivare alle varie simulazioni di calamità naturali, sono state riportate competenze oltre ad un bagaglio personale eccellente da mettere a disposizione per la comunità ed il territorio.

Durante le varie giornate ci sono state diverse visite rilevanti dal Dipartimento Nazionale, al presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio; presente anche il responsabile della sala operativa regionale l’Ing. Liberatore, l’ex sindaco di Amatrice Pirozzi e l’amministrazione comunale di Pianella oltre al presidente nazionale Modavi, Emanuele Buffolano sin dai primi giorni di preparativi che ha incoraggiato e guidato i partecipanti verso il miglioramento delle capacità di allestimento in tempi rapidi ed adeguati di fronte ad una maxi emergenza.

Si ringrazia l’associazione Modavi Pianella insieme all’amministrazione comunale, per aver messo a disposizione l’area già destinata all’accoglienza della popolazione come riportato sul piano comunale d’emergenza.

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castelli

Uno dei borghi più belli d’Italia nel Gran Sasso: Castelli in provincia di Teramo famosa per le sue ceramiche tanto da avere un suo museo.

Il museo delle ceramiche infatti espone le opere dei maestri della maiolica che hanno reso celebre il nome di Castelli nel mondo.

Il percorso dunque comprende i mattoni cinquecenteschi della primitiva Cona di San Donato, i vasi farmaceutici Orsini-Colonna, il Paliotto di Colledoro e una significativa documentazione delle varie dinastie di maiolicari: i Pompei, i Grue, i Gentili, i Cappelletti e i Fuina.

E’ aperto in estate 10-19,30 tutti i giorni, festivi compresi; in inverno feriali 10-13 (lunedì chiuso), sabato e domenica 10-13 e 15-18.

Una storia quella di Castelli che sorge in età carolingia con il fenomeno dell’incastellamento: nel borgo si raccolgono le popolazioni degli abitati vicini, che vi trovano migliore difesa e abbondanti risorse: estese vene di argilla, immensi boschi di faggio, acque limpide. Il villaggio cresce e diventa feudo dei Conti di Pagliara.

Cosa si può fare nel borgo abruzzese? Trekking. Il paese infatti è il punto di partenza per escursioni e gite turistiche nel Parco, si può salire al Monte Camicia (2750 m) e a Campo Imperatore.

Foto: Di Daderot – Opera propria, CC0

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roccamorice

C’è un paesino in Abruzzo, provincia di Pescara dove, alzando gli occhi, si è sommersi dalla maestosità della montagna: si chiama Roccamorice e si trova all’interno della Comunità montana della Maiella e del Morrone.

Un piccolo borgo, uno di quelli che fa grande l’Italia; uno di quei borghi dove tutti si conoscono, dove la vita sembra ferma a prima dell’arrivo dei cellulari, a quando era a il sole a indicare l’ora.

Da Roccamorice, guardando ai monti c’è un particolare tipico degli ambienti montani abruzzesi: l’eremo di San Bartolomeo in Legio (nella foto).

L’eremo è anteriore all’XI secolo e venne restaurato da Pietro dal Morrone, futuro papa Celestino V, intorno al 1250.

Qui vi si stabilì intorno al 1274 per almeno due anni, al ritorno del suo viaggio a Lione fatto per ottenere dal papa Gregorio X il riconoscimento della sua Congregazione dei celestini.

L’eremo è costituito da una cappella e da due vani scavati nella roccia destinati agli eremiti.

L’accesso può avvenire tramite quattro differenti scale, scavate sempre nella roccia. Quella a nord è composta da 30 gradini mentre quella a sud è più lunga e irregolare.

L’interno della chiesa invece è rettangolare, con una lunghezza di 7,70 m e una larghezza minima di 3 m e massima di 4 m.

L’illuminazione è assicurata da una porta-finestra, mentre una seconda finestra è stata trasformata in una nicchia semicircolare.

La nicchia dell’altare ospita una statua lignea di San Bartolomeo raffigurato con un coltello, poiché subì il martirio dello scorticamento.

La statua del Santo a sua volta, viene portata in processione dai fedeli il 25 agosto dopo essere scesi al torrente Capo la Vena per bagnarsi secondo un rituale molto antico, per poi portare l’effigie del santo nella chiesa del paese, dove rimane fino al 9 settembre.

Foto: Di Fernando Blasioli – Opera propria, CC BY-SA 4.0

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santo stefano di sessanio

Un borgo, tra i più belli d’Italia nel cuore delle nostre montagne: Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila) all’interno del Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

Una fortezza per una delle famiglie più importanti d’Italia: i de’ Medici dal 1579. Queste terre apparterranno ai Medici fino al 1743.

Un periodo nel quale Santo Stefano raggiunge il massimo splendore come base operativa della Signoria di Firenze per il fiorente commercio della lana “carfagna”, qui prodotta e poi lavorata in Toscana e venduta in tutta Europa.

Punto di forza e cuore pulsante del borgo è la Torre Medicea; torre di avvistamento documentata nel XIV secolo e posta in cima al borgo.

Si presume che esistesse già prima dell’arrivo della famiglia di Alessandro de’ Medici, feudatario che nel 1579 acquistò da Costanza Piccolomini i feudi di Santo Stefano, Calascio e Castelvecchio, che erano compresi sin dal XII secolo nella Baronia di Carapelle.

La torre, prima del crollo, era alta 18 metri, a pianta cilindrica, in pietra concia locale, con delle caditoie e delle finestre per le balestre.

L’intervento dei Medici permise di migliorare il passaggio di ronda con scala a chiocciola, e la sommità, con le caditoie, i beccatelli e la merlatura a ghibellina.

Dopo il crollo causato dal terremoto del 2009, la torre attende di tornare al suo antico splendore sperando che la ricostruzione non vada ancora per le lunghe.

Foto: Di trolvag, CC BY-SA 3.0

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treglio

L’estate sta finendo ma la voglia di trascorrere una domenica fuori porta c’è sempre; l’Abruzzo infatti regala scorci di natura e luoghi per ogni momento.

Come Treglio per esempio, in provincia di Chieti, a pochi chilometri da San Vito (una delle mete turistiche preferite per il suo mare pulito).

Il nome del paese deriva dal personale latino Trellus che risale al XII e XIII secolo. Come molti paesi del circondario fu feudo dell’Abbazia di San Giovanni in Venere.

La parte più antica della città è costituita dal centro cittadino posta sul colle centrale mentre le sue contrade Sacchetti e Paglieroni nate nell’Ottocento e sviluppatesi agli inizi del Novecento sono situate su altri due colli.

Cosa visitare a Treglio? Sicuramente non può mancare un giro all’ex palazzo vescovile in piazza San Giorgio. La facciata ha pianta rettangolare, è suddivisa su due livelli ha una copertura del tetto a quattro falde. Al centro della facciata si erge una torre. Al pian terreno vi sono delle attività commerciali, mentre, al primo piano vi sono degli appartamenti privati.

C’è poi la chiesa di San Rocco su via Roma. L’edificio, di dubbia attribuzione storica pare essere dell’Ottocento. La chiesa inoltre è adibita al culto solo in occasioni speciali, ad esempio la festa di San Rocco, per cui viene portata in processione la statua lignea posta dentro la navata.

Tra gli eventi, da segnalare Borgo Rurale, che si tiene ogni anno a novembre, la Festa del Vino Novello Castagne e Olio Nuovo il cui obiettivo è quello di far conoscere il mondo dei contadini e degli agricoltori a quello turistico, consentendo alle aziende agricole ed artigianali di offrire ai turisti le prelibatezze tipiche della Frentania e di far conoscere questa parte dell’Abruzzo.

Foto: Di Giorgio Pietrocola – Opera propria, CC BY-SA 4.0

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gole del salinello

Una Riserva naturale a tutela dell’habitat delle gole create dal fiume Salinello: sono le Gole del Salinello nella provincia di Teramo all’interno Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.

La riserva è stata istituita con la legge regionale n. 84/1990; le gole possono essere definite un enorme canyon scavato dall’acqua del fiume omonimo tra i Monti Gemelli, il Foltrone (1720 m) e il Girella (1814 m).

Area verde dunque dove la Natura la fa da padrona con i mammiferi che vivono all’interno del Parco; camminando per i sentieri infatti è frequente incontrare tracce del passaggio di lupi, cinghiali, volpi e tassi.

Le pareti delle gole offrono l’habitat naturale per la nidificazione di numerose specie di volatili, tra cui l’aquila e corvo reale. Nelle acque del fiume vive la trota iridea.

Una Riserva, quelle delle Gole del Salinello, che al suo interno hanno anche due importante zone attrattive:

Grotta Sant’Angelo o di San Michele Arcangelo

La grotta più nota ed estesa è profonda 30 m e larga 10 m, in alcuni punti raggiunge un’altezza di 30 m. Utilizzata fin dal Paleolitico, è stata oggetto di scavi archeologici che hanno portato alla luce reperti databili fino al 6000 a.C.

Eremo di Santa Maria Scalena ed Eremo di San Francesco alle Scalelle

Di difficile accesso quello di Santa Maria Scalena, sono più facili da raggiungere i resti dell’Eremo di San Francesco alle Scalelle.

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rifugi d'Abruzzo

Pensare di trascorrere qualche giorno ad alta quota mentre a valle l’afa avanza: non è una cattiva idea se si ama il freddo e si soffre il caldo.

Una soluzione che in Abruzzo c’è; la regione che vede il mare dalla montagna offre anche questa possibilità: i rifugi d’Abruzzo sono un’ottima alternativa alle vacanze al mare.

Noi vi raccontiamo in breve la storia di due di essi.

Rifugio Garibaldi

Inaugurato il 16 settembre 1886. Prima costruzione del genere sugli Appennini, ad essa si lega il ricordo del periodo eroico della conquista alpinistica, condotta sistematicamente dalla Sezione Romana del Cai (Club alpino italiano), del massiccio del Gran Sasso.
La costruzione dell’Albergo di Campo Imperatore e della Funivia di Fonte Cerreto nel 1933 segnerà un secondo declino del Rifugio.

Rifugio Coppo dell’Orso

Costruito nel 1927, all’altezza di m.1870, sul gruppo di monti Serra Lunga.

E’ stato costruito in pietra a faccia vista e cemento, da maestranze locali. Essi hanno dormito per mesi su in montagna, fino alla fine della costruzione.

Le pietre sono state raccolte tutto intorno. La rena e l’acqua per l’impasto è stata trasportata dai muli ed asini.

All’interno c’è un soppalco in legno – locale notte – con 10 posti letto.

Il rifugio è messo in modo tale da avere tanti paesaggi per ogni grado di visuale e per 360°.

Tutte le sensazioni del momento sono state raccolte in un libro tenuto all’interno del rifugio, come un giornale di bordo.

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il ferragosto

E’ il capodanno dell’estate, la giornata dove il divertimento la fa da padrona: stiamo parlando del Ferragosto, il giorno dedicato interamente al cibo come il buon abruzzese comanda.

E in Abruzzo il Ferragosto vuol dire scampagnata, pic nic per chi vive al mare in montagna e per chi vive sui monti si scende al mare; l’importante è non manchino le cose essenziali: copertina (o telo mare), cocomero, canaletta per gli arrosticini, musica e tanto risate in buona compagnia.

Ma dove andare a Ferragosto in Abruzzo?

Il bosco di Sant’Antonio per stare immersi completamente nella natura; 550 ettari di natura incontaminata, con alberi dalle dimensioni monumentali. In alcune zone dell’area è possibile fermarsi per una grigliata con amici, ovviamente cercando di rispettare il più possibile la meraviglia circostante

La montagna Spaccata dove ci sono aree appositamente attrezzate per pic nic e ritrovi tra amici e magari, nel pomeriggio, visitare uno dei borghi più belli d’Abruzzo e d’Italia: Scanno.

Per il mare una zona su tutti: la Costa dei Trabocchi e le sue meravigliose calette dove prendere il sole diventa un’esperienza unica grazie a scenari incredibili e acque pulitissime.

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il volto santo

Abruzzo terra di luoghi unicità e incantati, terra di santi e chiese conosciuti nel mondo.

Per gli abruzzesi, nell’ambito religioso, sono tanti i luoghi di culto meta di pellegrinaggi e visite ma due su tutti hanno un posto speciale: San Gabriele (Teramo) e il Volto Santo (Pescara).

La Basilica del Volto Santo è sita a Manoppello; è la chiesa principale della cittadina insieme all’abbazia di Santa Maria Arabona.

La basilica è meta di pellegrinaggio perché ospita una reliquia che secondo la leggenda sarebbe il velo della Veronica (Volto Santo di Manoppello).

Secondo il racconto tradizionale, dunque, nel 1506 un pellegrino sarebbe giunto a Manoppello, recando un pannello con quello che sosteneva fosse il ritratto del volto di Cristo, che avrebbe consegnato al fisico Giacomo Antonio Leonelli, e sarebbe quindi sparito misteriosamente.

L’erudito, inizialmente scettico, si sarebbe in seguito ricreduto sull’autenticità della reliquia in seguito ad un accurato esame.

La famiglia Leonelli lo avrebbe conservato fin quando Marzia Leonelli lo vendette, in cattive condizioni, a Donato Antonio de Fabritiis, il quale incaricò di dare alla reliquia una sistemazione più consona il padre Clemente da Castelvecchio.

Frate Remigio da Rapino eseguì la cornice in legno di noce e difese l’immagine con i due vetri tuttora conservati, ma eliminò anche tutta la parte della stoffa, che aveva le proporzioni di una tovaglia, intorno all’immagine.

La storia è narrata nella Relatione historica di padre Donato di Bomba, nell’atto notarile della donazione del Velo ai padri cappuccini nel 1638 da parte di Antonio de Frabritis.

Dal 1703 inoltre la festa della Trasfigurazione di Gesù divenne la festa del Volto Santo.

Infine, nel settembre 2006, fu visitata da papa Benedetto XVI ed elevata alla dignità di basilica minore.

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le gole del sagittario

L’Abruzzo tra mare e monti nasconde piccoli e grandi scrigni naturali che meritano di essere scovati, ammirati e protetti come le Gole del Sagittario ad Anversa degli Abruzzi (L’Aquila).

La Riserva Naturale Regionale-Oasi WWF Gole del Sagittario si trova all’interno di un Sito d’Importanza Comunitario e si estende per circa 400 ettari; un’area che dunque inizia dalla diga di San Domenico (zona in cui sorge anche l’eremo del Santo) nei pressi di Villalago.

Nelle gole, a livello di fauna, trovano rifugio molti animali selvatici dai lupi ai falchi, dai moscardini (piccoli ghiri color nocciola) ai gufi all’orso marsicano.

Allo stesso modo non è difficile osservare l’aquila reale o il falco pellegrino; numerosi sono pure i gracchi corallini e le rondini montane; queste ultime sono solite edificare i loro nidi anche all’interno delle gallerie stradali.

Un posto più unico che raro formatosi dalla millenaria erosione delle acque del fiume Sagittario che ha così dato vita a un canyon spettacolare.

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